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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Musica "sgrammaticata"?


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forse ti sei perso il perchè del post iniziale. Giochi proibiti e le paturnie c'entrano poco. Comunque nessuno è obbligato ad assistere ai concerti o a comprare spartiti e cd, soprattutto se hanno un programma non in linea con le nostre aspettative. Semplicemente ribadisco che amare un repertorio non significa necessariamente denigrarne un altro, lasciamo al pubblico la scelta se restare in sala o uscire, e soprattutto siamo coerenti e credibili noi con le nostre scelte artistiche senza pensare che il mondo intero debba condividerle

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La coscienza del proprio limite è il superamento di tutti i limiti.

Dopo, niente ci può impedire di essere migliori.

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No limits world......dicevano così un paio di miei amici con cui facevo free climbing da ragazzo. Io ora ci sono ancora :D Ma essere migliori Cristiano non ci fa necessariamente essere "i migliori", ognuno ha il suo modo di esserlo

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Queste domande sottendono un punto fondamentale che è quello che maggiormente mi sta a cuore.

CHI stabilisce il valore musicale o l'essenza sgrammaticata di una composizione?

CHI stabilisce i filtri valutativi?

CHI stabilisce che cosa deve o non deve suonare e registrare il suddetto "interprete di fama internazionale"?

CHI??????

 

I critici?

I compositori che pensano di essere migliori di qualcunaltro e quindi si sentono in dovere di far rimarcare la loro superiorità?

Quelli che hanno capito cos'è veramente l'ARTE?

 

"Chi?"... "Chi?"...

Nessuno? Lasciamo le cose allo stato brado senza regole e senza confini?

Tutti? Cambierebbe poco dal caso precedente, se non che gli interpreti e i compositori - alcuni, almeno - si sentirebbero ancor più che adesso alla mercé di un'entità astratta e idealizzata nota a tutti come "il pubblico"...

E' una domanda un po' troppo retorica, ma non impossibile, a patto che si sia d'accordo sull'autorevolezza di chi esprime dei giudizi, autorevolezza che talvolta può generare indifferenza, talaltra può dar vita a discussioni di pagine e pagine sui forum di settore.

 

I critici, in questo caso, hanno ben poco da fare, visto che - parlo per esperienza - quando si permettono di esprimere un parere un po' meno che encomiastico vengono screditati, tacciati di incompetenza e fatti oggetto di richieste ostracistiche nei confronti del loro direttore.

 

I compositori che parlino di composizione... mah, sarebbe tanto ovvio da essere innaturale, almeno nel mondo della chitarra e della composizione ad essa legata (ma, a quanto vedo, nel pianoforte non si naviga in acque tanto migliori... c'è un'orda spaventosa di "Reverie" raccapriccianti tra i neo-compositori neo-melodici neo-tonali neo-improvvisati...), pertanto anche i compositori - personaggi che, più di tanti altri, padroneggiano la materia musicale e pertanto più idonei ad esprimere un parere autorevole - rischiano di vedersi tacciare d'invidia quando non di alterigia.

 

Perchè sentendo parlare di filtri di valore e di giudizio su cosa si dovrebbe o meno fare per non essere posti alla gogna del giudizio (di chi poi? mah...) mi viene da pensare a una cosa molto brutta che si chiama CENSURA.

O, in una certa forma, razzismo.

 

[...]

 

Accusare poi qualcuno di suonare una cosa piuttosto che un'altra per mero senso del lucro mi pare altresì offensivo.

Non viene in mente a nessuno che uno suona quel che gli pare?

E' un concetto troppo semplice?

Troppo lineare?

 

La gogna del giudizio è inevitabile nel momento in cui si esce allo scoperto. Ogni editore prenderà i propri provvedimenti per evitare che sul proprio lavoro fiocchino più pomodori marci che petali di rose. Io non la definirei censura, quanto, piuttosto, selezione all'ingresso. Sappiamo bene quanto ce ne sia bisogno...

Detto questo, è sacrosanto che ognuno suoni ciò che gli pare, ma tirare la pietra e nascondere la mano non è segno di grande maturità, a mio avviso: ognuno suoni - o scriva - ciò che preferisce, ma non vada a piangere dalla mamma se qualcun altro, nella sua altrettanto piena libertà, gli dirà che sta suonando - o scrivendo - "musicaccia". Chiedere spiegazioni su un giudizio negativo è più che legittimo, mentre screditare chi lo ha emesso è piuttosto meschino.

 

EB

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essere migliori Cristiano non ci fa necessariamente essere "i migliori", ognuno ha il suo modo di esserlo

 

Cercare di essere "i migliori" è un gioco che sta bene nelle scolaresche delle elementari, poi si cresce e si capisce che sarebbe tempo sprecato.

Cercare, invece, di essere ogni giorno migliori di noi stessi, di crescere, di migliorarci in ogni aspetto della nostra vita, questo sì che è tempo ben speso. Bisogna, però, essere preparati ad affrontarne le conseguenze: è una cammino impervio da percorrere quasi sempre in completa solitudine, e spesso porta ad essere incompresi o addirittura derisi dagli altri.

E alla fine si ritorna a quanto hai sempre sostenuto: ciò che realmente da valore a un percorso è la coerenza che sta alla base. Che questo valore sia solo umano o si traduca anche in qualcosa di diverso (arte, sport, agricoltura, costruzioni edilizie...) è, alla fine, quasi irrilevante: la sua accettazione da parte di terzi sarà solo una conferma in più... ma ce n'è realmente bisogno?

