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Come si spiega il lavoro immenso di orchestrazione di un compositore come Mahler con i suoi mille colori orchestrali e senza.. computer? probabilmente, appunto il suo Finale, Sibelius, o pennarello 2.0 , matita ecc.. era nella sua testa..ma ancor di più come si perviene a quella esperienza..? forse anche vivendo realmente in quel "mondo sonoro". Oggi, con tutte le "librerie sonore" software  e le possibilità di emulazione simpatiche che si possono ottenere nel sentire ad esempio una simulazione di orchestrazione converrete con me (immagino) che ascoltare e avere la possibilità di sentire dal vivo il risultato sonoro è leggermente diverso?..anche io uso Sibelius per preparare le parti agli esecutori ma poi "passo" in classe di musica da camera e ascolto le prove e la concertazione diretta con il peso sonoro reale..e per quanto possa farmi una idea il più possibile approssimativa con i miei giocattoli sentire 4 corni dal vivo e su Sibelius è una cosa leggermente diversa..e qui si torna al punto di partenza: noi stessi e le nostre capacità innanzi tutto..poi ognuno sceglie se andare a piedi, in bicicletta o in treno..alla fine appunto bastano due battute immagino..per svelare l'arcano.

 

 

L'indispensabile e insostituibile testa, al cui interno sono custoditi i segreti di ogni arte, trova nel computer - o, per chi lo preferisce, nel pianoforte - solo degli specchi, non delle appendici esterne funzionanti a mo' di cervello. Apple non ha ancora comperato il brevetto di Domeneddio. Inutile constatare il fatto che la qualità media delle composizioni scritte da quando esistono Finale e Sibelius - nel campo, per esempio, della musica per chitarra, sotto i nostri quotidiani sguardi - non è affatto migliorata; anzi, si potrebbe affermare che, da questo punto di vista, l'avvento dei programmi di notazione musicale ha contribuito a far crescere il cumulo dell'immondezzaio. Potremmo, my dear Marcello, concludere che il computer e i relativi programmi di notazione sono utilissimi soltanto a coloro che, per comporre qualunque brano per qualunque organico, ne potrebbero fare disinvoltamente a meno? Io credo di si. Ma, se stai per comporre una partitura per orchestra, a lavori conclusi mi saprai dire quanto tempo hai risparmiato nella preparazione delle parti - e quanti rischi di lapsus calami hai scongiurato - servendoti di Sibelius invece che della tua opera di amanuense. E con quanta tranquillità avrai mandato al direttore tali parti, serenamente sicuro del fatto che Sibelius è letteralmente incapace di scrivere nella parte di oboe un bequadro che in partitura è invece un diesis: cosa della quale la tua (nostra) mano, fallace e impudica, è capacissima, senza che con ciò risulti sminuita la qualità del tuo pensiero musicale. Addirittura, se il tuo puntiglio ti spinge alle soglie dell'acribia, ti sarai potuto permettere di ascoltare, con Sibelius, ogni singola parte, alla ricerca di ogni minimo accroc. E ti sarai così guadagnato, in vista delle prove d'orchestra, i sonni più tranquilli. Non sarai diventato un compositore di maggior caratura, ma un compositore che, in vista di una prima con noleggio delle parti, a una tazza di camomilla ricorre solo se la camomilla gli piace, non perché deve calmarsi i nervi. Ciao.

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Ritengo che l'utilizzo di software per la scrittura musicale apporti vantaggi considerevoli, evidenti ed indiscutibili. Al contempo, per naturale implicazione, rende disuete manualità talora preziose, che un "saggio mestierante" vedrà bene "altrimenti" di mantenere debitamente "elastiche". 

