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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Chi era Frate Cassio da Velletri?


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Per questo motivo ho chiesto al maestro Sacchetti di cercare negli archivi ecclesiastici di Roma. Io, di Poggio Mirteto, del fatto che Fra' Cassio si chiamasse Gentili, che nel 1937 fosse vivo, non ho alcuna certezza, anzi non so proprio nulla. Come tu ben sai, in campo musicologico, se si afferma qualcosa, bisogna essere pronti alla fatidica e salutare domanda: quali sono le tue fonti? Per localizzare l'attività di Fra' Cassio a Roma, una fonte io ce l'avevo. E solo per quello.

 

 

 

 

E'strano che il Prat indichi il frate come organista e che il Dizionario del '37 non ne faccia cenno. "Pour çe que nous concerne", non cita a sua volta le sue fonti (ma Federico Chabod ci insegnava che anche la tradizione orale costituisce fonte).

Nel merito, sono propenso a credere al Dizionario di Terzi-Vio-Raspelli in quanto edito da "La Chitarra", e cioè dal medesimo editore che ha fatto scrivere egli aver prodotto "numerose composizioni di buona fattura!", dopo aver specificato "dimorante a Poggio Mirteto (Rieti)". Dedurre il resto (con qualche certezza ed alcune incertezze) è conseguenziale. Di "organista" non si parla, eppure credo che gli autori senz'altro avranno consultato il precedente volumetto di Prat.

Il sogno di Lisanella (bel titolo per un pezzo) è poi riaffermato quando Terzi scrive che il suo "Reminiscenze", pubblicato da "Il Plettro", presenta "particolari pregi".

Perché, poi, nel Dizionario del '37, i due nomi contigui sono asteriscati?

Domando ad Angelo ed a chi viene preso da questa filologia chitarristica: mai sentito nominare un certo Stefano Severino De Regibus?

 

 

 

 

P.S.= non so se valga la pena di aprire un altro thread, al fine di non frastornare il povero Giulio Tampalini che, in questo ragionare tra maturi appassionati, abbiamo non volutamente messo da parte.

Forse no.perché magari il tutto è gradito anche a lui.

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E'strano che il Prat indichi il frate come organista e che il Dizionario del '37 non ne faccia cenno. "Pour çe que nous concerne", non cita a sua volta le sue fonti (ma Federico Chabod ci insegnava che anche la tradizione orale costituisce fonte).

Nel merito, sono propenso a credere al Dizionario di Terzi-Vio-Raspelli in quanto edito da "La Chitarra", e cioè dal medesimo editore che ha fatto scrivere egli aver prodotto "numerose composizioni di buona fattura!", dopo aver specificato "dimorante a Poggio Mirteto (Rieti)". Dedurre il resto (con qualche certezza ed alcune incertezze) è conseguenziale. Di "organista" non si parla, eppure credo che gli autori senz'altro avranno consultato il precedente volumetto di Prat.

Il sogno di Lisanella (bel titolo per un pezzo) è poi riaffermato quando Terzi scrive che il suo "Reminiscenze", pubblicato da "Il Plettro", presenta "particolari pregi".

Perché, poi, nel Dizionario del '37, i due nomi contigui sono asteriscati?

 

 

Il significato dell'asterisco posto accanto al nome dei due Gentili (così come ad altri nomi) è spiegato nella nota che segue l'introduzione. Essa recita: "L'asterisco posposto ad alcuni nomi sta ad indicare l'incompletezza dei relativi testi biografici per non esserci stati trasmessi i dati richiesti". Il che significa: "Non sappiamo nulla di loro, salvo il fatto che hanno scritto e pubblicato musiche per chitarra". Ci sarebbe voluto poco - ottenendo l'indirizzo preciso degli interessati dal loro editore - a chiamarli al telefono o a inviare a casa loro un incaricato (l'Italia chitarristica di allora era una specie di confraternita, i chitarristi si incontravano come gli anarchici o i cultori dell'esperanto,e corrispondevano scambiandosi informazioni) a scuoterli dalla loro indifferenza (sempre che la richiesta dei dati fosse loro pervenuta). I compilatori del Dizionario del 1937 erano - lo dico affettuosamente - degli ingenui sprovveduti, e lo dimostra il fatto che non furono capaci di capire, leggendo la musica del Frate Cassio e della Gentili, che i due non suonavano affatto la chitarra. Specialmente lei, la Lisanella, componeva per chitarra adoperando, come sostegno, il pianoforte. Molto meno ingenuo, e pur dalla lontana Buenos Aires, il Prat riuscì ad appurare qualcosa di più credibile e di più circostanziato. Ed è per questo che ho chiesto a Sacchetti di fare delle ricerche a partire da quel che scrive il Prat, piuttosto che dal Dizionario di Terzi-Vio-Raspelli. Poggio Mirteto non è comunque in Afghanistan, qualche laureando in chitarra al conservatorio sarà prima o poi capace di andare in municipio e in parrocchia a compulsare le carte - piuttosto che scrivere la millesima tesi su Castelnuovo-Tedesco, no?

