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info Concerto per chitarra, Giovanni Bonfante detto "Panizza"
lindina ha risposto a lindina nella discussione Altre discussioni sul repertorio
se è così lo ordino subito..... -
info Concerto per chitarra, Giovanni Bonfante detto "Panizza"
lindina ha pubblicato una discussione in Altre discussioni sul repertorio
Sto cercando ormai da molti anni di "rende noto" ai chitarristi, che esiste un concerto di metà '800 che varrebbe la pena far conoscere. La sua storia è alquanto strana perchè Giovanni Bonfante - detto "Panizza" - era un illustre sconosciuto e quindi nessuno ha mai capito perchè egli lo abbia composto. Fu Bruno Tonazzi a ritrovarlo all'interno di un fondo musicale a Trieste, ed io ne realizzai una versione moderna proponendola a molte case editrice convinto che la composizione avrebbe aperto nuove prospettive sul repertorio chitarristico, ma non se ne fece mai nulla. Provai anche ad inserirlo in questo forum, ma, dopo qualche piccolissimo interesse il tutto finì ancora una volta nel dimenticatoio. Ora, riprovo ancora una volta ad inserire il tutto sperando che qualche chitarrista volenteroso lo faccia risplendere. > [Visualizza Anteprima] Giorgio Tortora -
info Repertorio per violino, flauto e chitarra
lindina ha risposto a Domenico Famà nella discussione Altre discussioni sul repertorio
a tonnellate: Carulli (trascrizioni delle Sinfonie di Rossini) Kreutzer, Molino, Hummel. Giorgio Tortora -
Alfredo Franco_ "Me promenant le long du rivage"
lindina ha risposto a Marcello Rivelli nella discussione Interpretazioni
Il brano è bellissimo! Il chitarrista è bravissimo! ... e percepisco una simmetria con la musica di Mario Zafred... Giotgio Tortora -
pubblicazione Fantasia-Sonata Op. A=22, Joan Manén
lindina ha risposto a Angelo Gilardino nella discussione Altre discussioni sulle pubblicazioni
Io non so se lei sa comprendere perchè ho messo in parallelo Sor con l'argomento in questione perchè parte il solito esercizio di penna per disprezzare educatamente il mio intervento null'altro: robetta insomma per me. PS... mi sembra che lei avesse già deciso di non interloquire più con il sottoscritto: che succede? un ripensamento? -
pubblicazione Fantasia-Sonata Op. A=22, Joan Manén
lindina ha risposto a Angelo Gilardino nella discussione Altre discussioni sulle pubblicazioni
Il mio punto di vista l'ho già espresso varie volte in questo forum e rimane sempre lo stesso. La chitarra non è una scienza ma una pulsazione emotiva collocata in un piccolissimo lasso di tempo di circa cinquant'anni. Ogni cosa coincide con il nome di Segovia che - da artista supremo - (ovvero considerato da molti - figuriamoci da me - possessore di doti estetiche superiori) interagì pesantemente sull'opera di alcuni compositori non limitandosi ad eseguire i brani ma ecc. ecc.....come tutti sanno. Ora, non è importante conoscere la radice primaria della volontà di un compositore, perchè le emozioni che io ho ricevuto da un qualsivoglia brano di Castelnuovo Tedesco, o Villa Lobos sono frutto si una miscela sociale (meglio sociologica) contestualizzata con il mio destino temporale. Ho torto, ragione? Poco importa, ma io su questa cosa ci ho ragionato. Non inserisco pertanto nessun elemento di" forza tecnica", e guardo volentieri, anzi registro che il mio punto di vista non è poi così solo e sconsolato se il video di Dimitri Illiarionov che esegue Sor con l'orchestra, non solo spopola in rete ma ha un plauso generale "Sans Suoci"... La "gara" quindi non confronta chi sa di più, ma chi sente di più che è cosa diversa. Giorgio Tortora -
pubblicazione Fantasia-Sonata Op. A=22, Joan Manén
lindina ha risposto a Angelo Gilardino nella discussione Altre discussioni sulle pubblicazioni
La discussione è sempre stessa: per me va bene il lavoro di Segovia. Giorgio Tortora -
M.Cast.Tedesco: Concerto op.201 - A.Desiderio - L.Matarazzo
lindina ha risposto a Lucio Matarazzo nella discussione Interpretazioni
Bellissimo! Conoscevo questo concerto da una storica incisione dei fratelli Abreu ma ora mi sono emozionato ascoltando la vostra. PS. Anche l'orchestra merita un plauso. giorgio tortora -
La Chitarra e il suo futuro
