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bob54

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  1. Caro Giordario, non posso che condivedere le difficoltà citate e non conoscevo la regola del 10%. Vi prego di considerare la mia opinione come quella di uno spettatore che ha avuto la fortuna di assistere a concerti in cui la situazione era decisamente migliore e, nella mia testa, immaginavo che la scelta fosse anche gradita dai concertisti. Mi dispiace constatare che in molti casi non é così. Suonare con le mani fredde o in un ambiente con riverberi esagerati non é certo piacevole.
  2. Non intendevo dire che i teatri sono terribili, ma penso che le chiese, per loro stessa concezione tendano a creare un'atmosfera particolare grazie ad una combinazione di acustica e scenografia che secondo me può favorire un' intensità percettiva superiore. Forse é solo il mio modo di sentire, ma penso che, per la chitarra, una chiesa non troppo grande sia un ottimo ambiente. Ovviamente dipende dalla chiesa e dall'affollamento. Essere schiacciato contro l'altare non é bello per il concertista e assistere in una navata laterale dietro una colonna non é bello per l'ascoltatore. In una cattedrale il suono della chitarra si perde. Con riferimento all'altro intervento, per quanto riguarda "Bordel" direi che é un caso azzeccato. Un mio amico concertista dilettante ( nel senso che non vive di musica, ma con una preparazione professionale ed una grandissima passione) si é autocensurato ad ha presentato, in chiesa, solo gli altri tre brani dell' "Histoire du tango".
  3. L'acustica di solito é molto appagante e poi, effettivamente, si ottiene una sala da concerto, magari non troppo grande, messa a disposizione dai sacerdoti che nella stragrande maggioranza amano e conoscono la musica, specie quella classica. Di fatto la "Chiesa" é un valido sponsor dei concerti. Anche la scena vuole la sua parte. Alzare lo sguardo verso un bel affresco o decorazioni barocche é un bel complemento all'ascolto, basta non distrarsi troppo.
  4. Mi fa grande piacere che sia ricordato e provo anche un pò di commozione. Ho capito che lei é il maestro Gilardino ed allora mi é tornato in mente che mi parlava di lei essendovi conosciuti in occasione di alcune rassegne a Trivero. In particolare era affascinato dalla modernità che lei rappresentava rispetto alla sua cultura più tradizionale, che comunque non gli impediva di essere aperto, curioso e desideroso di entrare in questo mondo. Nell'ultimo periodo della sua vita ha cercato proprio di approfondire la musica contemporanea, dedicandosi allo stesso tempo alla trascrizione di opere per liuto, soprattutto Dowland e Weiss. Ho i ricordi un pò confusi, ma di quel periodo mi restano impressi alcuni concerti a Santhià in cui ho avuto la fortuna di ascoltare lei e, molto giovani, Bonaguri, De Santi e Grondona, tutti già molto bravi.
  5. Saluti a tutti Sono del '54 e lavoro come ingegnere. Ho iniziato a suonare a 16 anni come dilettante ( senza maestro) prima con Il metodo Branzoli e poi con il Carulli. A 19 anni per 5 anni (il periodo dell'Università) ho seguito lezioni dal maestro Spattini (una persona brava, generosa e competente -- qualcuno di voi l'ha conosciuto?). Purtroppo lui é poi mancato ed io ho suonato solo occasionalmente, ma l'amore per la chitarra classica mi é rimasto. Ultimamente mi sono comprato una nuova chitarra (Picado Concierto di cui sono molto soddisfatto). Suono praticamente solo un pò nei week-end, ma ascolto molta musica per chitarra specie in auto nel tragitto da e verso il posto di lavoro ( 30 minuti al mattino ed alla sera). Da un pò ho anche iniziato a navigare nei forum e siti di chitarra alimentando ulteriormente la mia passione. E' bello leggere e confrontare idee di altri dilettanti o grandi professionisti.
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