Precisamente, caro Marco. Evidentemente al Maestro è sfuggito il particolare che il mio intento fosse tutto tranne che far ridere e che non fosse propriamente una supercazzola così incomprensibile.
Potevo fermarmi tranquillamente là.
Doveroso tuttavia far notare che quando si arriva, dopo voli pindarici e vaneggiamenti vari in cui si giunge ad asserire che l'analisi è sopravvalutata e dona "poco" in termini artistici ("poco" quanto? mi verrebbe da chiederle), a definire il concetto di "spirito" (ovvero il cardine del suo mirabolante discorso) ne dà una definizione di una vaghezza davvero toccante. Raggiungendo poi l'apice asserendo che il pensiero non ha forma (secondo me uno dei concetti filosofici più nefasti che l'Umanità potesse concepire, opinione giustificabile a richiesta).
Ad ogni modo è vero: perché inserire il proprio pensiero in inutili forzature? Un noto compositore (di cui mi sfugge il nome, evidentemente perché era un povero incompetente) diceva che traeva la massima sfida quando si poneva il maggior numero di paletti possibili. Tanto è vero che partoriva solo pezzuncoli.
Che idiozia... e poi quei quaquaraqua tipo Surian & co. che si mettono a sostenere che abbia rivoluzionato il 900 musicale... che addiritura gli abbia dato il via... Poveretti, vero? buoni solo a scrivere libri noiosi. Uno si legge Fabio Volo che è meglio, dico.
Non le pare che con i suoi discorsi si possa praticamente giustificare qualsiasi produzione che abbia un intento artistico (ma che di artistico potrebbe non avere un bel nulla)?
Vorrei anche farle una domanda non retorica, ora: Lei pensa che la sua creazione sia classificabile come opera d'arte? se sì, perché?
Chiedo anche questo: l'ascoltatore dovrebbe vedere il suo lavoro come "coerente"? Perché? Semplicemente perché è un rondò piuttosto che un'altra qualsiasi forma o c'è dell'altro?
Zanichelli 2008
- COERENTE -
[vc. dotta, lat. cohaerente(m), part. pres. di cohaerere ‘essere unito, aver connessione’, comp. di cum ‘con’ e haerere ‘essere attaccato’; 1584]
agg. (assol.; + con)
1 Detto di sedimento o di roccia cementata e compatta.
2 Che è saldamente connesso in ogni sua parte: materiale composito ma coerente.
3 (fig.) Che è privo di contraddizioni, di squilibri: discorso, idea, individuo coerente; una scelta coerente con le proprie idee | Essere coerente con sé stesso, di chi agisce in modo conforme alle proprie idee.
4 (fis.) Detto di fenomeni periodici che hanno uguale frequenza, che mantengono nel tempo la loro differenza di fase.