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carlito

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  1. Il pop paragonato all'opera buffa? Scusate, dico sul serio: mi arrendo. Caro Cristiano se la canzone "se telefonando" di mina fosse stata inserita nell'opera Il barbiere di Siviglia nessun musicista classico avrebbe protestato. é tutta una questione di etichette. Io credo solo che i musicisti che oggi studiamo sugli spartiti non snobbavano la musica per così dire di intrattenimento e i loro conservatori erano molto più vicini a produrre musica per il gusto e l'industria del'epoca. Quando eseguivano musica per le corti europee sai quanti incompetenti di musica vi erano tra il pubblico. Eppure era il gusto dell'epoca. Non avevano una così netta separazione tra musica colta e d'intrattenimento.
  2. Beh, una visione un pò malformata della storia non c'è che dire...In ogni epoca c'è stata la musica colta e quella che ora chiamiamo pop, solo che all'epoca ogni cosa meritava il suo posto, quella colta in teatro e quella non in osteria. Trovami delle vecchiette che cantano un corale di Bach...ma per favore, ci sono testimonianze che affermano la presenza di cori al servizio di Giovannino. Le musiche che suoniamo "noi" sulla chitarra sono conosciute a stento dagli addetti e non? Se un addetto ai lavori è all'oscuro del suo repertorio pace all'anima sua, ma i non addetti possono non aver mai sentito parlare di Giuliani, di Tarrega ma l'80% del repertorio è del 900, nessuno conosce Castelnuovo Tedesco, Ponce, Torroba, Britten, Berkeley, Henz ecc??? Sei sicuro che non si sappia solo del repertorio chitarristico e non degli altri? Mai sentito il nome Mercadante, Isaye, Korsakov, Glinka, Franck ecc? Le spiegazioni che cerchi di darti o che ti hanno dato altri, non sono del tutto esatte, il lavoro è più duro di quel che sembra e ritenere di fare le cose fatte bene improvvisandosi un pò tutto...è dura.[/quote Nel 600 e nel 700 il popolo andava a teatro a guardare l'opera buffa, e ne era anche un grande estimatore. Alcune arie si conoscevano così bene come oggi "la canzone del sole".
  3. Non sono d'accordo. Se in conservatorio si desse spazio anche ad altro oltre che alla classica ed al jazz (che già, per come viene trattato, è un'infarinatura raffazzonata che ha ben poco da dare a chi segue i corsi...), si finirebbe per avere dei colossali pastiche in cui nulla viene fatto in modo neanche decente. Come ti dicevo, esistono eccellenti scuole che si occupano di altri generi (ti ho citato le due che, in Italia, vengono più quotate, ma non sono certo le uniche); questo attacco alla settorialità dei conservatori è un pò come il voler andare in macelleria per comperare un televisore. Magari il macellaio è competente in materia, ma il suo esercizio non prevede la vendita di televisori. Se, poi, si è alla ricerca di questo pezzo di carta (straccia), prenderlo per prenderlo non ha nessun valore, né burocratico, né formativo. Oggettivamente, nessun chitarrista potrà mai trarre giovamento dalla lettura avulsa e decontestualizzata di un paio di studi di Giuliani o Aguado (o Villa-Lobos, o Brouwer...). Io credo che un percorso di studi debba essere motivato da qualcosa di più profondo di un titolo scevro di significati, a maggior ragione se questo titolo costa dieci anni di sacrifici. Personalmente, vorrei sperare che nei conservatori - che pure, per come stanno andando le cose, sono destinati a chiudere i battenti in pochi anni - si continuasse a portare avanti un discorso musicale più complesso di una canzonetta pop (o anche di una bossa-nova sbilenca o di un tango-piazzollismo annacquato). Questo non impedirebbe certo di praticare altri generi (non mi nascondo dietro ad un dito: io ho sempre dichiarato apertamente di non occuparmi solo di classica), ma consentirebbe di mantenere separati ambiti che, per loro natura, devono restare separati. L'alternativa porterebbe a concludere che "tanto le note sono sette" (per alcuni anche meno), e spero che non sia questo il traguardo che ci si pone nella musica. EB Beh anche Giuliani e Carulli facevano i conti con il pop dell'epoca. Ne sono testimone le tante trascrizioni di arie tratte dall'opera buffa molto frequentata da tutte le classi sociali. In fondo loro suonavano musiche conosciute da tutti all'epoca regnanti e non. Le musiche che suoniamo noi sulla chitarra sono a stento conosciute dagli addetti al settore e dagli appassionati. Bach componeva e trascriveva i canti che le vecchiette cantavano a messa. Oggi se un chitarrista deve fare una trascrizione al volo, dio lo aiuti. Naturalmente non voglio sminuire le grandi composizioni di Giuliani, Mozart o Bach, e ai loro grandi lavori, peò tendevo a sottolineare che guardavano alle "canzoni" dell'epoca, e e chissà se soloper esercizio o anche per guadagnare qualcosa.
