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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Perplessità nei confronti della produzione di Stockhausen


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perfetto, Fabio hai ragione, la musica è di per se comunicazione. Ma ora forse porterò con questo mio ragionamento la discussione su un altro binario, ma è strettamente legato a quello che hai affermato. Vengo dall'ascolto di Mantra, ed è evidentemente devastante come opera, ora vi sottopongo una mia riflessione, una diciamo anche perplessità nei confronti della produzione di Stockhausen: se l'arte, di qualunque tipo essa sia (figurativa, sonora ecc.), è espressione della personalità dell'artista, se non dei suoi sentimenti e delle sue sensazioni, o che comunque è innegabile che l'opera d'arte sia comunque intrisa del soggetto che l'ha pensata, plasmata nel pensiero e costruita con il proprio artigianato. Io, alla luce di queste mie credo legittime domande, vorrei comprendere cosa Stockhausen ha voluto dirmi in questo pezzo, o cosa ha voluto si manifestasse, quale sua sensazione o emozione o parte di se ha voluto condividere con me, con te, con chiunque ascolti "Mantra" (dico mantra, ma potrei dire tutto il serialismo integrale..)? Sarei davvero felice che mi si aprissero gli occhi, perchè perdonatemi, non comprendo le intenzioni dell'opera.

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Ma... lo hai ascoltato integralmente?

Io mi ero fatto prestare la storica versione di Alfons e Aloys Kontarsky, e devo dire che arrivato a un certo punto non ce l'ho più fatta.

 

Cosa avesse voluto esprimere, non lo so.

 

Non buttare via Stockhausen, sapeva il fatto suo.

 

Inquietante è invece certa musica "astratta" sviluppatasi in Italia a partire dal secondo dopoguerra.

Quella sì che è... boh?

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A te cosa ha detto, Fabio?

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Grrrrr...

 

Ti piace Mantra?

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ti dirò di più, ascoltato con la partitura davanti...insieme alla mia classe di composizione...da impazzire, davvero al 40' stavo per cedere e chiedere di assentarmi dall'aula (:lol:)...Fabio, non aggirare le questioni. Se vuoi rispondere fallo, ma alle mie domande.

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Io faccio quelle cose con il Messiah di Handel e le Sinfonie di Beethoven, fondamentali per crescere musicalmente.

 

Mantra, per quanto interessante e tutto il resto, può avere una funzione simile in una classe di composizione?

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ti dirò di più, ascoltato con la partitura davanti...insieme alla mia classe di composizione...da impazzire, davvero al 40' stavo per cedere e chiedere di assentarmi dall'aula (:lol:)...Fabio, non aggirare le questioni. Se vuoi rispondere fallo, ma alle mie domande.

 

scusa ciccio

ma davvero non ho capito la domanda

nel senso...se non ti trasmette niente non fa niente, non sarò di certo io ad illuminarti, sai bene che l'esperienza musicale è un'esperienza intima esperienza a cui anche la musica di Stockhausen non si sottrae...non posso quindi renderne conto qui...ma credo che nessuno sia in grado di esprimere a parole il percorso e le emozioni di un incontro con un compositore...ma probabilmente non mi chiedevi questo...

l'unica cosa che mi sento di dirti, se hai queste difficoltà, è di essere un poco umile, soprattutto nei confronti dei Maestri e cercare di capire che probabilmente sei tu a non avere gli strumenti per comprendere certa musica (nulla di grave voglio dire, non si muore per questo), quindi per eleborare sintonie ed emozioni, e che sei li, in conservatorio, proprio per imparare a farlo.... infatti hai già gli strumenti ricettivi sviluppati e consolidati per la musica antica, ma non per quella del secondo novecento...quindiper ora lasciati affascinare da quei suoni, poi il tempo darà i suoi frutti, gli strumenti saranno assimilati e comincerai a capire come il solo lavoro sul timbro puo essere fonte di emozione, e se tutto funziona per il verso giusto avrai anche chiara la distinzione tra la poesia e chi fa il furbetto...

e se non subisci questo fascino, hai già chiara l'idea di cosa sia musica e cosa no, e non sei disposto a farlo proprio nella sede di un conservatorio...non so...chiedi l'esonero...cambia insegnante...tutto qui...