lindina ha risposto a lindina nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Siamo su livelli diversi, su mondi divergenti e sentirmi dare continuamente dell' ignorante, del superficiale (con grande tecnica di penna si badi), mi convince che il mio tempo è perso. In poche parole mi sono rotto i co****i e mi ritiro da questo, come si chiama, "trahaed?" Giorgio Tortora -
La Chitarra e il suo futuro
lindina ha risposto a lindina nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Bene M° Zigante, ma vedo che a lei non coglie il significato di quanto io sto tentando di esplicitare nei miei interventi. Lo dico senza ironia, mi creda, ma sottolineandole che il mio intendimento era (ed è tutt'ora) provare a ragionare sul futuro della chitarra giunta, secondo il mio parere, alla propria ridefinizione. La domanda è: la nuova via sarà quella di pulire e ripulire ancora la tecnica dei chitarristi, far ulteriore luce sul repertorio, su dati, informazioni ecc. oppure decidere che questi aspetti si collocano su un ramo, pur nobile (anzi nobilissimo) di un inevitabile passato? A scanso di equivoci mi spiego meglio: fino a tre/quattro o cinque anni orsono, ognuno possedeva una macchina fotografica con la quale scattava le proprie immagini e poi - come in un rituale - le portava al negozio del fotografo a sviluppare. Una specie di rito insomma, a vari livelli di tecnica, di grandangolo, di zoom, di formato, ecc. con quella piccola emozione del ritiro e successiva visione. Oggi, quelle macchine, anche le più prestigiose, le Leika, le Rolleiflex, ecc. non hanno più senso anche se meravigliose perchè con l'avvento del digitale manca il proprio rovesci; ii negozi di fotografia non esistono più, la Agfa e la Kodak hanno trasformato la produzione e i soli appassionati del cosiddetto "analogico" si ritrovano a discutere di "cose vintage". Così, come per i vinili, per le comunicazioni telefoniche, per l'invio della posta, e quant'altro, anche la chitarra attuale è - metaforicamente - già morta e defunta, evocata sì ancora, da persone nobili e appassionate come (mi permetto), lei (mi creda ancora, non sono ironico), ma costretta a prendere atto che anche per lei non c'è più l'interfaccia socioculturale. Ha finito un ciclo, ora soppiantato da nuovi fenomeni percettivi come - per esempio - il linguaggio delle suonerie telefoniche, l'arte sonora di alcune installazioni contemporanee, i codici esteti/psicologici delle sloot-machine (da non sottovalutare!!!!!). I suoi studi, M° Zigante, come quelli di tanti altri autorevoli musicologi, forse in parte anche i miei, sono e saranno sempre di più prestigiosi nei confronti di un ramo destinato a finire nelle secche: tra cinque , dieci o al massimo vent'anni, perchè la nuova esigenza percettiva (ripeto: non do il voto se giusta o sbagliata) definisce preistoria ciò che è successo non più di ieri sera. Non dico Giuliani e la sua opera 15, Karl Scheit, Sigfrid Beehrend, non dico Stockhausen padre, ma nemmeno il mio amico Markus (il figlio), ma gli stessi Beatles sono preistoria, i King Krimson, i Gong, Emilio Vedova, Malipiero, gli AC-DC, Teddy Riley, Sciarrino, Tutino, ecc. e se mi verrà contestato che il meccanismo estetico deve neccessariamente far tesoro dei grandi personaggi, o dei movimenti epocali risponderò no, perchè è cambiata la cifra di riferimento. Giorgio Tortora -
La Chitarra e il suo futuro
lindina ha risposto a lindina nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Provo: con il beneficio che è la mia idea, ho ritenuto aprire una discussione sul futuro della chitarra perchè convinto che la percezione della musica stia subendo (giusto o sbagiato non lo so) un fenomeno di progressione iperbolica. Il tema non è quindi se Tom Ward ne sia il nuovo archetipo, ma la realizzazione che questa modificazione (per qualcuno ernia e per altri bellezza) sia inevitabilmente in atto. Convinto che fino a solo qualche anno orsono le modificazioni (che sono sempre esistite) procedevano linearmente ed impercettibilmente tanto da chiamersi "evoluzione", ora il punto è l'autentica crisi di un 'intero sistema. Per questo motivo ho voluto fissare che nelle precedenti e naturali "evoluzioni" descritte qui sopra, vi sono stati (ma per tutti gli strumenti) delle vere e proprie stazioni