  4. Non sono d'accordo. Se in conservatorio si desse spazio anche ad altro oltre che alla classica ed al jazz (che già, per come viene trattato, è un'infarinatura raffazzonata che ha ben poco da dare a chi segue i corsi...), si finirebbe per avere dei colossali pastiche in cui nulla viene fatto in modo neanche decente. Come ti dicevo, esistono eccellenti scuole che si occupano di altri generi (ti ho citato le due che, in Italia, vengono più quotate, ma non sono certo le uniche); questo attacco alla settorialità dei conservatori è un pò come il voler andare in macelleria per comperare un televisore. Magari il macellaio è competente in materia, ma il suo esercizio non prevede la vendita di televisori. Se, poi, si è alla ricerca di questo pezzo di carta (straccia), prenderlo per prenderlo non ha nessun valore, né burocratico, né formativo. Oggettivamente, nessun chitarrista potrà mai trarre giovamento dalla lettura avulsa e decontestualizzata di un paio di studi di Giuliani o Aguado (o Villa-Lobos, o Brouwer...). Io credo che un percorso di studi debba essere motivato da qualcosa di più profondo di un titolo scevro di significati, a maggior ragione se questo titolo costa dieci anni di sacrifici. Personalmente, vorrei sperare che nei conservatori - che pure, per come stanno andando le cose, sono destinati a chiudere i battenti in pochi anni - si continuasse a portare avanti un discorso musicale più complesso di una canzonetta pop (o anche di una bossa-nova sbilenca o di un tango-piazzollismo annacquato). Questo non impedirebbe certo di praticare altri generi (non mi nascondo dietro ad un dito: io ho sempre dichiarato apertamente di non occuparmi solo di classica), ma consentirebbe di mantenere separati ambiti che, per loro natura, devono restare separati. L'alternativa porterebbe a concludere che "tanto le note sono sette" (per alcuni anche meno), e spero che non sia questo il traguardo che ci si pone nella musica. EB Beh anche Giuliani e Carulli facevano i conti con il pop dell'epoca. Ne sono testimone le tante trascrizioni di arie tratte dall'opera buffa molto frequentata da tutte le classi sociali. In fondo loro suonavano musiche conosciute da tutti all'epoca regnanti e non. Le musiche che suoniamo noi sulla chitarra sono a stento conosciute dagli addetti al settore e dagli appassionati. Bach componeva e trascriveva i canti che le vecchiette cantavano a messa. Oggi se un chitarrista deve fare una trascrizione al volo, dio lo aiuti
  5. Io ti ripeto che ho tratto un grande giovamento tecnico nello studiare i pezzi barocchi.Quindi per esperienze personale suggerirei anche a chi suona i Dire straits che qualche studio di Aguado o di Giuliani potrà tornargli utile. Quindi questa suddivisione della musica in caste musicali non mi scende proprio: che sai tu se un rapper può trarre giovamento nello studiare la musica lirica. Poi ognuno lavora con ciò che gli piace e gli da anche un pò di pane. Tutto qui; non vedo perchè continuare a contraddirmi quando affermo che gli studi di conservatorio sono utili anche a chi affronta altri generi. Magari se la chitarra in conservatorio venisse studiata anche per essere più versatile nel'ìindustri musicale moderna non sarebbe sbagliato; e non parlo della chitarra jazz.
