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Taltomar

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  1. Per un attimo ci sono cascato, poi ho letto la lista dei cantanti e mi sono detto: "impossibile, manca Lorenzo Fragola !". Ben architettato però, bravo Cristiano, Buona Pasqua a tutti Taltomar
  2. Appunto. Non ho la fortuna di seguire quotidianamente le discussioni di questo forum. Lo faccio quando ho tempo e soprattutto quando posso. Ho semplicemente constatato ed evidenziato l'assenza della notizia che, a mio parere ed in un contesto chitarristico di questo tipo, avrebbe dovuta essere riportata da chicchessia. A questo punto le considerazioni che posso fare sono 2: o il forum ha avuto un calo evidente di utenze attive oppure la notizia è passata inosservata agli utenti di questo forum. Credo che la risposta corretta la si possa trovare nella prima opzione. Taltomar
  3. Credo che ci sia poco da scrivere o da aggiungere, se non - come riportato da graf - ricordarne la memoria. Ritengo, a mio modo di vedere, che un forum specializzato come questo avrebbe dovuto essere più attento e più puntuale nel riportare questa brutta notizia. Taltomar
  4. Forse mi sono perso qualcosa io, ma non mi pare di aver letto nulla all'interno di questo forum relativamente la prematura morte a soli 66 anni del grande chitarrista flamenco Paco de Lucia. Mi sbaglio ? Taltomar
  5. Grazie Cristiano. Molto utile. Ne farò tesoro. Taltomar
  6. Esatto: quasi. La questione è sempre più torbida. Taltomar
  7. Per prima cosa ringrazio tutti per le risposte. La faccenda però si complica. Riporto di seguito un estratto dal sito della SIAE proprio relativo ai diritti di sincronizzazione : "L’uso di composizioni musicali in supporti audiovisivi e multimediali L’uso di composizioni come commento musicale in supporti audiovisivi e multimediali comporta per il produttore la necessità di munirsi di più autorizzazioni da richiedere a soggetti diversi: alla SIAE per la riproduzione di composizioni protette, all’editore musicale per la sincronizzazione (abbinamento delle composizioni alle immagini), al produttore discografico per l’eventuale uso di registrazioni di sua proprietà." In questo caso specifico sembrerebbe quindi che i diritti derivanti dalla sincronizzazione non siano gestiti direttamente dalla SIAE ma che debbano essere riconosciuti tramite accordo o contratto tra chi ha scritto i pezzi e chi li ha utilizzati o pubblicati. Davvero un ginepraio. Taltomar
  8. Mi sfugge però come faccia la SGAE ad erogare un eventuale compenso per il diritto d'autore di un'opera eseguita o utilizzata o riprodotta in un altro paese o a tutelare l'opera stessa depositata da eventuali plagi. Voglio dire: la tutela e i servizi garantiti da queste associazioni è a livello mondiale o soltanto nazionale ? Chiedo scusa per le domande banali che pongo ma conosco davvero poco della materia ed i vari siti tematici (compreso quello della SIAE stessa) aiutano pochissimo a capire. Taltomar
  9. Probabilmente ripropongo un tema già dibattuto ma sono davvero confuso ed ho moltissimi dubbi. Avendo dovuto scrivere dei piccoli pezzi originali per un film prodotto da un'accademia di recitazione della mia città e che verrà proiettato e distribuito ufficialmente in febbraio, il regista (regolarmente associato alla SIAE) mi suggeriva di depositare i miei pezzi alla SIAE previa associazione. Non avendo esperienza in merito ho cercato di capire, navigando in rete e leggendo vari forum tematici, cosa significasse una cosa del genere. Aldilà del non trascurabile impatto economico (circa 220 € per l'associazione del primo anno con successivo canone annuale di circa 100€), mi sembra di aver capito che i benefici derivanti da tale associazione siano praticamente pari a zero: poca tutela, introiti derivati dai diritti d'autore ridotti ai minimi termini, altri soldi da versare in caso di pubblicazione di sito internet personale e via di questo passo. Mi rivolgo quindi a chi in questo Forum ha sicuramente più esperienza di me su questo tema: i compositori qui presenti sono regolarmente associati alla SIAE oppure hanno optato per altre soluzioni alternative ? Eventualmente quali ? Ringrazio anticipatamente chi avrà la cortesia di rispondermi. Taltomar
  10. La ringrazio anche per la Sua testimonianza. Anch'io non ho nulla contro il pianoforte; al contrario lo adoro e lo considero uno strumento affascinante e talvolta, come per altro la chitarra, delizioso. Volevo solo capire come e quanto potesse incidere in un percorso formativo basato sullo studio della composizione. Le Vostre risposte sono state più che esaustive. Taltomar
  11. La ringrazio per la risposta.E' per me consolatoria. Le confesso che effettivamente stavo distribuendo in maniera sbilanciata (tra molti rimorsi) il tempo dedicato allo studio serale, riservando un 80% agli esercizi ed allo studio dell'armonia ed un 20% alla tecnica pianistica (senza taglio di unghie come concordato con l'insegnante di Lettura della partitura). Verificherò con la segreteria della scuola quale possa essere eventualmente una soluzione alternativa. Taltomar
  12. Sto frequentando il corso di composizione organizzato dalla Scuola Civica di Torino nella classe (siamo ben in due!) del m° Giulio Castagnoli. A tale corso primario è stato associato il corso complementare di Lettura della partitura che, almeno in questa prima fase, non è null'altro che un corso base di pianoforte. Capisco perfettamente che il pianoforte - per le sue peculiarità e caratteristiche - sia da un punto di vista didattico al centro di determinati percorsi formativi. La domanda che mi e vi pongo però è: un compositore non improvvisato che segua un percorso formativo serio e completo deve per forza saper suonare il pianoforte ? Un conto è "conoscore profondamente" uno strumento (tecniche, stili, dinamiche, scrittura musicale ecc), un'altro è saperlo anche suonare. Con questa logica un compositore che scrive opere orchestrali, per essere davvero completo, dovrebbe sapere suonare tutti gli strumenti dell'organico. Cosa ne pensate ? Taltomar
  13. Taltomar

