Temo che, all’epoca, la patria potestà potesse permettere simili trattamenti. Ma, effettivamente, questo aspetto del caso Regondi destò un certo scalpore a Parigi. Incuriosito dalla citazione di Balzac, ho cercato su internet le occorrenze del nome del compositore nella variante francesizzata «Jules Regondi». Un saggio di Ralph P. Locke e Malou Haine su «Les Saint-Simoniens et la musique» riporta che il quotidiano d’ispirazione saint-simoniana «Le Globe» prese spunto dai successi parigini di Regondi per deplorare che alcuni grandi talenti della musica venissero ridotti al ruolo di saltimbanchi per i ricchi nullafacenti. Un’altra testimonianza parigina di contenuto affine, e incentrata sul problema della giovanissima età del chitarrista, è citata in uno studio su Regondi di Alessandro Boris Amisich. Credo che attraverso questi esempi si capisca come una certa percezione romantica – post-rousseauiana – dell’infanzia potesse incidere sulla ricezione critica degli enfants prodiges. In ogni caso, si ha conferma del fatto che la fama del piccolo Regondi in Francia fu davvero molto grande.