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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Homenaje pour le tombeau de Claude Debussy, Manuel De Falla


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Con l'"Homenaje" inizia nella storia della musica per chitarra la linea che potremmo definire "tenebrista": dal "Nocturnal" a "Lecons de Ténèbres" (mi si passi l'immodesta citazione) è questa la poetica che il suono della chitarra adduce alla storia della musica del Novecento. Che non se n'è accorta, perché i libri di storia della musica li scrivono i filosofi e i letterati che non sanno leggere la musica e si tramandano i loro concetti ascoltando i dischi...

 

dralig

 

M°, valutando le scelte di repertorio di Segovia, secondo Lei il chitarrista andaluso (nell'arco di tutta la sua bel lunga carriera) andava alla ricerca di musiche appartenenti a quella che Lei definisce "linea tenebrista" ?

 

Segovia suonava l'Homenaje ed i Castles of Spain (contro i quali non ho nulla, ci mancherebbe altro) del buon Moreno-Torroba..la domanda mi nasce spontanea.

 

No, Segovia non era un artista spirituale come Falla, era un poeta lirico, nel suo mondo l'elemento sensuale prevale nettamente, ed è proprio sulla bellezza "fisica" del suo suono che ha fondato la sua arte.

 

Credo che la musica di Falla non lo attraesse molto - lo rispettava e gli era amico, ma non era un suo aficionado.

 

dralig

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grazie a tutti i Maestri che hanno risposto alla mia richiesta!

 

Un'ultima domanda: mi hanno parlato di una versione per orchestra (trascritta dallo stesso de Falla in un secondo momento) dell'Homenaje...

Sapete chi l'ha eseguito e dove posso trovare questa versione?

Sarebbe molto interessante, per capire a quali strumenti De Falla destina alcuni passaggi e dunque, nell'esecuzione chitarristica, effettuare scelte timbriche ben mirate...

 

Grazie!

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grazie a tutti i Maestri che hanno risposto alla mia richiesta!

 

Un'ultima domanda: mi hanno parlato di una versione per orchestra (trascritta dallo stesso de Falla in un secondo momento) dell'Homenaje...

Sapete chi l'ha eseguito e dove posso trovare questa versione?

Sarebbe molto interessante, per capire a quali strumenti De Falla destina alcuni passaggi e dunque, nell'esecuzione chitarristica, effettuare scelte timbriche ben mirate...

 

Grazie!

 

Homenajes. Suite per orchestra (1920-39)

1. Fanfare sobre el nombre de E.F. Arbós (1934) - 2. A Claude Debussy (Elegía de la guitarra) (1920) - 3. A Paul Dukas (Spes vitae) (1935) - 4. Pedrelliana (1924-39)

 

Partitura pubblicata da Ricordi. Comprare e leggere (chitarra in cantina).

 

dralig

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Ospite Attademo

Concordo pienamente:l'Homenaje inaugura una linea estetica nella letteratura chitarristica. Quest'opera mi sembra non ancora abbbastanza conosciuta e considerata - forse per la sua brevità e per la scarsa simpatia di Segovia che la registrò solo nel 1952, dopo la morte di Falla. E' secondo me uno dei più importanti brani del '900, non solo per la qualità della scrittura musicale, ma anche perché è collegata a una poetica molto importante e a un linguaggio che purtroppo è stato un po' adombrato a causa del prevallere della linea "tedesca". Per riprendere la giusta considerazione di Gilardino, non penso che siano stati i filosofi ma piuttosto i musicisti che volevano fare i filosofi a mettere a lato questa importante linea del '900 (che permane nell'ombra a fianco della scuola di Vienna e conseguenti). Sarebbe infatti il momento di affermare che musicisti come Manuel de Falla sono grandissimi quanto e più di Schönberg.

