Sto leggendo anche io questo libro! Il mio maestro ne aveva sentito parlare durante la fase di stampa, non posso che confermare le cose positive che dici...
Una idea originale e ben sviluppata. Tra l’altro si resta sempre un attimo sbalorditi a vedere quanta letteratura scientifica ci sia sul macrocosmo di un concerto, e noi che siamo i primi interessati magari non ne sappiamo nulla !!!
D’altronde mica è colpa nostra: nel bagaglio di studi di un musicista fino a pochi anni fa non era previsto nessun esame di psicologia della musica o materie affini. Speriamo che ora, con le varie specializzazioni (bienni e trienni), questa disciplina giunga alle orecchie e nel patrimonio culturale anche dei futuri musicisti. Di sicuro male non fa acquisire qualche metacognizione su come funziona il cervello quando si suona uno strumento e cosa e come conviene avvicinarsi ad uno strumento assecondando il funzionamento dei nostri naturali schemi mentali.
Complimenti quindi a questo autore che, con un taglio di divulgazione scientifica, ha fatto il primo passo verso un incontro tra accademia universitaria e mondo concertistico!
Ponticello da Roma