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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Johann Pachelbel, Variazioni sul Canone in Re - LAGQ


Butterfly
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Queste operazioni commerciali sono destinate ad essere apprezzate da un pubblico che con la musica classica (e non solo quella!) non ha nulla, ma proprio nulla a che fare!

 

Il punto è che la loro performance andrebbe semplicemente contestualizzata e presa per quella che è... solo così non si corre il rischio di imbastardire un settore già fragile come il nostro.

 

Io credo che anche in Italia esistano professionisti, ed anche più in gamba di loro, in grado di produrre cosucce simili. Il punto è però che l'Italia è un paese culturalmente più avanzato con una storia millenaria di immenso valore alle spalle e non si vende così facilmente come si vorrebbe far credere (anche se purtroppo esistono molti pseudo-professionisti che sarebbero disposti a tutto pur di farlo al solo scopo di poter apparire e guadagnare!).

 

Sarebbe meglio che molti di questi "musicisti" se ne stessero a casa propria invece di andare in giro a far danni. Una volta giravano solo tre quattro nomi e la cultura certo non ne risentiva affatto. Bei tempi, quelli...

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In un concerto alla Scala, con Muti e la Filarmonica; Yo-Yo Ma come bis (dopo le Varizioni Roccocò di Tchaikowsky, un Concerto di Boccherini e quelli di Saint Saens), improvvisò un Ragtime con tutta la sezione dei violoncelli e dei contrabbassi. Fu molto divertente e voi gli avreste dato dell'antimusicale? Soprattuto, poi, dopo un concerto così?

 

L'Italia ERA un paese culturalmente avanzato, è una terra che ospita i più grandi capolavori sulla faccia della terra, ma su di essi sono molto più culturalmente avanzati i Giapponesi che non gli Italiani. Questo già dai primi del Novecento dove la cultura a Firenze (ad esempio) era preservata dagli Inglesi (soprattutto le Lady che spendevano i loro soldi per restaurarli di persona).

Non ci nascondiamo dietro questa facciata.

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L'Italia ERA un paese culturalmente avanzato, è una terra che ospita i più grandi capolavori sulla faccia della terra, ma su di essi sono molto più culturalmente avanzati i Giapponesi che non gli Italiani. Questo già dai primi del Novecento dove la cultura a Firenze (ad esempio) era preservata dagli Inglesi (soprattutto le Lady che spendevano i loro soldi per restaurarli di persona).

Non ci nascondiamo dietro questa facciata.

 

Non confondiamo la cultura con le gestione dei beni culturali e lasciamo perdere le Lady giapponesi di inizio secolo.

Gli Inglesi si sono anche portati a casa un bel pezzo di Partenone e hanno allagato la Valle del Nilo per fare il canale di Suez.

Anche Napoleone aveva un concetto un po' personale di salvaguardia della cultura: prendi e porta a casa: la sua però. ;)

Che poi ci siano discipline che sono state indagate prima da altri paesi europei (penso agli archeologi tedeschi) o che esista un senso storico piu' spiccato in alcune culture europee è un altro discorso: non dimentichiamo che l'Italia ha unificato (ma c'è ancora riuscita davvero?) le sue risorse solo nel 1860.

 

 

 

Butterfly

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Siamo pericolosamente off topic, però apro una parentesi.

 

Butterfly ma che stai dicendo? Erano meglio gli italiani che invece non facevano niente? Senza gli inglesi i Tedeschi avrebbero fatto fuori le torri di San Giminiano e Pontevecchio. E chi li ha murati il David e i Prigioni di Michelangelo per proteggerli dalle bombe?

 

Ma al di là di ciò, davvero convinti che gli italiani siccome sono nati in Italia sono più acculturati degli altri? Sono solo molto fortunati, tutto qua. Ma se la cultura non la coltivi sreve a poco esserne circondati (un po' come il talento).

E gli Italiani beh... lo sappiamo. Abbiamo una cultura che non ci meritiamo.

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In un concerto alla Scala, con Muti e la Filarmonica; Yo-Yo Ma come bis (dopo le Varizioni Roccocò di Tchaikowsky, un Concerto di Boccherini e quelli di Saint Saens), improvvisò un Ragtime con tutta la sezione dei violoncelli e dei contrabbassi. Fu molto divertente e voi gli avreste dato dell'antimusicale? Soprattuto, poi, dopo un concerto così?

Tu avresti ascoltato Yo-Yo Ma per un concerto intero suonare Ragtimes, alla Scala con Muti (e scusate se è molto!), ecc, ecc ? Certo che no! (almeno spero...!)

