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Gian Paolo Lopresti

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Obiettivi di Gian Paolo Lopresti

Debuttante

Debuttante (2/14)

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Reputazione Forum

  1. Interpretazione da "G. P. Lopresti – M. Riva: Volver – Work for two guitars" http://www.youtube.com/watch?v=Q7K14d-3-k0 Questo lavoro è un viaggio, sulle corde di due chitarre classiche, nell’affascinante mondo del Tango argentino. La chitarra è uno degli strumenti presenti ai primordi di questa danza. Già dotata di un suono evocativo ed arcaico, assume, per questo suo legame con gli albori, un connotato nostalgico e di metafora del ricordo. Il percorso si dipana attraverso un considerevole numero di anni, nei quali le caratteristiche stilistiche del genere hanno subíto molteplici evoluzioni, mentre, parallelamente, veniva stravolto anche il suo ruolo sociale, passando dall’essere danza degli ultimi nei malfamati locali del porto di Buonos Aires a danza della classe dirigente argentina a musica d’arte con Astor Piazzolla. La prima fermata è alle origini della danza porteña con la più celebre composizione di Àngel Gregorio Villoldo, “El Choclo”, del 1903, uno dei primi tanghi ad arrivare in Europa. A seguire, il periodo d’oro del Tango argentino, dagli anni ’20 agli anni ’50: bandoneonisti, pianisti, violinisti delle più importanti formazioni di Buens Aires, quali J. C. Sanders, J. De Caro, P. Laurenz, A. Troilo e, soprattutto, Carlos Gardel, cantante, attore, compositore, mitologico personaggio dalla vita avventurosa. Quindi, un compositore “colto”, Alberto Ginastera, che con “Canción al àrbol del olvido”, trasfigura gli elementi tradizionali del genere popolare in una elegante e colta sintesi rappresentativa. Dell’etnomusicologo, pianista e compositore Ariel Ramírez, è presente la dolce e romantica Zamba, “Alfonsina y el mar”. E, infine, non si poteva fare a meno d’incontrare la figura leggendaria, genio del ‘900, che ha stravolto per sempre i connotati alla danza porteña. Di Astor Piazzolla sono presenti, in questo lavoro: “La muerte del Ángel” (1962) e “Vuelvo al Sur” (1988). Il lavoro di arrangiamento, concepito in modo libero e autentico, lascia, tutto sommato, ben riconoscibile il profilo melodico, le funzioni armoniche e l’impianto strutturale dei brani presentati. L’originalità delle elaborazioni ha nella ricerca idiomaticamente funzionale all’estetica e alla scrittura chitarristica una prospettiva privilegiata. Gian Paolo Lopresti
  2. Liverpool Fantasy è una composizione che rielabora liberamente alcuni frammenti tematici ed armonici del più celebre quartetto pop inglese. In tal senso, potrebbe essere formalmente simile al pot pourri o al medley. Ma, in questo caso, il materiale utilizzato, affrancandosi dagli originali, risulta riorganizzato, miscelato, trasformato in modo autentico in una struttura “a stanze” o “episodica”. Stilisticamente, si prescinde dai muri o steccati troppo spesso eretti tra i diversi generi, muovendosi con disinvoltura tra temi pop, ingredienti jazzistici e reminiscenze “classiche”, favoriti dall’inconsueto organico strumentale. Tuttavia, emerge una compattezza unitaria data dalla ricorrenza dei materiali, in ciò avvicinandosi al rondò, e dall’utilizzo di un tessuto connettivo originale. Il chiaro intento è quello di manipolare gli elementi primitivi con un carattere brillante, virtuosistico, smaccatamente strumentale, nel quale gli strumenti si rincorrono in un ludico divertimento.
  3. Liverpool Fantasy è una composizione che rielabora liberamente alcuni frammenti tematici ed armonici del più celebre quartetto pop inglese. In tal senso, potrebbe essere formalmente simile al pot pourri o al medley. Ma, in questo caso, il materiale utilizzato, affrancandosi dagli originali, risulta riorganizzato, miscelato, trasformato in modo autentico in una struttura “a stanze” o “episodica”. Stilisticamente, si prescinde dai muri o steccati troppo spesso eretti tra i diversi generi, muovendosi con disinvoltura tra temi pop, ingredienti jazzistici e reminiscenze “classiche”, favoriti dall’inconsueto organico strumentale. Tuttavia, emerge una compattezza unitaria data dalla ricorrenza dei materiali, in ciò avvicinandosi al rondò, e dall’utilizzo di un tessuto connettivo originale. Il chiaro intento è quello di manipolare gli elementi primitivi con un carattere brillante, virtuosistico, smaccatamente strumentale, nel quale gli strumenti si rincorrono in un ludico divertimento.
  4. Ciao, sono un chitarrista, insegnante e.. da tanto (troppo!) tempo mi interesso di corde pizzicate. Piacere di essere qui!
  5. Volver album del Duo Lopresti-Riva Musica di : Villoldo, Gardel, Sanders, De Caro, Laurenz, Troilo, Ginastera, Ramirez, Piazzolla La proposta musicale del duo torinese è un viaggio, sulle corde di due chitarre classiche, nell’affascinante mondo del Tango argentino. I brani, contenuti nel CD “Volver” (StringaTO/Vigormusic), percorrono la storia del genere lungo gran parte del ‘900. “Prestigiose le firme delle musiche presenti in un lavoro che risulta raffinato senza essere snob: da Villoldo a Gardel, da Troilo a Ramirez, da Piazzolla a Laurenz.” (Roberto D’Ingiullo – Oblò.it) -- Il duo ha partecipato ad importanti rassegne chitarristiche quali “Tastar de corda” e “Corde pizzicate”.Si è esibito in diretta sull’emittente radiofonica torinese Radio Flash e alcuni brani del CD “Volver” sono stati trasmessi da un stazione radio in Argentina. -- “Il tango conserva immutato il suo fascino e dunque ben venga un disco che ne offre alcuni piacevoli saggi con un connotato particolarmente suggestivo: il duo di chitarre formato da Massimo Riva e Gian Paolo Lopresti. Ne emana un profumo di serenata romantica che ben si addice a un genere al quale viene collegato fin troppo malignamente un che di peccaminoso. Certo, il tango ebbe origini popolari e in ambienti poco inclini alla stucchevole etichetta, ma il fatto che abbia conquistato tutti vorrà ben dire qualcosa: significa che il «genere musicale» del tango è alto dal punto di vista artistico. E d’altronde non sarà un caso che se ne siano impossessati musicisti di alto rango, e non soltanto gli «specialisti» come Astor Piazzolla, ma anche compositori eclettici di sfera indubitabilmente «classica» (nel senso largo della parola) come Stravinskij e Schnittke.” (Leonardo Osella - critico musicale de “La Stampa - Torino Sette” - Torino) Maggiori informazioni: http://dotguitar.typepad.com/dotguitar/2012/03/lopresti-riva-guitar-duo-volver.html Leggi la scheda di questo/a novità discografica
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