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Debuttante

Debuttante (2/14)

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Reputazione Forum

  1. Canzone francese (e anche provenzale) popolare del XVIII secolo di cui esistono numerose versioni. Il testo che inizia con le parole del brano musicale è Les Souhaits di Riboutté: Que ne suis-je la fougère Où sur la fin d'un beau jour, Se repose ma bergère Sous la garde de l'amour ! Que ne suis-je le zéphire Qui rafraîchit ses appas, L'air que sa bouche respire, La fleur qui naît sous ses pas ? Que ne suis-je l'onde pure Qui la reçoit en son sein ? Que ne suis-je la parure Qui la couvre après le bain ? Que ne suis-je cette glace, Où son miroir répété Offre à nos yeux une grâce Qui sourit à la beauté ? Que ne puis-je, par un songe, Tenir son coeur enchanté ! Que ne puis-je du mensonge Passer à la vérité ? Les dieux qui m'ont donné l'être M'ont fait trop ambitieux. Car enfin je voudrais être Tout ce qui plaît à ses yeux ! Raccolta anche nella Nouvelle encyclopédie poétique: ou, Choix de poésies dans tous les genres a cura di Capelle (Pierre Adolphe), Ferra, 1818. Ciao, Isabella
  2. Tamayo dei tre è sicuramente il migliore (concordo con relayer) non solo perché tutte le note suonano...e mi sembra il primo obiettivo (tecnico) quando si suona un brano così (obiettivo che Fisk regolarmente decide di non proporsi), ma anche per il senso globale dell'esecuzione.
  3. Caro Giorgio, ti posso dire della mia esperienza personale in altro campo, altrettanto non popolare della musica, ossia la riflessione sul linguaggio. Ho pubblicato - senza mai pagare - con editori piccoli, medi e grandi (nell'ordine di citazione). Spesso, soprattutto con gli editori storici, è necessario ben presentare il vantaggio della pubblicazione. Anche gli editori hanno le loro motivazioni, che non sono obbligatoriamente solo di natura economica, ma anche di prestigio, di copertura di carenze del panorama editoriale, di appeal accademico o scolastico. Trovo che pagare sia come non pubblicare per davvero. La pubblicazione è già un dialogo (fondato su qualche forma di persuasione artistica o scientifica), soprattutto se non venisse garantita una adeguata distribuzione, che è l'elemento che fa davvero la differenza. Gli editori sono tanti, in Italia, nel Mondo. In genere, se ci si impegna a sufficienza e il proprio lavoro è interessante, si trova chi si prende il rischio (oggi con la tecnologia digitale per molti piccoli editori questo rischio è davvero minimo). Tra l'altro nella valutazione e scelta dell'editore è anche necessario preoccuparsi di come e quanto si impegna a promuovere la pubblicazione e farla arrivare nei luoghi più appropriati (recensioni, fiere, librerie...in modo capillare, internet...). Non conviene proprio pubblicare con un editore che non si carichi di questo tipo di lavoro perché, come è capitato a molti miei colleghi, l'opera poi finisce muta in un magazzino e nessuno oltre l'autore è a conoscenza della sua esistenza. Il mio ultimo editore (Laterza), di cui sono per ovvie ragioni molto soddisfatta, non solamente non ha chiesto una lira (un euro), ma mi ha fornito un cospicuo numero di copie che ha provveduto anche a spedire in tutto il mondo per me. Continua a fornirmele, non solo con lo sconto autore, ma scalandole dai diritti . Ci sono alcune rarissime eccezioni a questo panorama...ma io non mi prenderei il rischio di essere una di queste... Ciao, Isabella
  4. Scusate. Fraintendimento, solito del mezzo su cui scriviamo. Maestro, non era un'insinuazione. L'espressione "umano" per dire non dotato di branchie. Era una battuta, peraltro dovuta al mio rapporto difficile con lo spazio veneziano. Ho vissuto diversi anni a Venezia, avendo anche lavorato in quella università e abitato a lungo a Cannaregio. Per amore di dibattito culturale: i veneneziani non riconoscono né piazzale Roma né il Lido, né tantomeno Mestre come "Venezia". Avevo capito si riferisse alla terraferma...era solo battuta da ex-veneziana. isabella p.s. però occorre una generosità di fondo nell'interpretare le parole altrui. Specialmente quando non ci si conosce, personalmente e culturalmente.
  5. In che albergo veneziano si va passando per una strada in cui un umano può essere investito da un taxi?
  6. Solo tre? e poi sull'isola ci si deve portare il lettore. Ma non è meglio l'ipod...con 60 giga almeno poi non ci si pente...comunque 1. J. Bream, Two Loves 2. D. Russell, Aire Latino 3. The best of Pepe Romero bah...facendo queste cose ci si domanda come funziona la mente umana...
  7. ...no, no, non fraintenda...scrive benissimo e si capisce perfettamente. Sono una linguista che si occupa appunto di linguistica computazionale (tra cui traduzione automatica) e me lo domandavo per capire quanto si usano questi sistemi effettivamente. E anche per capire certi meccanismi che governano i traduttori. Si vede infatti che lei corregge a mano, proprio perché lo scritto è molto buono.
  8. una curiosità da linguista, matanya...ha per caso usato un traduttore automatico per i suoi messaggi?
  9. ...tutti sanno svelare un segreto, pochi sanno tenerlo.
  10. ipnotico...la mente e la fisiologia umana sono (almeno per me) un mistero...
  11. Consiglio anche un'altra cosa. Non so di che programma P2P si tratti, ma con la maggior parte (limewire, e-mule e altri) è possibile da parte degli utenti aggiungere commenti ai file che vengono scambiati. Nel qual caso sarebbe utile aggiungere un commento per dire che non è il M° Gilardino ad eseguire. Succede spesso nei file scambiati in questo modo che i titoli non corrispondano al contenuto (anche per i film), proprio per questo l'utente può aggiungere commenti. un saluto, professorina
  12. Anche io avevo iniziato da autodidatta, per un anno. E pensavo di andare benino. Ho scoperto, conoscendo un maestro, quanto suonassi al di sotto delle potenzialità offerte dallo strumento. Quanto la tecnica fosse sbagliata e non lavorassi a sufficienza sul brano. Ora lavoro molto di più, mi diverto e sento suoni nuovi. Consiglio a tutti di uscire dall'autismo musicale, anche a costo di qualche passo indietro...
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