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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Insegnare musica per chitarra


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Ospite Bernardo Gui

Solo una precisazione.

 

E se io ti dico che tu butto fuori dal forum a calci nel C**o (absit iniuria verbis) per mancanza di rispetto pensi che possa veramente venir lì a prendere a pedate il tuo fondo schiena?

 

Non è mia consuetudine mancare di rispetto a chicchessia, men che meno con delle puerili offese gratuite. Se rilegge la discussione, capirà che il mio era chiaramente un esempio, e non era mia intenzione l'offendere l'utente Dralig. Il quale - da persona intelligente quale è - credo (spero) abbia capito il significato della mia frase e non si sia risentito.

 

Spero che ora il mio metaforico fondoschiena sia salvo dalla sua metaforica ira funesta.

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ma la scuola media annessa al Conservatorio che Dralig cita esiste ancora?

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Premettendo che non metto in dubbio la competenza e professionalità di nessuno (mi pare ovvio) sia di chi conosco di persona sia di chi non ho mai incontrato,

 

 

penso proprio che chi non ha mai provato a insegnare in una SMIM dovrebbe provarci, chessò, per una settimana.

Ci vuole davvero poco a constatare (e mi permetto di dire anche "a immaginare") quanto sia variegata ed eterogenea l'utenza che si trova in tale scuola. Utenza TALVOLTA profondamente diversa da quella che si può trovare in conservatorio e nelle scuole private. Constatare inoltre di quanto sia differente (persino opposta) la natura dell'impulso motivazionale iniziale rispetto a chi studia in conservatori e scuole private.

 

Per il Maestro Porqueddu che si domanda "cosa centri il sociale"... nelle SMIM si parte proprio da quello.

La scuola dell'obbligo ha innanzitutto l'obbiettivo di inserire positivamente gli individui nella società.

Per quanto riguarda l'indirizzo musicale, a renderli maggiormente consapevoli delle meccaniche riferite all' "evento musicale" a tutto tondo e ad abituarli a una maggiore capacità nel distinguere musica di qualità da quella di scarsa qualità... e ovviamente a stimolare tutti gli effetti benefici connessi allo studio della musica (responsabilità, dedizione allo studio, sviluppo del pensiero critico e razionale, problem solving ecc. ecc. ecc.)

Il tutto nel limite delle capacità di ognuno.

 

Questo NON vuol dire che si debba scadere in "qualità", significa semplicemente che l'aspetto dell'integrazione e del riscatto sociale hanno la priorità su tutto e se ci troviamo davanti dei ragazzi svogliati o disagiati (mi fa piacere che lei Maestro non ne abbia oppure li spedisca a fare altro. Nelle medie devi tenerteli 3 anni volente o nolente) si deve essere disposti a scendere anche a livelli bassissimi al fine di evitare di perderli.

Alcuni diventeranno i nuovi mostri sacri della musica, altri impareranno tre accordi in croce (nonostante i nostri salti mortali per fargli apprezzare musica di più alto livello) ma magari scopriranno nuove cure per il cancro.

 

 

Ripeto: secondo me l'atteggiamento dell'insegnante deve consistere nel desiderio di portare tutti alle vette più alte. Nel caso questo non sia possibile bisogna adattarsi.

D'altronde vediamo i ragazzi 2 ore a settimana, abbiamo un influsso marginale nella loro vita. Tentiamo di migliorarli (musicalmente ma sopratutto intellettualmente) il più possibile ma non è come se ci vivessimo insieme ogni giorno. Non è come se fossero figli nostri.

Si fa quello che si può e meglio che si può, nel rispetto del singolo individuo e della musica. Siamo chiamati a difendere entrambi.

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Le due cose, qualità musicale (per come la intendete) e "riscatto" sociale, sono incompatibili.

In questa contraddizione è riassunto il "dramma" della contemporanea pedagogia musicale, facendo diventare la Musica nella scuola dell'obbligo fonte di scherno, privandola di profondità e dignità cultura di fronte agli altri insegnamenti e più in generale responsabile della degenerazione del fatto musicale in quanto cultura presso "il popolo".

E' evidente (a meno di non ergersi in quanto musicisti a custodi dell'etica e della morale...ma nutro un forte sospetto che sia questo il vostro obbiettivo e non altro) storicamente che ragazzi che si sono "persi" hanno prodotto nella storia di questo secolo musica straordinaria. Parlo di gente ossessionata dal sesso, adoratori di Satana, ragazzi che si drogavano dalla mattina alla mattina e magari sono morti nel proprio vomito più o meno alla stessa età in cui Gesù Cristo è stato messo in croce.

