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Tra improvvisazione e composizione v'è opposizione di significato.

Con la prima pratica si lascia tutto al caso (tant'è vero che non potranno mai esistere due improvvisazioni uguali) e non ne rimane traccia scritta (altrimenti non si tratterebbe di improvvisazione).

La seconda è invece frutto di studio calcolato sempre in modo approfondito e per nulla lasciato "al caso".

Le due cose, insieme, non potranno coeististere.

Delle improvvisazioni di Bach o Weiss oggi non ne rimane alcuna traccia.

Dei loro scritti invece si. Questo significherà pur qualcosa.

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Cristiano mi scusi,ma noto sempre che tendiamo a sottolineare musica colta e non...Io mi faccio una domanda,chi decide se un tipo di musica è colta o no?E se Il Dio della Musica( x) avesse deciso che la musica colta è la musica che pratica Ramazzotti con il suoi colleghi? Tutto cio',è un po' come il mistero della vita. . .

 

Dato per scontato che la vita non ha alcun mistero - si nasce, ci si riproduce e si muore - questa generalizzazione porterebbe a discussioni sterili di dubbia utilità per la community.

Per lei può essere letteratura "Topolino e la Spada di Ghiaccio" per me potrebbe esserlo "Il Deserto e dopo" dell'Ungaretti.

Lasciamo le cose così.

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Tra improvvisazione e composizione v'è opposizione di significato.

Con la prima pratica si lascia tutto al caso (tant'è vero che non potranno mai esistere due improvvisazioni uguali) e non ne rimane traccia scritta (altrimenti non si tratterebbe di improvvisazione).

La seconda è invece frutto di studio calcolato sempre in modo approfondito e per nulla lasciato "al caso".

Le due cose, insieme, non potranno coeististere.

Delle improvvisazioni di Bach o Weiss oggi non ne rimane alcuna traccia.

Dei loro scritti invece si. Questo significherà pur qualcosa.

 

L'improvvisazione non deve sostituire la composizione o esserne un'alternativa. Inoltre non tutta l'improvvisazione è lasciata al caso, segue comunque degli schemi precisi; a parte quella definita comunemente "improvvisazione libera", altre forme si sviluppano tenendo conto di progressioni armoniche, scale e modi proprio come la composizione.

Una cosa è "il caso" ma nell'ambito di una precisa tecnica che tenga conto di strutture ben precise, un conto è "a casaccio" cioè come-viene-viene.

 

Molti dei testi di Bach che studiamo ancora oggi sono una delle possibili varianti della sua visione e spesso non sono stati neanche redatti da lui stesso.

Mi pare semmai che la musica nei modi in cui è scritta oggi lasci pochissimo spazio all'improvvisazione rispetto a quella di 300 anni fa (qui dovremmo sentire i compositori, siamo fortunati possiamo farlo, con Bach è più dura).

Che la composizione e l'improvvisazione possano coesistere (magari non simultaneamente) lo dimostra inequivocabilmente la storia della musica.

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Cristiano mi scusi,ma noto sempre che tendiamo a sottolineare musica colta e non...Io mi faccio una domanda,chi decide se un tipo di musica è colta o no?E se Il Dio della Musica( x) avesse deciso che la musica colta è la musica che pratica Ramazzotti con il suoi colleghi? Tutto cio',è un po' come il mistero della vita. . .

 

Dato per scontato che la vita non ha alcun mistero - si nasce, ci si riproduce e si muore come tutte le altre forme di vita conosciute - questa generalizzazione porterebbe a discussioni sterili di dubbia utilità per la community.

Per lei può essere letteratura "Topolino e la Spada di Ghiaccio" per me potrebbe esserlo "Il Deserto e dopo" dell'Ungaretti.

Lasciamo le cose così.

 

Porqueddu,scusi la franchezza,Ungaretti no...che depressione!

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Tra improvvisazione e composizione v'è opposizione di significato.

 

Che l'improvvisazione sia una prassi difficile, ricca di sfaccettature e che necessiti di grande preparazione non è messo in dubbio.

L'articolo di Michelangeli parla, fin dal titolo, della inadeguatezza (!) di un chitarrista classico nel non saper accompagnare la canzonetta di turno, come se questo fosse uno dei fondamentali difetti del chitarrista.

Mi domando se i primi violini di un'orchestra stabile si pongono queste domande o se all'ultimo anno di direzione orchestrale non vi sia una particolare serie di lezioni dedicate all'accompagnamento delle hit-parade degli anni '80.

 

Leggo dappertutto le lagne di chi si lamenta che lo strumento a sei corde non entra nei circuiti più importanti.

Si pensa forse che saper accompagnare un gruppo di amici dopo cena sia un elemento cardine della preparazione di un concertista?

