Edoardo Catemario
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Obiettivi di Edoardo Catemario
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Gold Guitar, AAVV
Edoardo Catemario ha risposto a Uff.Stampa QuattroQuarti nella discussione Novità discografiche
Grazie a tutti!!- 9 risposte
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- eduardo fernandez
- edoardo catemario
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Gold Guitar, AAVV
Edoardo Catemario ha risposto a Uff.Stampa QuattroQuarti nella discussione Novità discografiche
Grazie Frederic, troppo buono! Merito della direzione artistica dell'Universal...- 9 risposte
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- eduardo fernandez
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Gold Guitar, AAVV
Edoardo Catemario ha risposto a Uff.Stampa QuattroQuarti nella discussione Novità discografiche
Grazie Piero e Daria!! Siete gentilissimi come d'abitudine.- 9 risposte
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- eduardo fernandez
- edoardo catemario
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Recuerdos, Edoardo Catemario
Edoardo Catemario ha risposto a Uff.Stampa QuattroQuarti nella discussione Novità discografiche
Grazie, Piero!! -
Edoardo Catemario - Rudimenti di Interpretazione
Edoardo Catemario ha risposto a Uff.Stampa QuattroQuarti nella discussione Altre discussioni sulle pubblicazioni
Grazie Nocturnal. -
I segni di agogica e di dinamica
Edoardo Catemario ha risposto a Edoardo Catemario nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Comunque ti sarai chiesto anche tu perchè, Edoardo, chissà come, quando intervieni in una discussione si crea sempre un clima negativo. Fiumi di parole, soprattutto da parte tua, e poca voglia di dialogare veramente, se non chiedendomi se io non abbia mai considerato l'illuminante idea, che tu generosamente mi rivolgi, di eseguire l'inizio del Capriccio diabolico con le ottave staccate in diminuendo. Capisco il tuo temperamento, ma qui mi vengono altri dubbi. Me lo sono chiesto. Credo che le accuse di poca disponibilità che tu rivolgi a me siano una situazione "shared". Ovvero non vedo maggiore disponibilità di quella che viene rimproverata a me da parte tua o di altri. Devo anche dire che i fiumi di parole non sono unilaterali, seguendo il costume di altri rispondo in maniera puntuale. A questo aggiungi che si alza sempre un coretto di commenti che non hanno contenuti musicali... Fa' un po' tu. In quanto alle idee "illuminanti" (ancora sarcasmo!), io ho solo detto che c'è scritto staccato. Volevi parlarne? Potevi farlo. Spiegare il significato profondo di una scelta diversa. Magari senza fare allusioni alle mie "scarse" capacità intellettive o il mio carattere "intemperante" come è costume di chi non ha altri argomenti. Questo è inaccettabile. A patto naturalmente che ti interessi alimentare una discussione basata sui contenuti musicali. In un ambiente "omologato", dove tutti sono d'accordo con tutti, non nasce alcuna polemica. La civiltà si dimostra quando qualcuno interviene dicendo la sua e gli altri non sono d'accordo. Si potrebbe parlare dell'argomento e verificare se esiste una soluzione intermedia o tornare tutti al silenzio fermamente convinti della bontà delle prorpie opinioni. Purtroppo, la tendenza a spostare ogni discussione in ambito formale o, peggio, personale rende lo scambio impossibile. Il risultato è che troppo spesso le discussioni degenerano in bagarre in cui la musica non c'entra. Mi sembra che stiamo dando un'immagine ben poco edificante dell'ambiente chitarristico. Probabilmente sbaglio a cercare qui un dialogo che, evidentemente, con me, non c'è. Non disturberò oltre. EC -
I segni di agogica e di dinamica
