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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Suite BWV 995, Johann Sebastian Bach


Roberto Guariglia
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Ho studiato la suite 995 revisionata da Oscar Ghiglia, ho avuto grossi problemi causa posizioni molto scomode.
La mia domanda era: come mai suonare così "scomodo" quando si possono sfruttare posizioni più comode?
Mi riferisco a frasi suonate al VII°, invece che il I° (molto piu comodo).
Grazie

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Ho studiato la suite 995 revisionata da Oscar Ghiglia, ho avuto grossi problemi causa posizioni molto scomode.

La mia domanda era: come mai suonare così "scomodo" quando si possono sfruttare posizioni più comode?

Mi riferisco a frasi suonate al VII°, invece che il I° (molto piu comodo).

Grazie

Bah, bisognerebbe chiederlo direttamente ad Oscar! :D

 

Anch'io concordo nel dire che Bach, già difficilissimo di suo, deve essere alleggerito il più possibile dalle posizione scomode che hanno, come possibile giustificazione, lo scopo di sfruttare sonorità probabilmente neppure riconducibili ad una vera estetica bachiana.

 

Io, ad esempio, evito accuratamente il legato chitarristico, che non favorisce, secondo me, una corretta omogeneità dei suoni vicini ed adopero spesso e volentieri, quando è possibile, posizioni fisse, facendo roteare le frasi sempre attorno ad esse.

 

Bach non finisce mai di sorprendere. E' semplicemente immenso e, fortuna nostra, perdona tutto, anche le esecuzioni più approssimative.

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Ho studiato la suite 995 revisionata da Oscar Ghiglia, ho avuto grossi problemi causa posizioni molto scomode.

La mia domanda era: come mai suonare così "scomodo" quando si possono sfruttare posizioni più comode?

Mi riferisco a frasi suonate al VII°, invece che il I° (molto piu comodo).

Grazie

 

Ogni diteggiatura è sempre frutto ( almeno dovrebbe esserlo, ma ovvio che nel caso di Ghiglia non si discute) di una "visione" e di un'idea di "suono" a cui tendere, quello che può sembrare strano a "prima vista" potrebbe rivelarsi interessante e totalmente coerente e logico nel contesto generale.

Probabilmente, lo scegliere determinate diteggiature fa parte di scelte estetiche che l'interprete cerca e vuole realizzare e non necessariamente devono essere "facili" se questo va a discapito di aspetti timbrici o altro...

(che poi bisogna vedere se sono difficili per Lui :).. )

comunque in ultima analisi dipende dal tipo di approccio "strumentale" che ha in mente il revisore, cioè a che tipologia di strumento "avvicinarsi".. del tipo violinistica (la diteggiatura), cembalistica, liutistica ecc....

e nel caso della 995 credo sia esplicito il riferimento alla versione per violoncello (nel caso di Ghiglia) ricercando sonorità più pastose anche tipiche della scuola segoviana, non dimenticare la data della revisione...anche..

può essere contestata certo, ma ti assicuro che contiene una "visione" ben precisa.. e si sente suonandola...

 

poi ne esistono tante ma la migliore è sempre la "nostra" :) ...

(o almeno dovrebbe esserlo)...

 

m

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Il problema è proprio questo, già la difficoltà è tanta poi ci complichiamo la vita...

Il problema e che quando preparai il Diploma studia la suddetta diteggiatura come un "Vangelo",perchè mi dissero che non si poteva cambiare, quindi solo ora che non sono vincolato dall'esame posso suonarla come voglio.

Con questo non voglio fare critiche ma solo dire che la diteggiatura (penso) è molto personale.

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Ho studiato la suite 995 revisionata da Oscar Ghiglia, ho avuto grossi problemi causa posizioni molto scomode.

La mia domanda era: come mai suonare così "scomodo" quando si possono sfruttare posizioni più comode?

Mi riferisco a frasi suonate al VII°, invece che il I° (molto piu comodo).

Grazie

 

Ogni diteggiatura è sempre frutto ( almeno dovrebbe esserlo, ma ovvio che nel caso di Ghiglia non si discute) di una "visione" e di un'idea di "suono" a cui tendere, quello che può sembrare strano a "prima vista" potrebbe rivelarsi interessante e totalmente coerente e logico nel contesto generale.

Probabilmente, lo scegliere determinate diteggiature fa parte di scelte estetiche che l'interprete cerca e vuole realizzare e non necessariamente devono essere "facili" se questo va a discapito di aspetti timbrici o altro...

(che poi bisogna vedere se sono difficili per Lui :).. )

comunque in ultima analisi dipende dal tipo di approccio "strumentale" che ha in mente il revisore, cioè a che tipologia di strumento "avvicinarsi".. del tipo violinistica (la diteggiatura), cembalistica, liutistica ecc....

e nel caso della 995 credo sia esplicito il riferimento alla versione per violoncello (nel caso di Ghiglia) ricercando sonorità più pastose anche tipiche della scuola segoviana, non dimenticare la data della revisione...anche..

può essere contestata certo, ma ti assicuro che contiene una "visione" ben precisa.. e si sente suonandola...

 

poi ne esistono tante ma la migliore è sempre la "nostra" :) ...

(o almeno dovrebbe esserlo)...

 

m

Ok la ricerca del suono ma se poi si sacrifica il fraseggio?

