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Chitarra per mancino


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Sinceramente non assurgerei il dipinto di Manet a dimostrazione dell'utilizzo mancino della chitarra (tra l'altro il tipo di strumento raffigurato darebbe non pochi problemi nel tastare le note).

I motivi, accertati o supposti, per cui il dipinto venne realizzato in questo modo sono diversi e complessi. Se ne è discusso anche recentemente sulla mailing list di Matanya Ophee e anche sul forum: http://www.cristianoporqueddu.it/forumchitarraclassica/viewtopic.php?t=2297

In uno schizzo del medesimo soggetto, per esempio, la posizione del chitarrista appare orientata in modo speculare.

 

Interessante l'interrogativo di relayer "Perché l'impostazione "standard" è quella che conosciamo?" che richiederebbe una conoscenza specialistica delle funzioni neurologiche e cerebrali.

 

Le ricerche in questo campo sono progredite, eppure restano ancora sconosciuti tanti fattori legati al “sentire” piu’ profondo della coscienza che nemmeno la PET sembra poter spiegare con certezza.

Il maggior o minore grado di propensione al mancinismo resta anche un fatto individuale e difficile da incasellare in rigidi schemi.

 

Per quanto poi uno scienziato possa “capire” (ma questa è una mia opinione personale) restano “cose” che solo l’artista conosce, senza nemmeno riuscire a spiegarle.

Non è stato appurato infatti nessun chimico-biologica che differenzi con certezza l'organismo di un artista da quello di un altro essere umano per nulla versato alla creatività.

 

Storicamente, la civiltà occidentale si è costruita sul “medio” della maggioranza biologica degli individui.

Chiunque si discostasse da questo valore era spesso tagliato fuori dalla fruizione di tante risorse, di qui l'adeguamento necessario.

In varie epoche, poi, quel che non si poteva capire veniva condannato: non a caso la mano sinistra era considerata la "mano del diavolo" (vedi Paganini ecc.)

 

Oltre all'interrogativo posto da relayer in merito alla musica, esistono studi sul come e perchè determinate aree cerebrali colpite da eventi patologici (ictus, traumi, deficit congeniti ecc.) riescano a compensare con maggiore efficienza le diverse funzioni comandate da un emisfero piuttosto che dall'altro.

Mancini e destrimani recuperano in maniera diversa le funzioni residue a seconda dell'emisfero cerebrale colpito?

Entriamo in un campo davvero specialistico e complesso.

 

Tornando a lle riflessioni "musicali", potrebbe essere ampliare il problema agli altri strumenti, in cui la percezione di ciò che le mani fanno è diversa dalla chitarra: arpisti, pianisti, batteristi...se mancini hanno problemi analoghi ai chitarristi?

E' risaputo infatti che il meccanismo "occhio-mano" è fondamentale nella trasmissione dei impulsi nervosi; forse per questo risulta difficile paragonare attività come la scrittura, la guida di una macchina, l'uso di uno strumento musicale, che solo in apparenza si assomigliano.

 

 

 

Butterfly

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@Neuland__ Cosa ti dice che quel gitano nel dipindo non sia mancino? quasi sicuramente lo sarà.. ^^

 

@relayer__ Credo proprio che tu ti stia sbagliando, il vero problema per un chitarrista è la mano destra, crea molti più problemi della sinistra. Se non ne sei convinto prova a leggere gli esercizi di Biscaldi, gli studi di Bogdanovic o molto più semplicemente i 120 Arpeggi di Giuliani.

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Ospite Matteo Pesle
@relayer__ Credo proprio che tu ti stia sbagliando, il vero problema per un chitarrista è la mano destra, crea molti più problemi della sinistra. Se non ne sei convinto prova a leggere gli esercizi di Biscaldi, gli studi di Bogdanovic o molto più semplicemente i 120 Arpeggi di Giuliani.

 

E in Carillon di Terzi qual è la mano più 'importante'?

 

:mrgreen:

 

Son comunque d'accordo con Akaros.

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Ospite Nicola Mazzon
@Neuland__ Cosa ti dice che quel gitano nel dipindo non sia mancino? quasi sicuramente lo sarà.. ^^

 

@relayer__ Credo proprio che tu ti stia sbagliando, il vero problema per un chitarrista è la mano destra, crea molti più problemi della sinistra. Se non ne sei convinto prova a leggere gli esercizi di Biscaldi, gli studi di Bogdanovic o molto più semplicemente i 120 Arpeggi di Giuliani.

