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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Roberto Fabbri suona "il bacio" di Giovanni Allevi


Ospite francesca
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Ospite Nicola Mazzon

 

Hai fatto la scoperta dell'acqua calda Caro Cristiano! Io comunque la produzione di Castelnuovo Tedesco la conosco molto bene ci ho fatto anche una tesi che mi ha fruttao un 30 e lode...

Un peccato allora non vedere mai una sua opera nei suoi programmi di sala...veramente...

il notevole non era tanto riferito alla quantità (che naturalmente vista l'età non è ancora così copiosa), quanto alla qualità (naturalmente a mio giudizio), e comunque ti potrei dire che i capricci di MCT impallidiscono davanti al Preludio del Tristano di W...ma non ti dico di andartelo a sentire...o risentire!

Mi sa che qua la scoperta dell'acqua calda l'ha fatta lei, maestro, qualunque musicista con un percorso di studi "discreto" sarebbe giunto alla conclusione che MTC non è paragonabile a Wagner, dal suo discorso però si può dedurre che invece Allevi non teme confronti con l'opera Wagneriana...

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Scusate se intervengo protraendo una discussione trita e ritrita... Ogni volta che compare i nome di Allevi si scatenano diatribe e accesi diverbi che divampano velocemente e, spesso, altrettanto velocemente si acquietano, in attesa di un ritorno di fiamma... quasi che il nome di Allevi sia un flame.

Io ho, mio malgrado, dovuto ascoltare buona parte delle opere edite di Allevi... si tratta di canzoncine da radio, né più né meno: melodie semplici e facilmente assorbibili da pubblico, armonia ai limiti del banale... intorno a lui, la discografia ha creato un personaggio che deve vendere, e ne hanno curato anche i dettagli, sapendo che certe cose fanno molta presa e sensazionalismo (basti ricordare che fa concerti con il suo Bosendorfer... caratteristica che, inverosimilmente, lo dovrebbe accomunare ad un grandissimo pianista di ben altra levatura... Mah!!!).

In questo caso, ad onor dell'onestà, parrebbe quantomeno inadeguato parlare di grande musicista o - peggio ancora - di genio: di musica ce n'è veramente poca e mal copiata: si tratta di un banale caso discografico che deve vendere il massimo possibile finché il pubblico non si sarà stufato e bisognerà cercare dell'altra merce da propinargli.

Credo, infine, che non valga la pena prendersela perché quella di Allevi viene definita "musica di qualità": in primis, chi vuole ha la possibilità di valutare che non è così (non serve aver studiato poi molto per capirlo); in seconda battuta, il guidizio ad un fenomeno del genere viene sempre da persone (pubblico, discografici, produttori...) che non hanno interesse nella musica ma nel mero vile denaro.

Diciamo che Allevi vende tanto e fa guadagnare bene il suo staff: questo è vero... che la sua musica sia ai massimi livelli è una panzana!

 

EB

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Credo, infine, che non valga la pena prendersela perché quella di Allevi viene definita "musica di qualità"

 

Non credo che nessuno abbia il tempo e la voglia di 'prendersela' e la sua analisi, Ermanno, è precisa e lucida.

Credo invece che sia opportuno che in una piattaforma dove si parla di musica classica per chitarra ci si prenda la briga di perdere qualche secondo per dare una dimensione propria ad affermazioni campate in aria, anche perché - almeno per quanto mi riguarda - è più difficile stare zitti che dire ciò che si pensa.

Leggere che Allevi ha una produzione musicale notevole è buffo, lo sappiamo tutti, ma è pericoloso per tutti coloro che si avvicinano alla musica passando da uno studio serio: trovarsi di fronte una affermazione simile e nessun intervento in contraddizione può persino incuriosire.

 

L'ho detto e non mi stanco di ripeterlo anche per chi non ha avuto occasione di leggere thread in merito: non ho assolutamente nulla contro Allevi, ciò che scrive o il suo mestiere. Lo fa benissimo e ottiene ciò che vuole. E' un venditore di se come pochi altri e ha mostrato un acume imprenditoriale non comune nel campo della musica in Italia.

Buon pro gli faccia.