d'arrivo e partenza. Una di queste si chiama Segovia che ha letterelmento scritto un'epoca (quarant'anni?) proponendo un modello di stile che poi - una volta assimilato - è ripartito ed ulterirmente caratterizzato. L'operazione quindi di molti studiosi, ma in particolar modo del M° Zigante, non mi trova d'accordo perchè - una volta ritirata dal mercato la versione segoviana - quelle nuove edizioni dimenticheranno presto la fotografia in cui si sono condensate le pulsioni di chitarristi, di morose, di vinili, di Brigate Rosse (in Italia) e di speranze. Ora, contestandomi la mia ignoranza o superficialità storica e filologica, mi si da una bella mazzata, lo so bene (anche se il significato della discussione era ben diverso) con la palese intenzione di richiamarmi alla corretta ed incontrovertibile esigenza di verità il modello o il particolare inserito il tale o tal'altra composizione non è quindi "nuovo" ma soltanto legittimo perchè farebbe - alla luce di nuove conoscenze - giustizia ecc. ecc. Il video/registrazione però complica le cose perchè ora che abbiamo ascoltato da Villa Lobos stesso (ammesso sempre che sia lui) come intendesse la propria musica bisognerebbe realizzare una ancora versione delle sue opere ritenendo quindi i manoscritti finora ritenuti primari non più tali, e iniziando nuove ricerche ed analisi: assurdo! La fotografia di Segovia per me è invece quella che conta, con tutte le incongruenze figlie di scarsa precisione del linotipista di Eschig, o di libere velleità del chitarrista spagnolo, ecc. come conterà il mondo dopo l'11 settembre, la percezione (e non il perchè) dei tagli di Fontana, o il rimpianto per le fotografie in carta. La ricerca di una verità storica che ricollochi al proprio posto le "cose di chitarra" quindi non mi appartiene, perchè ma intriga osservare in che modo il fiume iperbolico trasformerà (fichè sono vivo) non la mia, ma la chitarra. Mi sto attirando una bella quantità di strali da parte di molti chitarristi "romantici", lo so, ma quel video/registrazione..... Giorgio Tortora -
La Chitarra e il suo futuro
lindina ha risposto a lindina nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
No, esattamente il contrario! -
La Chitarra e il suo futuro
lindina ha risposto a lindina nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Come immaginavi il video crea un problema e sua risposta M° Zigante (parlo della registrazione) è - a mio parere ovviamente - alquanto contraddittoria: se quello che suona il Preludio n.1 è Villa Lobos stesso è difficile ritenere che si tratti di una versione non definitiva come lei in qualche modo sostiene (siamo negli anni '30 e quindi incidere un microsolco in maniera "poco definitiva" mi lascia molto perplesso), invece, e/ma, quella registrazione mi convince ancor di più della mia ragione, ovvero che ogni opera d'arte deve venir fotografata rispetto a molti altri fattori (non tutti musicali) anche di contingente casualità. Nella mia casa posseggo anch'io molti manoscritti (in copia ovviamente) di Villa Lobos, alcuni assolutamente discordanti anche dal più - finora - inconsueto, ma ora, proprio alla luce della registrazione che ho postato mi guarderei bene dal diffonderli. Riguardo alla Sonata di Giuliani, op. 15 mi riferivo al fatto che - come lei ben sa - l'ultima parte è stata riscoperta nell'era "Ruggero Chiesa". Io scrivo di getto, e per il fatto che in relazione al tema "La Chitarra e il suo Futuro", i particolari, i numeri di catalogo, ecc (non so se mi ha capito?)t non sono oggetto di discussione, mi permetto anche di sbagliare il tre con il quattro. Altra cosa quando svolgo l'attività di musicologo; in questo caso sono così precisino, pedante, e quant'altro (legga: rompicoglioni) che - pur avendo argomenti per farlo - valuto mille volte che il tre sia tre e che il quattro sa quattro. Provi a consultare la mia revisione (e sono in buona compagnia) de "La Battaglia di Marengo" per flauto e chitarra di Mauro Giuliani (Chanterelle Verlag) e forse capirà il metodo con il quale opero. Al di là di questa schermaglia finale, sottolineo però ancora che quel video/audio di HVL - sempre sia autentico - riscrive tutto, e quindi il mio concetto di "fotografia"........ Giorgio Tortora -
