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Cristiano, non c'è risposta più inutile che ad una domanda che non si pone. Quindi non ne parliamo più, un appunto però, di metodo di affronto e di sguardo sul reale: gli antichi non sapevano cosa fosse il fuoco, ma dall'esperienza capirono che potevano cuocerci i cibi; ora noi sappiamo che nel fuoco avviene la combustione di gas che sprigionano luce e calore, ma tutto ciò cambia la funzione del fuoco? Capire come la realtà funziona è un desiderio dell'uomo, ma se si ferma al mero scientismo, perde il vero valore dell'oggetto che ha davanti a se, cioè, che serve a riscaldarsim, se ci credi davvero quando la prossima volta dirai "ti voglio bene", completa la frase con "perchè sta avvenendo quella certa reazione chimica nel mio cervello". Così, tutte le risposte che mi hai dato sono frammentarie e si fermano alla superficie, umanamente parlando, cioè puoi sapere tutto di come funziona il tuo corpo, e poi? Tu decidi cosa farne della tua vita, ma per il resto non decidi un bel nulla: non ne sei il padrone assoluto, non decidi tu di continuare a vivere, o non decidi tu che le tue mani o le tue gambe ricomincino a muoversi quando ti alzi la mattina, e se non si muovono più, tu non puoi farci nulla; Le tue parole sono impregnate di scetticismo più totale nei confronti della vita, come se avessi già deciso tutto, come se un barlume di senso, di speranza non fosse possibile a questo mondo. Tieniti il tuo nulla, il mio cuore cerca altro. E' molto più ragionevole che un assetato chieda acqua o che si rassegni al crudele destino, ebbene io domando.

 

Sono problemi che, personalmente, non mi son mai posto.

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Prendo spunto da un precedente intervento di Fabio Selvafiorita per esporre un mio punto di vista. Io sono cattolico credente e praticante, ma non mi è mai piaciuto l'atteggiamento accusatorio che molti credenti assumono nei confronti di chi non crede. Ho conosciuto persone del tutto agnostiche (un mio amico, in particolare, si definisce ateo praticante) e con esse ho intrattenuto discussioni molto interessanti e costruttive. Se anche ci sentissimo in dovere di evangelizzare il nostro prossimo, indubbiamente non si può pensare di ottenere questo scopo facendogli notare che lui è brutto e cattivo mentre noi siamo belli e bravi... Con atteggiamenti simili si ottiene solo un ulteriore allontanamento da quella che, invece, dovrebbe essere, per chi crede, una gioia da comunicare agli altri col sorriso sulle labbra, anziché col dito puntato.

Non mi convince - né credo abbia mai portato frutti - l'argomentazione negativa che preferisce demolire le convinzioni altrui anziché mostrare quanto siano valide le proprie, o perché le si ritenga migliori di altre: la ritengo vetusta e alquanto offensiva e irrispettosa. Ben venga il dialogo, e ben venga la discussione che, se anche non porta a cambiamenti, almeno ha modo di affrontare e sviscerare gli argomenti, ma mi sembrano pericolose le prese di posizione aprioristiche e, ancor più, i pregiudizi.

Un uscita come "tieniti il tuo nulla" è decisamente infelice, e da questi atteggiamenti ha preso le distanze anche la dottrina ecclesiastica che già prima di Giovanni Paolo II aveva iniziato a cercare il dialogo proprio tra religioni diverse. Andare contro questo significa ammettere che persone come Gandhi siano destinate alla dannzaione eterna solo perché non sono cattoliche...

 

EB

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e io mi domanderei il perchè gettarsi a capofitto, se poi non c'è nulla dietro ciò che accade: ma evidentemente sono un romantico nato due secoli più tardi.

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e io mi domanderei il perchè gettarsi a capofitto, se poi non c'è nulla dietro ciò che accade: ma evidentemente sono un romantico nato due secoli più tardi.

