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Il pensiero musicale - Arnold Schönberg


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Volevo segnalare ai compositori, interpreti, un testo appena pubblicato, decisamente interessante..

 

Arnold Schönberg

Il Pensiero musicale

 

A cura di Francesco Finocchiaro Casa Editrice Astrolabio - Ubaldini Editore, Roma 2011

 

La pubblicazione dell'opera-cardine della teoria della forma schönberghiana, il trattato "Il pensiero musicale, e la logica, tecnica e arte della sua presentazione", permette di guardare in modo nuovo al pensiero del suo autore.

Il libro, qui presentato in edizione bilingue con riproduzioni facsimile del taccuino di Schönberg, raccoglie il materiale preparatorio per quello che può dirsi indubbiamente il tentativo più ambizioso di sistemazione teorica dell'argomento. Il trattato non voleva essere solo un manuale di composizione, tutt'altro.

In "Der musikalische Gedanke" la riflessione sulla forma assume infatti lo statuto di una metateoria avente per fondamento poderose macchine concettuali, come la logica musicale o la teoria del nesso, le quali costituiscono per Schönberg, per così dire, le forme a priori del comporre.

 

 

Prefazione

di Maurizio Giani

(estratto)

 

"Il volume che presentiamo è uno dei frutti del Programma di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN 2006/08) - promosso e finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica - condotto da un gruppo di studiosi afferenti alle Università di Perugia, Ravenna e Bologna, sotto il titolo "Nuove Fonti dell'Estetica Musicale". Obiettivo della ricerca era il rinnovamento dei metodi e delle prospettive della disciplina, attraverso l'apporto di nuovi documenti sinora trascurati dalla musicologia sistematica. Mentre altri contributi realizzati in seno al programma hanno valorizzato soprattutto fonti di natura mitologica, iconografica, letteraria, scientifica, il testo qui proposto appare nella sostanza più "tradizionale": esso rientra infatti nell'alveo della grande trattatistica europea sulla musica considerata in prospettiva teorico-filosofica, benchè presenti degli aspetti del tutto peculiari, che gli conferiscono per molti versi una collocazione eccentrica tra le fonti dell'estetica musicale.

 

A partire dagli anni Venti del secolo scorso Arnold Schönberg si dedicò a più riprese a un vasto progetto sistematico, il più ambizioso dopo l'uscita del suo capolavoro teorico, la Harmonielehere (1911). Lo scopo: una capillare indagine sulle leggi della composizione musicale, sull'idea stessa di pensiero musicale e sui modi della sua presentazione. Il progetto procedette in modo discontinuo: tra il 1923 e il 19234 presero forma undici brevi testi, di ampiezza variabile tra una e undici pagine; poi, a due riprese, nel giugno-agosto 1934 e nel settembre-ottobre 1936, in uno slancio di energia creativa Schönberg mise insieme un ben più cospicuo complesso di dattiloscritti, schede manoscritte e appunti, dell'estensione di circa duecento pagine. Si trattava dell'abbozzo preliminare, rimasto incompiuto, di Der musikalische Gedanke und die Logik, Technik und Kunst seiner Darstellung. Sebbene frammentario, questo vasto materiale è di importanza difficilmente sopravvalutabile in sede storica e teorica, ma si è dovuto attendere quasi un sessantennio prima che ne venisse data alle stampe una edizione con traduzione inglese a fronte: A Schönberg, The Musical Idea and the Logic, Technique, and Art of Its Presentation, a cura di Patricia Carpenter e Severine Neff, New York, Columbia University Press, 1995. Tuttavia le curatrici, cui va il merito di aver aggiunto alla versione anche un pregevole e ben documentato commentario esplicativo, ritennero di non dover rispettare il manoscritto nella sua forma originaria, e decisero di disarticolarne i contenuti per riorganizzarli diversamente, nel tentativo di stabilire a posteriori dei nessi tematici fra le diverse parti del trattato, secondo una scansione in sette capitoli (Preface and Overview, Elements of Form, Rhithm, Formal Procedures, Miscellaneous, Harmony) che non corrisponde alle intenzioni dell'autore. Poichè gli apparati al testo così ricostruito non permettono di risalire alla forma effettiva in cui Der musikalische Gedanke venne redatto, l'esigenza di una edizione definitiva dell'opera era stata sollevata già all'indomani dell'uscita del volume di Carpenter e Neff.

 

A tale esigenza viene incontro - e qui sta il suo tratto di eccezionalità - appunto il presente volume. L'approntamento della versione italiana, affidata a Francesco Finocchiaro, si è infatti svolto in parallelo alla costituzione dell'edizione critica del testo tedesco, curata da Hartmut Krones e Nikolaus Urbanek, in previsione della Kritische Gesamtausgabe der Schriften Arnold Schönbergs- un'opera editoriale in più volumi promossa dal Fonds zur Förderung der Wissenschaftlichen Forschung (FWF), dalla Ernst von Siemens Stiftung, dalla Universität für Musik und darstellende Kunst e dall'Arnold Schönberg Center di Vienna, con la direzione scientifica di Hartmut Krones, Therese Muxeneder e Gerold Gruber.

 

La presente edizione è quindi il frutto di un caso virtuoso di collaborazione, che ha visto curatori e traduttore agire di concerto, scambiarsi pareri, discutere criteri e problemi editoriali per mettere capo a un'edizione fedele e al tempo stesso leggibile dell'aggrovigliato manoscritto. In base a un accordo stipulato dall'unità di ricerca bolognese del PRIN, coordinata da Paolo Gozza, con la direzione scientifica della Kritische Gesamtausgabe, il testo stabilito da Krones e Urbanek viene pubblicato qui in anteprima mondiale accanto alla traduzione: corredato da un ampio apparato critico, esso vedrà prossimamente la luce in veste autonoma come decimo volume degli omnia schönberghiani.

 

Grazie a questo lavoro di squadra è dunque finalmente possibile accedere senza filtri interpretativi all'arduo, labirintico torso teoretico dell'autore di Pierrot lunaire: un testo che nella sua rete inestricabile di rimandi interni mette i discussione l'idea tradizionale di opera dottrinaria, tanto da far parlare apertamente di "unreconstrued chaos" uno dei primi recensori dell'edizione inglese (Neighbour 1996, p.643); ma che oggi potremmo considerare in modo più pertinente come una sorta di stravagante ipertesto ante litteram, ideato e perseguito con profetica intuizione dal padre della dodecafonia pur nelle strettoie del formato cartaceo."

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Fantastico! L' Harmonielehre e Le funzioni strutturali dell'armonia sono testi che studio in continuazione.

 

Qualcosa mi dice che questo si aggiungerà alla lista... :)

 

Grazie per la preziosa segnalazione Marcello.

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