Gentili Maestri
Mi chiamo Simone Napolitano e sono uno studente della facoltà di Psicologia2 dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Sono alle prese con la mia tesi di laurea e, poiché anche io sono un chitarrista, i miei interessi non potevano che essere orientati verso la sei corde.
Infatti, come argomento della mia prova finale ho scelto l’analisi di alcuni movimenti che i chitarristi compiono durante l’esecuzione in maniera più o meno inconscia e che, esulando dai movimenti prettamente tecnici necessari alla produzione sonora, possono interferire o favorire l’esecuzione concertistica. Questi movimenti vengono definiti “movimenti corteo”, proprio perché è come se accompagnassero il musicista; li potremmo intendere come una serie di movimenti che compongono una micro-danza.
La mia tesi è seguita dalla cattedra di “Psicofisiologia clinica” ed il relatore è Vezio Ruggieri appunto docente di “psicofisiologia clinica”
L’analisi dei movimenti precedentemente descritti, richiede un’analisi della postura di base dei chitarristi e del loro personalissimo modo di percepirla.
Mi rivolgo a voi ed a questo forum perché penso che mi posiate fornire una spiegazione abbastanza esauriente, dal punto di vista di chi, al di là di teorie e dati, ha un riscontro empirico delle varie strategie che possono essere attuate per favorire un impatto adeguato con lo strumento.
Sperando di non abusare della vostra pazienza e del vostro tempo libero, vi vorrei chiedere di rispondere a due quesiti che credo siano il punto di partenza per una tesi basata sulla testimonianza reale di chi può veramente aiutarmi ad imboccare da subito la strada giusta e che qui di seguito vi sottopongo:
1. Secondo lei, la postura dei chitarristi classici, così come è accademicamente insegnata e concepita, è quella più corretta nonché la più comoda per favorire un’ esecuzione rilassata ed una resa sonora ottimale?
2. Secondo lei, perché nella didattica attuale non viene presa in considerazione la possibilità, per un chitarrista classico, di suonare in piedi (magari con delle apposite modifiche applicate allo strumento direttamente in fase di produzione liuteristica, come potrebbero essere degli agganci per la tracolla) come avviene invece per i violinisti o per altri musicisti?”
Sarei veramente contento se questo argomento fosse approfondito ed ampliato, per la mia tesi è vero, ma anche e soprattutto per risolvere qualche interrogativo che, personalmente, a volte mi impedisce un'esecuzione trenqulla e rillassata.
Accetterò con immenso piacere consigli, fonti bibliografiche e confronti di ogni genere.
Sicuro che farete di tutto per aiutarmi auguro a tutti i chitarristi del forum un Buon Natale ed un Felice Anno Nuovo
Anticipatamente ringrazio
Simone Napolitano
Via Magenta N.23 88100 Catanzaro
Cell. 3387225160