 

dralig

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D'accordo pressoché su tutto, ed ecco perché penso che i due nomi non dovevano essere asteristcati. Credo che accanto all'ingenuità degli autori sia intervenuta la pigrizia (oltre al malfunzionante telefono di allora si poteva ricorrere anche alle Regie Poste).

Per istinto, non sarei però tanto sicuro dell'attendibilità del Prat, che usava avvalersi di qualche tarregata da consegnare a suo nome alla Ricordi di Buenos Aires (es. la "Serenata morisca" per due chitarre che lui diede alles tampe in parti staccate anziché in partitura). Comunque, "de minimis non curat praetor".

Nel mio primo intervento (risposta a Silva) già avanzavo cripticamente qualcosa che hai esplicitato.

Se penso che nel Dizionario del '68 abbiamo inserito Sandro Lopopolo e Valeria Ciangottini mi viene un brivido,

pur volendo significare un costume di allora. E che dire di M. Giuliani, fatto morire nel 1840 a Vienna secondo i dettami di Pujol? Ed Emilia, che faceva concerti ancor prima di essere nata? E taluni pezzi di M.Giuliani, in cui la M. probabilmente si riferival figlio Michele? Come in Storia e Filologia, il testo ultimo dovrebbe aver ragione e pertanto se qualche giovane facesse la spola tra Velletri, Poggio Mirteto e Rieti, a costo di terminare l'indagine con qualche chiletto in più, sarebbe il benvenuto, dopo la montagnaq di copia e incolla prodotta dai biennalisti dei Conservatori (chiamamioli ancora così).

La notizia che L'Ecrivain abitasse a palazzo Barberini, , visto il momento storico, è alquanto singolare, ma se Ciurlo così diceva (fonte orale) avrà avuto un fondamento.

Avevo chiesto di Stefano Severino de (o De) Regibus perché tanti anni fa trovai (forse su un carrettino) una pubblicazione consistente in un pezzo di costui, di estrema semplicità e banalità. La pagina intterna di sinistra è in mi minore e titolata "Si?" mentre la parte di destra porta il titolo "Si!" ed è tutta un programma, essendo stesa in mi maggiore. Tra le migliaia di spartiti che ho archiviato, non lo ritroverei prontamente, ma ne ricordo il frontespizio rosa seppia ornato da tralci ed amorini; nulla mi sovviene dell'editore. Primo a poi lo cercherò assieme a qualcuno perché, se è in basso ,la mia schiena comincerebbe a fare i capricci.

Ecco perché ha fatto quella domanda, anche se dovrei dire addirittura "de infimis non curat praetor!".Almeno musicalmente.

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Mi sembra di essere in un libro di vite vissute.

Penso che le tradizioni orali siano molto forti,e raccontano aneddoti che altrimenti non si conoscono. Io mi sono informato su Luigi L'Ecrivain (che non conoscevo)e lo stesso su Fra Cassio e nel mio piccolissimo ,non riesco ad aggiungere nulla di nuovo(purtorppo),ma di sicuro ho conosciuto nuovi chitarristi-compositori,ho visto la Mazurka di Fra Cassio, Sogno di L'Ecrivain.

E continuerò a cercare le musiche,per conoscerli meglio,sapete di altre musiche di questi autori?

Raffaele i.

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Mi sembra di essere in un libro di vite vissute.

Raffaele.

 

 

 

Beh, in fondo è così.

Spero però che non siano soltanto i "diversamente giovani" (e, gratta gratta, Dralig e Graf lo sono quando si appassionano ad un fruttuoso passato lontano ) a coltivare interessi apparentemente futili e di poco conto, ma---

Non avrei mai pensato di dedicarmi a questo titpo di ricerca e, preso il mio tempo, penso che qualcosa scoverò ( o scoveremo?).

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Mi sembra di essere in un libro di vite vissute.

Raffaele.

 

 

 

Beh, in fondo è così.

Spero però che non siano soltanto i "diversamente giovani" (e, gratta gratta, Dralig e Graf lo sono quando si appassionano ad un fruttuoso passato lontano ) a coltivare interessi apparentemente futili e di poco conto, ma---

Non avrei mai pensato di dedicarmi a questo titpo di ricerca e, preso il mio tempo, penso che qualcosa scoverò ( o scoveremo?).

 

Io ci provavo anni fa a ricercare musiche nella biblioteca del conservatorio di Napoli,il solo entrarci ci voleva il permesso del Presidente della Repubblica, e quando riuscivi ad entrare il direttore della biblioteca ti fissava e non ti mollava più,ma il problema era che il poco tempo,che avevo, quando ero li in biblioteca, ne rimanevo soggiogato e affascinato ,e incantandomi ,non riuscivo più a pensare che avevo un lavoro per sostenermi e lo stavo perdendo quel posto di lavoro,e per questo dovetti abbandonare. Perciò quando vedo Musicisti come Gilardino, Carfagna, Bonaguri e alcuni altri, rimango incollato al forum (o alle riviste)e non lo mollo più,quando argomantano con tali perizie finissime,questi argomenti che altrimenti non conoscerei mai. Come tutti Voi del forum, sto dedicando la vita alla chitarra e mi interessa(forse sbaglio, non lo so,ma voglio cosi),solo quello che accade attorno a questo strumento,storia, aneddoti,musiche.

