Se posso esporre il mio punto di vista, credo che il vero punto di snodo sia in quello che dice il M°Gilardino nel post di cui sopra, ovvero che chi non sa "sente", e "sente" più sensibilmente di chi sa. Questa è una affermazione che mi sento di sottoscrivere a pieno, in quanto mi è spesso stato detto questo, dal basso della mia posizione di allievo, da molti maestri, perchè cerco di conoscere la musica, a fondo, e nel mio piccolo cercare di studiare per produrre musica decente, sia dal punto di vista di interprete che da quello di compositore. E che un compositore venga fuori per quello che ha scritto, è sacrosanto, perchè i chitarristi giudicano da chitarristi, a volte investiti di un ego tanto grande da tradursi nella loro mente in una visione estetica illuminante sulla musica (altrui però). Ma i compositori leggono la partitura, e leggere una partitura rimaneggiata è diverso dal leggerla così come è stata concepita. Questa non è un'accusa a Segovia, anzi, ma voglio ribadire che Segovia ha preso posizione sul testo scritto, aggiustandolo secondo la sua idea del pezzo; chi è attaccato alla versione del Maestro non ha nemmeno fatto questo sforzo, segue le orme di chi ha fatto la storia della chitarra non comprendendone alla fine il lavoro, ovvero far si che ogni pezzo di musica "parli" la sua estetica, ed era il suo modo di operare, di concepire l'interpretazione, al punto da modificare dei punti della composizione acchè rispondessero al suo modo di pensare la musica per chitarra. Questo è il punto, c'è chi ha visto l'originale e ha preso posizione, e chi invece si rifiuta di prendere una posizione propria sul pezzo, ma prende per assioma ciò che Segovia ha fatto. Solo questo.
Francesco