La Chitarra e il suo futuro
lindina ha risposto a lindina nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Non sono d'accordo sulla tesi che "un interpretazione, per quanto blasonata non può essere considerata alla stregua di un testo" perchè ogni opera d'arte, cioè quella che poi renderà al mondo intero la propria cifra, è il frutto di molteplici volontà sia di persone che di casualità. Il mio ragionamento parte dal punto di vista del fruitore che si emoziona per uno specifico e comune modello, e non dalla radice recondita (intenzionale o meno) del protagonista primario (in questo caso il compositore). Segovia, come varie volte ho scritto, è stato per tutti " il monumento" e quindi con lui il mondo della chitarra novecentesca ha dovuto inevitalbilmente fare i conti; il valore delle opere, i repertori ed anche inconsapevoli rivali (Yepes) sono stati "misurati" su quel metro tecnico e stilistico. E' il mio parere, e non ho di certo la verità in tasca, ma pongo due esempi (volutamente poco chitarristici): 1. chiunque ascolti "Michelle" dei Beatles si accorgerà che nelle prime battute dell'incisione il tempo di metronomo cambia, e cambia perchè i "tagli" dei nastri all'epoca si facevano a mano. Il sobbalzo quindi non è volontà di un idea primaria del Beatles, forse ne avrebbero fatto a meno, ma oggi quella melodia è ricononosciuta così, un poco "storta" e nessuno si sogna di "quantizzare" il difetto con un nuovo editing. 2. Conosco bene un incisore, e questi mi ha raccontato che alcune opere da lui pressate con quotazioni - oggi - imbarazzanti, sono state oggetto di ampissime discussioni da parte dei critici, ma non perchè gli erano venute male, ma perchè l'artista le "avrebbe" così ideate in antitesi con il lavoro finora svolto ecc. ecc. ecc. Questi poi muore, e giù verità, analisi e controanalisi. Questo è il mio pensiero con successivo pretesto HVL. Nell'arte c'è una inevitabile fotografia, e, più grande è l'opera considerata più chiara è quella fotografia. Ovviamente vi è un limite: esclusi quelli ignobili della malafede o dello scherzo, nel presentare aspetti di revisione inequivocabile il mio pensiero va al giusto, anzi necessario recupero del quarto movimento della Sonata di Giuliani avvenuta negli anni '70 (i-n-s-i-d-a-c-a-b-i-l-e) oppure - quando qualche fortunato ci riuscirà - alla riscoperta del 4° concerto per chitarra e orchestra dello stesso Giuliani, probabilmente nascosto impolverato in qualche baule di Vienna. Il problema è che nessuno finora mi ha risposto sul video che ho pubblicato: se fosse una bufala avrei meno armi per difendermi, se fosse autentico cambierebbe tutto per i miei detrattori Giorgio Tortora -
La Chitarra e il suo futuro
lindina ha risposto a lindina nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Si Cristiano hai ragione, mi spiego meglio: Ho scritto che la chitarra morirà, e nessuno si è nemmeno girato per scandalizzarsi dell'affermazione o magari per ragionarci sopra, ma viene colta una differenza tra preludio e studio che - pur corretta da parte del correttore - nulla centra con il pur assolutamente discutibile significato etico/morale/tradizionale/culturale di quanto io ho espresso, e giù di fanfalucheria, di divulgatore di falsità. Ma io che ho espresso il concetto di una chitarra contestualizzata alla fotografia di una serie di elementi temporali (quindi anche sociali) inserisco allora su questo sito la registrazione del Preludio n. 1 che -Villa Lobos o meno quale interprete di se stesso - dovrebbe necessariamente riaprire la "..... ultima revisione, riveduta e corretta che segue la primaria volontà di ecc. ecc......." ovviamente per me assurda. Parlo poi di Tom Ward, pretesto per "ragionare" sopra la "futura morte della chitarra", mica per dire è il nuovo verbo, e inizia una discussione su mosse e mossettine da parte di odiosi chitarristi ciccisbei, che nulla centrano (ora davvero) con l'origine della discussione. Infine, i messaggi "evasivi ma provocatori" - come sostiene Alessio Olivieri, viaggierebbero anch'essi nel contesto della mia discussione primaria. A me, di offendere gratuitamente Dralig non importa proprio nulla, tantomeno immaginare la sua disistima, però far capire il concetto mio personale della "fotografia" sì. Quella