Di Fra cassio ho letto , quello che tutti hanno letto su google,ma le cose dite Voi, sono informazioni in più .Io vi voglio ringraziare e scusarmi se non mi dedico in prima persona alle ricerche.

Raffaele i.

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  • 7 mesi dopo...

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Salve! Scusatemi se mi intrufolo in questo dotto consesso, essendomi iscritto al vostro forum per un unico motivo. La mia cultura musicale è pari a zero, tranne la sola fruizione auricolare. Tuttavia scrivo da Velletri, e sono un ricercatore di cose patrie. Ho già letto quanto scritto da voi, oltre all'articolo su Seicorde del 2008. Da noi si scatena periodicamente una gara a chi inventa la balla più grossa sul nostro presunto frate. Ma ricordo benissimo un articolo apparso su Il Messaggero di quasi vent'anni fa, che così titolava: "E' morto Fra' Cassio da Velletri". Non si faceva alcun cenno all'attività musicale del personaggio, perciò credo che l'interesse del redattore si fondasse esclusivamente sulla scomparsa di questa figura resa celebre (al di fuori delle vostre discussioni di addetti ai lavori) dalla battuta di Gassman nel Brancaleone alle Crociate. E' morto in Vaticano - spiegava l'articolo - questo sacerdote ultranovantenne (e con l'età ci siamo) di origine ungherese. E qui, come trova posto Poggio Mirteto? Era detto "da Velletri" perché durante la guerra portava acqua agli abitanti dei Castelli romani. Ma quale guerra? Non la seconda - che coinvolse tante città come pure la zona dei Castelli- ma nessuno lo ricorda, e per di più il suo nome o pseudonimo era già noto. Ma neanche la prima, che non coinvolse affatto la nostra città. D'altro canto, quel cognome Gentili da voi citato non è raro da noi. Bene: frate o no, velletrano o no, mi sto affezionando ai suoi spartiti, e vi chiedo: ne avete? Ho catturato la Mazurka su Seicorde, e il Preludio in Do minore su Il Plettro del 1934. Ma Vizzari negli anni '30 pubblicò anche Solitudine, Valzer da concerto, Piccola elegia, Tempo di Mazurka, e Tre Coserelle. Potete aiutarmi? Magari, contattandomi a erre.zac@tin.it evitando di farmi impiccare su macchinosi download dai quali esco sempre col pc impallato ...(altra mia cultura pari a zero ...!). Sperando di non essere scaraventato tra i fuori tema, come da regolamento che diligentemente ho letto, vi ringrazio e vi saluto. Roberto Zaccagnini - Velletri.

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Mi scuso per l'autocitazione, ma nel mio ultimo cd "Nostalgia" (2012), reperibile presso Sinfonica e dedicato ad opere per chitarra degli anni 1930-1960 (circa), ho registrato anche alcune pagine di Fra Cassio, tra le quali le citate Tre Coserelle.

 

Mi sembrano tutti pezzi notevoli, nei quali il gusto un po' salottiero (tranne per l'austero Preludio in do minore), gusto comune a tante pagine e paginette per chitarra dell'epoca, non riesce a celare la qualità finissima della musica, qualità invece assolutamente non comune in quel tipo di repertorio italiano che costituiva spesso l'inserto musicale della rivista "La chitarra" - immagino anche di altre pubblicazioni, ma su La Chitarra vado sul sicuro perché forse ne possiedo la raccolta completa.

 

Le partiture di Fra Cassio mi sono state fornite da Marco Bazzotti, che è anche produttore del cd - collegato alla ripubblicazione di parti della rivista La Chitarra, recentemente avvenuta per Sinfonica a cura di Bazzotti e Vincenzo Pocci.

 

Bazzotti potrebbe avere in animo di ripubblicare queste musiche - spero di sì, ne varrebbe la pena.

Non mi sento però autorizzato a diffonderle senza la sua autorizzazione.

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La puntata del21 dicembre scorso della trasmissione radiofonica "Frammenti" era in parte dedicata al cd "Nostalgia".

 

Nel podcast della trasmissione qui sotto linkato è possibile ascoltare (verso il minuto 20) il bel Valzer di Fra Cassio da Velletri, tratto dal cd.

Salvo errori dovrebbe essere la prima registrazione asoluta del pezzo.

 

 

http://radioframmenti.blogspot.it/2013/01/mr-guitar-e-nostalgia-1932-1962-due-cd.html

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Grazie infinite! Magari tutti si autocitassero in codesto modo.

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