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Indipendenza tra medio-anulare mano destra.


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Apro questo nuovo argomento perché, almeno credo, non ne ho ancora sentito parlare in questo forum e perché ritengo stia alla base di gran parte della tecnica della mano destra, sia per l'esecuzione del tremolo che per un qualsiasi tipo di arpeggio a velocità sostenuta (ovviamente in quelli i cui ci sono anche queste dita).

Le mie domande sono rivolte soprattutto ai maestri, ai professionisti e/o a quei chitarristi che ritengono di aver raggiunto l'indipendenza tra medio e anulare.

1 - Quando vi siete accorti di aver raggiunto questa indipendenza?

2 - Quanto tempo avete impiegato a raggiungerla e con quali esercizi?

Grazie in anticipo a tutti coloro che risponderanno. Credo che le vostre risposte e le vostre esperienze potranno aiutarmi ed aiutare anche tanti altri appassionati di questo stupendo strumento (non risparmiatevi).

Simosva.

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Io ce l'ho sempre avuta...cioè. sarebbe una cosa da conquistare con degli esercizi specifici?

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Io ce l'ho sempre avuta...cioè. sarebbe una cosa da conquistare con degli esercizi specifici?

Scusa Alfredo, non ho capito la tua risposta.

Il mio argomento nasce perchè Doug Niedt sostiene il contrario. Ti indico il link dell'argomento "Arpeggio Exercises" (http://douglasniedt.com/Tech_Tip_Arpeggio_Exercises_Abejorro.html) del sito di Niedt, nel quale sostiene che l'alternativa a tutte le formule di arpeggio sono le classice 4: pama - pmim - pmam - pimi.

Nell'articolo, Doug mette in rilievo la necessità di rendere le dita anulare e medio indipendenti tra loro.

Vi invito a leggerlo. Nel suo sito, Doug ogni mese da un consiglio su un particolare aspetto della tecnica chitarristica.

Simosva

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Ma davvero vogliamo dare retta a uno che mette sullo stesso piano gli arpeggi di Giuliani e i Cuadernos di Carlevaro? O a uno che desidera sviluppare gli arpeggio pattern creando un accesso a pagamento per leggere queste lezioni?

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The million dollar guitarist mi mancava!

 

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Ma davvero vogliamo dare retta a uno che mette sullo stesso piano gli arpeggi di Giuliani e i Cuadernos di Carlevaro? O a uno che desidera sviluppare gli arpeggio pattern creando un accesso a pagamento per leggere queste lezioni?

Ermanno ho postato questo argomento proprio per aver un riscontro con voi di quanto asserito da Niedt. Sono stato attratto da questo argomento perchè so che il mio problema della destra è proprio l'indipendenza tra queste due dita. Pertanto, ho bisogno di sapere cosa ne pensate, con delle considerazioni tecniche. Grazie. Simosva.

The million dollar guitarist mi mancava!

 

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Che significa "The million dollar guitarist" ?

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Me lo chiedo anche io, l'ho letto nel sito che hai postato.

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Scusa Alfredo, non ho capito la tua risposta.

Il mio argomento nasce perchè Doug Niedt sostiene il contrario. Ti indico il link dell'argomento "Arpeggio Exercises" (http://douglasniedt.com/Tech_Tip_Arpeggio_Exercises_Abejorro.html) del sito di Niedt, nel quale sostiene che l'alternativa a tutte le formule di arpeggio sono le classice 4: pama - pmim - pmam - pimi.

 

Articolo di tecnica che sarebbe obsoleto persino nel 1850.

E' tutta roba detta e stradetta (esplicitamente e implicitamente) da Carulli a Giuliani passando per una serie pressoché innumerevole di autori del periodo classico e persino romantico. Il  Sig. Niedt ha bisogno urgente di leggere nuova musica per capire che quelli che suggerisce sono esercizi che conoscono anche le sedie e che possono essere ideati da un allievo del terzo anno.

 

L'indipendenza delle dita della mano destra è frutto di un processo concettualmente semplice che va sì, sviluppato con gli accenti, ma non su quartine o terzine, bensì su una formula di arpeggio più articolata e che faccia uso dell'estensione della mano destra.

 

  • Posiziona il quadruplo (1-2-3-4) sulla tastiera in prima posizione in una corda qualsiasi con note contigue;
  • Scrivi una formula di arpeggio su un tempo irregolare (non le quartine da Sagreras suggerite nel prezioso testo di tecnica che hai linkato) per ottenere un esercizio senza pause dove il dito che suona la prima nota dell'arpeggio non è mai anche l'ultimo;
  • Fai in modo che almeno una delle corde dell'arpeggio cada sulla corda usata dalla mano sinistra;
  • Metti in rilievo (senza esasperare) la nota premuta e solleva un dito della mano sinistra ad intervalli non regolari (ogni due cicli di arpeggio, poi tre, poi di nuovo due, poi quattro, per esempio)
  • Quando 2,3,4 sono sollevati rimettile una per volta rovesciando il numero di cicli di arpeggio

Consigli:

  • Scrivi una formula complessa dove le dita non intervengono in modo schematico 
  • Non usare il metronomo
  • Con il tempo fai in modo che 1-2-3-4 sulla tastiera premano corde differenti ma muoviti per gradi.
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Articolo di tecnica che sarebbe obsoleto persino nel 1850.

E' tutta roba detta e stradetta (esplicitamente e implicitamente) da Carulli a Giuliani passando per una serie pressoché innumerevole di autori del periodo classico e persino romantico. Il  Sig. Niedt ha bisogno urgente di leggere nuova musica per capire che quelli che suggerisce sono esercizi che conoscono anche le sedie e che possono essere ideati da un allievo del terzo anno.

 

L'indipendenza delle dita della mano destra è frutto di un processo concettualmente semplice che va sì, sviluppato con gli accenti, ma non su quartine o terzine, bensì su una formula di arpeggio più articolata e che faccia uso dell'estensione della mano destra.

 

  • Posiziona il quadruplo (1-2-3-4) sulla tastiera in prima posizione in una corda qualsiasi con note contigue;
  • Scrivi una formula di arpeggio su un tempo irregolare (non le quartine da Sagreras suggerite nel prezioso testo di tecnica che hai linkato) per ottenere un esercizio senza pause dove il dito che suona la prima nota dell'arpeggio non è mai anche l'ultimo;
  • Fai in modo che almeno una delle corde dell'arpeggio cada sulla corda usata dalla mano sinistra;
  • Metti in rilievo (senza esasperare) la nota premuta e solleva un dito della mano sinistra ad intervalli non regolari (ogni due cicli di arpeggio, poi tre, poi di nuovo due, poi quattro, per esempio)
  • Quando 2,3,4 sono sollevati rimettile una per volta rovesciando il numero di cicli di arpeggio

Consigli:

  • Scrivi una formula complessa dove le dita non intervengono in modo schematico 
  • Non usare il metronomo
  • Con il tempo fai in modo che 1-2-3-4 sulla tastiera premano corde differenti ma muoviti per gradi.

 

 

:shock:

 

E per i non-alieni?

Scherzo!! Esercizio spettacolare che mi fa capire che genere di tecnica bisogna studiare per fare la musica che suoni tu.

 

GRAZIE!

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mi fa capire che genere di tecnica bisogna studiare per fare la musica che suoni tu.

 

Io suono musica per chitarra.

 

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