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Chitarra per mancino


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.... Nessun calciatore, pugile, schermitore, lanciatore di giavellotto, scrivano, portinaio (che infila le chiavi nelle serrature), etc etc, viene sottoposto a una siffatta sopraffazione.

dralig

 

Dipende dalle necessità: Valery Brummel, forse il più grande saltatore in alto mai esistito, batteva di sinistro come la stragrande maggioranza dei saltatori; ebbe un incidente di moto e la sua gamba sinistra rimase fracassata. I medici si apprestavano già ad amputargliela quando arrivò trafelata un'infermiera e li informò su chi fosse la persona che si preparavano ad operare. Decisero allora di tentare di salvargli la gamba. Gliela salvarono, ma chiaramente non era più utilizzabile come gamba "di battuta". Dopo circa un anno Valery Brummel era di nuovo in gara, battendo con la destra, sulle stesse misure che otteneva prima dell'incidente. E per chi non ha mai fatto salto in alto dirò che non è solo questione di invertire la gamba di battuta, ma tutto il coordinamento del salto nella parte preparatoria e in quella aerea deve essere invertio o sarebbe meglio dire "reinventato".

 

Quale campione provinciale al Gran Premio dei Giovani 1956 (15 anni non ancora compiuti, ma iscritto nella categoria superiore), nella specialità di salto in alto, stile (allora d'avanguardia) ventrale, con battuta di sinistra e stacco di destra, sono perfettamente in grado di comprendere il calvario attraverso il quale dovette passare Brumel. E trovo significativo - agli effetti dell'argomento qui in discussione - che egli si sia sottoposto a una fatica del genere solo in conseguenza di un incidente.

 

Propongo quindi di lasciare ai chitarristi mancini la scelta della posizione dei destrimani solo se obbligati da costrizioni patologiche, tra le quali non si dovrebbero annoverare le disposizioni impartite loro dagli insegnanti.

 

dralig

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Per valutare la correttezza, o meno, dell'impostazione del mancino, converrà - è ovvio - valutare la correttezza dell'impostazione del destrimane. Supponendo il caso - verificabilissimo, e da me personalmente verificato molte volte, fino a costituire una certezza sperimentale - di un destrimane che non abbia ricevuto la benché minima istruzione su come imbracciare la chitarra, osserveremo che, invariabilmente, egli prenderà lo strumento in modo da poter pizzicare le corde con la destra: lo farà ignaro di ogni altra ragione, seguendo il suo istinto, il quale lo guiderà a riconoscere nell'atto del pizzicare le corde, non la funzione più importante, ma la funzione primaria. Il preparare le note sulla tastiera viene poi, nella percezione istintuale: ed è del tutto naturale che la prima cosa da fare, pizzicare le corde a vuoto, la si faccia con la mano primaria, cioè, nel destrimane, la destra.

 

Si badi bene che, a questo punto, il destrimane farebbe lo stesso (sperimentato da chi scrive) una chitarra con le corde capovolte: egli non sa ancora nulla dello strumento, vede solo un arnese, e il suo accesso primario al medesimo. Cento destrimani su cento pizzicano con la destra.

 

A questo punto, il neurologo interviene e spiega come, per la stessa, stessissima ragione, il mancino lasciato ignaro farà esattamente le stesse cose del destrimane, ma con la sinistra: non gli passerà nemmeno per la mente di accostare per la prima volta lo strumento pizzicando le corde con la destra. Ho appurato questo con uno stratagemma: mettendo una chitarra su un banco, riposta nell'astuccio aperto, e esortando il candidato a pizzicare le corde senza estrarre lo strumento, si appura all'istante qual è, per l'interessato, la mano primaria. Da lì in poi, trasformare i mancini in destrimani è chiarissimamente una forzatura. Nessun calciatore, pugile, schermitore, lanciatore di giavellotto, scrivano, portinaio (che infila le chiavi nelle serrature), etc etc, viene sottoposto a una siffatta sopraffazione.