Quindi? Voi non siete insegnanti di sostegno e non avete attivato dei corsi di musicoterapia. Voi siete insegnanti di Musica, non psicoterapeuti della mutua.

 

 

Dalla Prefazione agli Studi facili per chitarra di AG:

 

"Io ritengo invece che il potenziale di molti scolari sia assai superiore a quello che certi autori di volumi didattici sembrano presumere, e con questi studi mi propongo di invitare al lavoro chi voglia seriamente accostarsi al repertorio del Novecento, indicandogli una via che lancia sì alcune sfide, ma che offre anche le relative, e proporzionate, ricompense."

 

dralig

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Per il Maestro Porqueddu che si domanda "cosa centri il sociale"...

La scuola dell'obbligo ha innanzitutto l'obbiettivo di inserire positivamente gli individui nella società.

 

Continuo a domandarmelo perché ho avuto e ho alcuni allievi del corso di chitarra iscritti alle scuole medie (e io stesso sono stato uno scolaro della Scuola Media Inferiore) che quando gli vengono impartite informazioni di matematica, scienze, italiano, storia, geografia sono in grado solo di lamentare un enorme carico di lavoro (a 11-12 anni!) e non sono, invece, in grado (nessuno, fino ad oggi) di esporre che cosa si sta imparando.

Alla faccia dell'inserimento.

 

Ciò che lei sostiene, Luca, non è importante ma fondamentale; la mia domanda scaturisce dal fatto che ciò che lei impone come obbligo è in realtà un'utopia.

E se davvero fosse un obbligo rispettato da tutti gli insegnanti non ci ritroveremo con percentuali di abbandono dell'istruzione del 19% nel solo primo anno delle scuole superiori.

 

e ad abituarli a una maggiore capacità nel distinguere musica di qualità da quella di scarsa qualità.

 

Come?

Io leggo risposte in questo thread e leggo che si vorrebbe insegnare a distinguere la qualità non adoperandola.

Per paura che sia troppo difficile? Ecco, per me questa è una balla.

E' difficile per gli insegnanti. Mai per i bambini. Di questo ne sono certo.

 

mi fa piacere che lei Maestro non ne abbia oppure li spedisca a fare altro. Nelle medie devi tenerteli 3 anni volente o nolente

 

Penso che la cosa più importante sia, a quell'età, dare più possibilità. Non tenerli sulla sedia a tutti i costi; la chitarra è solo un pezzo di legno con delle corde tirate. Fortunatamente, non dobbiamo suonarla per forza.

Le porto la mia, di esperienza.

Ho insegnato anche alle scuole medie tra il 1998 e il 2000 e i ragazzi che frequentavano il corso erano tutti consenzienti. E anche lì, ho avuto modo di indirizzare gli allievi più 'svogliati' verso altri lidi, con la collaborazione dei genitori (che, per inciso, anche oggi, convoco spesso in caso di necessità - supporto per l'allievo - o nel caso debba suggerire di portare il pargolo a fare altro.)

 

si deve essere disposti a scendere anche a livelli bassissimi al fine di evitare di perderli.

 

E' qui che non sono d'accordo. I bassissimi livelli non faranno altro che abbassare il loro concetto e la loro dedizione per lo studio della materia musicale.

L'associazione della materia al banale, superficiale, semplicistico - non semplice - (a quell'età, poi!) è la diretta ed inevitabile conseguenza.

Da recenti mie personali interviste sullo svolgersi dell'ora di chitarra (perché di questo mi interesso) a scuola da diversi allievi iscritti a diverse scuole medie:

"L'ora di musica? Ah, si, mi preparo l'interrogazione di matematica."

"L'ora di musica? Ma mica mette compiti, quello."

"Non sa mai che cosa dirci."

"Non stiamo facendo nulla. Ci sta insegnando gli accordi ma giocano tutti con la PSP."

"Ci fa ascoltare Ligabue in classe e poi ci fa trovare le note sulla tastiera."

Eccetera.

 

Ma mi si faccia il piacere.

Questo sarebbe un metodo per introdurre i ragazzi alla musica?

Non sarebbe meglio, ad un certo punto, accendere uno stereo e fare un'ora di ascolto (per non cacciare a pedate l'insegnante, intendo)?