antica discussione, scritta sul Fronimo n.76, (oggi, da quanto sembra di capire in qualche modo oggetto di scuse) è la discriminante che filtra il non-dogma di qualsiasi verità chitarristica. Punto e basta. PS per Alessio Olivieri: anch'io non sempre interpreto chiare le sue affermazioni così come lei non interpreta chiare le mie, quindi, in riferimento al "ragazzino davvero promettente" Marko Topchii da Kiev (Ukraina), quel "ragazzino" mi sembra forse irriverente per un chitarrista che merità soltanto ammirazione per quel che sa dare. Ma sa, lei mi definisce "evasivo e provocatore". Sono solo un tantino rompicoglioni a causa di un mescolamento di sangue, un poco isolano (......Venezia...) un poco meridionale e un poco slavo. regards Giorgio Tortora -
The Ponce letters
lindina ha risposto a lele beck's nella discussione Altre discussioni sulle pubblicazioni
Molte di queste lettere (traduzione in inglese di J.D. Roberts) così molti altri documenti (foto, copie di manoscritti) ecc. si trovano in "Manuel M Ponce and The Guitar" di Corazòn Otero, ed Musical New Services Limited. Giorgio Tortora -
La Chitarra e il suo futuro
lindina ha risposto a lindina nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Bravo, Olivieri, che saggezza! -
La Chitarra e il suo futuro
lindina ha risposto a lindina nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Visto che il Forum viene letto da tutti, quindi al fine di rendere a tutti noto il significato delle scuse (non si tratta infatti di messaggi privati) sarebbe interessante che Dralig specificasse meglio quali aggettivi utilizzo (sul Fronimo) per definire il metodo di lavoro di M. Ophee. Così, giusto per capire. Giorgio Tortora -
La Chitarra e il suo futuro
lindina ha risposto a lindina nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
credo sia un'incisione molto vecchia...... e poi, il chitarrista non suona mica le note giuste.... -
La Chitarra e il suo futuro
lindina ha risposto a lindina nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Non è proprio come tu hai inteso Cristiano che intendevo esprimermi, colpa mia. Specifico meglio: la chitarra è sempre stata per me non un ideale artistico, ma un alibi (bellissimo) per ragionare e quindi, se la devo collocare da qualche parte ne fotografo i miei personali riferimenti formativi, poi di soddisfazione che mi ha dato, e quindi - come un parente - la sua strenua difesa. Altra cosa quando provo a contestualizzare (la chitarra) nell'ambito di un pensiero artistico. Le modificazioni di oggi ( a livello non solo artistico, ma anche sociale) seguono inesorabilmente una curva iperbolica, ovvero non sempre sono il logico sviluppo di tradizioni o di stili filtrati - come tu dici - da una naturale supremazia della qualità. Aspetti nuovi (di relazioni, di pulsioni, di imposizioni) pervadono costantemente la nostra vita finchè diverranno a breve la relativa tradizione per i nostri figli. L'esempio su HVL (che tanto ha infastidito ) andava considerato in questa ottica, ovvero riscriverne, riscoprire, magari migliorare la comprensione, è un errore - ovviamente dal mio punto di vista - perchè quelle opere (come quelle di tutti gli altri compositori) vivono dentro una fotografia nella quale la "musica" è appena una delle componenti. Quando Beethoven scrisse - per esempio - la 6° Sinfonia, chi mi vieta di pensare a quanti ripensamenti, dubbi, correzioni, ebbe il compositore prima della "fotografia" interpretativa che oggi tutti conosciamo? E se uno studioso ritrovasse in un baule un precedente versione, magari con qualche differenza, o indicazione sarebbe davvero giusto reinterpretare nella nuova chiave l'opera? Da un punto di vista scientifico sì, ma dall'altro quello della pusione no! Ora - per non associare troppo il mio intervento iniziale sull'esempio HVL - provo ancora ad aprire un pensiero: la mia "fotografia" l'ho già espressa, e così il mio percorso con la chitarra (assolutamente nella cosiddetta tradizione). Alcune mie composizioni stanno ottenendo un insperato successo in quanto scritte in termini "piacevoli", è il mio lavoro, qualche soldo con i diritti, qualche mail di stima, ma la mia testa, quei segnali nascosti che parlano a noi stessi, mi induce a