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[...]

Comunque nessuno è obbligato ad assistere ai concerti o a comprare spartiti e cd, soprattutto se hanno un programma non in linea con le nostre aspettative. Semplicemente ribadisco che amare un repertorio non significa necessariamente denigrarne un altro, lasciamo al pubblico la scelta se restare in sala o uscire, e soprattutto siamo coerenti e credibili noi con le nostre scelte artistiche senza pensare che il mondo intero debba condividerle

 

 

Condivido questo pensiero Giorgio e più volte - anche su questo Forum - ho rivendicato la possibilità di decidere e di poter discriminare ciò che considero bello da ciò che non lo è in maniera autonoma e senza condizionamenti esterni.

 

Non credo però di passare per eretico se sostengo che vi sia una diversità sostanziale fra il Nocturnal di Britten (ad esempio) rispetto ad alcune nuove composizioni moderne. Credo che siano due cose differenti. Completamente differenti.

 

In questa partita non entrano in gioco meriti individuali, tonalità o atonalità o la "purezza d'animo e di spirito" del compositore; qui siamo di fronte ad un dato oggettivo che dovrebbe essere anche obiettivo.

 

Quando decido di acquistare un cd di musica classica o più nello specifico di chitarra, uno dei miei criteri selettivi, è proprio la tracklist proposta.

Se compro il cd di Signorile (e l'ho fatto) contenente le sue musiche, sono pienamente consapevole di quello che sto facendo e di quello che andrò ad ascoltare; se acquisto la serie di cd degli Studi di Virtuosità e di Trascendenza di Gilardino (e l'ho fatto) - anche in questo caso - sono pienamente consapevole di quello che sto facendo e di quello che andrò ad ascoltare. Mantengo però le due cose separate nel pieno rispetto delle caratteristiche e delle specificità dei due soggetti.

 

Se però mi trovo di fronte ad un cd in cui nella tracklist trovo dal Libertango di Piazzolla alla Cumparsita passando magari per la mazurka-choro di Villa Lobos per terminare brillantemente proprio con il Nocturnal, allora, scusami, qualche sospetto legato al profitto ed alla visibilità mi viene.

 

Taltomar

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Premetto che laddove può esser logico ricevere "critiche" nel momento in cui si esce allo scoperto è altresì lecito e non meschino, Ermanno, "criticare" anche chi le emette in quanto, anche chi le emette, emettendole, "esce allo scoperto".

Detto ciò, continuo a ribadire il concetto che più mi sta a cuore e in cui più credo: le forme di espressione umana (tra cui compare anche la musica) dovrebbero comunque generare uno spirito "positivo".

Che non sto vedendo.

E, per favore, risparmiatemi l'ennesimo "volemose bbene".

Non è ne per buonismo ne per supina accettazione di tutto, che dico quel che ho detto.

Lo spirito "positivo" è un terreno di condivisione, ascolto, accettazione delle diverse sfumature che le diverse sfumature di ciascuno di noi producono.

Poi, ovviamente, in cuor suo, ciascuno sarà libero di avere un suo gusto, di seguire una strada, e di non seguirne altre.

Ma, tendenzialmente, a me piace vedere che intorno a me ci sono altri esseri umani che hanno le loro modalità di espressione.

Seppur molto distanti dalla mia.

Mi piace parlare, condividere pensieri con questi altri esseri umani.

Se fare "arte" (termine impegnativo) vuol dire farsi la guerra, allora, per me, perde senso.

E, ripeto, in tutte queste discussioni vedo solo attacchi e velato disprezzo anzichè considerazioni su ciò che ciascuno porta.

Sentirsi paladini del "giusto", del "bello", dell' "assoluto", secondo me, è velleitario.

La guerra esiste già in giro per il mondo e mai smetterà.

Che almeno tra chi si dedica a ciò che ci dedichiamo noi quel sentimento non esista!

Se no sarà difficile essere "migliori" (altro termine impegnativissimo)

Questa è la mia speranza.

O comunque il mio credo.

 

Giorgio

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Premetto che laddove può esser logico ricevere "critiche" nel momento in cui si esce allo scoperto è altresì lecito e non meschino, Ermanno, "criticare" anche chi le emette in quanto, anche chi le emette, emettendole, "esce allo scoperto".

 

Sono d'accordo su tutto, in particolare sulla critica alle critiche. Non trovo meschino criticare il critico, trovo meschino screditarlo.

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Queste domande sottendono un punto fondamentale che è quello che maggiormente mi sta a cuore.

CHI stabilisce il valore musicale o l'essenza sgrammaticata di una composizione?

CHI stabilisce i filtri valutativi?

CHI stabilisce che cosa deve o non deve suonare e registrare il suddetto "interprete di fama internazionale"?

CHI??????

 

I critici?

I compositori che pensano di essere migliori di qualcunaltro e quindi si sentono in dovere di far rimarcare la loro superiorità?

Quelli che hanno capito cos'è veramente l'ARTE?

 

Indubbiamente leggo male, ma in questo io ci leggo: "cosa vuoi mai che ne capiscano i critici? I loro giudizi non sono certo così autorevoli da definire realmente il valore di un lavoro..."

Idem per i compositori, in cui si rimarca la presunzione di superiorità, altrimenti detta spocchia.

Al di là di questo, il mio discorso è, in realtà. molto più generale. Come dicevo, parlo per esperienza: quando ho scritto parole non entusiastiche su un'uscita discografica che reputavo mediocre mi sono visto recapitare lettere atroci.

 

EB

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