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Obiettivi di Uff.Stampa QuattroQuarti
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Edoardo Catemario al BachFest di Firenze.
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http://streaming.intoscana.it:1935/live/live/playlist.m3u8 -
España, Edoardo Catemario
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Mi scusi, ho sbagliato io nel inserire i titoli. Correggo immediatamente. Grazie QQ -
España, Edoardo Catemario
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Espana vista da Napoli L'omaggio di Catemario Come scrive giustamente Gregorio Moppi nelle note del libretto del disco, "non vi è altro strumento che l'immaginario collettivo identifichi più profondamente con lo spirito di un Paese quanto la chitarra con la Spagna". Ciò premesso, è altrettanto vero che non serva avere certificato di nascita, passaporto e DNA iberici per eseguire come Dio comanda le musiche per chitarra di autori spagnoli. Ne è riprova il bel cd "Espana" realizzato per DECCA da Edoardo Catemario, uno dei nomi di punta del panorama chitarristico italiano. Peraltro lo stesso interprete "giustifica", benché non ve ne sia bisogno, il progetto affermando, nelle note introduttive, che "la Spagna in fin dei conti non è così distante dalla mia terra natale, Napoli, in cui dopo due secoli sono ancora palpabili le influenze della dominazione", ma ciò attiene piú alla retorica e alla suggestione che non alla pratica. La realtà, infatti, vuole che sia l'artista Catemario a raffigurare, con la sua tecnica e la sua sensibilità espressiva, una Spagna molto vicina e palpabile. Una Spagna ricca di colori e di suoni accesi, come vuole la tradizione, ma anche di tanta poesia. D'altra parte è lo stesso Catemario rivelarci che la passione per la chitarra gli sbocciò da bambino ascoltando, fin quasi a bucarlo, il disco dei "Castillos de Espana" di Torroba interpretati dal leggendario Andres Segovia. Oltre a questo pezzo, il compact del chitarrista partenopeo contiene un'antologia di pagine di Albeniz (da Sevilla ad Asturias), Manuel De Falla, Joaquin Turina, l'Estudio sin luz dello stesso Segovia - composto quando il maestro era sull'orlo della cecità - fino alla Suite Compostelana di Federico Mompou, definito il "Fauré iberico" per la sua sintesi tra Spagna e Francia, dove visse e studiò a lungo. Roberto Codazzi Più - Provincia di Cremona Dicembre 2011 -
Recuerdos, Edoardo Catemario
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Recuerdos Edoardo Catemario DECCA Azzeccatissimo il titolo Recuerdos, termine che vale per tutti: anzitutto per l'esecutore e poi per tutti gli ascoltatori sia in quanto tali sia in quanto uomini: un riferimento alle Rimembranze leopardiane mi sembra estremamente opportuno. Gli autori delle composizioni di questo CD coprono un arco cronologico che parte dall'inizio del sec. XVI e giunge fino al Novecento inoltrato. Il filo conduttore è costituito dalla comune origine spagnola, che Edoardo Catemario cerca di porre in piena evidenza, pur senza cadere nel tranello di un generico e superficiale stile pseudofolclorico. Egli, al contrario, coglie in pieno le caratteristiche della musica di ciascun autore, sottolineandone le caratteristiche precipue. E' così p.es. per quanto riguarda la complessità polifonica, che si risolve in freschezza espressiva, dei brani di Alfonso de Mudarra (ca. 1508 - 1580) e di Luis de Narvaez (ca. 1500 - dopo il 1550). E così ancora avviene per la musica di Gaspar Sanz (autore - morto intorno all'inizio del sec. XVIII - fino a oggi a me sconosciuto): qui- oltre alla solita scrittura brillante (evidente soprattutto nei due movimenti finali, l'ultimo in particolare) - predomina una