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lindina

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Reputazione Forum

  1. Sto cercando ormai da molti anni di "rende noto" ai chitarristi, che esiste un concerto di metà '800 che varrebbe la pena far conoscere. La sua storia è alquanto strana perchè Giovanni Bonfante - detto "Panizza" - era un illustre sconosciuto e quindi nessuno ha mai capito perchè egli lo abbia composto. Fu Bruno Tonazzi a ritrovarlo all'interno di un fondo musicale a Trieste, ed io ne realizzai una versione moderna proponendola a molte case editrice convinto che la composizione avrebbe aperto nuove prospettive sul repertorio chitarristico, ma non se ne fece mai nulla. Provai anche ad inserirlo in questo forum, ma, dopo qualche piccolissimo interesse il tutto finì ancora una volta nel dimenticatoio. Ora, riprovo ancora una volta ad inserire il tutto sperando che qualche chitarrista volenteroso lo faccia risplendere. > [Visualizza Anteprima] Giorgio Tortora
  2. a tonnellate: Carulli (trascrizioni delle Sinfonie di Rossini) Kreutzer, Molino, Hummel. Giorgio Tortora
  3. Il brano è bellissimo! Il chitarrista è bravissimo! ... e percepisco una simmetria con la musica di Mario Zafred... Giotgio Tortora
  4. Io non so se lei sa comprendere perchè ho messo in parallelo Sor con l'argomento in questione perchè parte il solito esercizio di penna per disprezzare educatamente il mio intervento null'altro: robetta insomma per me. PS... mi sembra che lei avesse già deciso di non interloquire più con il sottoscritto: che succede? un ripensamento?
  5. Il mio punto di vista l'ho già espresso varie volte in questo forum e rimane sempre lo stesso. La chitarra non è una scienza ma una pulsazione emotiva collocata in un piccolissimo lasso di tempo di circa cinquant'anni. Ogni cosa coincide con il nome di Segovia che - da artista supremo - (ovvero considerato da molti - figuriamoci da me - possessore di doti estetiche superiori) interagì pesantemente sull'opera di alcuni compositori non limitandosi ad eseguire i brani ma ecc. ecc.....come tutti sanno. Ora, non è importante conoscere la radice primaria della volontà di un compositore, perchè le emozioni che io ho ricevuto da un qualsivoglia brano di Castelnuovo Tedesco, o Villa Lobos sono frutto si una miscela sociale (meglio sociologica) contestualizzata con il mio destino temporale. Ho torto, ragione? Poco importa, ma io su questa cosa ci ho ragionato. Non inserisco pertanto nessun elemento di" forza tecnica", e guardo volentieri, anzi registro che il mio punto di vista non è poi così solo e sconsolato se il video di Dimitri Illiarionov che esegue Sor con l'orchestra, non solo spopola in rete ma ha un plauso generale "Sans Suoci"... La "gara" quindi non confronta chi sa di più, ma chi sente di più che è cosa diversa. Giorgio Tortora
  6. La discussione è sempre stessa: per me va bene il lavoro di Segovia. Giorgio Tortora
  7. Bellissimo! Conoscevo questo concerto da una storica incisione dei fratelli Abreu ma ora mi sono emozionato ascoltando la vostra. PS. Anche l'orchestra merita un plauso. giorgio tortora
  8. Siamo su livelli diversi, su mondi divergenti e sentirmi dare continuamente dell' ignorante, del superficiale (con grande tecnica di penna si badi), mi convince che il mio tempo è perso. In poche parole mi sono rotto i co****i e mi ritiro da questo, come si chiama, "trahaed?" Giorgio Tortora
