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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Cosa si pensa prima di suonare in pubblico?


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Come è possibile individuare le proprie capacità? Intendo dire come si fa sapere se si sarà o una cosa o l'altra...? L'unico modo per sapere se si arriverà in fondo alla strada è provare a percorrerla o si intravede da subito una validità di riuscita? Sono quasi convinto di provare a suonare musica da camera, mi cercherò una formazione che ne abbia voglia.. Credo che partire da questo sia un buon inizio, percorrere la strada del musicista di fila per capire se si può essere musicisti solisti.. Sbaglio qualcosa? L'approccio di cercare le cose è da considerarsi sbagliato?

 

La musica da camera non è un ripiego per solisti mancati, è comunque un traguardo di eccellenza per ottimi strumentisti, che trovano maggior gratificazione, sia artistica che professionale, nel repertorio cameristico piuttosto che in un'improbabile attività solistica.

 

La chitarra ha un buon repertorio di musica da camera, che può tranquillamente riempire l'attività professionale di un esecutore che abbia buona tecnica, sonorità ampia e prontezza di lettura (tutte cose acquistabili con lo studio, senza essere dei geni).

 

Nel campo della chitarra, ci sono molti buoni strumentisti che si impegnano in un'attività solistica di scarsa soddisfazione, da ogni punto di vista. Sarebbe molto più remunerativo, per loro, e assai più utile, per la musica, se si versassero con passione nella musica da camera, dove le loro qualità potrebbero risaltare e i loro limiti non risulterebbero in modo evidente, come invece avviene quando si presentano da soli.

 

La noia che molti ascoltatori sentono nell'ascoltare un chitarrista non è causata dal fatto che questi non è bravo, ma dal fatto che è soltanto bravo. Per suonare in pubblico una chitarra da soli non basta essere bravi, bisogna essere molto più che bravi.

 

Se lo si è, risulta chiaro fin dai primi mesi di studio. A meno che gli insegnanti siano degli stolti, se un allievo ha qualcosa di eccezionale lo si percepisce anche da come suona le corde a vuoto.

 

dralig

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La musica da camera non è un ripiego per solisti mancati, è comunque un traguardo di eccellenza per ottimi strumentisti,...

 

...un esecutore che abbia buona tecnica, sonorità ampia e prontezza di lettura (tutte cose acquistabili con lo studio, senza essere dei geni).

 

In poche parole ai geni lasciamo il solismo e a quei chitarristi non geniali la musica da camera? e gli altri strumentisti che dovrebbero suonare con questi chitarristi che non hanno bisogno di essere geni, possono anch'essi a loro volta essere dei "non geni"? O devono sopperire alla mancanza di genialità del loro collega?

 

Oltre a sembrarmi vagamente contraddittorie, trovo che le sue affermazioni non tengano conto del semplice fatto che moltissimi esecutori "geniali" curano al tempo stesso solismo e musica da camera. E che sarebbe una vera imprudenza consigliare ad alcunchì una carriera professionale i cui orizzonti siano già limitati in partenza. E' un escamotage obsoleto che (per la sovrabbondanza di ottimi esecutori attualmente in circolazione) garantirà al povero sventurato che lo farà suo le famose "pietre in faccia"...

 

 

La noia che molti ascoltatori sentono nell'ascoltare un chitarrista non è causata dal fatto che questi non è bravo, ma dal fatto che è soltanto bravo. Per suonare in pubblico una chitarra da soli non basta essere bravi, bisogna essere molto più che bravi.

 

 

Su questo siamo d'accordo. Anzi se posso aggiungere qualcosa credo che la noia sia intrinseca in una escuzione antimusicale. Un vero musicista non corre questo rischio, ha una storia da raccontare e la sa raccontare. Il concertismo, a livello professionale (non parlo dei concerti di parrocchia pseudo amatoriali), si basa sull'eccellenza. Detto questo, vorrei rassicurare i giovani che aspirano al concertismo, chi è veramente bravo, in un modo o in un altro, finisce col trovare la sua collocazione. Ma in realtà ciò vale per tutti...

 

Cordialmente

 

EC

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La musica da camera non è un ripiego per solisti mancati, è comunque un traguardo di eccellenza per ottimi strumentisti,...

 

...un esecutore che abbia buona tecnica, sonorità ampia e prontezza di lettura (tutte cose acquistabili con lo studio, senza essere dei geni).

 

 

In poche parole ai geni lasciamo il solismo e a quei chitarristi non geniali la musica da camera? e gli altri strumentisti che dovrebbero suonare con questi chitarristi che non hanno bisogno di essere geni, possono anch'essi a loro volta essere dei "non geni"? O devono sopperire alla mancanza di genialità del loro collega?