malinconia intima e sostanziale e per nulla oleografica ed esteriore (si ascoltino soprattutto i nn. 1, 2, 7, 8, 9, l'ultimo dei quali non a caso intitolato Folias). Non poteva mancare Fernando Sor (1778 - 1839), che noi - ragazzi musicomani della prima ora - chiamavano affettuosamente "Er sor Fernando" . Inappuntabile l'esecuzione dei suoi Studi : ma veramente esemplari risultano l'Introduzione, Tema e Variazioni su un tema di Mozart op. 9 (una vera e propria maratona), che Catemario scolpisce con grande austerità espressiva e tecnica superlativa. Deliziosi e accattivanti i brani di Francisco Tarrega (1852 - 1909), soprattutto la traccia 24 Recuerdos de la Alhambra. Come anche quelli di Daniel Fortea (1878 - 1953), altra mia nuova, felice conoscenza. Splendidi i quattro brevi - ma estremamente suggestivi- pezzi di Miguel Llobet (1878 - 1938), tratti dalle Canciones populares catalanas, densi di un'emozione che solo quella terra sa dare. Per concludere: un CD molto importante, soprattutto per lo studio attento dei diversi pezzi da parte dell'esecutore, che evidenzia, con tecnica ineccepibile, lo spirito e le caratteristiche stilistiche di ciascun compositore. Superiore a ogni elogio la ripresa sonora, nel solco, peraltro, della gloriosa tradizione di una Casa benemerita come la Decca. Renato Badalì -
Edoardo Catemario - Rudimenti di Interpretazione
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È uscita la versione online gratuita del libro. Aprite il link Rudimenti di Interpretazione QuattroQuarti -
España, Edoardo Catemario
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Universal Music presenta "España" di Edoardo Catemario "Dopo quarant’anni, ecco il mio personalissimo omaggio al repertorio che mi ha fatto innamorare della chitarra”. Tracklist: Isaac Albéniz (1860-1909) Suite spagnola op.47: n. 3 Sevilla Capricho Catalan op.65 n.5 Pezzi caratteristici per chit. op.92: Torre bermeja Suite spagnola op.47: n. 5 Asturias Federico Moreno Torroba (1891-1982) Castillos de España: Turgano, Siguenza, Alcañiz, Toriija, Alcazar de Segovia Manuel de Falla (1876-1946) Homenaje "pour le tombeau de Debussy" L' amore stregone: Danza rituale del fuoco Romance del pescador Il cappello a tre punte: Danza del molinero (Farruca) Joaquin Turina (1882-1949) Fandanguillo op.36 Sevillana Andrés Segovia (1893-1987) Estudio sin luz Los improperios Federico Mompou (1893-1987) Suite compostelana: Preludio, Coral, Cuna (trascr. Lee Ritenour & Dave Grusin), Recitativo, Canción, Muñeira Maggiori informazioni: http://www.universalmusic.it/classica/artista/discografia/?ids=710357 Leggi la scheda di questo/a novità discografica -
L'etichetta discografica Deutsche Grammophon pubblica il cofanetto "Gold Guitar" con varie incisioni tratte dal suo catalogo. Dettagli e anteprime: https://itunes.apple.com/it/album/guitar-gold-multipack/id420903675 Maggiori informazioni: https://itunes.apple.com/it/album/guitar-gold-multipack/id420903675 Leggi la scheda di questo/a novità discografica
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- eduardo fernandez
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Recuerdos, Edoardo Catemario
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MAGIA DELLA CHITARRA Baffi folti, barbetta arcuata, il chitarrista Edoardo Catemario, in copertina, guarda timido e diffidente, e sul retro del disco bonario e lievemente mefistofelico. Così, della vicina Spagna ti offre il tema di Papageno riproposto da Fernando Sor e ti prende in una malinconia struggente nei Recuerdos de la Alhambra di Francisco Tarrega. E ti intrattiene con talento in tante pagine d’autori meno noti per sfociare nella bellezza dei folk song catalani. Lorenzo Arruga Extra - Panorama Marzo 2011 -
