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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Giovanni Doria

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  1. Le unghie spesse e dure danno un suono più potente, basti pensare al volume prodotto in un rasgueado; la forma e la tecnica determinano la qualità del suono stesso.
  2. Ermanno, o mi sono spiegato male io, molto probabile, o non hai capito tu. L'intento del post era, ed è, esattamente l'opposto di quello che dici. Considerato che sono in possesso di 4 partiture differenti dello stesso brano, ho chiesto delucidazioni, un confronto, chiamale come vuoi tu, proprio perché non è possibile che ci siano differenziazioni così marcate di una stessa composizione. Non ho messo in dubbio la partitura, ci mancherebbe pure, ma le contrastanti edizioni della stessa. Ossia, quale prendere in considerazione? Non possono essere tutte giuste, Barrios avrà scritto una sola versione di "Una limosna por el amor de dios", che io sappia. Giovanni
  3. Lieto di darle una mano. Non so perché mi dai del "lei", comunque, più che una mano, il mio era soltanto un desiderio di raffronto di esperienze. Fermo restando che c'è sempre da imparare, nel mio piccolo, sono in grado di fare le "giuste" valutazioni su una partitura. Giovanni Non l'ho mai messo in dubbio. Per me "darsi una mano a vicenda" significa soprattutto scambiarsi idee, esperienze e consigli. Ritengo che le interpretazioni possono e devono essere molteplici, ma partendo da un elemento comune ed univoco, altrimenti non se ne esce più... la partitura. Non può essere per me un Si, per te un Si#, per un altro un Sib. Ti pare? Era questo a cui volevo arrivare.
  4. Lieto di darle una mano. Non so perché mi dai del "lei", comunque, più che una mano, il mio era soltanto un desiderio di raffronto di esperienze. Fermo restando che c'è sempre da imparare, nel mio piccolo, sono in grado di fare le "giuste" valutazioni su una partitura. In ogni caso ti/la ringrazio del tuo/suo contributo. Giovanni
  5. Praticamente è come lo suono io. Alcune considerazioni sono però opportune. Relativamente alla B10, pur non condividendolo, l'autorevole curatore Stover segna un Sol e un interprete di tutto rispetto, come Carlo Marchione, suona sempre sol, appunto. Anche il Fa, che appare evidente naturale, della B26 nell'edizione di Stover non c'è il bequadro. E' ovvio considerarlo un refuso e nulla più, ma la presunta mancanza c'è. Sempre in Stover, il Si della B56 è naturale... Pur condividendo la motivazione del cromatismo, potrebbe essere una differenziazione "voluta" dallo stesso Barrios considerarlo naturale rispetto all'analoga B64, dove appunto è segnato #. In ultimo, il Si della B64, nulla questio, errore di stampa. A presto Giovanni p.s.: anche sul valzer op.8 n°3, ci sarebbe da fare analoghe riflessioni... magari in un topic successivo.
  6. Il fatto è che i curatori delle principali edizioni di Barrios (Richard Stover, Jesus Benitez) hanno attinto a fonti non accessibili ai lettori, quindi non esiste una possibilità di verifica. A questo punto, le fonti più sicure sono le registrazioni dello stesso Barrios - che però coprono solo una parte della sua opera conosciuta. Va bene quindi una qualsiasi delle edizioni pubblicate, da mettere a punto derivando dai dischi le modifiche apportate dallo stesso autore. dralig Purtroppo, proprio del brano da me citato, manca una sua registrazione. Alcune note (cito un Fa acuto nel tremolo) famosi interpreti lo suonano diesis, come in partitura (curatore, credo proprio lo stesso Stover), ma dovrebbe essere naturale... Infatti ormai è universale consuetudine inserire un bel bequadro perché, per così dire, "suona meglio". Potrebbe essere un semplice refuso o magari, seppur non gradevolissimo all'orecchio, ugualmente corretto suonarlo diesis, per scelta del compositore, che come tale, va rispettata. C'è anche un si (diesis o naturale) nell'arpeggio, che pone gli stessi interrogativi. Giovanni Esattamente di quali battute parliamo? Confrontando le edizioni, ti elenco le disparità riscontrate evidenti: - battuta 10: le ultime due crome dell'arpeggio sono sol oppure la? (io suono il La) - battuta 26: la nota del tremolo è un Fa diesis o naturale? (io lo suono naturale) - battuta 56, la seconda del maggiore: la penultima croma dell'arpeggio è si diesis o naturale? ( a me piace naturale) - battuta 64: la terza croma dell'arpeggio è sol diesis o si? (io suono si) Giovanni
