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giordario

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  1. ciao saluto butterfly con la quale ha già avuto la possibilità di parlare e so che è persona competente. anche io ho un problema simile ed ho trovato disponibile, cauto e competente il professore Passaretti direttore dell'unità di chirurgia della mano dell'ospedale Pellegrini di Napoli. Penso che essendo campano il tuo amico sarà più facile raggiungerlo. Comunque per la risoluzione di questi problemi ci vuole in genere molto tempo e pazienza. Auguri
  2. E' vero che gli auditorium sono spesso molto costosi, ma spesso in alcune città del sud non ve ne sono. In chiesa per potersi esibire bisognerebbe ottenere un permesso dalla curia vescovile, che una volta esaminato il programma e constatata la compatibilità con il luogo sacro (quindi musica sacra in prevalenza se non esclusivamente), dà il suo lasciapassare. Questa a me sembra la direttiva generale, anche se nelle piccole chiese di provincia può accadere di tutto!!!!! Del resto, e questa è cosa nota per chi ha associazioni finanziate dal ministero, in una programmazione è consentito solo il 10% di concerti in Chiesa, e se non ricordo male, con repertorio sacro. Detto questo trovo che le Chiese non sono posti progettati per esecuzioni musicali e , fatto salvo casi particolari, hanno una pessima acustica, soprattutto per la chitarra e se ci si trova a suonare sotto la cupola. Poi in inverno hanno la caratteristica di essere luoghi freddissimi con notevole sofferenza dello strumento e del suonatore. Ma come dicevo prima spesso al sud (io sono della provincia di Napoli), non vi son o tante strutture idonee ed a buon mercato e quindi si fa di necessità virtù. Speriamo solo che con tutto il freddo che sistematicamente prendiamo nei periodi di Natale non ci ritroveremo con i reumatismi. Ciao
  3. Questione di mancanza di sale da concerto!!!!!!!
  4. salve vorrei portare una riflessione sul più generico relativismo contemporaneo. Non voglio assolutamente fare paragoni tra i compositori attuali e quelli del passato, siamo in epoche diverse e la musica stessa ha un ruolo diverso dal punto di vista sociale e culturale. Ma ciò che mi colpisce è sentire giovani musicisti (non mi riferisco alle persone attualmente in discussione) o peggio critici musicali blasonati, osannare fenomeni mediatici spesso passeggeri. Senza togliere merito chiaramente agli artisti in questione, ma quando sento dire di Allevi, musicista valido e persona umile e simpatica, che siamo in presenza del nuovo Mozart o Chopin, mi chiedo se veramente sia tutto al proprio posto. Purtroppo sembra che le persone abbiano perso, o non ne sono mai stati in possesso, del metro per giudicare, nei limiti del possibile, un'opera d'arte. Allora via ai nuovi scrittori di rime baciate che OSANO definirsi poeti, o musicisti che infilano, anche se con maestria, conoscenza tecnica dello strumento ecc, formule musicali collaudate o ricavate dal patrimonio polare, essere definiti GENIALI. Secondo me, senza fare torto a nessuno, dobbiamo recuperare un pò di sano e costruttivo senso critico. Che una composizione per chitarra sia scritta in modo accattivante, strumentalmente e tecnicamente corretta e complessa, in quanto scritta da un profondo conoscitore dello strumento, quindi per dirla in gergo CHE FUNZIONA, non fa della stessa un capolavoro. Io ad esempio, ma è una considerazione tutta mia e provocatoria, trovo la musica di Brower prolissa. Trovo che ha dei momenti ottimi e di gran gusto nei brani di breve durata a carattere popolare, ma quando affronta brani di maggiore durata, secondo me viene a mancare quella genialità nell'elaborazione del materiale tematico, che è la caratteristica di molti grandi compositori (la mggior parte in verità). Quindi apprezzo molto di più Tarrega e LLobbet, nella cui musica si fondone con punte anche ammirabili, cultura popolare, sincera ispirazione, conoscenze musicali e sopratutto conoscenza dei propri limiti compositivi e della natura dello strumento. Non a caso anche importanti compositori del primo novecento che hanno scritto belle pagine per la chitarra, hanno la tendenza a contenere le dimensioni delle loro opere, consci delle possibilità tecniche dello strumento. Questo discorso non deve essere inteso come una sorta di SQUALIFICAZIONE della chitarra, ma va ad aprire la discussione sulla natura profonda ed intrinseca dello strumento, dalla costruzione al repertorio. Avverto un certo senso di rivalsa dei chitarristi nei confrondi delle altre categorie di strumentisti. Un pò a ragione perchè ingiustamente per lungo tempo lo strumento è stato considerato figlio minore, ma non è, secondo me, contraddicendo la sua natura che lo si riabilta (chitarre che suonino sempre più forte, composizioni sempre più lunghe o pretenziose ecc.). Spero di non aver offeso personalmente, non è mia intenzione. Saluti a tutti
  5. salve sono Dario, abito in provincia di Napoli e mi sono appena iscritto al vostro forum. Sono docente di chitarra nelle S.M.S. ad indirizzo musicale, chiaramente precario. Mi occupo dell' organizzare di concerti (sono responsabile di due associazioni) ed attività di divulgazione musicale per minori e minori a rischio (laboratori musicali, concerti con programmi specifici per bambini ecc.). Svolgo attività di arrangiatore, anche se la mia grande passione è la direzione di orchestra, campo nel quale sto compiendo un percorso lungo e faticose ma chi sa... Ho un trio chitarra, flauto e clarinetto al quale aggiungiamo spesso un soprano, ed eseguiamo musiche di genere diversi (classica, opera, film, cartoon etc.). Per questa formazione sono anche alla ricerca di uno strumento pluricorde, ma invierò un messaggio nell'apposito forum. Spero di non avervi annoiato. Saluti
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