 

Non è vero che i chitarristi mancini sopraffatti e trasformati in destrimani non ne risentono. Infatti, suonano con una concentrazione mentale e visiva sbilanciata a favore della sinistra, perché quella, ancorché deputata ad altra funzione, resta nella loro mente la mano primaria, e hanno quasi sempre notevoli problemi di suono, nonostante impostazioni ineccepibili.

 

dralig

 

Anche io lasciavo intendere nel mio post come l'istinto in linea di massima portasse un mancino a pizzicare le corde con la sinistra (anche se in altri forum ho letto di un mancino che asseriva, per esperienza personale, l'esatto contrario). Ma io credo che il motivo non stia tanto nell'attribuire a questa mano maggior funzionalità allo scopo, anche se non ho le competenze per farlo con sicurezza: semplicemente lo scindere il compito delle due mani per isolarne in partenza uno (ad esempio il ragazzino che per gioco è interessato solamente a produrre il suono, o i ragazzi a cui Lei ha sottoposto l'interessante esperimento), può portare solamente a risultati tanto ovvi.

Mi spiego meglio: se Lei avesse chiesto al ragazzino di scegliere una mano non per pigiare le corde, ma per posizionarsi in una certa maniera con le dita sui tasti, ugualmente egli avrebbe scelto la sua mano primaria!

Ecco perché credo che la "forzatura", che sicuramente si verifica per eventuali esercizi su corde a vuoto, scompaia già al momento della prima scaletta con note in tastiera: il mancino avrà dita più agili e forti e non incapperà in quelle difficoltà iniziali, a volte traumatiche, riscontrate da quei destrimani (l'ho verificato insegnando) la cui mano troppo debole non riesce a "governare" la tastiera.

 

Gli sport da Lei citati presuppongono una reale necessità di preponderanza di un arto rispetto all'altro in termini di forza, agilità, controllo.

Possiamo asserire che nel suonare la chitarra esista tale necessità?

Io credo proprio di no, innanzitutto perchè le mani svolgono due lavori completamente diversi, di pari importanza e di pari impegno e, al di là del discorso di quale sia la primaria, devono migliorare il più possibile in termini di agilità e controllo rispetto ad una situazione "naturale", e qui entra in ballo la qualità dello studio.

In secondo luogo perché parliamo di movimenti ed apprendimenti assai complessi ed assai meno naturali che tirare un calcio ad un pallone, sferrare un pugno o lanciare un oggetto.

 

Insomma, penso che un lungo studio debba portare in sostanza a diventare ambidestri sullo strumento, e che questo grande sforzo vada fatto nella stessa misura, ma in senso opposto, sia per il destrimane che per il mancino.

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Per valutare la correttezza, o meno, dell'impostazione del mancino, converrà - è ovvio - valutare la correttezza dell'impostazione del destrimane. Supponendo il caso - verificabilissimo, e da me personalmente verificato molte volte, fino a costituire una certezza sperimentale - di un destrimane che non abbia ricevuto la benché minima istruzione su come imbracciare la chitarra, osserveremo che, invariabilmente, egli prenderà lo strumento in modo da poter pizzicare le corde con la destra: lo farà ignaro di ogni altra ragione, seguendo il suo istinto, il quale lo guiderà a riconoscere nell'atto del pizzicare le corde, non la funzione più importante, ma la funzione primaria. Il preparare le note sulla tastiera viene poi, nella percezione istintuale: ed è del tutto naturale che la prima cosa da fare, pizzicare le corde a vuoto, la si faccia con la mano primaria, cioè, nel destrimane, la destra.

 

Si badi bene che, a questo punto, il destrimane farebbe lo stesso (sperimentato da chi scrive) una chitarra con le corde capovolte: egli non sa ancora nulla dello strumento, vede solo un arnese, e il suo accesso primario al medesimo. Cento destrimani su cento pizzicano con la destra.