Edoardo Catemario ha risposto a Edoardo Catemario nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Veramente io non l'avevo esortata a fare proprio un bel niente. Non è compito mio e non mi interessa. Le avevo chiesto quale era la Sua posizione circa il testo in sede interpretativa (che è il mio specifico), giacchè da alcune Sue affermazioni non si capiva bene (pardon, io non lo avevo capito). Mi sono sentito ripetere fino allo sfinimento la lista dei lavori da Lei pubblicati e la loro "superiorità" rispetto alle copie date alle stampe prima della sua venuta, una piacevole digressione circa le abitudini di MCT di lasciare libertà alla sola categoria dei chitarristi ed una serie di osservazioni sulla virtualità dello strumento per cui MCT componeva. In questo estenuante topic, la domanda era molto semplice: data una successione di "oggetti interpretativi" (chi vuole se la va a leggere all'inizioo del topic) come ci si comporta? Se c'è scritto staccato si suona staccato o no? Se c'è scritto stringendo che si fa? In che modo questi segni diventano una esecuzione coinvolgente? Da qualche parte Lei ha affermato: Che è più o meno quanto il sottoscritto e la totalità dei musicisti che conosco considerano un dato di fatto acquisito sul quale poter incominciare un discorso sulla comprensione del testo e delle relative possibilità interpretative. Diciamo quindi che la conversazione è terminata dove avrebbe invece dovuto cominciare. La Sua tendenza ad infarcire i messaggi di risposta con allusioni alla scarsa comprensione del sottoscritto (ma per carità anche di altri), la pervicacia, la mancanza di stile ed altre amenità del genere rendono la conversazione estenuante e, per molti versi, inutile. Visto che le "poche" informazioni veramente utili annegano in un mare di considerazioni aliene alla musica. In considerazione di quei 500 (490, Lei è escluso) che potrebbero giovarsi del mio intervento ho sopportato pazientemente. Dubito però che nel marasma di polemiche e di "spezzettamenti" (che per inciso non hanno neanche il suffisso dell'intervento moderatorio, quindi io mi trovo autore di un topic che non ho iniziato con un nome appiccicato da altri) qualcuno ci possa più capire qualcosa. Incomincio a pensare che non ne valga la pena. Cordialmente EC -
I segni di agogica e di dinamica
Edoardo Catemario ha risposto a Edoardo Catemario nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Veramente Filippo è stato oggetto di minacce reiterate, non il contrario. Era lui che qualcuno voleva prendere a calci nel sedere e fargli anche di peggio... Ed in quanto a mettere in ridicolo le affermazioni altrui ce n'è più d'un esempio... Vorrei fare una piccola puntualizzazione. Non sarò certo io a mettere sotto esame alcunchì. L'affermazione di dralig "non accetto lezioni da nessun chitarrista" è unica in tal senso. Nè io nè, mi pare, altri abbiamo mai rifiutato una lezione da parte di chicchessia. Ho ringraziato ogni volta che mi è stata data una informazione (cortesia che molto spesso non mi viene ricambiata) ed ho molte volte sollecitato incontri e scambi di opinioni. Questo perchè, avendo a che fare con realtà meno avvelenate di quella chitarristica italiana, ho potuto notare che è possibile mettere insieme musicisti diversi e farli parlare in un clima piacevole e disteso anche quando sono su posizioni estetiche molto diverse. -
I segni di agogica e di dinamica
Edoardo Catemario ha risposto a Edoardo Catemario nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Filippo!! I calci non si danno mai. Nemmeno a chi avrebbe voluto darteli. Dimostrare rispetto solo a chi lo merita è facile. Rispettare anche chi sembrerebba non meritarlo è un'operazione che ci mette al riparo dal divenire ciò che non vogliamo. Cordialmente EC -
Un buon insegnante deve essere un buon concertista?
Edoardo Catemario ha risposto a Filippo Giovacchini nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Grande Giorgio! -
I segni di agogica e di dinamica
Edoardo Catemario ha risposto a Edoardo Catemario nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Lei parla di pacchianeria come cifra iscritta nell'anima e si arroga il diritto di arbitro dello stile degli altri assumendo come metro di paragone il Suo... Se questo è il Suo stile... Disponibile a parlare di musica. Non a volgarizzare una discussione spostandola sul piano personale. Le lascio volentieri (ed a tutti i nostri astanti) tutte le considerazioni sugli stili. EC -
Un buon insegnante deve essere un buon concertista?