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Come si spiega il lavoro immenso di orchestrazione di un compositore come Mahler con i suoi mille colori orchestrali e senza.. computer? probabilmente, appunto il suo Finale, Sibelius, o pennarello 2.0 , matita ecc.. era nella sua testa..ma ancor di più come si perviene a quella esperienza..? forse anche vivendo realmente in quel "mondo sonoro". Oggi, con tutte le "librerie sonore" software  e le possibilità di emulazione simpatiche che si possono ottenere nel sentire ad esempio una simulazione di orchestrazione converrete con me (immagino) che ascoltare e avere la possibilità di sentire dal vivo il risultato sonoro è leggermente diverso?..anche io uso Sibelius per preparare le parti agli esecutori ma poi "passo" in classe di musica da camera e ascolto le prove e la concertazione diretta con il peso sonoro reale..e per quanto possa farmi una idea il più possibile approssimativa con i miei giocattoli sentire 4 corni dal vivo e su Sibelius è una cosa leggermente diversa..e qui si torna al punto di partenza: noi stessi e le nostre capacità innanzi tutto..poi ognuno sceglie se andare a piedi, in bicicletta o in treno..alla fine appunto bastano due battute immagino..per svelare l'arcano.

 

m

 

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L'indispensabile e insostituibile testa, al cui interno sono custoditi i segreti di ogni arte, trova nel computer - o, per chi lo preferisce, nel pianoforte - solo degli specchi, non delle appendici esterne funzionanti a mo' di cervello. Apple non ha ancora comperato il brevetto di Domeneddio. Inutile constatare il fatto che la qualità media delle composizioni scritte da quando esistono Finale e Sibelius - nel campo, per esempio, della musica per chitarra, sotto i nostri quotidiani sguardi - non è affatto migliorata; anzi, si potrebbe affermare che, da questo punto di vista, l'avvento dei programmi di notazione musicale ha contribuito a far crescere il cumulo dell'immondezzaio. Potremmo, my dear Marcello, concludere che il computer e i relativi programmi di notazione sono utilissimi soltanto a coloro che, per comporre qualunque brano per qualunque organico, ne potrebbero fare disinvoltamente a meno? Io credo di si. Ma, se stai per comporre una partitura per orchestra, a lavori conclusi mi saprai dire quanto tempo hai risparmiato nella preparazione delle parti - e quanti rischi di lapsus calami hai scongiurato - servendoti di Sibelius invece che della tua opera di amanuense. E con quanta tranquillità avrai mandato al direttore tali parti, serenamente sicuro del fatto che Sibelius è letteralmente incapace di scrivere nella parte di oboe un bequadro che in partitura è invece un diesis: cosa della quale la tua (nostra) mano, fallace e impudica, è capacissima, senza che con ciò risulti sminuita la qualità del tuo pensiero musicale. Addirittura, se il tuo puntiglio ti spinge alle soglie dell'acribia, ti sarai potuto permettere di ascoltare, con Sibelius, ogni singola parte, alla ricerca di ogni minimo accroc. E ti sarai così guadagnato, in vista delle prove d'orchestra, i sonni più tranquilli. Non sarai diventato un compositore di maggior caratura, ma un compositore che, in vista di una prima con noleggio delle parti, a una tazza di camomilla ricorre solo se la camomilla gli piace, non perché deve calmarsi i nervi. Ciao.

Oltre a tutto questo,di sacrosanta verità, bisognerebbe anche avere gli ultimi programmi e gli ultimi brouser che li fanno funzionare,a dovere,provate a scrivere con finale 2009 e windows seven,tante volte mi trema lo schermo e salta tante volte il programma con la musica che avevo scritto,e tante volte la devo riscrivere sui fogli(quello che mi ricordo).Lo so  son cose personali,ma a me mi fanno uscire pazzi sia i programmi del computer,che le gomme che non cancellano,visto che uso entrambi nella giornata. 

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Ritengo che l'utilizzo di software per la scrittura musicale apporti vantaggi considerevoli, evidenti ed indiscutibili. Al contempo, per naturale implicazione, rende disuete manualità talora preziose, che un "saggio mestierante" vedrà bene "altrimenti" di mantenere debitamente "elastiche". 

