Povero Giuliani, sempre lui per gli stracci. L'armonia la sapeva usare eccome ma lo stile italiano imponeva altre strade e direi che l'ultimo libro di Riboni lo dimostra ampiamente. Per quanto riguarda l'aspetto puramente meccanico penso fosse un innovatore assoluto e rimango sempre colpito quando suono alcuni suoi studi, bisognerà aspettare Villa-Lobos per ritrovare certe soluzioni tecniche.
Aggiungo che Regondi fu un astro assoluto e unico. La sua concezione strumentale non solo era superiore a tutti i suoi contemporanei ma anche ai quella delle generazioni successive. Lo stesso Tarrega non compete a livello e formale e armonico. Intendo Regondi non diede vita ad un nuovo movimento chitarristico ma rimase solo nella sua suprema arte, non si può paragonare a nessuno.