Edoardo Catemario ha risposto a Filippo Giovacchini nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Scusate, ma in questo forum quando si va OT? Non è un flame!! -
I segni di agogica e di dinamica
Edoardo Catemario ha risposto a Edoardo Catemario nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Nella mia esperienza di esecutore e didatta, quello che tu dici non trova alcun riscontro. Io di segni superflui non ne conosco. Conosco l'umiltà di chi si mette al servizio della musica e, quando i segni ci sono, li interpreta. E' troppo semplicistico fare "dietrologia" ed immaginare che potremmo non averne bisogno. Il fatto è che ci sono. Il resto sono chiacchiere... Io non ho mai detto di doverla mettere al bando. Siccome sono ben conscio di essere un musicista e la mia senilità non è ancora tanto avanzata da farmi credere un musicologo, ho detto che la lascio volentieri al di fuori del mio intervento. Questo accade già nelle sale da concerto, nei saloni, ovunque si ascoltino i miei dischi. Ma qui siamo su di un forum. Lei scrive, io scrivo. Lei passa le sue illuminate intuizioni, io le mie modestissime conoscenze proprio a quei cinquecento (e più, magari qualcuno non si è iscritto e legge solo) che frequentano questo forum. Lo faccio di tanto in tanto, quando mi pare che l'argomento possa beneficiare di un mio intervento e quando sono convinto di avere informazioni utili. O non dovrei? Vede, Angelo, siamo molto diversi. Michelangeli non rifuggiva il dire pubblicamente ciò che pensava, Celibidache nemmeno (potrei continuare la mia lista). Lungi da me suggerire "assonanze" comportamentali trovate più che cercate ma mi sembra che non vi sia alcunchè di eticamente scorretto nel pubblicare le proprie convinzioni. Questo sono io. Insinuare subdolamente dubbi senza prendermi alcuna responsabilità non è nel mio stile. Parlar male delle persone alle spalle non è nel mio stile. Sminuire il talento altrui non è nel mio stile. Io dico ciò che penso. Senza mezze misure. Lo dico anche a rischio di sembrare antipatico o carente di stile a chi magari confonde quest'ultimo con l'ipocrisia o il perbenismo. No, ho sentito però due famosissimi direttori confrontarsi per quasi una intera sera sulle varie accezioni del concetto di Adagio e commentare con esempi musicali e registrazioni ciò che si deve e ciò che non si deve fare. Ho ascoltato un altro famosissimo direttore d'orchestra correggere, punto per punto, una esecuzione di un suo collega (che - questo è stile- ha ringraziato). Ho avuto la possibilità di assistere a moltissimi incontri tra grandissimi musicisti, basati (partitura alla mano) sullo scambio di opinioni. Questo mi sembra nell'ordine naturale delle cose in un ambiente sano dove l'incontro non è costantemente uno scontro. Ma chi ha mai detto il contrario. Se fossi convinto di essere l'unico latore della verità, probabilmente ora sarei in una divisione neurologica di qualche ospedale. La prego, Angelo, non mi incolli addosso una prosopopea che non ho. Io sono allibito. L'uomo è una macchina per apprendere. La pacchianeria non è una cifra dell'anima è una cifra dell'educazione ricevuta. Non si nasce "bollati". Lascio a chi legge trarre le conclusioni su questa Sua affermazione. Cordialmente EC -
I segni di agogica e di dinamica
Edoardo Catemario ha risposto a Edoardo Catemario nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Il lavoro del musicologo è effettivamente essenziale per qualunque interprete degno di tale nome. Avere i testi a disposizione, poter scegliere, sulla base offerta da studiosi è il passo precedente a quello vero e proprio dell'interpretazione. Fra musicisti, su di un forum specialistico, si parla di musica. La musicologia la lascio volentieri a chi se ne occupa per mestiere e lo fa molto meglio di me. In tema di interpretazione, invece, le mie idee sono abbastanza chiare e, oltre ad essere suffragate da tutto l'apparato pubblico di dischi e concerti, sono accessibili per un eventuale confronto con chi ne sappia un po' di analisi interpretativa. Non si tratta di tracotanza ne di hybris, semmai di un atto di umiltà e disponibilità. Sarebbe interessante, messo da parte il musicologo (che in sede interpretativa serve solo come riferimento esterno e che, come ha lei stesso detto in precedenza non può entrare in questioni interpretative), cosa pensa il compositore (ed il didatta) dell'interpretazione del segno. Nello specifico, elementare, dello staccato sulle ottave, dei crescendo indicati in partitura. E' Sua cognizione che dove c'è scritto staccato si suoni staccato o le risulta diversamente? Ai suoi allievi queste cose le dice o preferisce che personalizzino loro, secondo libertà e talento, il testo di un brano? Ma allora sta dicendo quello che dico io da tempo! Confesso di essere sorpreso. Voglio immaginare che non eserciti la Sua dialettica per il puro piacere di polemizzare con me. In altri topic (troppi