E' indubbio che  una posizione salomonica come  questa resti sempre la più saggia

.

Nell'  animata discussione intercorsa è stato possibile riscontrare episodi di intolleranza, contraddizione, pindarismo e soprattuto di personalismo. Questi sono graditi quando si attagliano all' episodicità probante, ma diventano poco interessanti quando (magari involontariamente) includono  affermazioni  trancianti o apodittiche.

 

Ho riscontrato che si è perduto per strada sia il tema proposto che il suo sviluppo secondario ( dialogo della scrittura) già dibattuto tempo fa.

 

Non occorre avventuraisi in contenuti apologetici che contengono come  prova della verità il proprio pensiero (e mai l'altrui).

Ritengo invece lecito esprimere il proprio parere, o addirittura il proprio costume perché di costume si tratta, senza doversi preoccupare di eventuali contestazioni che, insorgendo, fanno capire il desiderio di originare zuffe ideoloiche.

Ciò  mi ricorda quei tizi che, ascoltando musica sono soliti, prima di esprimere un giudizio, informarsi di che cosa si tratta e quale ne   sia l'autore e l'esecutore.

 

Mario Castelnuovo Tedesco intratteneva la sua corrispondenza su carta azzurra e, fino alla fine, si è rifiutato di usare la penna biro, se non per appuntare qualche nota; Victor Hugo  scriveva soltanto  su fogli di color rosa; Stravinski evidenziava le parti usando i colori rosso e verde.

Non credo si possa loro obiettare qualcosa.

 

 

Scrivere 'a mano' non significa candidarsi al nastro d'argento ma nello stesso tempo possiamo creare sublimità o boiate avvalendoci del compiuter.

 

Ad abundantiam, lo stupefacente aggeggio (che anch' io trovo indispensabile) diviene pressoché inutilizzabile per gli autori della musica contemoranea e d'avanguardia,  rappresentata da  segni, tratti e simboli personali inventati al momento dal compositore stesso.

 

Dal mio punto di vista, sarebbe d'uopo ricondurre questa discussione sul binario giusto, anche se come si è svolta  mi ha interessato e - lo dico a costo di crearmi qualche ulteriore avversario- mi ha decisamente coinvolto più delle varie concioni che, con il pretesto di fare informazione- sono in gran parte unificabili  sotto l'unico titolo di "guardate quanto sono bravo io" (o il mio amico, naturalmente).

Sperando che qualcuno ci creda veramente.

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Un pochino pesante come risposta. 

 

Tutt'altro. 

L'analfabetismo informatico (a tutti i livelli, figuriamoci nella composizione musicale...) è una amarissima realtà italiana.

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Mario Castelnuovo Tedesco intratteneva la sua corrispondenza su carta azzurra e, fino alla fine, si è rifiutato di usare la penna biro, se non per appuntare qualche nota; Victor Hugo  scriveva soltanto  su fogli di color rosa; Stravinski evidenziava le parti usando i colori rosso e verde.

Non credo si possa loro obiettare qualcosa.

 

Infatti, nessuno l'ha mai fatto; né alcuno ha mai contestato a chi preferisce seguitare a comporre con carta e penna il sacrosanto diritto di farlo. Le argomentazioni a favore della notazione musicale computerizzata sono state addotte in riferimento al lavoro in sé - cioè a quel che si può fare con i diversi sistemi di scrittura da parte di chiunque, non da parte di Tizio e di Caio, che possono tranquillamente continuare a zuccherare il caffè o a sorbirlo amaro, a loro incontestabile piacimento. 
 
A margine: Castelnuovo-Tedesco talvolta scriveva su carta azzurra (cioè adoperando i biglietti postali che, a scrittura terminata, si richiudevano su sé stessi come delle buste), ma adoperava anche - e molto spesso - normalissima carta da lettera bianca e leggera, appositamente creata per la posta aerea. 
 
dralig
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Tutt'altro. 