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Concludendo con Allevi, i suoi pezzi non saranno certamente delle pietre miliari nell'ambito della musica e questo è chiaro, ma non sono neanche musica da Piano Bar e comunque hanno l'indiscutibile primato di aver fatto avvicinare migliaia di giovani (le cui orecchie sono generalmente ormai abituate ad ascoltare musica di serie z dalle radio e tv) a qualcosa che in un certo qualmodo è molto vicino al mondo classico e che forse domani potrebbe fargli apprezzare pianisti come Michelangeli o Pollini...

 

Un bel salto, da Allevi a Pollini. Non male.

Spero che il percorso includa alcuni (molti) passaggi intermedi.

 

I giovani abituati alla musica spazzatura non hanno alcuna intenzione di passare dagli Abba a Prokof'ev ed è bene che chi tenta di usare la chitarra classica per avere un pubblico da rockstar prenda atto di questo. I giovani interessati a Llobet, Tarrega, Brouwer, Pujol, Gilardino, Ponce, Paganini ci sono eccome! Ed è a loro che l'attenzione di chi stila un programma di studi deve andare.

 

L'operazione di marketing sfacciato e di distribuzione a tutti i costi ('piace al pubblico e quindi lo suono') è utile solo a chi vende i biglietti.

Il repertorio, da questo genere di operazioni-polpettone, non trae alcun giovamento, anzi, fa si che uno strumento venga ingiustamente snobbato dalle società di concerti e le case discografiche fatichino ad accettare distribuzioni internazionali di progetti discografici.

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...è pericoloso per tutti coloro che si avvicinano alla musica passando da uno studio serio: trovarsi di fronte una affermazione simile e nessun intervento in contraddizione può persino incuriosire.

...

 

Sono ottimista: chi passa per uno studio serio ha i mezzi per acquisire un certo discernimento che placherà immantinente la curiosità tosto creatasi, portando il curioso discepolo ad una personale verifica ed acquisizione di cognizione.

Voglio credere che lo studio serio, da Lei giustamente citato, sia ancora un mezzo potente grazie al quale un musicista sappia riconoscere, inquadrare e, all'occorrenza, smascherare ciò che si approccia alle sue orecchie.

 

EB

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Voglio credere che lo studio serio, da Lei giustamente citato, sia ancora un mezzo potente grazie al quale un musicista sappia riconoscere, inquadrare e, all'occorrenza, smascherare ciò che si approccia alle sue orecchie.

 

Lo è, Ermanno, e lo sappiamo bene.

La cultura e la conoscenza non si lavano via con una melodietta da telenovela accompagnata da un'intera orchestra all'unisono.

