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  1. La chitarra suona molto netta sulla fondamentale ma con poche armoniche ulteriori a colorarne la voce, il che da un'impressione generale di crudezza del suono: l'onda si articola in un picco immediato - molto definito e chiaro - sulla fondamentale ma con poco "corpo" e sostegno. Il fatto che la chitarra abbia poca massa la rende immediata nella risposta: richiede d'essere suonata in modo particolare, sennò mette in risalto le imprecisioni. L'esecuzione della seconda parte chiarisce che la chitarra ha notevoli doti di "separazione" polifonica. Mi chiedo se le corde non habbiano tensione troppo alta. Un saluto.
  2. Mestre è a tutti gli effetti Venezia, in quanto nell'800 la città è stata collegata per mano Austriaca alla terraferma con il "ponte della libertà": prima vi si giungeva solo via nave. Inoltre Mestre non fa Comune autonomo come invece Treporti-Cavallino (tre anni fa in seguito a Referendum). Sotto altro profilo, va considerato che ogni anno qualcuno propone di scindere amministrativamente le due città perché in effetti sono due mondi assolutamente diversi e sono percepiti tali dai Mestrini e dai Veneziani: per capirsi, per andare a Mestre devo prendere vaporetto ed autobus impiegando lo stesso tempo che mi servirebbe per giungere a Padova o Treviso. Un saluto.
  3. E' un altro dei nomi storici, di una famiglia importante per il flamenco. Attualmente suo fratello è trai più noti verniciatori di chitarre per Madrid e tutti si rifanno alla parentela con "El tomate" (da cui l'immagine iniziale). Tomatito è il nipote per altra parte proprio de El tomate. Pepe, piiù di recente ha provato a cotaminare il flamenco con musica sudamericana. Ha molti estimatori ed è da parecchio sulla scena. Qui suona una Conde Hermanos blanca (di Calle Gravina); nella vita una Pedro de Miguel, sempre blanca. Un saluto.
  4. Hai ragione, fenomenale. In questo http://www.youtube.com/watch?v=KsZBzuU8jHw (l'ambito è quello del flamenco puro) si intravede il De Lucia delle origini con una Gerundino blanca in cipresso, dal suono molto più penetrante. Erano i tempi in cui De Lucia era accompagnatore di Camaron de la Isla (il primo alla sua destra), che avrebbe poi proseguito con un giovane Tomatito. Nel caso è bello anche vedere qual'era l'ambito di diffusionw originaria del flamenco: bar/cantine dedicate in cui l'accompagnamento invece che sui cajones si faceva battendo le mani sui tavoli. Un saluto.
  5. Solo un impressione: è difficile dire con certezza che le chitarre flamenco in palissandro rispondano all'esigenza di "classicizzare" le chitarre flamenco. E' in parte senz'altro così, sono d'accordo, ma forse molto è dovuto al fatto che De Lucia usa una flamenco negra. Poi potrebbe anche essere che il cipresso suoni un pò troppo ficcante per lo stile di De Lucia e che in fondo il suo modo di suonare abbia influenzato lo stile stesso del flamenco, arrivando alle tue stesse conclusioni. Solo che molti usano una "negra" perché ce l'ha De Lucia, anche se Amigo, Sanlucar, Tomatito e Morait usano solo "blancas". Sul fronte cipresso vorrei segnalare che Gerundino Fernandez e molti altri, hanno cercato di fare chitarre più potenti (fasce più spesse e profonde, spessori maggiori, tiro maggiore) mantenedo il cipresso. Un saluto.
  6. echi2

    Cambio strumento

    Su Torres il migliore mi sembra Enrico Bottelli, di Cascina Fabia. Da consigliare anche Coriani ed i Lodi per qualità/prezzo. Contrariamente a Diodovich penso che risparmierei rivolgendomi a qualche artigiano Andaluso. Un saluto.
  7. echi2

    Invece dell'ebano?