 

In qualche modo hai avvicinato quello che volevo chiederti. Io non ho alcuna difficoltà ad ascoltare quel tipo di musica, non mi da fastidio "all'orecchio" (le prime volte è un tormento, ma è per tutti così credo), ma al contrario di Schoenberg, o Berg, o La Vista (anch'egli ha svolto un lavoro sul timbro e sugli armonici, nel suo quartetto d'archi "reflecos de la Noce" se non ricordo male), non mi "parla" (passami il termine), cioè sento un puro ammasso di suoni che non hanno tra loro un nesso significativo, e per significativo intendo un qualcosa che desti dentro di me, o dentro chi ascolta un moto, qualsiasi esso sia: affettivo, emotivo...insomma dei suoni che siano evocativi: la musica è un'arte evocativa, e con questo fatto bisogna farci i conti. Possiamo affermare quasi avendo la certezza di non sbagliare che la quinta di Beethoven è senza dubbio riflesso della sua condizione esistenziale: per me (senza con questo ergermi a giudice della sua grandezza, si intende) Beethoven ha centrato il bersaglio, cioè ha sfruttato la sua arte a dovere, come meglio sapeva e poteva sfruttarla per far uscire quello che dentro aveva. Possiamo dire lo stesso di Stockhausen? Ha centrato il bersaglio?

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ti dirò di più, ascoltato con la partitura davanti...insieme alla mia classe di composizione...da impazzire, davvero al 40' stavo per cedere e chiedere di assentarmi dall'aula (:lol:)...Fabio, non aggirare le questioni. Se vuoi rispondere fallo, ma alle mie domande.

 

scusa ciccio

ma davvero non ho capito la domanda

nel senso...se non ti trasmette niente non fa niente, non sarò di certo io ad illuminarti, sai bene che l'esperienza musicale è un'esperienza intima esperienza a cui anche la musica di Stockhausen non si sottrae...non posso quindi renderne conto qui...ma credo che nessuno sia in grado di esprimere a parole il percorso e le emozioni di un incontro con un compositore...ma probabilmente non mi chiedevi questo...

l'unica cosa che mi sento di dirti, se hai queste difficoltà, è di essere un poco umile, soprattutto nei confronti dei Maestri e cercare di capire che probabilmente sei tu a non avere gli strumenti per comprendere certa musica (nulla di grave voglio dire, non si muore per questo), quindi per eleborare sintonie ed emozioni, e che sei li, in conservatorio, proprio per imparare a farlo.... infatti hai già gli strumenti ricettivi sviluppati e consolidati per la musica antica, ma non per quella del secondo novecento...quindiper ora lasciati affascinare da quei suoni, poi il tempo darà i suoi frutti, gli strumenti saranno assimilati e comincerai a capire come il solo lavoro sul timbro puo essere fonte di emozione, e se tutto funziona per il verso giusto avrai anche chiara la distinzione tra la poesia e chi fa il furbetto...

 

Guarda, non è mancanza di mezzi per capire certa musica, ma sono gusti.

Conosco insegnanti di composizione diplomati che mai ascolterebbero Stockhausen.

Al contrario, compositori impegnati in certa musica, danno i bassi d'esame sbagliati...

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Grazie Cristiano per aver creato un topic. Non mi convince la musica seriale integrale, per un semplice fatto: io ho tirato in ballo la condizione esistenziale di Beethoven per far capire che il Maestro ha saputo sfruttare la sua arte per rendere manifesto e più imponente il suo sentire; non ritrovo la stessa "direzionalità" nell'opera in Stockhausen (ma anche in Webern e Boulez e in tanti autori contemporanei). Si è avuta la presunzione in quegli anni che tutto quello che era stato fatto fino ad allora, fosse da archiviare, che la metrica non fosse necessaria. In quella musica l'orecchio non riposa un attimo su di un suono, non lo gusta, è un susseguirsi di gruppi irregolari sparuti qua e la che non danno un senso ritmico (cosa fondamentale nella musica). Poi con una distanza Do1 Do7 dato nell'arco di una battuta, rende il tutto non chiaro. Questo è quello che penso, dopo ascolto con la partitura davanti (affatto facile da seguire...).

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Boulez ha rivoluzionato a suo modo la musica, lo riconosco, ma non mi dice nulla, e mi pento di aver speso i soldi per comprare Pli Selon Pli. Avrei potuto pagarmi birra e pizza e forse le sigarette.

 

Webern è un grandissimo.

Avrai notato che i brani "sperimentali" (per l'epoca, s'intende) sono brevissimi: ecco, ha davvero trovato il modo per rendere ascoltabili al meglio queste pagine.

Poi, uno che scrive un brano come la Passacaglia op.1 quando è ancora studente, entra nella storia della musica di diritto.

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