 

Venendo alla musica vorrei dire che mi ha sempre affascinato il tentativo diFalla di rendere questa oscillazione rispetto a una nota polarizzata facendo leva sull'intervallo di seconda minore e cogliendo perfettamente che seconda minore e maggiore (discendente l''una e ascendente ll'altra) sono due facce dell'intonazione tragica del cante hondo (vedi anche Fandanguillo, il re-mi ricorrente). Nello stesso tempo, mi inquieta il senso dellle tenebre evocato dal ritmo che sta sullo sfondo della habanera. E ancora, il gioco sulle modalità nella melodia che trasformano il segno dell'atmosfera poetica da intimo e doloroso a esclamativo e drammatico. Infine, questa grande idea di un narrazione che non segue più una linearità, ma si svolge su piani paralleli e sfalsati. Qui c'è una riflessione sul tempo, quella riflessione di cui non è stata capace la musica dal 1950 in poi.

Segnalo anche la versione pianistica, interessante per l'articolazione, ed Chester

Ciao

L

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grazie a tutti i Maestri che hanno risposto alla mia richiesta!

 

Un'ultima domanda: mi hanno parlato di una versione per orchestra (trascritta dallo stesso de Falla in un secondo momento) dell'Homenaje...

Sapete chi l'ha eseguito e dove posso trovare questa versione?

Sarebbe molto interessante, per capire a quali strumenti De Falla destina alcuni passaggi e dunque, nell'esecuzione chitarristica, effettuare scelte timbriche ben mirate...

 

Grazie!

Manuel de Falla

The Three-Cornered Hat

Homenajes

La Vida Breve

 

Cincinnati Symphony Orchestra

Jesus Lopez-Cobos, dir.

 

Telarc CD-80149

 

 

LM

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A mio avviso invece quel tipo di musica è quella che ha allontanato la gente dalle sale da concerto...E io stesso, quando noto in cartellone queste musiche, non ci vado. Certo, un De Falla è bellissimo da ascoltare, appunto per quello che voi affermate, perchè sentire un artista che esprime le proprie emozioni e sensazioni, e queste sono percepibili da me che ascolto, questa è arte! Ma a mio avviso, tutta la scuola viennese è stato un inciampo, un errore, che la musica deve dimenticare..Non tutto quello che è successo è da dimenticare: capire che il sistema tonale non è l'unico sistema per scrivere musica, ma che si possono usare delle successioni di dissonanze che suonano benissimo, anche meglio della cadenza V-I, bè, questo è da ammettere, ma per il resto..

 

Io dico che la musica è tale quando esistono rapporti verticali e orizzontali tra le note ben definiti e RISCONTRABILI all'udito. Che siano i rapporti dell'epoca Barocca, o che siano i rapporti dell'Impressionismo, sono rapporti piacevoli da ascoltare. Sentendo la Serialità di Schonberg o di Stravinskij, non sento musica, sento dei rumori che mi fanno capire che chi ha scritto quel brano, non ha usato le note, ci ha giocato...

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A mio avviso invece quel tipo di musica è quella che ha allontanato la gente dalle sale da concerto...E io stesso, quando noto in cartellone queste musiche, non ci vado. Certo, un De Falla è bellissimo da ascoltare, appunto per quello che voi affermate, perchè sentire un artista che esprime le proprie emozioni e sensazioni, e queste sono percepibili da me che ascolto, questa è arte! Ma a mio avviso, tutta la scuola viennese è stato un inciampo, un errore, che la musica deve dimenticare..Non tutto quello che è successo è da dimenticare: capire che il sistema tonale non è l'unico sistema per scrivere musica, ma che si possono usare delle successioni di dissonanze che suonano benissimo, anche meglio della cadenza V-I, bè, questo è da ammettere, ma per il resto..

 

Io dico che la musica è tale quando esistono rapporti verticali e orizzontali tra le note ben definiti e RISCONTRABILI all'udito. Che siano i rapporti dell'epoca Barocca, o che siano i rapporti dell'Impressionismo, sono rapporti piacevoli da ascoltare. Sentendo la Serialità di Schonberg o di Stravinskij, non sento musica, sento dei rumori che mi fanno capire che chi ha scritto quel brano, non ha usato le note, ci ha giocato...