 

A questo punto, il neurologo interviene e spiega come, per la stessa, stessissima ragione, il mancino lasciato ignaro farà esattamente le stesse cose del destrimane, ma con la sinistra: non gli passerà nemmeno per la mente di accostare per la prima volta lo strumento pizzicando le corde con la destra. Ho appurato questo con uno stratagemma: mettendo una chitarra su un banco, riposta nell'astuccio aperto, e esortando il candidato a pizzicare le corde senza estrarre lo strumento, si appura all'istante qual è, per l'interessato, la mano primaria. Da lì in poi, trasformare i mancini in destrimani è chiarissimamente una forzatura. Nessun calciatore, pugile, schermitore, lanciatore di giavellotto, scrivano, portinaio (che infila le chiavi nelle serrature), etc etc, viene sottoposto a una siffatta sopraffazione.

 

Non è vero che i chitarristi mancini sopraffatti e trasformati in destrimani non ne risentono. Infatti, suonano con una concentrazione mentale e visiva sbilanciata a favore della sinistra, perché quella, ancorché deputata ad altra funzione, resta nella loro mente la mano primaria, e hanno quasi sempre notevoli problemi di suono, nonostante impostazioni ineccepibili.

 

dralig

 

Anche io lasciavo intendere nel mio post come l'istinto in linea di massima portasse un mancino a pizzicare le corde con la sinistra (anche se in altri forum ho letto di un mancino che asseriva, per esperienza personale, l'esatto contrario). Ma io credo che il motivo non stia tanto nell'attribuire a questa mano maggior funzionalità allo scopo, anche se non ho le competenze per farlo con sicurezza: semplicemente lo scindere il compito delle due mani per isolarne in partenza uno (ad esempio il ragazzino che per gioco è interessato solamente a produrre il suono, o i ragazzi a cui Lei ha sottoposto l'interessante esperimento), può portare solamente a risultati tanto ovvi.

Mi spiego meglio: se Lei avesse chiesto al ragazzino di scegliere una mano non per pigiare le corde, ma per posizionarsi in una certa maniera con le dita sui tasti, ugualmente egli avrebbe scelto la sua mano primaria!

Ecco perché credo che la "forzatura", che sicuramente si verifica per eventuali esercizi su corde a vuoto, scompaia già al momento della prima scaletta con note in tastiera: il mancino avrà dita più agili e forti e non incapperà in quelle difficoltà iniziali, a volte traumatiche, riscontrate da quei destrimani (l'ho verificato insegnando) la cui mano troppo debole non riesce a "governare" la tastiera.

 

Gli sport da Lei citati presuppongono una reale necessità di preponderanza di un arto rispetto all'altro in termini di forza, agilità, controllo.

Possiamo asserire che nel suonare la chitarra esista tale necessità?

Io credo proprio di no, innanzitutto perchè le mani svolgono due lavori completamente diversi, di pari importanza e di pari impegno e, al di là del discorso di quale sia la primaria, devono migliorare il più possibile in termini di agilità e controllo rispetto ad una situazione "naturale", e qui entra in ballo la qualità dello studio.

In secondo luogo perché parliamo di movimenti ed apprendimenti assai complessi ed assai meno naturali che tirare un calcio ad un pallone, sferrare un pugno o lanciare un oggetto.

 

Insomma, penso che un lungo studio debba portare in sostanza a diventare ambidestri sullo strumento, e che questo grande sforzo vada fatto nella stessa misura, ma in senso opposto, sia per il destrimane che per il mancino.

 

D'accordo. Allora, però, perché "noi destrimani" rimaniamo tali, visto che suonare da mancini non risulta effettivamente più difficile?

 

dralig

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Maestro, io sono mancino e suono da destrimane. Non noto nessuna differenza, anzi, il fatto che la mano sinistra sia più forte della mano destra all'inizio mi ha anche aiutato a spingere meglio le corde sui tasti; per i problemi di suono, sinceramente all'inizio è difficile, ma con lo studio si arriva ad un suono più che soddifacente (ovviamente ognuno ha la propria concezione di "bel suono") E' solo una questione di scelta.