  7. Il fatto è che i curatori delle principali edizioni di Barrios (Richard Stover, Jesus Benitez) hanno attinto a fonti non accessibili ai lettori, quindi non esiste una possibilità di verifica. A questo punto, le fonti più sicure sono le registrazioni dello stesso Barrios - che però coprono solo una parte della sua opera conosciuta. Va bene quindi una qualsiasi delle edizioni pubblicate, da mettere a punto derivando dai dischi le modifiche apportate dallo stesso autore. dralig Purtroppo, proprio del brano da me citato, manca una sua registrazione. Alcune note (cito un Fa acuto nel tremolo) famosi interpreti lo suonano diesis, come in partitura (curatore, credo proprio lo stesso Stover), ma dovrebbe essere naturale... Infatti ormai è universale consuetudine inserire un bel bequadro perché, per così dire, "suona meglio". Potrebbe essere un semplice refuso o magari, seppur non gradevolissimo all'orecchio, ugualmente corretto suonarlo diesis, per scelta del compositore, che come tale, va rispettata. C'è anche un si (diesis o naturale) nell'arpeggio, che pone gli stessi interrogativi. Giovanni
  8. Capita spessissimo che le composizioni di Barrios abbiano versioni differenti sia per quello che concerne le pubblicazioni, sia per le esecuzioni delle stesse. E' lecito domandarsi: ma io quale devo suonare? Qual è veramente quella di Barrios? Considerando anche le registrazioni di interpreti famosi ci si rende conto di quanto siano dissimili fra loro. Cito ad esempio "Una Limosna por el amor de dios": ho 4 versioni, su cartaceo, differenti... Giovanni
  9. La 'velocità', intesa come rapporto di relazione tra gesto e suono non si impara. E' scritta nel DNA di ciascuno di noi. La si può limare, perfezionare e persino, in termini infinitesimali, aumentare ma rinunci fin da ora a orientare anche un solo esercizio tecnico mirato esclusivamente alla 'velocità' (che tra l'altro è propria dei cavalli da corsa, non dei musicisti). La cosa migliore da fare è attuare una serie di esercizi tecnico-meccanici giornalieri eseguiti più lentamente possibile e con la massima cura del movimento e cercando di impiegare meno energie possibili per ottenere qualità e nitidezza di suono. Un altro consiglio: il perfezionamento del virtuosismo in senso fisico, rapidità di esecuzione, non si raggiunge a forza di sbattere la testa sul metronomo. Ha mai fatto atletica? Pensa davvero che per ottenere i record dei 100 mt un atleta passi 8 ore al giorno a correre come un pazzo da una parte all'altra? La capacità di accelerare l'esecuzione di due o più note, come correttamente indica Gilardino, sta nella nostra capacità celebrale e di impulso in senso puramente fisico. Si deve essere 'veloci' - come intende lei - anche nella vita di tutti i giorni lontana dallo strumento: nel modo di pensare, di reagire a situazioni e di trovare soluzioni. Concordo in toto. Pensare di impiegare il proprio tempo, dedicato allo studio della chitarra, con ripetitivi esercizi meccanici per ore o trovare svariati espedienti, lo trovo "stancante" e moralmente deprimente, considerato che i risultati non sono direttamente proporzionali. L'unica cosa che consiglio agli allievi è rilassare tutti i muscoli, impiegando solo quelli necessari allo sviluppo del singolo suono; tutto il resto vien da se.
  10. Se un ragazzino dotato si presenta ad un esame di ammissione al conservatorio con una chitarra da 50€ perchè la famiglia, purtroppo, non ha possibilità economiche, è sicuramente da tenere in seria considerazione. Questo discorso, già dall'ottavo anno in poi, credo non sia più ammissibile...
  11. Pensavo di aver scritto una cosa ovvia, invece mi accorgo che è opinabile. Il titolo del post recita: Quanto conta il valore, la qualità di una chitarra in sede d'esame, o di concorso, o situazioni simili ? Fino a che punto dovrebbe tenerne conto la commissione? Carissimo Fernando, se parliamo di talento puro, quello innato, esso può essere dimostrato anche con un qualsiasi pezzo di legno a cui si possono montare 6 corde, o anche meno, vanno bene pure quelle da imballaggio pacchi. Chi ha mai detto il contrario? Il post non parlava di questo, ma di competizioni, esami, ecc Riallacciandomi a quello che dici tu: M anche se shumacher guida una carretta, si vede il suo talento, quindi non serve la ferrari per dimostrare la sua bravura, con essa vabbè, da il meglio. Sono d'accordo su tutto, ma c'è un particolare di non poco conto: non vincerà mai un gran premio... Lo strumento "deve" permettere all'interprete di poter esprimere il proprio potenziale, non di limitarne le possibilità. Il talento è un'altra cosa. p.s.: spero non ci sia qualcuno che dica: si ma i concorsi musicali sono una cosa, i gran premi automobilistici, un'altra...
  12. Conta, eccome. Una chitarra che "assecondi" il volere di un esecutore contribuisce, e non poco, alla resa finale; do per scontato che si posseggano le potenzialità adatte. Consegnare una Ferrari ad un neo patentato non credo sia una scelta felicissima, darla a Schumacher, sicuramente si.
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