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paolor

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  1. Ci sono (e lo dico da ex atleta, e non da chitarrista, in quanto come chitarristica sono solo un dilettante dalle poche capacità) tutta una serie di meccanismi che normalmente si chiamano ganci mentali. Ti sarà capitato di osservare sia in interpreti che in atleti che, prima della prestazione, eseguono una serie di movimenti scaramantici. Ebbene, non è per superstizione, semplicemente servono a ricondurre la mente in uno stato noto, sempre quello, che precede la prestazione. Io, per esempio, da apneista, prima di immergermi faccio sempre 3 rapidissime espirazioni ed una inpirazione. Siccome le faccio sempre, il mio corpo e la mia mente si sono condizionati e le interpretano come "vai e rilassati". Lo stesso vale per la musica. Si sà di grandi interpreti che, visti dall'esterno, apparivano bizzosi come bambini e che si rifiutavano di suonare in assenza di qualche piccolo dettaglio che loro ritenevano indispensabile. Ora, siccome questa tecnica dei ganci mentali è stata analizzata abbastanza di recente, è probabile che loro la eseguissero inconsciamente e che, in un qualche modo, fossero consapevoli che, cambiando quel dettaglio, la prestazione sarebbe stata pessima. Per quanto riguarda il tuo problema (che è anche il mio, visto che ho 2 bambini che mi ronzano attorno quando suono), ti direi di costruirti una sorta di procedura che (sempre ripetuta nello stesso modo) condizioni la tua mente portandola nello stato "adesso si suona, godiamocela". Vedrai che all'inizio ti sembrerà strano ma poi, scoprirai che praticare la suddetta procedura ti consentirà di allontanare dalla tua mente tutto quello che non deve esserci quando si suona. Ciao, Paolo.
  2. Benvenuto, Paolo.
  3. Mi pare allora evidente che Segovia sia riuscito a condensare in una frase anche il "lato oscuro" della propria forza La visione realistica di cui parli non fu mai di tale profondità estetica da indirizzare (proprio in quanto "buon esecutore" tra gli esecutori) verso la chitarra alcuni dei grandi compositori che in quel periodo stavano rivoluzionando il pensiero musicale ed egli preferì affidare la propria arte (il pregio di Segovia esecutore) al servizio di musica, come dire, inconsistente dal punto di vista storico. Sapeva di condurre una battaglia, più che estetica, ideologica e questa mi pare sia una constatazione che con il passare degli anni si fa sempre più evidente. Non ho sotto lo spartito ma mi sembra che Segovia, nella prefazione, elogiasse gli studi di Sor sostenendo che, oltre che utili, sono anche belli (ed io non posso che dargli ragione, almeno per alcuni). In quanto al rendere bello ciò che è brutto (ed io non userei con tanta leggerezza la parola brutto) citerei un episodio di qualche anno fa. Assieme ad alcuni amici fra cui due violinisti, andiamo a sentire Accardo (che suonava Paganini). I due violinisti: occhi spalancati, bocca aperta, estatici (mancavano solamente la lingua a spenzoloni ed un filo di bava per completare il quadro). I non violinisti (chi pianista, chi chitarrista), mediamente, annoiati. (E non venitemi a dire che per chi non ammira il gesto tecnico paganini non è una palla mortale, indipendentemente da chi lo suona). Un paio d'anni fa, a Bologna, concerto di musica da camera con una formazione francese + Mario Brunello al violoncello. Brunello riesce a farmi piacere persino Mozart (che io in generale non amo ma che, devo ammettere, non è brutto). Poi il Bis, in onore della formazione da camera. Brunello attacca un pezzo di non so quale compositore napoletano di una difficoltà tecnica (evidente anche per chi, come me, non suona il violoncello) estrema. Il violoncellista della formazione, al suo fianco, lo guarda letteralmente a bocca aperta. Il brano, però, malgrado la difficoltà tecnica, era bellissimo e Brunello era in grado di fare musica trascendendo dalla difficoltà. Sicuramente, però, un altro interprete (non dimentichiamoci che Mario Brunello è considerato forse il miglior violoncellista vivente) non sarebbe riuscito a trascendere dalla difficoltà tecnica, ed allora la musica non sarebbe uscita. Tutto sarebbe rimasto solo una sequenza di difficilissimi bicordi e tricordi, ed il pubblico sarebbe uscito da lì convinto di aver sentito "musica brutta". Concludendo, mi sembra che non basti un buon interprete per far diventare bella della musica che non lo è, mentre mi sembra che basti un cattivo interprete (o un interprete non in grado tecnicamente di suonare quel brano con facilità) per far sembrare brutta della musica che, in realtà, brutta non è. Se i chitarristi scegliessero brani che, oltre ad essere belli e comprensibili ad un pubblico normale, evitassero tutti quei brani che, salvo essere dei mostri di tecnica, non possono essere suonati lasciando che la musica esca, forse, nessuno parlerebbe più di musica brutta. Se, nella ricerca del nuovo e del diverso, ci si lancia verso brani che sono rimasti non suonati, ci si dovrebbe domandare perchè siano rimasti non suonati. Forse sono troppo difficili per il pubblico (che di norma non è composto da musicisti e, spesso, è composto da ignoranti, ovviamente nel senso buono del termina), o magari più semplicemente non sono belli. Ciao, Paolo.
  4. [inizio Mod Edit] Questo thread è stato ottenuto dividendo http://www.cristianoporqueddu.it/forumchitarraclassica/viewtopic.php?t=7347 [Fine Mod Edit] Se pensassi che per chitarra esistesse solamente "brutta musica" dovrei anche pensare che tutti i chitarristi siano un po' cretini, a scegliere di suonare invece che di comporre. Forse ho capito male quello che intendevate dire, ed il senso in realtà è che gli interpreti preferiscono suonare musica pessima che metta in luce le loro qualità piuttosto che musica bella già di suo. Forse un po' più di umiltà non guasterebbe. Paolo.
  5. Ciao a tutti, vorrei presentarmi: Intanto (come appare chiaro dal nik) mi chiamo Paolo. Ho 46 anni, sposato con prole ed un lavoro che mi assorbe molte energe ma... ...ma da qualche mese, approfittando del fatto che i bambini dovevano provare uno strumento armonico (dico uno strumento armonico perchè il più piccolo studia già la batteria), ho ripreso in mano la chitarra, che avevo abbandonato tanti anni fa. Mi sono rimesso a studiare (poco, in quanto posso dedicare a questa attività solo un'ora al giorno) e devo dire che, se anche i risultati sono scarsi, la cosa mi piace immensamente. Così, l'interesse rinasce e, assieme a quello, il desiderio di comunicare con persone con la stessa passione per cui, eccomi qua. Ciao, Paolo.
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