 

Lungi da me il proposito di separare arte e religione ma, per puro scrupolo di obiettività, faccio osservare che si sono gettati a capofitto, con i risultati che ben conosciamo, poeti del calibro di Giacomo Leopardi, che in Dio proprio non credevano. C'è un umanesimo laico che ha fatto la storia - e la storia dell'arte - parallelamente a quello cristiano. Questo per la verità, e senza smettere di essere colui che ha scritto gli "Studi di virtuosità e di trascendenza".

 

dralig

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e io mi domanderei il perchè gettarsi a capofitto, se poi non c'è nulla dietro ciò che accade: ma evidentemente sono un romantico nato due secoli più tardi.

 

Lungi da me il proposito di separare arte e religione ma, per puro scrupolo di obiettività, faccio osservare che si sono gettati a capofitto, con i risultati che ben conosciamo, poeti del calibro di Giacomo Leopardi, che in Dio proprio non credevano. C'è un umanesimo laico che ha fatto la storia - e la storia dell'arte - parallelamente a quello cristiano. Questo per la verità, e senza smettere di essere colui che ha scritto gli "Studi di virtuosità e di trascendenza".

 

dralig

 

Certo, dalle Sue parole si capisce che il vero problema (o per meglio dire, lavoro) è quello della ricerca, che poi la vita può far accadere incontri, circostanze che possono portare ad intravedere una meta. Ma Leopardi nel "Sopra il ritratto di una bella donna, scolpito sul monumento sepolcrale della medesima", è proprio l'emblema dell'essere umano in quanto tale e in quanto, in questo, differentemente dagli altri esseri viventi, ha sigillato nel suo cuore l'anelito al suo Creatore: "il nostro cuore è inquieto finchè non riposi in Te" diceva S.Agostino.

 

 

 

Sopra il ritratto di una bella donna, scolpito sul monumento sepolcrale della medesima

 

Tal fosti: or qui sotterra

Polve e scheletro sei. Su l'ossa e il fango

Immobilmente collocato invano,

Muto, mirando dell'etadi il volo,

Sta, di memoria solo

E di dolor custode, il simulacro

Della scorsa beltà. Quel dolce sguardo,

Che tremar fe', se, come or sembra, immoto

In altrui s'affisò; quel labbro, ond'alto

Par, come d'urna piena,

Traboccare il piacer; quel collo, cinto

Già di desio; quell'amorosa mano,

Che spesso, ove fu porta,

Sentì gelida far la man che strinse;

E il seno, onde la gente

Visibilmente di pallor si tinse,

Furo alcun tempo: or fango

Ed ossa sei: la vista

Vituperosa e trista un sasso asconde.

 

Così riduce il fato

Qual sembianza fra noi parve più viva

Immagine del ciel. Misterio eterno

Dell'esser nostro. Oggi d'eccelsi, immensi

Pensieri e sensi inenarrabil fonte,

Beltà grandeggia, e pare,

Quale splendor vibrato

Da natura immortal su queste arene,

Di sovrumani fati,

Di fortunati regni e d'aurei mondi

Segno e sicura spene

Dare al mortale stato:

Diman, per lieve forza,

Sozzo a vedere, abominoso, abbietto

Divien quel che fu dianzi

Quasi angelico aspetto,

E dalle menti insieme

Quel che da lui moveva

Ammirabil concetto, si dilegua.

 

Desiderii infiniti

E visioni altere

Crea nel vago pensiere,

Per natural virtù, dotto concento;

Onde per mar delizioso, arcano

Erra lo spirto umano,

Quasi come a diporto

Ardito notator per l'Oceano:

Ma se un discorde accento

Fere l'orecchio, in nulla

Torna quel paradiso in un momento.

 

Natura umana, or come,

Se frale in tutto e vile,

Se polve ed ombra sei, tant'alto senti?

Se in parte anco gentile,

Come i più degni tuoi moti e pensieri

Son così di leggeri

Da sì basse cagioni e desti e spenti?

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Cristiano, non c'è risposta più inutile che ad una domanda che non si pone. Quindi non ne parliamo più

 

Mi spiacerebbe.

