...è necessario sottolineare che neanche la biochimica di uno scienziato è differente da quella dell'artista...semmai queste esperienze di vita (dello scienziato e dell'artista) condividono aspetti particolari che differiscono, questi si ipotizza anche biologicamente, dalle esperienze "ordinarie"
scienziati e artisti condividono, per fini differenti, i medesimi tratti della
creatività e dell'intuizione straordinaria...ciò che è stato ipotizzato è l'esistenza di una particolare relazione nel rapporto tra stimolazione (storia e contesto dell'individuo) e attività neurofisiologica nel pensiero cosciente e creativo...questo particolare incontro ha ripercussioni sull'attività biochimica (nei microtubuli di hameroff dei neuroni cerebrali) quindi nella particolare consapevolezza del pensiero, intuitivo e creativo, necessaria tanto alla scoperta dello scienziato quanto dell'esperienza estetica...
l'ipotesi, affascinante quanto divulgativamente ben documentata, è quella di Roger Penrose...non mi sono mai informato bene riguardo le peer reviews
internazionali...
per completezza, aggiungo che a livello di ricerca internazionale l'ipotesi di hameroff/penrose sul ruolo dei microtubuli nell'esperienza cosciente è considerata come minimo fantasiosa. wikipedia in genere non è il massimo per queste cose ma in questo caso riassume bene l'opinione corrente:
"Roger Penrose, a mathematician and Stuart Hameroff, an anesthesiologist developed a speculative theory linking microtubules to consciousness. Their theory, known as Orch-OR (orchestrated objective reduction), states that consciousness is a result of quantum computing in the brain, based on tubulin molecules in microtubules as qubits. There have been no empirical tests of the theory and it is regarded with skepticism in the scientific community." (voce "microtubules" dell'edizione in lingua inglese)
ciò detto, il tuo pensiero centrale rimane perfettamente valido, essendo assodato che un ambiente ricco di stimoli può avere un forte impatto sull'orgranizzazione cerebrale e le capacità cognitive (google scholar)
non è poi completamente corretto dire che la ricerca non ha evidenziato nessuna relazione tra creatività e strutture cerebrali. nonostante non sappiamo esattamente come funziona la creatività (o qualsiasi altra funzione cerebrale un minimo complessa), la questione non è del tutto estranea alla ricerca, come si può leggere in questo articolo
stefano