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Dopo circa un anno Valery Brummel era di nuovo in gara, battendo con la destra, sulle stesse misure che otteneva prima dell'incidente.

 

Non è così. Dopo l'incidente Brumel riuscì a recuperare parzialmente, ma non tornò neanche lontanamente ad ottenere le misure precedenti.

Brumel è stato primatista mondiale con 2m28, dopo l'incidente riuscì a saltare solamente 2m06. Infatti dopo solo un anno dal rientro decise saggiamente di ritirarsi in via definitiva

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Quest'anno scolastico, per la prima volta, avrò 2 allievi mancini e questo post cade a pennello. Avevo già intenzione di non "snaturare" la loro inclinazione facendo, a priori, l'esperimento che dralig ha già menzionato.

 

Sicuramente ci saranno problemi quando si suonerà in orchestra: tutte le chitarre vicine occuperanno più spazio sul palco, non potendole sistemare come la fila dei violinisti, per ragioni di volume.

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Maestro, io sono mancino e suono da destrimane. Non noto nessuna differenza, anzi, il fatto che la mano sinistra sia più forte della mano destra all'inizio mi ha anche aiutato a spingere meglio le corde sui tasti; per i problemi di suono, sinceramente all'inizio è difficile, ma con lo studio si arriva ad un suono più che soddifacente (ovviamente ognuno ha la propria concezione di "bel suono") E' solo una questione di scelta.

 

Congratulazioni. Io non impongo né ai mancini di suonare da destrimani, né ai destrimani di suonare da mancini. L'insegnante deve assecondare gli orientamenti spontanei dell'allievo, correggendo i suoi errori, e guidandolo per la strada più breve e diretta: suonare da mancino non è un errore, e aggiungere - all'inizio - difficoltà supplementari (che anche Lei ha sperimentato) a quelle proprie dell'impostazione, è un errore: naturalmente, ove si voglia includere nella categoria dell'errore anche, per andare a Roma, partendo da Frascati, il passare da Budapest, e anche se, alla fine, a Roma si arriva comunque.

 

dralig

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Premettendo che, sono convinto, non sia poi questo grosso sacrificio impostarsi nel suonare la chitarra nel modo classico, non è una questione di imposizione, ma di scelta. A suonare da mancini ci sono solo svantaggi: occorre trovare una chitarra nata mancina, (a invertirne una destra la chitarra non sarà mai intonata), non si potranno provare la stragrande maggioranza delle chitarre e la scelta del proprio strumento, per ovvi motivi, è molto più ristretta. Non solo, se uno arrivasse a livelli di eccellenza, potrà possedere ma non suonare chitarre storiche come vediamo fare a tantissimi maestri.

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Ospite Neuland

Ho avuto degli allievi mancini, e attualmente ne ho uno che suona destrimane (ed è proprio bravo con ambedue le mani). Siccome chiedo al primo incontro se ho a che fare con un mancino o meno, lascio la scelta all'allievo, valutando insieme il più possibile le conseguenze della scelta (non potrà suonare sugli strumenti dei compagni, che, per uno strumento

"sociale" come il nostro, è una dei maggiori svantaggi).

 

Credo che il lavoro principale da fare sulla chitarra è la produzione del suono; questo avertono tutti e scelgono quindi la mano più abile per farlo. Siccome la mano più abile nella maggioranza dei casi rimane sempre una per un pò tutte le attività della vita, immagino che questa sarà sempre avvantaggiata anche nel suonare, visto poi che i lavori delle due mani sulla chitarra (violino ecc.) sono diversi è difficle fare la prova

che sono stato fatti con dei pianisti, a cui è stato chiesto di imparare a suonare su strumenti invertiti, riuscendoci sorprendentemente bene. Le mani del chitarrista/violinista dovrebbero imparare nuovi movimenti dove, sul pinaoforte, il lavoro di base non cambia.

 

Se possiamo costatare che la mano che produce i suoni abbia il ruolo più importante, allora quella dovrebbe essere la sinistra per il mancino. Ma fate scegliere gli allievi, direi.

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