 

Quando studiavo alle scuole medie (circa 23-24 anni fa) avevo un'insegnante di musica la cui lezione per tre (3!) anni si limitava a cantare Bella Ciao (in 25, per tre voci), canzoni popolari della Valle d'Aosta e via discorrendo.

Che c'è di male? Senta qui.

Circa tre anni fa venni convocato per altri motivi dal preside della stessa scuola e per pura coincidenza prima di salire le scale del secondo piano, verso la presidenza, sentii un coro di voci che cantava dall'aula di musica.

Indovini che cosa cantavano?

 

Ripeto: secondo me l'atteggiamento dell'insegnante deve consistere nel desiderio di portare tutti alle vette più alte. Nel caso questo non sia possibile bisogna adattarsi.

 

Mi sembra egoistico.

Bisogna interpretare che cosa è meglio per l'allievo, non che cosa è meglio per l'insegnante.

Occorre, fin dalle prime lezioni, far capire di che cosa si tratta. Non riempirgli la testa di facilonerie e fargli credere che la musica è questo solo perché non si vuole perdere un allievo.

 

D'altronde vediamo i ragazzi 2 ore a settimana

 

Io un'ora. Ma tête-à-tête: impagabile.

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guardate attentamente questo video.

questi bambini sono diversi dai vostri bambini? o sono diversi i loro insegnanti?

 

Ma sì, accidenti! Si può fare benissimo.

E' che ci vuole un docente che sappia cosa c'è al di là di Jingle Bells.

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Premettendo che non metto in dubbio la competenza e professionalità di nessuno (mi pare ovvio) sia di chi conosco di persona sia di chi non ho mai incontrato,

 

 

fai male

 

 

una domanda!

guardate attentamente questo video.

questi bambini sono diversi dai vostri bambini? o sono diversi i loro insegnanti?

 

 

Questo NON vuol dire che si debba scadere in "qualità", significa semplicemente che l'aspetto dell'integrazione e del riscatto sociale hanno la priorità su tutto e se ci troviamo davanti dei ragazzi svogliati o disagiati (mi fa piacere che lei Maestro non ne abbia oppure li spedisca a fare altro. Nelle medie devi tenerteli 3 anni volente o nolente) si deve essere disposti a scendere anche a livelli bassissimi al fine di evitare di perderli.

 

 

Le due cose, qualità musicale (per come la intendete) e "riscatto" sociale, sono incompatibili.

In questa contraddizione è riassunto il "dramma" della contemporanea pedagogia musicale, facendo diventare la Musica nella scuola dell'obbligo fonte di scherno, privandola di profondità e dignità cultura di fronte agli altri insegnamenti e più in generale responsabile della degenerazione del fatto musicale in quanto cultura presso "il popolo".

E' evidente (a meno di non ergersi in quanto musicisti a custodi dell'etica e della morale...ma nutro un forte sospetto che sia questo il vostro obbiettivo e non altro) storicamente che ragazzi che si sono "persi" hanno prodotto nella storia di questo secolo musica straordinaria. Parlo di gente ossessionata dal sesso, adoratori di Satana, ragazzi che si drogavano dalla mattina alla mattina e magari sono morti nel proprio vomito più o meno alla stessa età in cui Gesù Cristo è stato messo in croce.

Quindi? Voi non siete insegnanti di sostegno e non avete attivato dei corsi di musicoterapia. Voi siete insegnanti di Musica, non psicoterapeuti della mutua.

 

 

Tu mi domandi se gli insegnanti sono diversi?

Certo una collega con la minigonna io proprio non l'ho mai avuta.

E chiedo scusa ma non riuscivo proprio a guardare i bambini e al loro parlare tedesco.

Poi non vedo cosa centra Gesù Cristo.

Parliamo di scuola?

Di religione?

Di Educazione alla musica?

Di strumento musicale?

La confusione per me è totale.

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Ospite Nicola Mazzon

Frequentai una SMIM, all'epoca, i metodi erano quelli che venivano usati in conservatorio e nelle scuole private (in quel periodo era gettonato il Guitar Gradus). In prima una mia compagna ha notato che la sua idea di chitarra non corrispondeva e ha cambiato sezione, lasciando entrare un altro ragazzo, che tutt'ora suona.

Il problema, oltre dei genitori, vabbè, è degli insegnanti che non hanno coraggio di dire ai genitori che il loro figlio renderebbe di più magati in un'altra sezione, magari lasciando il posto a qualcuno che veramente potrebbe "suonare".

