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paolo marchini

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  1. Caro Marco è un piacere risentirti dopo Alessandria. Quanto alla diteggiatura del tuo amico, per me è improponibile. Avanti un altro...Ad es. Tampalini che dice?
  2. Grazie King per il suggerimento che non è male. E' vero: stoppo il mi a vuoto al momento di suonare il fa naturale sulla 2^; però è anche vero che si richiede una precisione maggiore nel non "sporcare" lo slide 4-4 sulla 2^. Avrei trovato quest'altra soluzione:dopo il mi a vuoto, contemporaneamente al fa in 3^ corda metto il barre al VII che funge da preparazione e "stoppo" il famigerato mi. Che ne pensate?
  3. Caro Antonio, mi pare ovvio che se sul forum chiedo al M° Saggese un suggerimento, implicitamente tutti possono rispondere. La preferenza si giustifica per averlo ascoltato. In ogni caso, ben venga un tuo suggerimento che vaglierò con interesse. Saluti
  4. Messaggio per Christian Saggese. Caro Christian potresti dirmi che diteggiatura usi per la scala cromatica? Io dopo il mi a vuoto vado al fa della terza corda con il 4° e poi sul fa diesis in seconda corda con il 1°-2-3-4. La velocità in crescendo è agevolata, ma non mi piace la dissonanza mi-fa che si crea con la corda a vuoto. Grazie e cari saluti Paolo Marchini
  5. Caro Marcello, non riesco a leggere la e-mail. Il mio indirizzo è via Basilio Bricci 21, 00152 Roma.
  6. Caro Marcello, non sai quanto mi faccia felice tale Tua disponibilità. Grazie veramente. Paolo
  7. Certo per me che adoro Monpou (l'integrale pianistica eseguita da lui è puro godimento), il confronto con Moreno Torroba non regge. Sebbene i pezzi caratteristici, così come il Notturno e la Sonatina, mi sembrano pregevoli. Quest'ultima, se non sbaglio, fu elogiata dallo stesso Ravel
  8. Cari amici, non riesco a trovare una diteggiatura per la mano sx che mi consenta un suono legato e la tenuta del valore delle note (sopratutto quelle alte). Il risultato interpretativo che vorrei ottenere è vicino alla esecuzione di Marcello Crivelli, molto bella e intensa. Se Marcello volesse aiutarmi, gli sarei riconoscente. Un abbraccio a tutti
  9. Cari amici, cerco un'anima pia che mi invii la diteggiatura dei tentos di Henze.
  10. Mi trovo d'accordo con Giulio Tampalini. Ad es. mi pare che in Segovia il frequente "storpiamento" del ritmo risponda ad un "progetto globale di interpretazione". Resto, comunque, sempre dell'idea (sperimentata ascoltando i grandi interpreti anche di altri strumenti) che l'esecuzione di un rubato o un ritenuto eseguito in approssimazione della pulsazione ritmica fino allora seguita (o indicata), sia più rispettoso delle intenzioni del compositore. Proporrei l'esempio delle prime quattro battute del preludio "La Fille aux Cheveux de lin", con pulsazione a 66 la semim. eseguite da Arturo Benedetti Michelangeli (Debussy sottolinea: "sans rigueur").
  11. Caro M°, grazie per la risposta. Per dimensione intendevo l'accezione figurata di "carattere" di serenata (cfr. dizion. Garzanti della lingua italiana ed. 1993). Non immagino, nell'esecuzione ascoltata, la "dimensione" dell'innamorato che "canta l'amore" alla sua bella (ma questo riguarda il processo estesico, dunque mio-soggettivo).
  12. Intendo il non rispetto del tempo nell'unità di movimento: ad es. se la semiminima è a 48 MM, le quartine di semicrome delle battute 20, 30, 58 e 68 andrebbero battute non discostandosi molto dal 48 MM, sia pure in accelerando. Altro es.: il la della 12 battuta non viene fatto durare un quarto; così pure in batt. 60 (molto rit.). Idem nell'ultima battuta. L'alterazione della figurazione starebbe nel rendere biscrome le crome attraverso un'accelerazione che sembra quasi un abbellimento della nota di appoggio. Tutto si può accettare se le scelte interpretative rispondono a giustificazioni coerenti, ma il ritmo ed il metro sono sacri, almeno secondo me.
  13. D'accordo, ma che mi dite della forma: perchè capriccio se è una serenata? O, se si vuole, come si fa a rendere "capricciosa" una serenata?. Apprezzo l'esecuzione di Christian ma, a parte alcuni punti di alterazione del ritmo dalla figurazione (confrontando con l'edizione di San Vicente, rist. Chanterelle 2001), mi pare manchi la dimensione della serenata.
  14. Come intendere, in un pezzo del periodo romantico, la forma "capriccio"? E la "serenata"? Come si conciliano? Ho messo a confronto tre interpretazioni che riterrei emblematiche: quella di Russel, quella di Bream e quella di Parkening (che si conforma su quella di Segovia, anche nelle modifiche). Nessuno rispetta i valori delle note (chi si avvicina di più è Russel). Ad es. le tre quartine della seconda battuta, pur in accelerando (ma Tarrega non lo dice, v. ad es. batt. 19 e 20), sono sempre semicrome a 48 MM. Capisco la libertà dei fraseggi, ma non l'alterazione del ritmo (v. Segovia, Parkening; meglio Russel). Credo che la vera bravura sia quella di andare QUASI a metronomo (nella fattispecie semiminima a 48 c.a.) e all'interno della pulsazione muoversi con i rubati. Basti alscoltare, ad es. Benedetti Michelangeli dell'ultimo periodo (ascetico e preciso). Che ne pensate? Gradirei anche l'autorevole parere di Dralig. Vi ringrazio e un abbraccio a tutti. Paolo Marchini
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