  9. Bene M° Zigante, ma vedo che a lei non coglie il significato di quanto io sto tentando di esplicitare nei miei interventi. Lo dico senza ironia, mi creda, ma sottolineandole che il mio intendimento era (ed è tutt'ora) provare a ragionare sul futuro della chitarra giunta, secondo il mio parere, alla propria ridefinizione. La domanda è: la nuova via sarà quella di pulire e ripulire ancora la tecnica dei chitarristi, far ulteriore luce sul repertorio, su dati, informazioni ecc. oppure decidere che questi aspetti si collocano su un ramo, pur nobile (anzi nobilissimo) di un inevitabile passato? A scanso di equivoci mi spiego meglio: fino a tre/quattro o cinque anni orsono, ognuno possedeva una macchina fotografica con la quale scattava le proprie immagini e poi - come in un rituale - le portava al negozio del fotografo a sviluppare. Una specie di rito insomma, a vari livelli di tecnica, di grandangolo, di zoom, di formato, ecc. con quella piccola emozione del ritiro e successiva visione. Oggi, quelle macchine, anche le più prestigiose, le Leika, le Rolleiflex, ecc. non hanno più senso anche se meravigliose perchè con l'avvento del digitale manca il proprio rovesci; ii negozi di fotografia non esistono più, la Agfa e la Kodak hanno trasformato la produzione e i soli appassionati del cosiddetto "analogico" si ritrovano a discutere di "cose vintage". Così, come per i vinili, per le comunicazioni telefoniche, per l'invio della posta, e quant'altro, anche la chitarra attuale è - metaforicamente - già morta e defunta, evocata sì ancora, da persone nobili e appassionate come (mi permetto), lei (mi creda ancora, non sono ironico), ma costretta a prendere atto che anche per lei non c'è più l'interfaccia socioculturale. Ha finito un ciclo, ora soppiantato da nuovi fenomeni percettivi come - per esempio - il linguaggio delle suonerie telefoniche, l'arte sonora di alcune installazioni contemporanee, i codici esteti/psicologici delle sloot-machine (da non sottovalutare!!!!!). I suoi studi, M° Zigante, come quelli di tanti altri autorevoli musicologi, forse in parte anche i miei, sono e saranno sempre di più prestigiosi nei confronti di un ramo destinato a finire nelle secche: tra cinque , dieci o al massimo vent'anni, perchè la nuova esigenza percettiva (ripeto: non do il voto se giusta o sbagliata) definisce preistoria ciò che è successo non più di ieri sera. Non dico Giuliani e la sua opera 15, Karl Scheit, Sigfrid Beehrend, non dico Stockhausen padre, ma nemmeno il mio amico Markus (il figlio), ma gli stessi Beatles sono preistoria, i King Krimson, i Gong, Emilio Vedova, Malipiero, gli AC-DC, Teddy Riley, Sciarrino, Tutino, ecc. e se mi verrà contestato che il meccanismo estetico deve neccessariamente far tesoro dei grandi personaggi, o dei movimenti epocali risponderò no, perchè è cambiata la cifra di riferimento. Giorgio Tortora
  10. Provo: con il beneficio che è la mia idea, ho ritenuto aprire una discussione sul futuro della chitarra perchè convinto che la percezione della musica stia subendo (giusto o sbagiato non lo so) un fenomeno di progressione iperbolica. Il tema non è quindi se Tom Ward ne sia il nuovo archetipo, ma la realizzazione che questa modificazione (per qualcuno ernia e per altri bellezza) sia inevitabilmente in atto. Convinto che fino a solo qualche anno orsono le modificazioni (che sono sempre esistite) procedevano linearmente ed impercettibilmente tanto da chiamersi "evoluzione", ora il punto è l'autentica crisi di un 'intero sistema. Per questo motivo ho voluto fissare che nelle precedenti e naturali "evoluzioni" descritte qui sopra, vi sono stati (ma per tutti gli strumenti) delle vere e proprie stazioni d'arrivo e partenza. Una di queste si chiama Segovia che ha letterelmento scritto un'epoca (quarant'anni?) proponendo un modello di stile che poi - una volta assimilato - è ripartito ed ulterirmente caratterizzato. L'operazione quindi di molti studiosi, ma in particolar modo del M° Zigante, non mi trova d'accordo perchè - una volta ritirata dal mercato la versione segoviana - quelle nuove edizioni dimenticheranno presto la fotografia in cui si sono condensate le pulsioni di chitarristi, di morose, di vinili, di Brigate Rosse (in Italia) e di speranze. Ora, contestandomi la mia ignoranza o superficialità storica e filologica, mi si da una bella mazzata, lo so bene (anche se il significato della discussione era ben diverso) con la palese intenzione di richiamarmi alla corretta ed incontrovertibile esigenza di verità il modello o il particolare inserito