Recuerdos, Edoardo Catemario
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Recuerdos Edoardo Catemario, chitarra Musiche di Autori vari Decca, 476 3924, 2010, DDD Edoardo Catemario è uno di quegli interpreti la cui arte più “invecchia”, più - come farebbe un pregiato vino in una preziosa botte - si affina e si sublima toccando vette sempre più alte. Da anni seguiamo con grande attenzione le proposte del “pluripremiato” interprete napoletano e ad ogni sua nuova uscita siamo sempre più convinti di ciò! Ne è conferma anche la sua ultima fatica discografica, pubblicata dalla prestigiosa Decca, nella quale Catemario ci presenta una carrellata di quelli che potremmo definire i “classici” della chitarra classica “marcati” Spagna. È questo un terreno insidiosissimo, e per la sconfinata attenzione che gli interpreti hanno da sempre nutrito per questa letteratura (testimoniata anche dalle innumerevoli incisioni esistenti), e per il pericolo di una certa “banalità” o eccessiva “estrosità” che spesso si nasconde dietro progetti del genere. Ebbene ogni dubbio è pienamente fugato dall’ascolto delle prime note: pagine super inflazionate, come la Fantasia che Contrahaza el Harpa di Mudarra, le Variazioni su “Guardame las vacas” di Narvaez, la Suite Española di Sanz, le Variazioni op. 9 di Sor cui si uniscono alcuni celebri Studi dell’autore, i “sempre verdi” Recuerdos de la Alhambra, Adelita, Marieta, Maria e una scelta di Preludi di Tárrega, un paio di fogli d’album di Fortea e alcune celeberrime Canzoni Catalane di Llobet, sembrano affacciarsi alle nostre orecchie con tutto il “fascino” e la forza comunicativa della prima volta! E visto i titoli non è certo cosa da poco! Merito di ciò va anche alle splendide chitarre d’epoca utilizzate per l’incisione, di cui Catemario è ormai maestro (una Enrique Garcia del 1918, una Enrique Garcia/Francisco Simplicio del 1925 e una Simplicio, ex Fleury, del 1931): la loro suggestiva voce, antica e espressiva, sembra fare tutt’uno con le pagine affrontate. Ma non solo, anche le esecuzioni restituiteci dall’ottimo interprete “rileggono” questo repertorio con un rispetto ed un’autorevolezza analitico-espositiva raramente messa in gioco in altre occasioni, esaltandone dettagli e aspetti espressivi spesso “elusi” nel nome di un “facile” ascolto. Questo anche a scapito di qualche momento di “spiazzamento” nell’ascoltatore, come nella versione del Capricho Árabe impostata in una chiave ritmico-danzante mai ascoltata prima nella chitarra! Insomma, complimenti a Catemario, sia per le sua indiscutibile arte esecutiva, sia per aver saputo rimettere in gioco senza preconcetti testi che spesso “pigramente” vivacchiano solo sui propri allori! Guitart N°61 Piero Viti -
Recuerdos, Edoardo Catemario
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Ricordo di Spagna nel CD di Catemario Il chitarrista napoletano ha concentrato nel suo ultimo disco l’amore per la musica iberica sviluppando un percorso lungo quattro secoli. «Non bisogna necessariamente essere francesi per interpretare bene il Bolero di Ravel, altrimenti io dovrei suonare solo tanghi argentini», diceva di recente Daniel Barenboim, con quel misto di ironia e intelligente provocazione che caratterizza il grande musicista ebreo nato a Buenos Aires. Per estensione, non serve essere spagnoli per suonare bene il repertorio chitarristico della terra che ha dato i natali alla chitarra moderna. Lo dimostra Edoardo Catemario con il suo Cd Recuerdos, edito da Decca, benché il virtuoso napoletano non manchi di precisare, nelle note introduttive, la vicinanza storica e cultura della sua Napoli con la Spagna. "Una Spagna in fin dei conti non così distante dalla mia terra natale, Napoli, in