 

Che la storiografia ufficiale europea della musica del Novecento sia stata e sia tuttora filoviennese è un fatto. Che, per raddrizzarne la prospettiva, sia necessario sminuire la portata dell'opera dei maestri viennesi, negandone l'enorme valore formale ed espressivo, è un errore che nessun storico responsabile commetterà mai. Quanto all'assumere, nei confronti di Schoenberg, Berg, Webern e satelliti, posizioni come la Sua, dico con piena consapevolezza che siamo in presenza di atti di barbarie culturale che ricordano le requisizioni dell' "arte degenerata" da parte del terzo Reich.

 

Eleggere il proprio orecchio a giudice della musica che personalmente si ama o si detesta è un diritto civile e culturale. Farlo assurgere a giudice della storia della musica - quando evidentemente si tratta di un orecchio tuttora bisognoso di addestramento - potrebbe essere una sparata adolescenziale, ma la storia ci insegna che spesso da tali atteggiamenti sono discese conseguenze funeste.

 

Sarà meglio che incominci a leggere in partitura, e ad ascoltare con sommo rispetto, tanto per cominciare, il Concerto per violino di Berg: senz'ombra di dubbio, il più bello (bello, si, da ascoltare) del Novecento, degno di figurare accanto a quelli di Bach, Beethoven, Mendelssohn e Brahms. Se non riesce a comprenderlo a primo ascolto, gli dedichi una dozzina di altre audizioni: le ore che spenderà, saranno tra le meglio spese della sua vita di musicista. E poi, se ne è capace, incominci ad analizzare la partitura, e capirà che cosa sia la maestria di un compositore.

 

dralig

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Sentendo la Serialità di Schonberg o di Stravinskij, non sento musica, sento dei rumori che mi fanno capire che chi ha scritto quel brano, non ha usato le note, ci ha giocato...

 

Quel che non ha senso è fare di Arnold ed Igor un duo di idioti.

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Infine, questa grande idea di un narrazione che non segue più una linearità, ma si svolge su piani paralleli e sfalsati.

L

 

Potresti (o potrebbe qualcuno) delucidare questo aspetto?

 

Lo trovo estremamente interessante, anche in relazione alle parole cho ho speso (grazie inconscio), parlando della fantasia di Sor.

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Ospite Attademo

Mi rendo conto che le mie espressioni, volutamente un po' superficiali - nel senso di scritte velocemente - hanno dato adito a interpretazioni del mio pensiero non corrette.

 

Riguardo a Schönberg: sono consapevole dela sua grandezza, lo ascolto e lo amo al pari di alttri grandi. L'ho citato come capofila di una linea storica - so bene, in partiicolare, che lui stesso rispondendo a Varèse aveva riserve ad esempio sull'irrigidimento del sistema dodecafonico, che riteneva un mezzo, comunque. Ho detto lui, ma pensavo ai suoi nipotini: quelli sì, confermo, responsabili di un disastro storiografico. Leggette quello che scrive Boulez su Stravinskij e la Sagra (che è l'opera fondante di tutto il '900)

 

Riguardo all'anti-modernismo del nostro giovane amico - sì, capisco, è un atteggiamento pericoloso secondo me dovuto alla mancanza di conoscenza di quello che è il '900 musicale. Bisogna stare attenti a non avere l'atteggiamento uguale e contrario di quellla parte ideologizzata di avanguardia che ha fatto piazza pulita dei non allineati...

 

Per quanto riguarda la temporallità e la musica d'avanguardia, penso che il discorso sia lungo e dobbiamo riconoscere che partiamo da visioni diverse, Fabio, quindi forse è meglio parlarne una volta che ci vediamo...

 

Per la questione che riprende Alfredo, io penso che la musica romantica abbia in sè due linee, quella narrativo-rappresentativa (per chiarire, ma è sempre un semplice e semplificato esempio, Schumann) e quella narrativa-rammemorativa (Chopin). Queste linee sono state sviluppate nel '900 e proprio Debussy mi sembra abbia sviluppato l'idea di memoria, non più secondo una linearità narratiiva ma secondo un'idea di tempo interno che quindi è quello della coscienza e permette salti che la linearità del romanticismo non permetteva. Anche qui la discussione sarebbbe lunga. Comunqe de Falla, in questo, mi sembra abbia realizzato con grande chiarezza questa idea nell'Homenaje.

Ciao

L

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