il tale o tal'altra composizione non è quindi "nuovo" ma soltanto legittimo perchè farebbe - alla luce di nuove conoscenze - giustizia ecc. ecc. Il video/registrazione però complica le cose perchè ora che abbiamo ascoltato da Villa Lobos stesso (ammesso sempre che sia lui) come intendesse la propria musica bisognerebbe realizzare una ancora versione delle sue opere ritenendo quindi i manoscritti finora ritenuti primari non più tali, e iniziando nuove ricerche ed analisi: assurdo! La fotografia di Segovia per me è invece quella che conta, con tutte le incongruenze figlie di scarsa precisione del linotipista di Eschig, o di libere velleità del chitarrista spagnolo, ecc. come conterà il mondo dopo l'11 settembre, la percezione (e non il perchè) dei tagli di Fontana, o il rimpianto per le fotografie in carta. La ricerca di una verità storica che ricollochi al proprio posto le "cose di chitarra" quindi non mi appartiene, perchè ma intriga osservare in che modo il fiume iperbolico trasformerà (fichè sono vivo) non la mia, ma la chitarra. Mi sto attirando una bella quantità di strali da parte di molti chitarristi "romantici", lo so, ma quel video/registrazione..... Giorgio Tortora
  11. Come immaginavi il video crea un problema e sua risposta M° Zigante (parlo della registrazione) è - a mio parere ovviamente - alquanto contraddittoria: se quello che suona il Preludio n.1 è Villa Lobos stesso è difficile ritenere che si tratti di una versione non definitiva come lei in qualche modo sostiene (siamo negli anni '30 e quindi incidere un microsolco in maniera "poco definitiva" mi lascia molto perplesso), invece, e/ma, quella registrazione mi convince ancor di più della mia ragione, ovvero che ogni opera d'arte deve venir fotografata rispetto a molti altri fattori (non tutti musicali) anche di contingente casualità. Nella mia casa posseggo anch'io molti manoscritti (in copia ovviamente) di Villa Lobos, alcuni assolutamente discordanti anche dal più - finora - inconsueto, ma ora, proprio alla luce della registrazione che ho postato mi guarderei bene dal diffonderli. Riguardo alla Sonata di Giuliani, op. 15 mi riferivo al fatto che - come lei ben sa - l'ultima parte è stata riscoperta nell'era "Ruggero Chiesa". Io scrivo di getto, e per il fatto che in relazione al tema "La Chitarra e il suo Futuro", i particolari, i numeri di catalogo, ecc (non so se mi ha capito?)t non sono oggetto di discussione, mi permetto anche di sbagliare il tre con il quattro. Altra cosa quando svolgo l'attività di musicologo; in questo caso sono così precisino, pedante, e quant'altro (legga: rompicoglioni) che - pur avendo argomenti per farlo - valuto mille volte che il tre sia tre e che il quattro sa quattro. Provi a consultare la mia revisione (e sono in buona compagnia) de "La Battaglia di Marengo" per flauto e chitarra di Mauro Giuliani (Chanterelle Verlag) e forse capirà il metodo con il quale opero. Al di là di questa schermaglia finale, sottolineo però ancora che quel video/audio di HVL - sempre sia autentico - riscrive tutto, e quindi il mio concetto di "fotografia"........ Giorgio Tortora
  12. Non sono d'accordo sulla tesi che "un interpretazione, per quanto blasonata non può essere considerata alla stregua di un testo" perchè ogni opera d'arte, cioè quella che poi renderà al mondo intero la propria cifra, è il frutto di molteplici volontà sia di persone che di casualità. Il mio ragionamento parte dal punto di vista del fruitore che si emoziona per uno specifico e comune modello, e non dalla radice recondita (intenzionale o meno) del protagonista primario (in questo caso il compositore). Segovia, come varie volte ho scritto, è stato per tutti " il monumento" e quindi con lui il mondo della chitarra novecentesca ha dovuto inevitalbilmente fare i conti; il valore delle opere, i repertori ed anche inconsapevoli rivali (Yepes) sono stati "misurati" su quel metro tecnico e stilistico. E' il mio parere, e non ho di certo la verità in tasca, ma pongo due esempi (volutamente poco chitarristici): 1. chiunque ascolti "Michelle" dei Beatles si accorgerà che nelle prime battute dell'incisione il tempo di metronomo cambia, e cambia perchè i "tagli" dei nastri all'epoca si facevano a mano. Il sobbalzo quindi non è volontà di un idea primaria del Beatles, forse ne avrebbero fatto a meno, ma oggi quella melodia è ricononosciuta così, un poco "storta" e nessuno si sogna di "quantizzare" il difetto con un nuovo editing. 