cui dopo secoli sono ancora palpabili le influenze della dominazione », osserva il maestro, che spiega inoltre come è scattato l’amore per la musica iberica: «Avrò avuto forse cinque anni, ne ho ancora un ricordo nitido, il primo che posso distinguere chiaramente. Il suono di quello strumento, racchiuso magicamente in quel disco che girava, mi coinvolse al punto di rimanere completamente immobile, col fiato sospeso, quasi che un fiato potesse rompere quella magia. Credo di averlo consumato quel disco per quante volte l’ho sentito... L’indimenticabile Andrés Segovia suonava i Castillos de Espana di Torroba...». Naturalmente non è nostra intenzione fare paragoni tra il ‘nostro’ e i Miti del passato, tuttavia il Recuerdo che Catemario lascia all’appassionato dopo l’ascolto del suo disco è struggente. Ne esce una Spagna ricca di emozioni, tutt’altro che oleografica e standardizzata nei suoi cliché, anzi palpitante e viva. Nel Cd risuonano quasi quattro secoli di musica, dal pieno Cinquecento di Alonso de Mudarra, canonico della Cattedrale di Siviglia con forte vocazione alle sette note, al primo Novecento di Miguel Llobet, chitarrista catalano che trovò ispirazione dell’elettrizzante Parigi d’inizio secolo, quella di Picasso e Diaghilev. Di Mudarra si può ascoltare la Fantasia Que Contrahaze El Harpa En La Manera De Ludovico, sì, scritta proprio così. Il titolo è degno di un film della Wertmüller ma la semplicità e il rigore con cui Catemario esegue questo delizioso e aristocratico brano sono disarmanti. Sempre su un basso ‘ostinato’ si sviluppano le successive Variaciones sobre «Guardame las vacas» di Luys de Narvaez, mentre la Suite española di Gaspar Sanz traghetta verso quel Seicento in cui la chitarra ha già subito significative variazioni strutturali. Altra evoluzione è documentata, nel disco, con un’antologia di Studi chitarristici di Fernando Sor, in cui la ricerca dei più spettacolari procedimenti tecnici non è mai avulsa da una profonda ricerca espressiva. Con Francisco Tarrega si salta in pieno Ottocento, per poi tuffarsi nelle mille sfumature ritmiche e coloristiche delle composizioni di Daniel Fortea e del già citato Miguel Llobet. Roberto Codazzi Più - Gennaio 2011 Download: http://www.cristianoporqueddu.com/FileArchive2%5C/roberto_codazzi_-_piu_n64_gen.2011_207.jpg -
Recuerdos, Edoardo Catemario
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EDOARDO CATEMARIO “Recuerdos” (musiche di Mudarra, De Narvaez, Sanz, Sor, Tarrega, Fortea, Llobet) DECCA 476 3924 DDD 63:45 Per il suo secondo album edito dalla divisione italiana della Decca (abbiamo recensito il primo, una monografia bachiana, su MUSICA 198), Edoardo Catemario ha selezionato un palinsesto dal sapore un po’ rétro, facilmente inseribile nel filone “Quattro secoli di musica spagnola per chitarra”. Nella breve presentazione, del resto, il chitarrista napoletano confida trattarsi di un esplicito omaggio a una tradizione interpretativa e anche a un vissuto personale ben precisi; ciò nondimeno, un simile itinerario può sembrare per la sensibilità odierna troppo eterogeneo e anche, appunto, un po’ “vecchio stile”. Bisogna subito aggiungere, però, che questa possibile obiezione da un lato è riscattata dall’inclusione, accanto a veri hits come le Variazioni op. 9 di Sor o Recuerdos de la Alhambra di Tarrega, di pagine di rara esecuzione quali Dialogando e Toledo di Daniel Fortea; dall’altro, è l’altezza (e in qualche caso l’originalità) interpretativa della prova di Catemario a disarmare qualunque considerazione sulle scelte di repertorio. Le Variazioni di Sor e di Luis De Narvaez mostrano una capacità di situare in un’ambientazione peculiare, per timbro e articolazione, ogni singolo