L'analfabetismo informatico (a tutti i livelli, figuriamoci nella composizione musicale...) è una amarissima realtà italiana.

Perché, a scoppio ritardato, Alfredo Franco si è affidato ad un avvocato difensore? Non credo proprio ne abbia avuto bisogno.

 

L'apodittica difesa inoltre non adduce motivi  pertinenti, lamentando io la scelta della parola, il cui impiego (lato e pregnante) risulta malignamente subliminale : e questa si che è veramente un' amarissima realtà!

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A margine: Castelnuovo-Tedesco talvolta scriveva su carta azzurra (cioè adoperando i biglietti postali che, a scrittura terminata, si richiudevano su sé stessi come delle buste), ma adoperava anche - e molto spesso - normalissima carta da lettera bianca e leggera, appositamente creata per la posta aerea. 
 
dralig

 

Come dralig sa, sono in possesso di parecchia corrispondenza spedita da M.Castelnuovo Tedesco  a Gangi-Carfagna. Essa copre il periodo che va dal 1954 al1968 (alcune lettere appaiono  "scottanti" ma spero di pubblicarle con i dovuti permessi).
Tutta la sua corrispondenza  è stilata su biglietti-lettera ripiegabili di posta aerea; sono sempre azzurri  contornati in rosso e blu..
Penso quindi il contrario, e cioè che il "talvolta" debba essere riferito alla "normalissima carta bianca e leggera", mai da me riscontrata ma del cui impiegoi  non posso dubitare.
La cosa che mi sono sempre domandato invece è come mai, sia da Beverly Hills che da Firenze, Castelnuovo scrivesse sempre sui ripiegabili azzurri e devo concludere che se li portasse dietro anche durante gli spostamenti transoceanici, vista la presentazione da noi desueta.
Con normali biglietti bianchi e illustrati di piccolo formato era solito invece inviarmi gli auguri per Natale, Pasqua o ricorrenze personali.
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Perché, a scoppio ritardato, Alfredo Franco si è affidato ad un avvocato difensore? Non credo proprio ne abbia avuto bisogno.

 

Off Topic
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Come dralig sa, sono in possesso di parecchia corrispondenza spedita da M.Castelnuovo Tedesco  a Gangi-Carfagna. Essa copre il periodo che va dal 1954 al1968 (alcune lettere appaiono  "scottanti" ma spero di pubblicarle con i dovuti permessi).
Tutta la sua corrispondenza  è stilata su biglietti-lettera ripiegabili di posta aerea; sono sempre azzurri  contornati in rosso e blu..
Penso quindi il contrario, e cioè che il "talvolta" debba essere riferito alla "normalissima carta bianca e leggera", mai da me riscontrata ma del cui impiegoi  non posso dubitare.
La cosa che mi sono sempre domandato invece è come mai, sia da Beverly Hills che da Firenze, Castelnuovo scrivesse sempre sui ripiegabili azzurri e devo concludere che se li portasse dietro anche durante gli spostamenti transoceanici, vista la presentazione da noi desueta.
Con normali biglietti bianchi e illustrati di piccolo formato era solito invece inviarmi gli auguri per Natale, Pasqua o ricorrenze personali.

 

 

La risposta è ovvia. MCT scriveva su biglietti postali pieghevoli le lettere brevi, il cui argomento poteva essere esaurito in una facciata - anche se talvolta aggiungeva PS in verticale nei margini lasciati liberi dalla scrittura ordinaria - e adoperava invece carta da lettera leggera, da posta aerea, quando voleva scrivere lettere più lunghe, riguardanti temi che non potevano essere esauriti nello spazio limitato di un biglietto postale. Passando ad altro tema, credo che non ci sia motivo per astenersi dal pubblicare lettere di personaggi storici, quale che sia la loro incandescenza. I permessi verranno accordati: lo do per certo.

 

dralig

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