    Caduta di stile

    Io penso invece che - aldilà della valutazione ovvie sui contenuti - sia anche importante l'aspetto esteriore. In questo caso specifico mi sembra che l'errore sia piuttosto evidente e marchiano indipendentemente dalla tracklist proposta. Purtroppo il processo di imbarbarimento in atto non solo nei confronti della musica parte anche da questi dettagli. Accettarli è - a mio giudizo - un errore culturale. Taltomar
  14. Condivido questo pensiero Giorgio e più volte - anche su questo Forum - ho rivendicato la possibilità di decidere e di poter discriminare ciò che considero bello da ciò che non lo è in maniera autonoma e senza condizionamenti esterni. Non credo però di passare per eretico se sostengo che vi sia una diversità sostanziale fra il Nocturnal di Britten (ad esempio) rispetto ad alcune nuove composizioni moderne. Credo che siano due cose differenti. Completamente differenti. In questa partita non entrano in gioco meriti individuali, tonalità o atonalità o la "purezza d'animo e di spirito" del compositore; qui siamo di fronte ad un dato oggettivo che dovrebbe essere anche obiettivo. Quando decido di acquistare un cd di musica classica o più nello specifico di chitarra, uno dei miei criteri selettivi, è proprio la tracklist proposta. Se compro il cd di Signorile (e l'ho fatto) contenente le sue musiche, sono pienamente consapevole di quello che sto facendo e di quello che andrò ad ascoltare; se acquisto la serie di cd degli Studi di Virtuosità e di Trascendenza di Gilardino (e l'ho fatto) - anche in questo caso - sono pienamente consapevole di quello che sto facendo e di quello che andrò ad ascoltare. Mantengo però le due cose separate nel pieno rispetto delle caratteristiche e delle specificità dei due soggetti. Se però mi trovo di fronte ad un cd in cui nella tracklist trovo dal Libertango di Piazzolla alla Cumparsita passando magari per la mazurka-choro di Villa Lobos per terminare brillantemente proprio con il Nocturnal, allora, scusami, qualche sospetto legato al profitto ed alla visibilità mi viene. Taltomar
  15. [...] Per una buffa stranezza - mentre il dilettante improvvisato che pretendesse di dare un concerto soltanto perché ha ascoltato molti concerti e molti dischi di chitarra verrebbe rimandato al primo anno a imparare a far le scale - il tizio che dalla sera alla mattina decide di essere diventato un compositore soltanto perché, come esecutore, ha familiarizzato con molta musica per chitarra, può anche darla a bere, a sé stesso e a un certo numero di altre persone. Resta il fatto che tenta di fare quello che non sa fare: comporre. Per rendersene conto, da parte di chi è in grado di leggere la musica oltre la soglie del solfeggio, bastano pochi istanti: uno sguardo a una pagina di musica è sufficiente, a un musicista degno di questo nome, per comprendere se chi l'ha scritta è un compositore o un venditore di elisir. [...] dralig Leggendo questo Suo passo mi sono posto una serie di domande che ripropongo a Lei ed al Forum. Per quale motivo queste composizioni - come Lei sostiene - di alcun valore musicale e sgrammaticate vengono poi pubblicate da importanti case editrici e registrate su cd ? Ed ancora: nell'ambito della musica classica non dovrebbero esistere filtri valutativi seri e professionali alla base di scelte editoriali e discografiche ? Ed infine: per quale motivo logico un interprete di livello e fama internazionale dovrebbe inserire nella tracklist del proprio cd brani privi di valore musicale ? Io credo, sintetizzando al massimo il mio pensiero, che alla fine del ragionamento - purtroppo - si possa ipotizzare che un concetto tristemente moderno stia contaminando anche il mondo "puro" della musica classica: il profitto. Poco importa cosa ho per le mani, l'importante è che generi ricavo sia in termini economici che in termini di visibilità. Mi sbaglio ? Taltomar
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