episodio; l’ultima variazione dell’op. 9, così come i Canarios che concludono la cosiddetta Suite española di Gaspar Sanz, rivelano poi un sicuro istinto drammaturgico per la brillantezza con cui vengono proposti, quasi fossero elettrizzanti finali operistici. Questi brani peraltro palesano la scioltezza virtuosistica di Catemario, così come Rujero y Paradetas di Sanz testimonia la notevole agilità della mano sinistra. Il tutto appare nobilitato da una rotondità e flessibilità sonora dovuta al tocco del virtuoso, ma anche alle tre splendide chitarre storiche utilizzate (di Enrique Garcia e Francisco Simplicio). Anche la personalità interpretativa del quarantacinquenne chitarrista appare spesso evidente, in particolare nello stacco inconsuetamente rapido di pagine come lo Studio op. 35 n° 22 di Sor (che del resto è originariamente segnato Allegretto, e non Moderato come richiede la battutissima selezione segoviana) ovvero Adelita e Capricho Arabe di Tarrega. In quest’ultimo caso, a dire il vero, preferisco un fraseggio più rapinoso rispetto alla pulsazione scelta da Catemario: fortemente ritmata, quasi danzante, interrotta da decisi ritardando sugli episodi di transizione. Tuttavia è pur vero che per questi brani addirittura abusati una prospettiva differente è sempre la benvenuta. Roberto Brusotti MUSICA n°221 novembre 2010 -
Recuerdos, Edoardo Catemario
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“Recuerdos” Edoardo Catemario, Decca (distribuito in Italia da Universal Music Italia) Viaggio nel repertorio spagnolo della chitarra classica Il repertorio della chitarra classica ha un Paese d’elezione, preciso punto di riferimento per ciò che riguarda i vari stili che si sono succeduti nel tempo e i compositori nel quale sono nati e cresciuti: la Spagna. La terra iberica, infatti, non solo può essere considerata la patria di questo strumento (almeno nella sua evoluzione classica), ma è stata la fucina di decine di musicisti che hanno consacrato la loro arte compositiva proprio alla chitarra. Ce lo ricorda il chitarrista napoletano Edoardo Catemario, uno dei maggiori specialisti dell’attuale panorama internazionale, che ha voluto dedicare il suo ultimo disco, intitolato “Recuerdos” e pubblicato dalla Decca, al grande repertorio spagnolo attraverso un viaggio musicale nel corso di quattro secoli. Un viaggio che prende le mosse dal XVI secolo, nel cuore del Rinascimento iberico, più precisamente nel 1546, quando furono pubblicati i Tres libros de música en cifra para vihuela da parte di Alonso de Mudarra, vissuto tra il 1510 e il 1580, canonico della cattedrale di Siviglia che, sebbene avesse dato ampio rilievo con quella raccolta proprio alla vihuela (l’antenato dell’odierno violino), dedicò sette composizioni anche alla chitarra, che a quell’epoca aveva quattro ordini di corde, oltre ad essere più piccola rispetto alle forme attuali. Sul finire del Cinquecento prese il sopravvento la chitarra a cinque ordini di corde, detta “spagnola”, in quanto ideata dallo spagnolo Vicente Espinel. Grazie alle conquiste tecniche e timbriche fornite da questo tipo di chitarra, il compositore Gaspar Sanz, nato nel 1640 e morto nel 1710, pubblicò la fondamentale Instrucción de música sobre la guitarra españoleta, un lavoro suddiviso in tre volumi contenente novanta pezzi, tra cui preludi, fantasie, fughe, passacaglie. Ma l’evoluzione tecnica della chitarra era destinata a proseguire, come puntualmente avviene sul finire del Settecento, quando sullo strumento vengono adottati sei ordini di corde, un accorgimento che permette a uno dei maggiori compositori spagnoli di quell’epoca, Fernando Sor (1778-1839), non solo di scrivere un trattato teorico tra i più importanti, il famoso Metodo, ma