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Manuale di Storia della Chitarra Vol.2 - Gianni Nuti


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Caro Maestro Gilardino, da come difende a spada tratta il libro di Gianni Nuti, sembra che sia lei l'autore del libro...Scherzo!! Non è un flame!!

Comunque, tornando all'oggetto del contendere, ribadisco che mi sembra che sia libro un po' disorientante e che avrei mosso gli stessi appunti dopo averlo sfogliato....

Ciò non toglie che lo visionerò allo scopo di approfodirne la conoscenza.

Ma perchè sarebbero esemplari ed emblematici la De Rogatis o Respighi per la chitarra? Per non parlare di Company, Delpriora, Pahissa, tanto per citarne alcuni??

Il manuale non poteva essere intitolato 'Filosofia della chitarra' o in qualche altro modo?? Sa ben poco di manuale di storia della chitarra....non ha un taglio storico, secondo me..

 

lp

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Non c'è nessuno spunto polemico. Ho solo analizzato ciò che emerge dalla lettura dell'indice.

 

 

 

lp

 

Analizzare - "analizzare", si badi bene! Non "farsi un'idea preliminare", "supporre", "presumere": no , "analizzare" -, il contenuto di un libro leggendone l'indice: credo che nemmeno la Gestapo si sia mai comportata in questo modo: prima di far imprigionare o giustiziare un imputato, l'ispettore almeno leggeva gli atti, e non si fermava al titolo indicato nell'"oggetto" della relazione.

 

dralig

 

I miei modesti studi universitari mi hanno portato a comprendere un libro a partire dall'indice....è un metodo di studio, un primo approccio...se poi per lei non bisogna prendere in considerazione quella che è la struttura del libro in questione, beh, non so cosa altro aggiungere....

 

con stima

 

lp

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Non c'è nessuno spunto polemico. Ho solo analizzato ciò che emerge dalla lettura dell'indice.

 

 

 

lp

 

Analizzare - "analizzare", si badi bene! Non "farsi un'idea preliminare", "supporre", "presumere": no , "analizzare" -, il contenuto di un libro leggendone l'indice: credo che nemmeno la Gestapo si sia mai comportata in questo modo: prima di far imprigionare o giustiziare un imputato, l'ispettore almeno leggeva gli atti, e non si fermava al titolo indicato nell'"oggetto" della relazione.

 

dralig

 

I miei modesti studi universitari mi hanno portato a comprendere un libro a partire dall'indice....è un metodo di studio, un primo approccio...se poi per lei non bisogna prendere in considerazione quella che è la struttura del libro in questione, beh, non so cosa altro aggiungere....

 

con stima

 

lp

 

Non si nasconda, Lei non ha detto "inizio", "approccio", ha detto "analisi". Comunque si, è meglio che non aggiunga nient'altro, è tutto fin troppo chiaro.

 

dralig

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Caro Maestro Gilardino, da come difende a spada tratta il libro di Gianni Nuti, sembra che sia lei l'autore del libro...Scherzo!! Non è un flame!!

 

 

lp

 

Anche se scherza, si vergogni.

 

dralig

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Anche io avevo notato che il tuo nome non compare nell'indice. Tuttavia, prima di prendere posizioni radicali, aspetterei di leggere il volume nella sua integrità.

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Per non parlare di Company

 

 

Company è un musicista serio e colto: basta leggere la sua musica o le revisioni di musiche di altri autori da lui effettuate per rendersi conto dell' importanza della sua ricerca.

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[...] avrei mosso gli stessi appunti dopo averlo sfogliato....

 

Ecco... era l'impressione che avevo avuto fin dall'inizio: per come alcune frasi sono state formulate, mi sembra che alcuni dei commenti che sono stati scritti fossero già preconfezionati anche prima di leggere l'indice.

Sarebbe stato quanto meno più elegante ed intellettualmente onesto seguire il consiglio del M° Bonaguri e leggere il libro prima di scagliarsi contro di esso e presunte cospirazioni ad esso associate con tanta acrimonia. Così non è stato, quindi pazienza.

Una domanda: chi ritiene che un simile testo non sia attendibile, sta operando in modo attivo per proporre qualche alternativa di sorta? Credo sia un pò troppo comodo sminuire il lavoro degli altri senza fare nulla né per comprenderlo a fondo, né per proporre un'alternativa.