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Forse Fabbri comincia ad esagerare. Avevo in un mio precedente intervento provato ad "osservare" il fenomeno con il quale nell'arte ogni "dogma" può venir smentito o trasformato da nuovi elementi (sociali o culturali essi che siano) che viaggiano oggi a pari passo con le velocità di ogni cosa che tutti conosciamo. Pur essendo un assertore del "prendere atto ed accettare" le nuove inevitabili indicazioni ritengo che l'arte sia un valore assoluto e che - quando non valutabile o riconoscibile oggettivamente - sia patrimonio di menti illuminate. Elitario ovviamente e quindi per pochi. Gli altri (me compreso) possono proporre anch'essi nuovi modelli, difendere le proprie nuove convinzioni e magari "scaricare" precedenti e consolidate convinzioni frutto di insegnamenti pur eleganti e nobili. Con queste coordinate gli slanci in avanti di Fabbri si scontrano con il personaggio che lui sta cercando di costruire (leggi: un diverso, nuovo ma sempre riferimento culturale) perchè non danno l'idea di difendere la nuova strada, ma se stesso. Egli - da quanto fa vedere dai video su Youtube - non è un grande chitarrisa (immagino lo sappia); egli tuttavia cita a propria garanzia le dediche di illustri compositori, che quindi - per parallelismi - garantiscono per li e - sempre per spericolati parallelismi - lo legittimano a compiere tutte le aperture che crede,quella alleviana compresa. Quest'ultimo "meccanismo", ancora quello della "consacrazione da dedica" (lo chiamo così perchè non credo sia affine alla dedica intesa in senso classico, ma riguardante situazione private, eleganti inviti, ecc. ovviamente posso essere smentito) non vale per me di certo come sigillo di un percorso comune di aggregazione o pensiero artistico da parte dei vari Brouwer Domeniconi o il giovane Iannarelli a formare un gruppo ideologizzato - e quindi come nel passato), che riconosce la Fabri una qualsivoglia grandezza (che poi lui brandisce e utilizza) ma significa - e lo ripeto - un lucido, ovviamente legittimo percorso di Fabbri stesso verso una possibile notorietà a prescindere da ogni cifra stilistica. Egli stesso ringrazia ed afferma "mi fate un favore...." a chi lo critica, ed è questa la miglior prova del disegno. Ma allora qual'è il punto della discussione: è legittimo questo agire? SI. Ma allo stesso tempo è elegante ? molto di meno, quindi starà al solo Fabbri smentirci con successi inconfutabili. Con Allevi lui va a nozze; la situazione mi ricorda quel mondo in cui alcuni jazzisti che - essendo tanti - creano una comunità che - forte come detto dei numeri - protesta e vince il teorico "vecchio" o "obsoleto" mondo di nemici accademici che - paradossalmente - neppure sanno di essere nè mondo, nè nemici. E l'acqua intanto passa, fomenta, produce, e radica! Scrivi quindi Fabbri, convincimi, stupiscimi perchè così avrai fatto centro, ma non farmi cadere nella melassa di prevedibili risposte o del muro contro muro, che ti vede molto capace ecc. ecc.

giorgio tortora

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Infatti questa caccia alle streghe che voi state portando avanti non ha nessuna ragione di essere,

 

Parlo per me, ovviamente: non esiste nessuna caccia alle streghe. Voglio solo evitare che in un Forum dove ho il ruolo di uno degli amministratori l'affermazione che la musica di Allevi porterà giovamento alla chitarra rimanga senza risposte che merita.

 

Conservatorio il percorso deve necesariamente essere di un certo tipo, in una sala da concerto però...è tutta un altra storia!

 

La carriera scolastica di uno studente (architettura, musica, medicina, letteratura, fai tu) ha degli obiettivi. Dieci anni - l'equivalente di un corso di scuole medie superiori e laurea - di studio sulla musica antica, dell'Ottocento, del Novecento, sulla prassi esecutiva e sulla tecnica, sull'analisi, sull'armonia e così via per poi suonare trascrizioni di colonne sonore appare come il noleggio di un tir per trasportare una seggiola.

 

Ognuno fa ciò che ritiene più utile e soddisfacente e se lo fa con onestà intellettuale raggiungerà una realizzazione personale che nessun cachet potrà ripagare. Ma è necessario far comprendere a chi si accosta alla musica che non è tutta musica e che come per la letteratura, la pittura, la fotografia, il cinema, esistono diversi livelli e idiomi come esistono diversi livelli di creazione e fruizione e che il fatto che un prodotto sia apprezzato o meno dal pubblico non ha niente a che vedere con la sua qualità.

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Vedi Fabbri, non ti devi risentire per le parole:difendi tranquillamente le tue capacità musicali. Io non vengo di certo a tuoi concerti e quindi respingo l'invito, non mi piace il tuo suono, la tua tecnica, il tuo "chitarrismo" insomma e da quanto ho potuto vedere sui video che tu (e non io ) hai inserito in rete ho abbastanza elementi per decidere quanto espresso. Tuttavia in me trovi un amico perchè difendi strenuamente la tua concezione della chitarra e lo fai educatamente;

per questo mi sono permesso di scrivere il mio giudizio anche se a te contrario.

Io - come te - ho in tasca la sola mia verità e non è detto che sia più giusta della tua.

regards

giorgio tortora

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quando ti "esporrai" anche tu forse ne potremmo riparlare

 

Non conosco personalmente Giorgio Tortora ma è possibile ascoltare alcuni dei suoi lavori proprio su YouTube.

Ad esempio, Variazioni su un tema canadese:

 

http://it.youtube.com/watch?v=KGqN3hJP98A

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