I bis sono per definizione dei "fuori programma" e come tali vanno intesi...

puoi finalmente rilassarti e suonare anche delle trascrizioni, così, per divertire un po' il pubblico... mi sembra un gesto molto simpatico da parte di un grande artista, ma non puoi fare di una eccezione la regola (a meno per chi vede le cose secondo buon senso e buon gusto..com'è appunto Yo-Yo Ma)

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Butterfly ma che stai dicendo? Erano meglio gli italiani che invece non facevano niente? Senza gli inglesi i Tedeschi avrebbero fatto fuori le torri di San Giminiano e Pontevecchio. E chi li ha murati il David e i Prigioni di Michelangelo per proteggerli dalle bombe?

 

Scusa Filippo, ma che stai dicendo tu. ;)

Mischi la seconda guerra mondiale con i restauri di inizio 1900, quando sono due cose ben diverse.

Esistono norme internazionali ben precise circa la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato, molte delle quali nel corso dell'ultimo conflitto non esistevano.

Quelle esistenti non sono certo state rispettate nè da una parte nè dall'altra (e non mi pare solo in questo contesto, se pensiamo alle Convenzioni di Ginevra ecc.).

Ma si potebbe anche parlare del Ponte di Mostar o dei Budda di Bamiyan.

Sarebbe un discorso lunghissimo che non ha sede in questo contesto.

 

Sappiamo tutti che i nazisti volevano far saltare le torri di san Gimignano, ma se Ponte Vecchio a Firenze non è stato distrutto o se i manoscritti dell'Abbazia di Montecassino si sono in parte salvati non è certo merito degli Alleati (e per favore non fraintendete, sono una storica dell'arte e non una politica). Trafugazione di opere d'arte si ebbero da parte di tutti.

 

In quanto ai depositi sotterranei per le opere d'arte, vennero approntati dalle Sovrintendenze italiane in fretta e furia (risalendo la circolare che li prevedeva ben poco tempo prima del 10 Giugno 1940) e anche grazie a funzionari come Rotondi Terminiello (mi viene in mente la Rocca di Sassocorvaro o il castello di Poppi) svolsero per la maggior parte molto bene il loro compito, anche se certamente non si devono dimenticare i lavori della Commissione Alleata con la Sottocommissione per i Monumenti e le belle Arti istituita nel 1944 (prima i bombardamenti e poi la tutela) ;)

Le stesse Sovrintendenze che pure, non molti anni prima, avevano ricevuto una circolare che prevedeva la fusione di buona parte dei monumenti ai caduti della prima guerra mondiale, per destinare il bronzo all'industria dei cannoni che aprontava la seconda...

 

La gestione dei beni culturali è materia per menti illuminate e il maggiore consolidamento di un certo tipo di approccio ha fatto sì che in alcuni Paesi piu' che in altri, sebbene maggiormente ricchi di opere d'arte, si diffondesse una mentalità (e una normativa) idonea a realizzare una efficace conservazione e fruizione di quei beni.

 

Poichè anche la musica fa parte dei beni culturali (se leggi la Convenzione dell'Aja del 1954 vedrai quanto ampia sia la definizione di bene culturale, espressa proprio in quel documento per la prima volta), è giusto capire come anch'essa rientri in un discorso di buona gestione.

Ma non commuoviamoci troppo se una cantante giapponese canta "O' sole mio" con autentico trasporto partenopeo, mentre da noi nessuno conosce piu' il suo dialetto locale, perchè il problema è un poco piu' ampio.

 

 

 

Butterfly

 

P.S. Scusate l'off topicone ;)

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Le stesse Sovrintendenze che pure, non molti anni prima, avevano ricevuto una circolare che prevedeva la fusione di buona parte dei monumenti ai caduti della prima guerra mondiale, per destinare il bronzo all'industria dei cannoni che aprontava la seconda...

 

eh...come direbbe Piero Angela: l'uomo, la macchina meravigliosa!

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beh...come direbbe Piero Angela: l'uomo, la macchina meravigliosa!

 

Il principio fondamentale della protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato è che la tutela va organizzata in tempo di pace. ;)

 

Proprio la vastità del nostro patrimonio rende difficile la sua efficace fruizione e la sua stessa completa conoscenza.

 

Concordo che ci siano stati (e ci siano) tanti limiti e tanti problemi, anche di tipo culturale, ma sinceramente non condivido l'incondizionata ammirazione esterofila per chi non sappiamo come, in alcune tragice circostanze, si sarebbe realmente comportato nei nostri panni.

Sostenere che gli italiani non fecero nulla per la tutela artistica nel corso dell'ultima guerra è davvero ingiusto.

 

L'Italia non "era" il paese della cultura, altrimenti non si sarebbe precipitata con i piedi nel fango a tirar su i libri della Nazionale di Firenze e non dovrebbe aggiungere sedie all'ultimo minuto dentro a una chiesa dove si svolge un concerto di musica contemporanea per chitarra classica, il sabato prima di Pasqua.

 

 

 

Butterfly

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