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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Chitarra Pietro Gallinotti 1952


Ospite greg
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Vendo chitarra classica del grande liutaio italiano Pietro Gallinotti di Solero del 1952.
Piano armonico in abete.
Fasce e fondo in acero (gli strumenti di gallinotti in acero sono molto rari).
Tastiera in ebano!?
Diapason 640 mm.
Cassa armonica: lobo superiore 267 mm, lobo inferiore 345 mm, lunghezza 479 mm.
Altezza delle fasce 88 mm costante.
Lo strumento è stato recentemente restaurato (tastiera, verniciatura gommalacca ecc..)
Invio ulteriori foto agli interessati.

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Vendo chitarra classica del grande liutaio italiano Pietro Gallinotti di Solero del 1952.

Piano armonico in abete.

Fasce e fondo in acero (gli strumenti di gallinotti in acero sono molto rari).

Tastiera in ebano!?

Diapason 640 mm.

Cassa armonica: lobo superiore 267 mm, lobo inferiore 345 mm, lunghezza 479 mm.

Altezza delle fasce 88 mm costante.

Lo strumento è stato recentemente restaurato (tastiera, verniciatura gommalacca ecc..)

Invio ulteriori foto agli interessati.

 

Splendido strumento - a vedersi (immagino che anche la prova acustica dia risultati eccellenti). Appartiene al periodo migliore del maestro di Solero, quello della sua piena maturità. Ci si domanda perché chitarre di questa categoria costino un quinto di una Simplicio. Queste quotazioni, negli anni a venire, cambieranno. E di molto.

 

 

dralig

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Grazie dralig per il tuo interessamento, inoltre tenendo conto del restauro gia eseguito ( è stata spesa anche una bella sommetta...diciamo!!) penso che sia una buona occasione.

Ciao

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Grazie dralig per il tuo interessamento, inoltre tenendo conto del restauro gia eseguito ( è stata spesa anche una bella sommetta...diciamo!!) penso che sia una buona occasione.

Ciao

 

La liuteria storica del Novecento italiano - con i suoi campioni: Mozzani, Gallinotti, Bellafontana, Pabè, Nicola De Bonis - deve assolutamente essere riscattata dall'ingiusta panalizzazione da cui è stata punita per decenni, a vantaggio della liuteria spagnola (i cui meriti nessuno contesta). Scriverò un libro per dare il mio contributo a quella che ritengo essere una giusta causa.

 

dralig

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Alcuni anni fa visitai Hermann Hauser III ed ebbi la possibilità di provare a lungo una Hermann Hauser I, restaurata dal nipote.

Una chitarra da sogno, pensavo mentre la provavo.

Al termine, siccome avevo con me la mia Gallinotti del 1940, la tirai fuori, la suonai un po' e pensai..."beh, però...mica male, il confronto lo regge!"

E lo stesso Hauser III disse: "nice guitar"!

 

Alcuni liutai italiani che non nomino mi hanno detto o fatto capire di non avere una garnde stima delle chitarre Gallinotti, forse appunto influenzati dalle quotazioni di mercato (è così facile farsi influenzare, anche nel giudicare le chitarre, da chi fa "la voce grossa", in questo caso il mercato...) ma mantengo ostinatamente la mia idea: Gallinotti era un grande liutaio. Forse non sempre ebbe a disposizione grandi legni e ci possono essere dislivelli notevoli tra i suoi strumenti, ma questo capita non solo a lui tra i grandi. Forse sbagliò negli anni settanta ad inseguire il modello Ramirez facendo strumenti più grandi...per quel che conosco preferisco le Gallinotti precedenti, quelle più piccole, ispirate a Gomez Ramirez...

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Alcuni anni fa visitai Hermann Hauser III ed ebbi la possibilità di provare a lungo una Hermann Hauser I, restaurata dal nipote.

Una chitarra da sogno, pensavo mentre la provavo.

Al termine, siccome avevo con me la mia Gallinotti del 1940, la tirai fuori, la suonai un po' e pensai..."beh, però...mica male, il confronto lo regge!"

E lo stesso Hauser III disse: "nice guitar"!

 

Alcuni liutai italiani che non nomino mi hanno detto o fatto capire di non avere una garnde stima delle chitarre Gallinotti, forse appunto influenzati dalle quotazioni di mercato (è così facile farsi influenzare, anche nel giudicare le chitarre, da chi fa "la voce grossa", in questo caso il mercato...) ma mantengo ostinatamente la mia idea: Gallinotti era un grande liutaio. Forse non sempre ebbe a disposizione grandi legni e ci possono essere dislivelli notevoli tra i suoi strumenti, ma questo capita non solo a lui tra i grandi. Forse sbagliò negli anni settanta ad inseguire il modello Ramirez facendo strumenti più grandi...per quel che conosco preferisco le Gallinotti precedenti, quelle più piccole, ispirate a Gomez Ramirez...

 

Caro Piero, ritengo che le ultime persone da consultare per ottenere un giudizio equilibrato sulle qualità di uno strumento siano i colleghi del liutaio che l'ha costruito. La quantità di denaro profuso dai chitarristi italiani nell'acquisto di chitarre José Ramirez III solo perché Segovia, a partire dal 1963, adottò una Ramirez, è incalcolabile, e comunque folle. E spesso si trattava di strumenti men che mediocri.

