Beh, Lucio, io - per non sapere né leggere né scrivere - ho fatto uno staccato...
Edit:
Metà e metà, ricordavo male. Prima legature ascendenti (che non stanno male) e poi staccato.
Destabilizzante, piuttosto e anzichenò.
Conosco la tua versione, Cristiano, ma io mi riferivo ad un aspetto diverso.
L'articolazione arpeggiata di una successione di accordi, come è in soldoni questo studio, dovrebbe restituirci comunque la linearità delle linee/voci che, sovrapponendosi, determinano quegli accordi. Questa "restituzione" non può che passare attraverso una pronuncia sempre costante delle note che costituiscono le singole linee/voci.
Se prendiamo note appartenenti a voci diverse - come sono il re ed il fa in questione - e le suoniamo sulla stessa corda, poco importa se legate o staccate, implicitamente creiamo un piccolo inciso melodico estraneo a quella che dovrebbe essere la conduzione delle parti.
Questo invece non avviene se prendiamo l'accordo in posizione, né più, né meno come le precedenti 55 battute dello studio (che è poi quello che fa Segovia nella registrazione che ho citato....), e credo sia proprio ciò che Angelo auspica quando dice di "evitare di variare il numero di corde-voci chiamate in azione dagli arpeggi."
Anzi, ti dirò di più, io sono propenso a credere che quel "segno" apposto da Sor stia ad indicare proprio l'accavallamento dei suoni...
Scusatemi, sono andato decisamente OT..