 

Con rispetto

 

EB

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Ospite Nicola Mazzon

Comunque, tornando all'oggetto del contendere, ribadisco che mi sembra che sia libro un po' disorientante e che avrei mosso gli stessi appunti dopo averlo sfogliato....

Disorientante in che senso?

 

Ma perchè sarebbero esemplari ed emblematici la De Rogatis o Respighi per la chitarra? Per non parlare di Company, Delpriora, Pahissa, tanto per citarne alcuni??

Il manuale non poteva essere intitolato 'Filosofia della chitarra' o in qualche altro modo?? Sa ben poco di manuale di storia della chitarra....non ha un taglio storico, secondo me..

Scusi, ma...ha mai letto i pezzi di questi autori?

La storia dello strumento su cosa si basa....sui compositori o sui concertisti? In un manuale di storia (della chitarra, non dei chitarristi) è più importante conoscere lo sviluppo estetico e, perchè no, tecnico della scrittura o bisogna a tutti i costi sapere dell'esistenza dei chitarristi che hanno gravitato attorno alla chitarra?

Certi chitarristi hanno aiutato si lo sviluppo della letteratura, ma non l'hanno creata...poi se si è gelosi del fatto che alcuni concertisti siano stati anche compositori beh...potevate farlo anche voi :twisted: .

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Sono stato più volte preso in causa e dunque, sebbene io abbia una vita complicata e sia per me impossibile seguire con costanza un forum, mi permetto di dare un contributo alla discussione che saluto comunque come un buon segno: meglio caldi o freddi, ma non tiepidi suggerisce il Vangelo.

Non ho mai pensato, a proposito, di scrivere un vangelo della chitarra contemporanea, ma solo di offrire un umile contributo a un dibattito aperto. Mi sono posto un unico obiettivo: provare a scavare nella storia per cercare ragioni profonde per le quali suonare, ancora oggi, la chitarra. Non certo allo scopo di far aderire tutti a questo taglio, ma per proporre un approccio, un modo di ricostruire il passato affinché ciascun allievo di conservatorio possa edificare il suo, sicuramente più illuminato del mio.

Ho scelto gli autori che afferivano alle categorie estetiche secondo me più pregnanti tra quelle maturate nel pensiero artistico del novecento, indipendentemente dalla chitarra. Le evocate scienze musicologiche non dettano verità inoppugnabili così come tutte le scienze. Popper è già passato...Piuttosto è vitale prendere coraggiosamente posizioni serie e indurre tutti a maturare le proprie e a difenderle: la didattica, in generale, non deve promuovere un pensiero unico, ma aiutare la riflessione, stimolare la ricerca affinché la verità, che è molteplice e in divenire come ogni cosa, sia inseguita da ciascuno e non appiattita su quella presunta da uno solo. Di certo troverete delle omissioni, alcune importanti e chiedo venia fin da ora, ma sono una persona con limiti culturali, di storia personale, di mezzi: starà all'iniziativa di tutti voi arricchire il progetto con nuovi punti di vista, autori diversi da quelli citati meritevoli di menzione. Nell'epoca in cui le informazioni sono aggiornate in tempo reale, non importa raccogliere saperi enciclopedici che diventano obsoleti il giorno dopo, è meglio proporre ipotesi di riordino, selezione; è più proficuo, a mio avviso, dare un punto di vista palesemente personale piuttosto che un artificioso modello oggettivo, necessariamente freddo.

Molti giovani chitarristi si diplomano e non hanno ancora capito perché lo hanno fatto, non hanno scavato dentro i repertori, che vuol dire dentro se stessi, alla ricerca di una causa ultima, fondante, insieme concreta e spirituale.

Nel libro ci sono le risposte che io ho trovato, non sono le migliori o le uniche di sicuro: avanti con le controproposte.

Infine, al termine del libro sono raccolti molti autori non citati in indice, ma degnissimi di citazione: di loro si dicono cose essenziali in breve.

Quanto alle insinuazioni, beh non meritano alcun commento, men che meno una difesa.

a tutti, buon lavoro e buona discussione.

Gianni Nuti

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