  6. Ovviamente: il conservatorio è una scuola, non un istituto d'avviamento professionale... Beh.... certo una scuola che nessuno vuole che si tocchi perchè vige il un baronaggio di altri tempi , con maestri sedute sulle loro poltrone che non suonano da secoli e che non vanno in pensione neanche con un ictus. Secondo me per motivi progressisti sarebbe meglio trasformarla in istiuto di avviamento professionale.
  7. Questo è il mestiere più antico del mondo: non confondiamo prostituzione e musica, per favore. @Fabio: quello che ho scritto, in toto, è frutto di esperienza... anni di esperienza e sopportazione paziente (a volte, in realtà, non così paziente: ho litigato furiosamente con un paio di produttori per il loro modo di fare...). Mi fapiacere che tu sia d'accordo, ma al di là delle opinioni personali, quello che ho scritto non è un parere: ho riportato le mie impressioni e le mie memorie su fatti realmente avvenuti... no li corcostanzio maggiormente per ovvi motivi, ma ne sono stato testimone, se non protagonista. EB Per me si chiama versatilità e non prostituzione.
  8. Allora non hai letto bene ciò che ho scritto te lo rispiego: Non ho detto che il diploma di conservatorio non mi serve. Prima ho scritto che grazie agli studi classici mi sono affinato come musicista: tecnicamente e stilisticamente. Alcuni metodi del conservatorio mi hanno afatto apprezzare i musicisti classici quindi li ho studiati anche con passione raggiungendo il diploma che come tutti sappiamo serve anche come foglio di carta. Quindi ti dicevo che ho tratto benefici e già questo risponde alla prima domanda da te posta. In merito alla seconda non ho detto che i musicisti diplomati che fanno musica classica sono dei ciuccioni capito? . Dicevo che visto che molti diplomati fanno questi ingaggi e sono lieti di andarli a fare hanno delle difficoltà iniziali perchè hanno studiato per 10 anni ancorati ad uno spartito senza avere altri titpi di esperienze, quindi è importante per loro adeguarsi e maturare un nuovo modo di suonare. Questo discorso non scende dalle nuvole ci sono molti tuoi colleghi diplomati che fanno musica leggera che concorderebbero con me. Quindi il conservatorio serve e come ma se nella vita non vuoi fare il concertista ma avere a che fare con diverse tipologia di lavoro è importante che oltre agli studi fatti in conservatorio vi siano una sorta di tirocini complementari .
  9. Per quello che ho visto io invece, posso affermare l'esatto contrario...i musicisti professionisti che si mettono a suonare musica leggera nelle orchestre delle sagre o al piano bar di sicuro non lo fanno per mancanza di lavoro, ma perchè è già tanto che riescano a fare quel che fanno...usando il termine professionista solo perchè vengono pagati. Vabbè ma non distorcere il mio discorso: mi ca ho detto che chi suona e fa piano bar è un professionista. Dicevo di diplomati che per guadagnare accettano questi ingaggi perchè: vengono pagati subito a differenza delle orchestre che talvolta pagano dopo mesi, poi si lavora molto sopratutto nel periodo estivo e se hai bisopgno di portare la pagnotta a casa diplomato e non non rifiuti nulla sopratutto se hai dei figli. Per professionista io intendo adeguarti a qualsiasi tipologia di lavoro.