 

 

se ci credi davvero quando la prossima volta dirai "ti voglio bene", completa la frase con "perchè sta avvenendo quella certa reazione chimica nel mio cervello".

 

Questo è confondere le cose, ciccio_matera. Si parlava di gambe che camminavano e di cuore che batteva non di sentimenti.

 

Tu decidi cosa farne della tua vita, ma per il resto non decidi un bel nulla: non ne sei il padrone assoluto, non decidi tu di continuare a vivere, o non decidi tu che le tue mani o le tue gambe ricomincino a muoversi quando ti alzi la mattina, e se non si muovono più, tu non puoi farci nulla;

 

Certo, ma l'unica differenza tra il mio e il tuo punto di vista è che la causa non è une decisione altrui ma una tremenda malattia riconducibile al nostro corpo fatto di carne, muscoli e sangue.

 

Le tue parole sono impregnate di scetticismo più totale nei confronti della vita, come se avessi già deciso tutto, come se un barlume di senso, di speranza non fosse possibile a questo mondo.

 

Sei stato tu a dirmi come le cose si svolgono e in quale modo queste influenzano la mia vita (non la tua), senza conoscermi e senza avere idea di come io proceda. Sei stato tu a dire che esiste un destino, una via già scritta e la mia risposta la puoi leggere qualche post sopra.

Io, conscio del mio stato di essere vivente appartenente ad una specie come tutte le altre (solo più presuntuosa, devastatrice ed egoista) ti ho solo risposto che il mio cuore batte per ragioni già note alla scienza, che le mie gambe si muovono perchè io gli comunico dove portarmi e che le mie mani agiscono a seconda delle mie necessità.

Tu, invece, avevi già tutto preimpostato. Incasellato per bene. Faccio parte - per te - di un meccanismo che già conosci e che in qualche modo deciderà per me.

Non mi sorprende e non mi offende ma non mi chiedere di non parlarne.

 

Tieniti il tuo nulla, il mio cuore cerca altro.

 

Per quanto mi riguarda le vie già tracciate, sono il nulla. Le decisioni prese da altri per me, sono il nulla. La cecità (a tutti i costi) di fronte all'evidenza, è il nulla.

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Si parlava di crisi economica. :(

 

Un OT nell'OT.

Mea culpa.

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e io mi domanderei il perchè gettarsi a capofitto, se poi non c'è nulla dietro ciò che accade: ma evidentemente sono un romantico nato due secoli più tardi.

 

L'esatto opposto. Ci si getta a capofitto nelle cose in cui si crede e quando si arriva all'obiettivo prefisso, ci si rende conto che nessuno altro l'ha voluto così intensamente.

Pensare invece che il raggiungimento di un qualsivoglia obiettivo sia già impostato ("non sei tu che decidi dove vanno le tue gambe") mi fa inorridire. Un po' come dire che qualsiasi cosa si faccia, per qualsiasi ideale si combatta, per tutti gli obiettivi per cui si è lavorato alla fine non si ha capacità di scelta.

No, grazie: non fa per me.

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Però caro cristiano, vedo che hai badato bene di non rispondere alla totalità del mio messaggio, ma a dei pezzi, ed io perchè ci tengo che il mio messaggio passi per quello che è, non "a pezzettini", mi ripeto: La visione della realtà che intravedo nei tuoi messaggi è una visione scientista, cioè che l'ultimo metodo di affronto del reale infondo è quello che io so e che conosco, non quello che c'è dietro, cioè: non il perchè materiale, fisico, chimico, legato all'incombenza delle leggi naturali, ma il perchè che fa parte della natura umana, il "perchè" per cui non basta all'uomo sapere quando è malato al cuore, da che tipo di malattia è affetto. Immagina la classica scena di Dott. House: Lui dice la patologia, e questo a lui basta, non c'è nulla da cercare, fossi un paziente in quella situazione, reagirei in maniera non molto elegante. Questo è quello che voglio dire, essere scientisti porta a guardare parzialmente la realtà che si ha difronte.

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