Sapo
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Obiettivi di Sapo
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Ciao a tutti! Apro questo post per parlare di unghie finte. Ce ne sono in commercio alcuni modelli diversi specificatamete pensati per la chitarra. Io ho provato le Alaska Pik e il Guitar Nails Kit. Le Alaska Pik sono praticamente inutilizzabili per noi chitarristi classici se suoniamo ad un certo livello. Il Guitar Nails Kit è invece una bomba. Io, che ho le unghie ad uncino, ho migliorato il suono in maniera esponenziale nel giro di 3 mesi fino ad arrivare ad avere un timbro davvero invidiabile, anche da chi ha unghie sane e robuste. Attualmente è la soluzione migliore che ho trovato per le unghie ad uncino, con i migliori risultati e a basso prezzo (un kit da 15 euro dura circa 2 mesi e mezzo). Ci suono il mio programma del diploma (BWV 995, Op 25 di Sor, Tarantella di Castelnuovo-tedesco) e non hanno problemi di tenuta. L'unica cosa è che bisogna sempre averne dietro una per dito di riserva nel caso si rompano appena prima di un concerto, per esempio, perché per modellarle ci vogliono almeno una decina di minuti per unghia - ora che ci sto prendendo la mano anche un po' meno. Mi rimane comunque una perplessità sulla quale mi piacerebbe confrontarmi. Le unghie finte permetterebbero di avere un suono differente a seconda del programma da suonare e di poterlo cambiare da un giorno all'altro. Però sono sempre quelle, prodotte in serie e tutte uguali, dello stesso materiale e dello stesso spessore. Se usassimo tutti le stesse unghie probabilmente avremmo tutti un suono più o meno simile, o sbaglio? E allora cosa è meglio? Avere un suono bellissimo ma un po' simile a tutti o avere un suono più brutto ma particolare?
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Piccolo e umile consiglio: pensando alla tastiera come ad una tabella, la mano sinistra non può disporre dita al di fuori di un rettangolo di area 16 (considerando un lato il numero di corde tra quella più bassa e quella più alta fra quelle schiacciate, e l'altro lato il numero di tasti fra quello più a sinistra e quello più a destra tra quelli schiacciati-è più difficile a dirsi che a capire). Il barrè è escluso. Sappiamo tutti che non è così, ma inizialmente può essere molto utile per capire cosa si può fare e cosa non si può fare. Gran parte della letteratura composta da chitarristi e non rispetta questa legge...
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studio e analisi Preludio n. 4, Heitor Villa-Lobos. Correzione.
Sapo ha risposto a Angelo Gilardino nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Ovviamente intendevo un rivolto 2-4... -
studio e analisi Preludio n. 4, Heitor Villa-Lobos. Correzione.
Sapo ha risposto a Angelo Gilardino nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Certamente è esagerato pensare al percorso armonico complessivo dei preludi come carattere fondamentale dell'opera, ma credo sia anche errato considerarli solo individualmente. In quest'ottica, allora, avrebbe effettivamente più senso il sol (sottodominante di re - che con la sesta aggiunta è una meraviglia); ma resta da verificare se il percorso delle tonalità sia effettivamente l'elemento collante fra i preludi, perchè se fosse vero sarebbero da interpretare, come è statto detto, quasi come una storia, una sorta di narrazione o di piccoli quadri di vita brasiliana. Soltanto, appare così a prima vista una lettura un po' forzata. Il sol è da preferire anche per un equilibrio ritmico e contrappuntistico; nella sezione inziale e finale il primo tempo della battuta è dedicato sempre la melodia, cadenzata e forte: tenere il mi legato per due battute crea un senso fortissimo di instabilità, non solo armonica (perchè suona quasi come un rivolto 2-5), ma anche ritmica perchè verrebbe a mancare l'unico sostegno, l'unico paletto che ha accompagnato l'ascoltatore per tutto il brano. -
studio e analisi Preludio n. 4, Heitor Villa-Lobos. Correzione.