  10. Con ciò volevo dire che il conservatorio non indirizza alla professione di musicista, può affinarti ma quando scendi poi nel mondo del lavoro bisogna fare i conti con altri generi ed altre situazioni musicali ai quali se non tieni la fortuna di trovare un posto nella scuola media dovrai fare i conti. Questo lo ho intuito quando ho suonato con violinisti e contrabbassisti diplomati che dovevano eseguire brani di musica leggera : alcuni andavano in difficoltà , eppure quei tipi di lavoro rappresentano l'80% dei loro ingaggi.
  11. Cosa è un musicista classico? Io conosco solo il mestiere di musicista. Che cosa poi suoni e la qualità di quello che propone è un altro paio di maniche. Certo. E io ho parenti plurilaureati che hanno dovuto fare anni di cassa in un supermarket. Questo cosa vorrebbe significare? L'eccellenza e la mediocrità accampate insieme? Tutto un bel polpettone con dilettantismo imperante scambiato per "professionismo"? Facendo un resoconto delle tue risposte giungo ad una conclusione: in fondo io non ho avuto la fortuna di cominciare con la classica, o meglio con il repertorio classico, esso è venuto in secondo momento e mi ha aiutato a evolvere come musicista traendo benefici sopratutto tecnici e stilistici. Probabilmente non farò mai il concertista, ho sempre suonato in altri contesti (pianobar, classica napoletana, musica leggera, pop), eppure anche se questi contesti possono ad orecchio non sembrare professionali, paradossalmente mi hanno formato come professionista nel senso che: ho molti contatti, suono parecchie volte al mese, conosco parecchi musicisti etc etc , in poche parole sono entrato in un giro, ed in tutto ciò lo studio di conservatorio non lo ho mai messo a frutto per fare un concerto di musica classica eppure quando sanno che ho quasi il diploma, mi trattano come un professionista ma difficilmente mi chiedono di suonare pezzi classici.
  12. Gli studi classici mi hanno formato tecnicamente e sia sulla lettura. Non faccio solo il musicista classico, ho avuto svariate esperienze musicali, e quindi posso assicurarti l'utilità degli studi di conservatorio anche su altri fronti. Una volta ho lavorato in un orchestra di musica leggera con quasi tutti diplomati, per 30 canzoni facemmo due prove, e quindi se la musica non la impari a riconoscere ma rimani ancorato allo spartito non suoni una nota, quindi non intendevo improvvisazione, per suonare all'impronta si intende seguire la melodia di un cantante, senza avere per forza uno spartito. Probabilmente erano cose che facevano anche molti musicisti classici che oggi leggiamo solo dagli spartiti. Dimmi poi quanti diplomati fanno solo i musicisti classici? Io conosco musicisti diplomati con 10 e lode che fanno piano bar. Quindi non esiste una netta separazione nella musica.
  13. è di Manzoni. Non lo scrittore però excuse moi, piero manzoni, non so perchè ho detto morandi.
  14. Alcune armonie di musica leggera che sono eseguite a Sanremo sono molto più articolate di quelle che si eseguono su chitarra classica. Io credo che la maggior parte dei presenti in commissione non possano neanche lontananamente suonare nell'orchestra di Sanremo, dove sono presenti musicisti ai quali viene chiesto di suonare all'impronta ,con conoscenza di progressioni e di armonie. Anche a Paganini e Giuliani gli veniva chiesto di suonare così, e facevano affidamento o sui brani che conoscevano o su musiche che eseguivano al momento grazie alla coonoscenza della tastiera e dellìapplicazione dell'armonia. hai le idee un pò confuse! Perchè scusa?.é facile dire sei confuso senza dare una risposta.
  15. Beh, se vuoi dare un esame, credo sarebbe meglio che della commissione qualcosa te ne fregasse... EB Ok allora prima di eseguire il brano gli dirò se gli garba. Se non gli garba, ci vediamo l'anno prossimo. Penso che loro devono esaminare il modo in cui suoni e non i brani che suoni.
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