di dare vita a notevolissime composizioni che risentono dell’influenza della musica di Mozart e di Haydn. Altro nome tutelare della musica spagnola per chitarra fu Francisco Tárrega (1852-1909) che si applicò per trascrivere per lo strumento a corde una quantità impressionante di opere di altri compositori, da Bach a Chopin, da Beethoven a Schumann e Mendelssohn. E a composizioni di due allievi dello stesso Tárrega, Daniel Fortea e Miguel Llobet, si conclude il disco di Edoardo Catemario. Soprattutto l’opera di Llobet, il quale ebbe modo di vivere nella Parigi dei primissimi decenni del Novecento, riveste una grande importanza, visto che questo autore fu in grado d’imporre definitivamente la chitarra classica sulla stessa linea d’importanza di altri strumenti, primi tra tutti il violino e il pianoforte, nel panorama del recital solistico. Come al solito, l’interpretazione del chitarrista napoletano è a dir poco impeccabile, votata a mostrare le differenze stilistiche, l’approccio tecnico ed esecutivo della chitarra attraverso i secoli, con una piacevolezza d’intenti e di stimoli d’ascolto tali da poter interessare anche coloro che non sono dei patiti di questo strumento. Andrea Bedetti LINEA – 31 ottobre 2010 -
Recuerdos, Edoardo Catemario
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L'etichetta discografica Decca pubblica il CD di Edoardo Catemario dal titolo "Recuerdos" “…dopo quarant’anni dal mio primo incontro con la chitarra ecco il mio personalissimo omaggio al repertorio che mi ha fatto innamorare del mio strumento.” -Edoardo Catemario Tracklist: Mudarra: Fantasia que contrahaze la harpa en la manera de Ludovico Narvaez: Var. populares sobre "Guardame las vacas" Sanz: Suite española Sor: Var. per chit.: op. 9 su "Das klingt so herrlich" dal Flauto magico Studi op.35: n.22 in si min. - n.17 in re magg. Studi op.31: n.19 in la magg. - Studi op. 6: n. 3 in mi magg. - n. 6 in la magg. Tarrega: Prel. per chit.: n. 7 Endecha in re min. - n. 8 Oremus in fa magg. Adelita – Lagrima – Marita – Maria - Recuerdos de la Alhambra - Capriccio arabo Fortea: Dialogando (arr. Catemario) - Toledo (arr. Catemario) Llobet: Canzoni catalane: Lo fill del Rei - La canço del ladre - El testamen d'Amelia - La nit de Nadal Works by Alonso Mudarra, Luis De Narvaez, Suite Espanola by Gaspar Sanz, Various works op. 6, 9, 31 and 35 by Fernando Sor, Various works by Francisco Tarrega, 2 pieces by Daniel Fortea: Dialogando,Toledo, 4 catalan folksongs by Miguel Llobet Maggiori informazioni: http://www.catemario.com/?p=280 Leggi la scheda di questo/a novità discografica -
Edoardo Catemario - Rudimenti di Interpretazione
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Edoardo Catemario Rudimenti di Interpretazione - Manuale pratico di analisi interpretativa. "Il maggior pregio di un buon esecutore è quello di rendere bella la musica brutta, il peggior difetto di un cattivo esecutore è quello di rendere brutta quella bella". La bellezza che risiede in una partitura è nascosta a chi non sa dove cercare. Per riuscire a trovarla, in primo luogo, bisogna sapere quali sono gli elementi indispensabili alla comprensione del testo musicale. Questo piccolo manuale, volutamente essenziale, fornisce, con un linguaggio semplice ed accessibile, le nozioni rudimentali di interpretazione a quanti si avvicinano alla musica classica. Una sorta di "vocabolario minimo" dei segni principali contenuti in partitura. L'approccio è quello pratico di un interprete di alto rango che mette a disposizione di tutti quelle che lui considera "le sue poche certezze musicali". Link per l'acquisto: http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=522546 Informazioni: eMail: management@catemario.com