Sapo ha risposto a Angelo Gilardino nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Se posso aggiungere il mio modestissimo parere, togliere il sol nel basso è un po' come togliere le quinte a Mozart nella risoluzione della sesta eccedente. Personalmente lo trovo infinitamente più poetico e in linea con il carattere complessivo del brano. -
Equiparazione bienni e trienni ordinamentali a laurea
Sapo ha risposto a Piero Bonaguri nella discussione Leggi e musica
A mio parere non ha alcun senso che il diploma VO sia equiparato a biennio solo se conseguito prima dell'entrata in vigore della legge. Il VO è sempre lo stesso da 50 e passa anni. Perchè se mi diplomo nel 2015 il mio diploma vale meno di chi si è diplomato nel 2012?? -
Equiparazione bienni e trienni ordinamentali a laurea
Sapo ha risposto a Piero Bonaguri nella discussione Leggi e musica
Ma questo emendamento provvede anche a questo... è in uno degli ultimi commi! -
Equiparazione bienni e trienni ordinamentali a laurea
Sapo ha risposto a Piero Bonaguri nella discussione Leggi e musica
Sono assolutamente d'accordo, soprattutto sul metodo di reclutamento docenti. Chissà che magari con l'equipollenza dei diplomi si scarica sui conservatori anche la regolamentazione per i bandi di ordinari e ricercatori; sicuramente, comunque, neanche il metodo di reclutamento delle università è buono: i concorsi finiscono sempre per vincerli i figli dell'amico o il proprio studente, indipendentemente dal reale merito tanto che lo stesso nostro ministro dell'istruzione può essere classificato come "barone". Credo, però, che sia pressochè impossibile una tale giurisdizione negli istituti AFAM, dato le enormi differenze organizzative tra conservatori e università; ad es. la classificazione ricercatore/ordinario/associato etc. nei conservatori non esiste, benchè sarebbe giusto che esistesse, pur con una regolamentazione più rigida. Sicuramente però il VO andava equiparato al Biennio del nuovo ordinamento e non al triennio. -
Equiparazione bienni e trienni ordinamentali a laurea
Sapo ha risposto a Piero Bonaguri nella discussione Leggi e musica
Non riesco a capire se è stato votato in via definitiva o no. Fra l'altro, l'attuale governo ha messo in calendario per la prossima settimana solo la legge di stabilità, dopodichè probabilmente si dimetterà; quindi la 4822 che fine farà? Ah no ho capito, è stato inserito come emendamento alla legge di stabilità, A.S. 3584... supponevo fosse così ma non riuscivo a trovare questa pagina: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emendc&leg=16&id=695319&idoggetto=717133 -
Non chiamarmi egregio! Sono ancora un giovane studente!
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In genere gli orecchi assoluti affermano di riuscire a ricordare nella mente con estrema precisione una o più note e di conseguenza è come se avessero un riferimento sempre presente a cui relazionare i suoni che sentono (mentre noi dobbiamo sceglierlo di volta in volta, ad es. nel dettato musicale vecchio ordinamento si suona il la prima di iniziare). Di certo nemmeno loro possono essere infinitamente precisi, e probabilmente potrei dimostrare che se qualcuno riuscisse a determinare esattamente l'accordatura di uno strumento allora 1+1=500. La determinazione della frequenza di vibrazione di un corpo vibrante è infatti molto complessa: sia dato un corpo vibrante con una frequenza f e sia presa f come metro, cioè f=1; allora potremmo pensare di determinare la frequenza di vibrazione di un secondo corpo studiando i fenomeni di interferenza fra le onde originate dalle due sorgenti; in particolare, l'unico metodo possibile consiste nel valutare la frequenza dei battimenti, ovvero la posizione dei punti di minima energia dell'onda complessiva nel tempo (se ci si pone in un punto fissato dello spazio). Quando accordiamo la chitarra, ad esempio, valutiamo proprio la frequenza dei battimenti. Si può dimostrare che perchè i battimenti scompaiano bisognerebbe ascoltare l'onda risultante all'infinito (vien fuori dalla trasformata di fourier). Un metodo più efficiente, ma sostanzialmente uguale, per misurare una frequenza in rapporto ad un'altra data, può essere di valutare la velocità di variazione dell'energia nel tempo (cioè la derivata seconda, più in generale il