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pierluigi potalivo

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  1. Ciao a tutti, questa è la sesta traccia di una breve Suite, Respiro I-VII, composta per una chitarra fatta costruire (dall'ottimo Leonardo de Gregorio) appositamente per dividere l'ottava in terzi di tono. Questo sistema mi è stato donato nel 2012 dal vecchio maestro Claudio Gregorat, poco prima che venisse a mancare. A lui devo la scoperta di questa meravigliosa possibilità, che non consiste nel mero uso dei micro intervalli ma nella modalità di utilizzarli in modo da evitare il seppur minimo riferimento alla tradizione, cosa che renderebbe inutile e in questo caso 'sgraziato' l'uso di quegli intervalli. In realtà, i terzi di tono sono piuttosto morbidi e l'orecchio si abitua quasi subito alla loro natura. E' piuttosto la forma la vera sfida della musica contemporanea. Ho avuto la fortuna di trascorrere una mattinata a parlare con Salvatore Sciarrino, durante la quale ho potuto avere alcune importanti conferme e direzioni. Il suo Perduto in una città d'acque per piano, è stato per me come una porta su di una terra nuova. Nei miei pezzi, immaginare che tre note si muovessero indipendentemente da qualsiasi ritmo ma con una loro coerenza interna mi è costato - per produrre dodici minuti di musica, non mi vergogno a dirlo - un anno e mezzo di lavoro. La Suite intera si può ascoltare su questo link di Spotify: https://open.spotify.com/user/zrsielwrp3s5l1yynfjgytx0a/playlist/2kZeu5LsckhwQbxMVECRvF?si=gXHCMp_SRCWW3hlN_UvBRg Grazie, Pierluigi
  2. Ciao a tutti, questo mio brano per mandolino e chitarra è tratto dall'album Opera (a) due, inciso nel 2013 con Nunzio Reina, al quale ho dedicato l'intero disco e per il quale nutro una grandissima stima. Si tratta di un brano atonale, che insieme ai Frammenti Ellenici microtonali che terminano l'album rappresenta il mio contributo al repertorio contemporaneo di questo strumento nobile. Si potrà notare come il resto del disco (Notturni, Preludi Fantasie) sia una operazione 'di nostalgia', che mira a donare retroattivamente ciò che il mandolino non ha avuto a causa del suo declino avvenuto durante il secondo '800, cioè una presenza nella stagione neo-classica e impressionista. Si tratta dunque di un lavoro molto particolare, dove il mandolino è trattato, salvo le prime tracce, in maniera del tutto nuova e anticonvenzionale, in modo tale da 'orchestrarsi' con le sei corde, più che averne il sostegno tradizionale. Questo dimostra come il mandolino abbia oggi ancora molto da dire, a condizione di uscire dall'immagine canonica nella quale è stato confinato a lungo. Per chi voglia ascoltare l'intero disco, questo è il link di Spotify https://open.spotify.com/album/3VylJVeqhqO5TkFZ8bXdgq?si=mMGUAPO6QPaFPyvijdF59Q Grazie Pierluigi
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