    Altro è la tastiera, altro il materiale della cassa, cambiano molte cose: la prima è sostanzialmente inerte, il secondo influisce in termini di coloritura timbrica e velocità di risposta. Comunque, posto che anche il fondo viene assogettato ad accordatura su una certa frequenza - le differenze poi possono essere comunque minime. Leggo che Paulino Bernabè - che gode della fama d'essere trai migliori - fa ampio uso del pero con risultati conclamati. E' tra gli unici che lo fa, ma a giudicare dai risultati di cui si dice, l'eccezione merita d'esser tenuta a mente. Un saluto.
  8. Minimamente e specificamente nel caso d'uso di una vernice spessa sintetica (in commecio s'usa in prevalenza la poliuretanica bicomponente). D'altra parte considera che normalmente si verte in un certo margine tolleranza, posto che l'accordatura della tavola si pratica ad orecchio (magari con un accordatore a titolo di riferimento), tamburellandola con le nocchie come, per altro verso, sempre a spanne se ne misura la flessibilità. E ad ogni caso la si immagina verniciata. Infatti, più in generale, avendo una tavola incatenata in mano, ed immaginandone la risposta sullo strumento è l'esperienza che fa dire quali accorgimenti adoperare per migliorare il futuro suono. Si flette, si tamburella, si liscia e la si immagina finita, già verniciata (a gommalacca, nitro o poliuretanica). Le fasce hanno due funzioni: sostenere saldamente la tavola (senza che disperda o comunichi energia ai suoi bordi), determinarne l'arco di bombatura e sancire definitivamente la massa d'aria (e la sua pressione) che verrà contenuta nella cassa. Di recente s'usa adoperare un "doppio set" o comunque irrigidirle più che in passato. Un saluto.
  9. echi2

    Invece dell'ebano?

    In termini di resistenza e compattezza il palissandro Jacaranda conferisce risultati analoghi, per non parlare del bosso e di altri legni esotici piuttosto densi. E' che risultano meno reperibili dell'ebano a fronte di risultati non migliori e risparmi tangibili solo su grandi numeri. Il pero non convince sia per ragioni estetiche (ha vena sottile e si macchia) ché di lavorazione (non è duro ma è denso). In compenso costa poco e resiste bene ai cambi d'umidità (si usa per gli stampi di fornace del vetro). Un'alternativa già sperimentata è l' uso della resina fenolica (nessuna differenza apparente se non un diverso calore specifico al tatto e nessuna risposta ai cambi di umidità). Un saluto.
  10. La sevillana è anche uno dei tradizionali modi del flamenco, per l'appunto nella tradizione diretta di Siviglia: sono molte le composizioni moderne di flamenco che prendono il semplice nome di "sevillana" così ad indicarne la scansione ritmica. Un saluto.
  11. Se non sbaglio la 7c dovrebbe avere il rinforzo al manico (striscia nera sul manico = inserto di palissandro): almeno ce l'ha la 7p. Così fosse non dovebbe presentare torsioni. Le torsioni comunque sono di due tipi: la più comune comporta uno spostamento in fuori del manico sul lato della paletta (angolo positivo nell'attacco manico-cassa): questo comporta che al 12° tasto le corde sono alte e l'ossicino non può essere limato oltre per abbassare l'azione delle corde. In sostanza devi guardare se le corde sono troppo alte al 12° tasto (oltre i 5 mm) e se l'ossicino viene fuori dal ponte di almeno 2, 3 mm. Un altro tipo di movimento comporta la torsione del manico su se stesso, ma è più raro e te ne accorgi per la screpolatura della vernice tra manico e tastiera. Un saluto.
  12. echi2

    Chitarra Woodhouse

    In premessa direi che bisognerebbe provarla per esprimere un giudizio sui risultati, o meglio, per dire se il metodo costruttivo è efficace. Il ponte funziona a mò di tail-piece: come i violini. Anche Hopf utilizza un sistema simile (ancorando le corde alla zocchetta interna), col problema che le corde sono troppo lunghe ed in commercio non si trovano. Un altro che usa un sistema simile è Joel La Plane (con un anima interna e dei piccoli perni fuori la tavola). Il vantaggio è che il ponte non subisce la trazione delle corde che tenderebbe a strapparlo via (imponendo di base un rinforzo maggiore con le catene) subendo solo una spinta verso il basso. Lo svantaggio è una diversa resa meccanica della spinta della tavola verso l'alto. L'incatenatura non è particolarmente innovativa: ricorda quella di Geronimo Pena Fernandez. Ha ragione Davide: tavola verosimilmente molto sottile. Concordo anche sul fondo. Un saluto.
  13. Ossicino è quel parallelepipedo bianco (deve essere d'osso ma in realtà le chitarre da studio spesso ne montano di serie uno in plastica) infilato a sbalzo su un solco praticato nel ponticello ove poggiano le corde. Un saluto.
  14. Non è un affare ma i prezzi mi sembrano onesti. 7p o 7c non c'è differenza: nella prima serie c stava per "clasica" ed f per "flamenca": ora p equivale a palissandro, cf a cipresso, s a sicomoro, sicché nel tuo caso non fa alcuna differenza. La 7c è tutta in massello, per cui astrattamente 300 euro mi pare un prezzo buono (cambia però le meccaniche ed ossicino). Il Montarbo è un buon prodotto: piuttosto asettico ma ben costruito. Un saluto.
  15. Lorenzo Frignani è uno trai più bravi e le sue chitarre hanno un timbro molto dolce. Consigliato caldamente se non cerchi uno strumento particolarmente potente. Un saluto.
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