per citarli testualmente) e per molto tempo non ho fatto altro che ripetere questa frase. Lei ci aggiunge "deplorevole", "inaccettabile" e (altrove) "mente offuscata"... Suppongo che non volesse essere offensivo nei confronti dei deplorati, inaccettati ed offuscati? Che glie ne parrebbe di assumere che nel Suo caso (e, se vuole, nel mio) i termini che stiamo usando sono un'esortazione a fare un po' di attenzione al testo? E' inaccettabile una esecuzione in cui i segni non vengano rispettati! Semplice. E' un atto di amore farlo notare a chi potrebbe suonare molto bene ed invece continua ad appoggiarsi ad una tradizione consolidata di ascolto perdendo l'occasione di diventare un grande musicista invece di restare un semplice chitarrista come tanti. Io mi domando (probabilmente con una passionalità diversa dalla Sua, io sono napoletano) chi stabilisca il limite. Se non è disattenzione cambiare la quasi totalità delle indicazioni in partitura, mi spieghi cosa lo è. L'esempio che ho scelto (la prima pagina del capriccio) è pretestuoso. Le difformità che io ho notato (ma se ne accorge chiunque conosca un poco poco la partitura in oggetto) in quelle esecuzioni che io avevo bollate come "offuscate" (!) erano talmente tante e talmente pacchiane da farmi sorgere enormi dubbi sulle capacità di lettura degli interpreti in questione. Altro che devozione ermeneutica!! Sono perfettamente in grado di distinguere un'idea originale (plausibile e contestualizzata) da un errore di lettura (solfeggio, note, indicazioni dinamiche ed agogiche). Nel caso di idea originale o di genialità (e qui in più d'uno possono testimoniare) non sono certo parco di complimenti. Anzi. Sono estremamente interessato a quella (piccola o grande) differenza che intercorre tra più interpretazioni coerenti. Grazie per il ragguaglio. Resta comunque una indicazione metronomica passata anche al vaglio del correttore di bozze, giusto? Non ho la Segoviana di Milhaud in repertorio, prometto però (appena ho un attimo di tempo) di fare ammenda di questo brano e condividere (o controbattere) la Sua percezione del tempo indicato dal compositore. Cordialmente EC -
I segni di agogica e di dinamica
Edoardo Catemario ha risposto a Edoardo Catemario nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Mi scusi, Angelo, ma credo di non aver capito prima (e continuare a non capire) cosa c'entri la pubblicazione dell'urtext con quelle interpretazioni che bellamente se ne infischiano di quanto scritto da MCT (Urtext o Segovia). Si sta delineando una situazione che è veramente paradossale. Lei pubblica i testi, invita alla comprensione del testo e non esorta i concertisti ad eseguire con attenzione i segni espressivi indicati? Io ho il massimo rispetto dei suoi lavori musicologici ma, in tema di utilizzo interpetativo degli stessi, mi aspetto una posizione precisa riguardo l'importanza dei segni (tutti i segni) contenuti in una edizione a stampa e nel manoscritto. Questo lo avevo capito. Lei continua ostentatamente a mescolare musicologia e interpretazione come se la prima si identificasse con la seconda. Si ostina anche a identificare la mia semplice lettura del testo ("t'amo pio bove" etc) con la mia interpretazione. Io non ho mai detto di non preferire quelli che non suonano come me. Questo lo ha detto Lei (e se ne prende la responsabilità, sa che se non sapessi che è in buona fede penserei ad una "mala lingua"?). Io ho domandato, a più riprese, senza ottenere una risposta soddisfacente, se la "libertà" di cui parla MCT, delle cui dichiarazioni Lei è stato testimone, nella sua esperienza diretta, giustifica l'attitudine di molti chitarristi di ignorare i segni grafici di interpretazione. Ripeto, in che modo uno staccato, compreso profondamente, nella musica di MCT, diventa legato? A meno che non voglia dirmi che il manoscritto della prima pagina contiene questa indicazione. Spero mi scuserà se insisto su questa pagina, è un pretesto per parlare di qualcosa che dovrebbe essere comune ad entrambi. Un testo musicale. Riassumendo, MCT faceva una distinzione tra quelli che interpretavano i suoi segni? ho capito bene? E su che base? Vuoi vedere che al buon fiorentino sarebbero piaciuti interpreti che suonavano ciò che lui si era preso la briga di scrivere con tanta cura? Certo supponendo che alcuni esecutori non avessero la "mente offuscata" (termine che da oggi entrerà a far parte del mio vocabolario al posto del politicamente scorretto "cialtrone"). Io mi domando su che base Lei valuti il grado di "offuscamento". Visto che critica me per la mia idiosincrasia per le esecuzioni che non sono attinenti al testo nemmeno per i segni più elementari (come ho già detto, solfeggio, andamento, segni dinamici ed agogici etc). Ma perchè, Lei è convinto che Milhaud non sapesse cosa scriveva? Non era in grado di indicare con una certa approssimazione neanche l'andamento della sua propria musica? Saluti EC