considerare sempre più la chitarra quale "elemento meccanico" privo totalmente di un anima, con alcuni esecutori ad interpretarne un nuovo ruolo (magari inconsciamente), mentre molti altri - stupendi moderni manieristi - la coccolano ancora e magari si incazzano con me perchè non conosco così a fondo la storia di un brano o di un compositore. A questo punto vorrei suggerire la visione del sito di un chitarrista australiano, Tom Ward, che si sta attirando nel modo chitarristico-accademico il 99% di critiche e l'1 di consensi: unghie lunghe 3 cm, una impostazione delle mani da extraterreste, una Smallmann tagliata a metà (da suo padre, sic!). Ai Concorsi però fa discutere, e al "Mercatali" di Gorizia (forse oggi la maggior vetrina di stili e scuole in Europa) stava quasi vincendo. Il ragazzo (22 anni) non è però uno stupido, un Indiana Jones della chitarra, ma uno che difende il proprio modello con argomenti e convinzioni. Lui esegue HVL, Bach, in maniera veramente, Giuliani invece no, passando per un Domeniconi troppo scatenato e Paganini troppo esasperato, ma chi lo ascolta rimane di stucco, non lo biasima ma per un attimo non ascolta più la nobile chitarra ma la sua "modificazione". Come nella pittura del resto, o - trent'anni fa - ed esasperando il tutto, con la decisione di Pasolini nell'organizzare la propia morte ("transumar e organizzar") in nome di un futuro e tra cent'anni RITUALE ARTISTICO. E che dire di un altro precursore , Ivo Pogorelich che si affermò al mondo invertendo l'esecuzione dei movimenti nelle Sonate di L.van B. tra candele accese sul pianoforte e e abbigliamento da principe azzurro? Ecco il mio modo di considerare la chitarra da oggi in poi. I dubbi, le incazzature, gli studiosi, le simpatie e le antipatie, le certezze, internet, l'età che avanza, i crediti artistici guadagnati, forzati, meritati, o presunti (faccio parte dei presunti) indicano che l'iperbole - almeno per il sottoscritto - c'è, mentre la linea progressiva non più. Giorgio Tortora -
La Chitarra e il suo futuro
lindina ha risposto a lindina nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Il mio esempio stava a significare che nel mondo artistico, dove quasi mai uno più uno fa due, la cifra è rappresentata dalla fotografia che riassume molteplici aspetti, non soltanto di filologia esasperata o analisi formale, e quindi l'esempio su HVL indica che per molti chiarristi (anzi moltissimi) quelli segoviani sono i segni consolidati. Punto. Sulle modificazioni e prospettive future dello strumento credo che la chitarra, quella che noi amiamo e conosciamo, (ma lo stesso per il fagotto, il flauto ecc. pur con tempistiche diverse) a brevissimo letteralmente morirà, perchè soppiantata da fenomeni di percezione sonora pretesi da cause naturali dei fruitori. Lo "Scoiattolo suicida" di Cattelan parla chiaro. Giorgio Tortora -
La Chitarra e il suo futuro
lindina ha risposto a lindina nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Se il tanto perfettino Dralig mi cita testualmente, è invitato ad evitare il giochetto del "taglia incolla", perchè nel mio scritto il nome non sta in quella posizione; così, giusto perchè sono un poco fastidioso. Sul contenuto, è vero faccio ammenda e chiedo scusa al M° Zigante, in quanto il riferimento al Preludio non è corretto ma va ad una seconda versione dello studio n. 10 che se non sbaglio è incisa in un CD intitolato "L' Opera completa per chitarra sola" dello stesso Zigante, ma filosofia di ciò che ho espresso è la stessa. Giorgio Tortora -
La Chitarra e il suo futuro
lindina ha pubblicato una discussione in Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Mi capita ultimamente di riflettere sul ruolo che ha avuto nella mia vita la chitarra. Il mio modello, quello ortodosso che ho appreso dai miei insegnanti, ha una precisa collocazione, di repertorio, di postura, di relazione con analoghi ambienti strumentali, e anche di miti. Dal "Il Fronimo", fin dal n.1, ho appreso la volontà (italiana) di dare dignità allo strumento attraverso saggi (pur brevi) di assoluto valore; da Segovia, Bream, Bitetti, Lagoya, Bartoli, ho ascoltato quelle composizioni che mi avrebbero poi catturato, ed infine - con qualche fortunata circostanza - ho calcato anch'io (pur in ambito quasi sempre cameristico) palcoscenici importanti. Ora, questa premessa non viene così, intende "fissare" un modello (a tanti di noi comune) di cui sono in qualche modo figlio, ma propongo alcune idee/riflessioni. Lo spunto mi viene dopo aver seguito il topic sul Concorso Rospigliosi, legato in qualche modo alla storica querelle tra "questo sì, questo no" e dove, a seconda dei parametri individuali, nessuno ha teoricamente torto o ragione. Credo che la chitarra subisca costantemente, in ogni minuto, in ogni secondo, impercettibili modificazioni di struttura (la ricerca dei liutai), di repertorio (nuove opere, linguaggi), di interpretazione (scuole, percezione d'ascolto nel contesto di una moderna società non globalizzata e quindi - e per fortuna - disomogenea). La discussione quindi su ciò che è "dogma chitarristico" è complessa alquanto, perchè ogni chitarrista detentore legittimo di una verità si scontra con altre chiavi, magari meno, molto meno profonde eticamente, ma assolutamente da prendere in considerazione per filtrare l'elemento di "nobiltà artistica". Molti anni fa avevo espresso queste idee: ciò che oggi viene eseguito deve necessariamente tener conto della radice formativa che ho precedentemente descritto: postura, Segovia, l'antiSegovia Yepes, Fronimo, Il Concorso di Radio France, Vidal, Savarez, il Corso Speciale permanente di sette anni nei Conservatori, L'Accademia del Conte Chigi di Siena, la legittimazione dello strumento riferita agli altri strumentisti con conseguenmtemente accettazione, ecc. ecc. ecc. Questo insieme di pulsioni, fatti, di maturità intellettuale fa sì il mio modo di comprendere e riferire ai miei alunni il "cosmo chitarra" ha aderito per anni a questa mescolanza di circostanze materiali e temporali accettandone infine il dogma, la fotografia. Il pretesto dell'epoca era basato Villa Lobos, ovvero la nuova edizione dei Preludi che Max Eschig si apprestava a dare alle stampe. Non condividevo l'operazione in quanto, se da un lato sarebbero stati risolti quei famosi "errori" di comune conoscenza, o, aggiunto o tolto qualche nota, dall'altro cadeva ovviamente mio dogma. Ecco il mio ragionamento "... quando un'opere viene data "alle stampe" (così di dice) essa ha una serie di via libera da parte dell'editore, del compositore e molte volte del mediatore, quindi difficile pensare che una persona autoritaria e irascibile come Villa Lobos non fosse conscio,magari non soddisfatto, ma conscio dei vari sforbiciamenti o aggiunte di Segovia. Il nuovo revisore corresse i Preludi con nuove indicazioni attingendo - ovviamente - dai manoscritti, inserendo anche il sesto Preludio (che Segovia aveva scartato perchè secondo lui .....). La mia riflessione finale (senza tediare perchè il ragionamento sarebbe molto lungo) sta nel ".... siamo figli, almeno io lo sono, di quel cosmo chitarristicho che ho descritto, Villa Lobos era vivo all'epoca e non protestò nemmeno quando ascolto a Rio le palesi differenze di Segovia stesso durante i concerti...." Mi venne risposto che la verità prima o poi avrebbe avuto il diritto di giustizia pertanto le nuove versioni rendevano onore a V.L. ecc. ecc. ed infine quei Preludi (ed oggi anche gli Studi) sono in commercio rivisti, e quindi poi eseguiti con le primarie intenzioni del compositore. Da un certo punto di vista tutto fila liscio, ma se torniamo un momento all'inizio di ciò che ho scritto, ovvero quando "fotografare" il dogma-chitarra per poi aver il metro di analisi, di emotività, di insegnamento per i giovani chitarristi, come spiegare che anche la cosiddetta ricerca di "giustiziafilologicainnomedeldecorovillalobiosiano" è sorpassata ascoltando un audiofile che gira su youtube in cui VillaLobos stesso esegue, per esempio il Preludio n.1 in tutt'altro modo, con nuove note, passaggi, accenti? Se qualcuno ne avrà voglia o il tempo di replicare a quanto scritto proverò poi - in seguito - a rafforzare il valore delle mie sempre più convinte "modificazioni" con altri temi ed esempi. Giorgio Tortora -
grazie Giulio.
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Astor Piazzolla Concerto di Liegi Marko Feri - chitarra Sebastiano Zorza - fisarmonica Kras festival orchestra direttore: Giorgio Tortora