 

 

Oltre a sembrarmi vagamente contraddittorie, trovo che le sue affermazioni non tengano conto del semplice fatto che moltissimi esecutori "geniali" curano al tempo stesso solismo e musica da camera.

 

 

 

 

Rispondo di quello che ho affermato. Ho detto - e Lei lo ha riportato - che la musica da camera è un traguardo di eccellenza, mentre il solismo dovrebbe essere riservato a persone dotate di capacità straordinarie. Non ho né detto né implicato che i solisti non possano e non debbano fare anche musica da camera.

 

 

E che sarebbe una vera imprudenza consigliare ad alcunchì una carriera professionale i cui orizzonti siano già limitati in partenza. E' un escamotage obsoleto che (per la sovrabbondanza di ottimi esecutori attualmente in circolazione) garantirà al povero sventurato che lo farà suo le famose "pietre in faccia"...

 

.

 

Poveri sventurati non sono coloro che cercano di realizzare fedelmente i doni che Iddio ha dato loro, ma coloro che cercano di persuadere se stessi e gli altri di essere ciò che non sono e di avere ciò che non hanno.

Di questi c'è sovrabbondanza. Patetica e disperata.

 

dralig

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Poveri sventurati non sono coloro che cercano di realizzare fedelmente i doni che Iddio ha dato loro, ma coloro che cercano di persuadere se stessi e gli altri di essere ciò che non sono e di avere ciò che non hanno.

Di questi c'è sovrabbondanza. Patetica e disperata.

 

dralig

Parole sante!

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la paura puo essere tante cose.

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Quanto incide la maturità personale (e in qualche modo anche l'età anagrafica) nella migliore espressione artistica di un musicista?

 

Butterfly

 

Maturità personale e maturità artistica non possono essere scisse, sono consustanziali. Può accadere che l'interazione dell'artista e quella dell'uomo con il mondo diano luogo a situazioni diverse (l'artista ammirato, l'uomo detestato, etc.), ma questo appartiene alla sfera esterna: l'artista maturo è immancabilmente anche un uomo maturo.

Che - come osservava Baudelaire - pur maturando, ha saputo conservare intatta l'immaginazione e la sensibilità dell'infanzia (vedere Elemire Zolla, Lo stupore infantile, Ed. Adelphi, e James Hillman, Il codice dell'anima, id.)

 

dralig

 

In questo senso, come si collocano gli enfants prodiges? Dal punto di vista musicale piu' compiuto, è da considerare maggiormente apprezzabile la freschezza e perfezione tecnica di un musicista giovanissimo, o l'interpretazione piu' personale e virtuosa ma meno "perfetta" di un musicista piu' "maturo" (penso al precedente esempio di Horovitz)?

 

E' mai stato individuato il "momento migliore" di un artista oppure ogni caso è a sé e possono anche esserci enfants prodiges dotati di virtuosismo tecnico e profondità di interpretazione? Nella chitarra come funziona questo processo di maturazione artistica?

Non so come esprimere i termini corretti, spero si capisca quello che intendo.

 

 

 

Butterfly

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la musica è un mistero, questo semplice dato di fatto permette ad alcuni bambini di sondare l'insondabile.

 

il problema è dei genitori che poi ne fanno un fenomeno da baraccone.

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la musica è un mistero, questo semplice dato di fatto permette ad alcuni bambini di sondare l'insondabile.

 

il problema è dei genitori che poi ne fanno un fenomeno da baraccone.

 

 

purtroppo anche alcuni insegnanti lo fanno

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Ce chi affronta queste situazioni con spavalderia e si lascia galvanizzare da esse ed altri che invece le subiscono.

Proviamo a fare un'indagine tra gli abitanti del forum?

Sotto a chi tocca! :D

 

Non sono un concertista come quelli che scrivono qui su questo splendo forum ma nella mia poca esperienza vi dico che....... me la faccio sotto!!!! :oops:

A Lagonegro ad Agosto ho sentito un concerto di un certo Porqueddu che invece mi ha lasciato esterrefatto da questo punto di vista.

;)

Mi piacerebbe che Tampalini, lo stesso Porqueddu, Saggese, Zigante, Gilardino e tutti coloro che sono stati e sono concertisti in attività ci spiegassero come si raggiunge quella tranquillità....... per me è per il momento impossibile anche solo da capire! :cry:

 

e se fosse invece solo una messa in scena? magari se la fanno sotto anche loro ma non lo danno a vedere... :P

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?? Se la 'fanno sotto'?? Ma come parli?

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