Ci sono persone e artisti in questo forum che mi possono insegnare che esistono elementi di studio da affrontare (soprattutto non musicali) praticamente infiniti, tutti volti al miglioramento meccanico, esecutivo, interpretativo e culturale.

 

Vogliamo, per favore, concentrarci sulle cose serie e mettere da parte le sciocchezze?

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Cristiano mi scusi,ma noto sempre che tendiamo a sottolineare musica colta e non...Io mi faccio una domanda,chi decide se un tipo di musica è colta o no?E se Il Dio della Musica( x) avesse deciso che la musica colta è la musica che pratica Ramazzotti con il suoi colleghi? Tutto cio',è un po' come il mistero della vita. . .

 

Dato per scontato che la vita non ha alcun mistero - si nasce, ci si riproduce e si muore come tutte le altre forme di vita conosciute - questa generalizzazione porterebbe a discussioni sterili di dubbia utilità per la community.

Per lei può essere letteratura "Topolino e la Spada di Ghiaccio" per me potrebbe esserlo "Il Deserto e dopo" dell'Ungaretti.

Lasciamo le cose così.

 

Porqueddu,scusi la franchezza,Ungaretti no...che depressione!

 

Ecco.

Come volevasi dimostrare.

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(Lorenzo Bianconi)

 

 

 

Il saggio è stato pubblicato in: C’è musica e musica. Scuole e cultura musicale, a cura di Lavinia Zoffoli, Napoli, TecnoDid, 2006, pp. 71‑76.

 

Bellissima lezione, cristallina nel concetto e scritta con arte.

 

dralig

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Tra improvvisazione e composizione v'è opposizione di significato.

 

Che l'improvvisazione sia una prassi difficile, ricca di sfaccettature e che necessiti di grande preparazione non è messo in dubbio.

L'articolo di Michelangeli parla, fin dal titolo, della inadeguatezza (!) di un chitarrista classico nel non saper accompagnare la canzonetta di turno, come se questo fosse uno dei fondamentali difetti del chitarrista.

Mi domando se i primi violini di un'orchestra stabile si pongono queste domande o se all'ultimo anno di direzione orchestrale non vi sia una particolare serie di lezioni dedicate all'accompagnamento delle hit-parade degli anni '80.

 

Leggo dappertutto le lagne di chi si lamenta che lo strumento a sei corde non entra nei circuiti più importanti.

Si pensa forse che saper accompagnare un gruppo di amici dopo cena sia un elemento cardine della preparazione di un concertista?

Ci sono persone e artisti in questo forum che mi possono insegnare che esistono elementi di studio da affrontare (soprattutto non musicali) praticamente infiniti, tutti volti al miglioramento meccanico, esecutivo, interpretativo e culturale.

 

Vogliamo, per favore, concentrarci sulle cose serie e mettere da parte le sciocchezze?

Non sono sciocchezze.

O perlomeno, si sta generalizzando.

 

Un conto è accompagnare la Locomotiva di Guccini, un conto è improvvisare su Giant Step.

 

Noi chitarristi "classici" siamo un po' delle talpe.

Come ho già detto e ripetuto, impariamo dai jazzisti.

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Che l'improvvisazione sia una prassi difficile, ricca di sfaccettature e che necessiti di grande preparazione non è messo in dubbio.

Ovviamente, Cristiano, non scherziamo. La mia non è una distinzione di merito ma di concetto.

Improvvisare, seppur su scale e formule prestabilite (come fanno i jazzisti alle prime armi) è comunque una pratica artistica unica ed irripetibile, e aggiungo, valida solo per il musicista che l'ha messa in atto (cioè non si può imitare).

Avete mai ascoltato qualche musicista imitare Evans o Monk? Impossibile.

Sono unici perchè quello è il loro stile di improvvisazione ed è inconfondibile.

 

Il compositore invece, specie quello non strumentista, quando scrive musica, per far in modo che altri esecutori possano eseguirla al meglio, deve necessariamente trasferirle su carta tutte le indicazioni necessarie attraverso una notazione e cose che sappiamo bene.

 

Una volta suonavo il sax tenore in una jazz band (mi sono divertito per circa 5 anni) ed i miei "soli" erano tutti scritti!! Che vergogna! :oops:

Ogni volta che provavo ad improvvisare qualcosa venivano fuori cose inenarrabili.

Quindi, ad ognuno il proprio mestiere. Chi non sa o non vuole imparare ad improvvisare, si affidi alle composizione proprie o altrui.

Chi sa farlo, invece, sia felice per questo perchè è anch'esso un dono di natura.

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Una volta suonavo il sax tenore in una jazz band (mi sono divertito per circa 5 anni) ed i miei "soli" erano tutti scritti!! Che vergogna!

 

Mitico!!!

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