2. Conosco bene un incisore, e questi mi ha raccontato che alcune opere da lui pressate con quotazioni - oggi - imbarazzanti, sono state oggetto di ampissime discussioni da parte dei critici, ma non perchè gli erano venute male, ma perchè l'artista le "avrebbe" così ideate in antitesi con il lavoro finora svolto ecc. ecc. ecc. Questi poi muore, e giù verità, analisi e controanalisi. Questo è il mio pensiero con successivo pretesto HVL. Nell'arte c'è una inevitabile fotografia, e, più grande è l'opera considerata più chiara è quella fotografia. Ovviamente vi è un limite: esclusi quelli ignobili della malafede o dello scherzo, nel presentare aspetti di revisione inequivocabile il mio pensiero va al giusto, anzi necessario recupero del quarto movimento della Sonata di Giuliani avvenuta negli anni '70 (i-n-s-i-d-a-c-a-b-i-l-e) oppure - quando qualche fortunato ci riuscirà - alla riscoperta del 4° concerto per chitarra e orchestra dello stesso Giuliani, probabilmente nascosto impolverato in qualche baule di Vienna. Il problema è che nessuno finora mi ha risposto sul video che ho pubblicato: se fosse una bufala avrei meno armi per difendermi, se fosse autentico cambierebbe tutto per i miei detrattori Giorgio Tortora
  13. Si Cristiano hai ragione, mi spiego meglio: Ho scritto che la chitarra morirà, e nessuno si è nemmeno girato per scandalizzarsi dell'affermazione o magari per ragionarci sopra, ma viene colta una differenza tra preludio e studio che - pur corretta da parte del correttore - nulla centra con il pur assolutamente discutibile significato etico/morale/tradizionale/culturale di quanto io ho espresso, e giù di fanfalucheria, di divulgatore di falsità. Ma io che ho espresso il concetto di una chitarra contestualizzata alla fotografia di una serie di elementi temporali (quindi anche sociali) inserisco allora su questo sito la registrazione del Preludio n. 1 che -Villa Lobos o meno quale interprete di se stesso - dovrebbe necessariamente riaprire la "..... ultima revisione, riveduta e corretta che segue la primaria volontà di ecc. ecc......." ovviamente per me assurda. Parlo poi di Tom Ward, pretesto per "ragionare" sopra la "futura morte della chitarra", mica per dire è il nuovo verbo, e inizia una discussione su mosse e mossettine da parte di odiosi chitarristi ciccisbei, che nulla centrano (ora davvero) con l'origine della discussione. Infine, i messaggi "evasivi ma provocatori" - come sostiene Alessio Olivieri, viaggierebbero anch'essi nel contesto della mia discussione primaria. A me, di offendere gratuitamente Dralig non importa proprio nulla, tantomeno immaginare la sua disistima, però far capire il concetto mio personale della "fotografia" sì. Quella antica discussione, scritta sul Fronimo n.76, (oggi, da quanto sembra di capire in qualche modo oggetto di scuse) è la discriminante che filtra il non-dogma di qualsiasi verità chitarristica. Punto e basta. PS per Alessio Olivieri: anch'io non sempre interpreto chiare le sue affermazioni così come lei non interpreta chiare le mie, quindi, in riferimento al "ragazzino davvero promettente" Marko Topchii da Kiev (Ukraina), quel "ragazzino" mi sembra forse irriverente per un chitarrista che merità soltanto ammirazione per quel che sa dare. Ma sa, lei mi definisce "evasivo e provocatore". Sono solo un tantino rompicoglioni a causa di un mescolamento di sangue, un poco isolano (......Venezia...) un poco meridionale e un poco slavo. regards Giorgio Tortora
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