 

Gallinotti costruì ottime chitarre - alcune davvero straordinarie - negli anni (grosso modo) dal 1935 al 1965. Non fu lui a sbagliare nella modifica dell'architettura delle chitarre successive, ma i committenti, che gli ordinavano di copiare i bauli madrileni: lui viveva del suo lavoro, che altro poteva fare? Doveva già subire le sentenze dei "maestri" che gli magnificavano il suono delle chitarre iberiche - e Dio sa se erano bocconi amari quelli che doveva ingoiare -e non aveva certo animo di mettersi a discutere con dei secredenti padreterni della chitarra.

 

Ciao.

 

ag

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Alcuni anni fa visitai Hermann Hauser III ed ebbi la possibilità di provare a lungo una Hermann Hauser I, restaurata dal nipote.

Una chitarra da sogno, pensavo mentre la provavo.

Al termine, siccome avevo con me la mia Gallinotti del 1940, la tirai fuori, la suonai un po' e pensai..."beh, però...mica male, il confronto lo regge!"

E lo stesso Hauser III disse: "nice guitar"!

 

Alcuni liutai italiani che non nomino mi hanno detto o fatto capire di non avere una garnde stima delle chitarre Gallinotti, forse appunto influenzati dalle quotazioni di mercato (è così facile farsi influenzare, anche nel giudicare le chitarre, da chi fa "la voce grossa", in questo caso il mercato...) ma mantengo ostinatamente la mia idea: Gallinotti era un grande liutaio. Forse non sempre ebbe a disposizione grandi legni e ci possono essere dislivelli notevoli tra i suoi strumenti, ma questo capita non solo a lui tra i grandi. Forse sbagliò negli anni settanta ad inseguire il modello Ramirez facendo strumenti più grandi...per quel che conosco preferisco le Gallinotti precedenti, quelle più piccole, ispirate a Gomez Ramirez...

 

Caro Piero, ritengo che le ultime persone da consultare per ottenere un giudizio equilibrato sulle qualità di uno strumento siano i colleghi del liutaio che l'ha costruito. La quantità di denaro profuso dai chitarristi italiani nell'acquisto di chitarre José Ramirez III solo perché Segovia, a partire dal 1963, adottò una Ramirez, è incalcolabile, e comunque folle. E spesso si trattava di strumenti men che mediocri.

 

Gallinotti costruì ottime chitarre - alcune davvero straordinarie - negli anni (grosso modo) dal 1935 al 1965. Non fu lui a sbagliare nella modifica dell'architettura delle chitarre successive, ma i committenti, che gli ordinavano di copiare i bauli madrileni: lui viveva del suo lavoro, che altro poteva fare? Doveva già subire le sentenze dei "maestri" che gli magnificavano il suono delle chitarre iberiche - e Dio sa se erano bocconi amari quelli che doveva ingoiare -e non aveva certo animo di mettersi a discutere con dei secredenti padreterni della chitarra.

 

Ciao.

 

ag

 

Dimenticavo di dirti, e mi è venuto in mente poco fa, che nel 1973, nel "taller" di Concepcion Jeronima, José Ramirez III mi diceva - con ferma convinzione - della sua profonda stima per Gallinotti e per le sue chitarre. Inoltre, Ramirez studiava attentissimamente gli articoli sulla liuteria - con formule matematiche non accessibili a tutti - che, su "Strumenti e Musica", pubblicava ogni mese l'ingegner Fausto Ernesto Ciurlo. Ramirez lo considerava il maggior studioso vivente di liuteria.

 

dralig

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Ospite gasgas

Mario Gangi possedeva più di una Gallinotti ed alternava quest'ultima (la preferita, del 1972) con altre, anche spagnole più recenti, spesso Ramirez, negli ultimi tempi. Io conosco meglio la Gallinotti del 1971 di Carlo Carfagna, gemella in tutto con quella di Pasqualino Garzia, al loro duo dedicate.

Sono strumenti eccezionali.

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Mario Gangi possedeva più di una Gallinotti ed alternava quest'ultima (la preferita, del 1972) con altre, anche spagnole più recenti, spesso Ramirez, negli ultimi tempi. Io conosco meglio la Gallinotti del 1971 di Carlo Carfagna, gemella in tutto con quella di Pasqualino Garzia, al loro duo dedicate.

Sono strumenti eccezionali.

 

Le chitarre Gallinotti del maestro Gangi sono state cedute - o sono in corso di cessione - da parte degli eredi:

http://www.mercatinomusicale.com/mm/a_chitarra-classica-pietro-gallinotti-del-1978-m-gangi-mario-prezzo-tratt_id2577635.html

 

 

Al di là del loro valore intrinseco, sono strumenti portatori di una storia, e ci si augura che finiscano in buone mani.

 

dralig

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Mario Gangi possedeva più di una Gallinotti ed alternava quest'ultima (la preferita, del 1972) con altre, anche spagnole più recenti, spesso Ramirez, negli ultimi tempi. Io conosco meglio la Gallinotti del 1971 di Carlo Carfagna, gemella in tutto con quella di Pasqualino Garzia, al loro duo dedicate.

Sono strumenti eccezionali.

 

Le chitarre Gallinotti del maestro Gangi sono state cedute - o sono in corso di cessione - da parte degli eredi:

http://www.mercatinomusicale.com/mm/a_chitarra-classica-pietro-gallinotti-del-1978-m-gangi-mario-prezzo-tratt_id2577635.html

 

 

Al di là del loro valore intrinseco, sono strumenti portatori di una storia, e ci si augura che finiscano in buone mani.

 

dralig

 

Ritengo che sia l'augurio di tutti.

Che tristezza però vedere lo strumento di lavoro che ha contraddistinto la carriera professionale di una persona scomparsa, venduto in un mercatino on line.

 

Taltomar

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