laplaciano dell'energia). In generale, date due frequenze f1 e f2 (sia ðf l'intervallo fra le frequenze) e dato un intervallo di tempo ðt, allora tanto è minore ðf, cioè tanto più sono vicine le due frequenze, tanto è maggiore deve essere ðt affinchè possa essere determinato il rapporto f1/f2 - se poni f1=1 allora determini f2. Tale osservazione è stata chiamata "principio di indeterminazione del suono", sulla scorta del principio di indeterminazione di Heisenberg. Si noti che i due non hanno nulla a chefare tra di loro e mentre quello di Heisenberg è un un vero e proprio principio (nel senso che è stato introdotto senza dimostrazione per poter far funzionare le cose che già si conoscono), quello del suono è più un teorema che altro, con tanto di dimostrazione. Date queste premesse, la qualità di un buon orecchio non può che risiedere in una maggiore precisione nella determinazione della variazione dell'energia d'onda, che nel caso del suono corrisponde all'intensità. Un buon orecchio sarà quindi predisposto ad ulteriori doti musicali (ad es. migliori sfumature di forti e piani). Sicuramente, qualunque orecchio (assoluto o no) può ascoltare senza problemi un brano molto staccato (in cui cioè il precedente ðt è molto breve), mentre un brano con note molto lunghe si presta di più a far sentire le scordature. È più che dimostrato che questa particolare qualità può essere acquisita e non è innata (vedi gli esami di teoria e solfeggio). Per quanto riguarda la memoria musicale di cui parlavo prima, è altrettanto dimostrato che può essere acquisita (all'inizio degli studi musicali, quanta fatica facevamo a ricordare a memoria anche un solo brano). Personalmente credo quindi che l'orecchio assoluto non è una qualità innata ma può essere acquisita. Qualcuno cresce con una predisposizione mentale alla vista, qualcuno al tatto e agli odori, qualcuno alle parole etc. Nello stesso modo, c'è chi cresce con una predisposizione all'ascolto. Inoltre è alquanto impreciso parlare di "orecchio assoluto" in assoluto (scusate il giro di parole), perchè non è possibile non solo avere un orecchio perfetto, ma nemmeno costruire un analizzatore ideale di frequenze. Bisognerebbe parlare solo di "buon orecchio", con un "buon" interpretabile a vari livelli.
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info Consiglio repertorio per chitarra e flauto
Sapo ha risposto a rickyrav nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Qualcuno è in possesso di tale trascrizione per chitarra e flauto? Se fossi interessato, comje potrei recuperarla?- 11 risposte
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- astor piazzolla
- chitarra e flauto
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(and 1 più)
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Che corde usava il Maestro Andrés Segovia?
Sapo ha risposto a prof nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Per curiosità, che detergenti usate? prodotti creati ad hoc o normali prodotti casalinghi? Ma oggi le corde non vengono prodotte industrialmente? Voglio dire, c'è ancora la possibilità che una corda suoni molto meglio di un'altra dello stesso modello? Credevo che usassero sistemi di misura oggi normalmente in uso nella lavorazione industriale di precisione coi quali si raggiungono precisioni anche nell'ordine dei nanometri (10^-9 metri. O forse queste tecnologie risultano ancora troppo costose? -
Che corde usava il Maestro Andrés Segovia?
Sapo ha risposto a prof nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Bè, personalmente trovo che dopo un po' i cantini assumano un suono più tagliente, soprattutto la prima corda. È vero che si può bilanciare con una buona mano destra, ma a volte è veramente limitativo in fatto di timbri (fra l'altro anche le possibilità timbriche delle corde tendono a diminuire con l'usura). I bassi invece diventano più tonfanti, cupi, il suono dura di meno. Oltre al fatto che diminuisce di molto l'intensità massima... È la prima volta che sento che chitarristi professionisti preferiscono non cambiare le corde. Interessante... -
Che corde usava il Maestro Andrés Segovia?
Sapo ha risposto a prof nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
In che senso? tenne la stessa corda per due anni?? oppure intendeva lo stesso modello?