Per quanto mi riguarda si perde la fluidità, specialmente nel "presto" del Preludio ,che poi in realta è una Fuga.

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Ho studiato la suite 995 revisionata da Oscar Ghiglia, ho avuto grossi problemi causa posizioni molto scomode.

La mia domanda era: come mai suonare così "scomodo" quando si possono sfruttare posizioni più comode?

Mi riferisco a frasi suonate al VII°, invece che il I° (molto piu comodo).

Grazie

 

Ogni diteggiatura è sempre frutto ( almeno dovrebbe esserlo, ma ovvio che nel caso di Ghiglia non si discute) di una "visione" e di un'idea di "suono" a cui tendere, quello che può sembrare strano a "prima vista" potrebbe rivelarsi interessante e totalmente coerente e logico nel contesto generale.

Probabilmente, lo scegliere determinate diteggiature fa parte di scelte estetiche che l'interprete cerca e vuole realizzare e non necessariamente devono essere "facili" se questo va a discapito di aspetti timbrici o altro...

(che poi bisogna vedere se sono difficili per Lui :).. )

comunque in ultima analisi dipende dal tipo di approccio "strumentale" che ha in mente il revisore, cioè a che tipologia di strumento "avvicinarsi".. del tipo violinistica (la diteggiatura), cembalistica, liutistica ecc....

e nel caso della 995 credo sia esplicito il riferimento alla versione per violoncello (nel caso di Ghiglia) ricercando sonorità più pastose anche tipiche della scuola segoviana, non dimenticare la data della revisione...anche..

può essere contestata certo, ma ti assicuro che contiene una "visione" ben precisa.. e si sente suonandola...

 

poi ne esistono tante ma la migliore è sempre la "nostra" :) ...

(o almeno dovrebbe esserlo)...

 

m

Ok la ricerca del suono ma se poi si sacrifica il fraseggio?

Per quanto mi riguarda si perde la fluidità, specialmente nel "presto" del Preludio ,che poi in realta è una Fuga.

 

 

Di solito faccio lavorare sull'edizione di R. Chiesa dell'opera integrale per liuto come "approccio" sia iniziale che meno problematico a .. Bach, appunto per quello che dici.. ma volevo solo dire che ovviamente il problema diteggiatura è appunto molto delicato, comunque è sempre bene dare una occhiatina a più versioni se non si vuole o non si ha giustamente il tempo di farlo da soli...al fine di trovare quella più consona alle proprie sia caratteristiche che gusti...

 

buon lavoro..

m

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Ospite King
Il problema è proprio questo, già la difficoltà è tanta poi ci complichiamo la vita...

Il problema e che quando preparai il Diploma studia la suddetta diteggiatura come un "Vangelo",perchè mi dissero che non si poteva cambiare, quindi solo ora che non sono vincolato dall'esame posso suonarla come voglio.

Con questo non voglio fare critiche ma solo dire che la diteggiatura (penso) è molto personale.

 

Bhè, credo che non sia "corretto" dire ad un allievo: "segui questa diteggiatura, perchè non si può cambiare...". La musica di Bach, come quella dell'ottocento, la si può studiare sui manoscritti originali e cucirsi addosso la diteggiatura più congeniale al proprpio stile, pensiero e possibilità tecnica... Il bravissimo Tilman Hoppstock ha pubblicato "Das Lautenwerk und Verwandte Kompositionen im Urtext" edito dalla "Musikverlag Darmstadt" nel quale sono riportate le suite di Bach composte per lo strumento originale, liuto e la parte con l'intavolatura, grazie le quali l'allievo (il chitarrista concertista o semplicemnete chi intende studiare Bach sulla chitarra per propria cultura personale) può paragonare la propria parte con l'originale. Nel caso della Suite 995 il M° Tilman riporta la parte del cello e la parte del liuto, così chi studia queste pagine ha un termine di paragone. La diteggiatura non è riportata.

Saluti King!

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Ghiglia è un acuto interprete di Bach.

Sentii questa suite in concerto alcuni anni fa e rimasi impressionato dalla profondità dell'esecuzione.

 

Come ha detto Marcello, questa revisione risponde ad una visione.

Però, forse sarebbe logico studiarla sotto la sua diretta supervisione: credo che questo tipo di revisioni, così rispondenti ad un modello estetico personale, perdano un po' di senso quando manca l'apporto diretto di chi le ha curate.

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certamente, non ho dubbi sulla sua interpretazione,

ma questa visione è la sua quindi soggettiva.

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  • 2 settimane dopo...

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Ho studiato la suite 995 revisionata da Oscar Ghiglia, ho avuto grossi problemi causa posizioni molto scomode.

La mia domanda era: come mai suonare così "scomodo" quando si possono sfruttare posizioni più comode?

Mi riferisco a frasi suonate al VII°, invece che il I° (molto piu comodo).

Grazie

 

Io questa suite tra pochi mesi la suonero al mio diploma, ma quella diteggiata da Ruggero Chiesa, con posizioni che rendono la suite molto "bella".... :o . Con tutto il rispetto per Oscar, ma il suo è stato un lavoro davvero inutile, posizioni scomode con effetti timbrici che fanno cadere la suite. X me Bach è purezza per cui, piu viene suonato nel modo piu semplice piu si gusta di piu.

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