 

Verissimo, questo spiega anche perchè l'idea di studiare le scale come esercizio tecnico nella chitarra non è così necessario (bisogna comunque studiarle) come negli altri stumenti, perchè la mano che è più da educare è la destra, dopo aver affrontato lo studio anche solo del primo volume di Biscaldi senza arrivare alle scale a tre dita si può vedere con quanta più facilità e pulizia si eseguono ad esempio queste maledette scale che negli esercizi sono quasi inesistenti.

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@relayer__ Credo proprio che tu ti stia sbagliando, il vero problema per un chitarrista è la mano destra, crea molti più problemi della sinistra. Se non ne sei convinto prova a leggere gli esercizi di Biscaldi, gli studi di Bogdanovic o molto più semplicemente i 120 Arpeggi di Giuliani.

 

E in Carillon di Terzi qual è la mano più 'importante'?

 

:mrgreen:

 

Son comunque d'accordo con Akaros.

 

Io mi permetto di proporre l'abolizione di una importanza da definirsi in termini di "maggiore" o "minore", ma piuttosto in relazione alle diverse funzioni che assolvono le due mani, diverse ma altrettanto importanti.

 

Personalmente, pur essendo destrorsa, trovo maggiore difficoltà nel perfezionare la funzione della mano destra.

Manifestandosi il suono attraverso quella, non ha senso per me saper compiere velocissimi cambi di posizione sulla tastiera se non si riesce a rendere la bellezza e la varietà del suono in tutte le sue sfumature di intensità, timbro, dinamiche ecc.

 

Per equità verso i mancini, parlerei allora di "mano che prepara le note" e di "mano che le suona". ;)

Vabbè escludendo i legati, il tapping... :oops:

 

 

Butterfly

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Ospite Neuland
@Neuland__ Cosa ti dice che quel gitano nel dipindo non sia mancino? quasi sicuramente lo sarà.. ^^

 

Cosa ti dici che io abbia detta che non sia mancino? Caro Akaros, abbiamo un problema di compresione reciproco, direi...

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@Neuland__ Cosa ti dice che quel gitano nel dipindo non sia mancino? quasi sicuramente lo sarà.. ^^

 

Cosa ti dici che io abbia detta che non sia mancino? Caro Akaros, abbiamo un problema di compresione reciproco, direi...

 

Sorry, il problema è il mio, sono una testa dura.. :oops:;)

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@relayer__ Credo proprio che tu ti stia sbagliando, il vero problema per un chitarrista è la mano destra, crea molti più problemi della sinistra. Se non ne sei convinto prova a leggere gli esercizi di Biscaldi, gli studi di Bogdanovic o molto più semplicemente i 120 Arpeggi di Giuliani.

 

Il "vero problema"....azz. Per chi, per te, per me, o per quel ragazzo che suonava già da diversi anni, il quale quando è venuto a lezione da me non sapeva neanche quale punto del tasto andava premuto per ottenere un suono pulito?

Prova a far fare gli arpeggi di Giuliani ad un ragazzino alle prime armi, vedi se la difficoltà maggiore sta nel fare una sequenza p,i,m o nel cambiare repentinamente le due posizioni in tastiera.

 

Gli esercizi di Biscaldi li conosco benissimo, e sono volti ad un potenziamento generale di coordinazione e abilità di ENTRAMBE le mani e soprattutto all'indipendeza delle stesse.

Ad esempio la validissima proposta delle scale a tre dita ovviamente non è riferita solo ad un espediente per la mano destra, ma serve anche ad agevolare l'uso degli allargamenti della mano sinistra.

 

Tutta la didattica è volta a coprire entrambi gli aspetti (dove li mettiamo altrimenti legature, allargamenti, barré, cambi di posizione ecc), ma forse tutti i didatti sono stati grandi fessi, visto che nessuno ha centrato il "vero problema".:D

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Questo argomento suscita tante discussioni solo quando si parla di chitarra e non sono certo i destrimani a fomentarle che fondamentalmente se ne infischiano. Negli altri strumenti (pianoforte, violino e a ben guardare anche nei fiati) tale argomento non esiste: l'impostazione è quella e non si discute. Per me i mancini che all'inizio non hanno avuto la pazienza di impostarsi nella posizione canonica ad un certo punto, quando ormai è troppo tardi, si accorgono di aver fatto una scelta sbagliata, che pagano quotidianamente, e cercano delle giustificazioni che non hanno. E' inutile cercare quale sia la mano preminente: nella chitarra, come in tutti gli strumenti così complessi e completi le mani sono assolutamente indipendenti. E allo stesso modo il cervello è abituato a leggere musica polifonica e ad inviare i comandi alle due manbi in forma indipendente.

Se non ci credete, quando siete arrivati a un buon livello nella chitarra, provate a sedervi davanti ad un pianoforte: vi stupirete di quello che riuscirete a fare già dopo pochi minuti

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