E poi...queste "audizioni" per entrare sono ridicole, nella SMIM qui vicino si vedono sempre le solite cose: entra il figlio del primario e scartano magari il ragazzo che già suona da 2 o 3 anni. Porto una testimonianza mia: due anni fa dissi espressamente ad un mio allievo di non presentarsi a quell'audizione, perchè non sarebbe passato, era in condizioni pietose...bene quello è passato perchè il padre (noto dottore di...) con una telefonatina...

Voglio dire questo: è vero quello che dice Luca, in parte, però gran parte della responsabilità si ha nella scelta dei ragazzi e poi nel dialogo con i genitori. Poi...son sempre i soliti discorsi, ognuno la pensa come vuole.

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Propongo una considerazione.

La riforma del conservatorio lo ha trasformato in scuola di livello universitario. Il livello precedente di istruzione musicale estrumentale dovrebbe essere appannaggio del Liceo Musicale, e prima ancora, se non erro, della SMIM che viene così, nell' ottica della riforma, ad essere investita di una responsabilità notevole. A questo punto, se la precedente considerazione è corretta, il ruolo della SMIM è assai diverso, per quanto riguarda l'insegnamento musicale, di quello della scuola media inferiore "normale".

Se si accetta tranquillamente che la SMIM non assolva questo ruolo, o lo assolva solo in rari e fortunati casi, e si accetta che i Licei Musicali, poi, siano la classica scuola dove vanno quelli che non riescono a fare scuole superiori normali - i racconti che mi arrivano vanno tutti in questa direzione- , il livello degli allievi che, preparati da queste scuole, volessero accedere al conservatorio, si preannuncia abbastanza catastrofico. E' vero che, per completare il panorama, sembra che anche i Conservatori stiano rivedendo al ribasso il livello di programmi di studio e di esame del Triennio - nonostante la teorica equiparazione del titolo a quello del vecchio diploma - ma se in futuro arriveranno in conservatorio diciottenni che, dopo allegri corsi preaccademici di chitarra alle medie ed al Liceo, hanno ormai perso anni fondamentali per la loro formazione, anche nei casi migliori il danno pare irreparabile o quasi.

 

La questione del ruolo della musica popolare nella formazione di un musicista colto è questione interessante - sarebbe interessante sentire il parere il proposito di Bartòk, Stravinski, Villa - Lobos- ma, certo, occorre anche capire se esiste un percorso formativo professionale dalla base al titolo di livello superiore, oppure se questa continuità non deve esistere più. Quando vengo chiamato in commissione a valutare i titoli professionali degli aspiranti docenti alla SMIM non manco di fare notare questo aspetto della questione ai dirigenti scolastici che incontro

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Conosco, come penso i miei colleghi, le teorie di Orff, Piazza, Kodaly e ne ho sperimentate delle mie in quanto ho lavorato per anni nelle scuole materne ed elementari facendo propedeutica musicale.

Partendo da queste esperienze ho strutturato la mia didattica, il mio metodo che si rimodula in base a chi ho davanti come persona e poi come allievo.

L’errore in cui purtroppo molti colleghi incorrono è quello di sminuire già all’origine la tipologia di attività didattica nel contesto della scuola media ad indirizzo musicale, dissociandola da quella privata ritenuta a priori di maggiore livello formativo. In realtà si può benissimo seguire l’orientamento delle SMIM, che attribuisce un’importanza determinante all’attività di musica d’insieme, ritenuta “altamente formativa” per i motivi che noi tutti conosciamo, senza per questo pregiudicare la preparazione del singolo allievo come nascente musicista in grado di acquisire gli stessi principi disciplinari, tecnici, teorici, musicali di un allievo privato che studia dallo stesso periodo. Si tratta semmai per gli insegnanti “coscienziosi” di lavorare doppiamente, in quanto impegnati a scegliere, elaborare, arrangiare, adattare, modificare all’occorrenza, altri repertori ( per orchestra e per orchestra di chitarre ), oltre a quelli dei singoli allievi, ovviamente differenziati. Quale è dunque il problema? Semplice. Molti si limitano a svolgere in maniera sufficiente il “programma del saggio” e tralasciano tutto il resto. Ma non siamo tutti uguali. Il docente coscienzioso lavora semplicemente il doppio, perché oltre a questo ha la sua classe, di individualità tutte diverse, ha le sue eccellenze, che guarda caso, dopo le medie continueranno a suonare e si diplomeranno pure. E questo nel mio caso avviene da vent’anni.

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