Pur trattandosi di un OT trovo la discussione stimolante. Personalmente trovo condivisibili diverse affermazioni sia di Cristiano che di Ciccio-matera.
C'è un equivoco, secondo me, che non rende fluida la discussione: il "credere" non è riservato ai "credenti". Chiunque è costretto dalla necessità dell'agire e della vita a "credere" in qualcosa di più o meno ampio, di più o meno circoscritto. Ciò in cui crediamo è la nostra Verità.
L'equivoco nasce quindi nel momento in cui un "credente" che parla con un "non-credente", pensa di trovarsi di fronte ad una persona "vuota", a cui manca qualcosa. In realtà si tratta semplicemente di una differenza di vedute, tra una persona che ritiene di avere una risposta ad alcune domande ed un'altra che non ritiene credibile o necessaria una determinata risposta ad un quesito "non-stringente".
D'altra parte chi "rifiuta" certe risposte preconfezionate della religione "ufficiale", tende spesso per reazione a chiudersi all'argomento religioso come se l'unico modo per affrontarlo fosse quello "ufficiale".
Manca forse quell'ambiente ideale in cui coltivare la propria religiosità, che non deve essere per forza qualcosa che rientra in schemi dogmatici. Non tutti poi hanno la stessa predisposizione alla religiosità, ma credo che sarebbe utile affrontare il tema con maggiore consapevolezza.