Premetto che laddove può esser logico ricevere "critiche" nel momento in cui si esce allo scoperto è altresì lecito e non meschino, Ermanno, "criticare" anche chi le emette in quanto, anche chi le emette, emettendole, "esce allo scoperto".
Detto ciò, continuo a ribadire il concetto che più mi sta a cuore e in cui più credo: le forme di espressione umana (tra cui compare anche la musica) dovrebbero comunque generare uno spirito "positivo".
Che non sto vedendo.
E, per favore, risparmiatemi l'ennesimo "volemose bbene".
Non è ne per buonismo ne per supina accettazione di tutto, che dico quel che ho detto.
Lo spirito "positivo" è un terreno di condivisione, ascolto, accettazione delle diverse sfumature che le diverse sfumature di ciascuno di noi producono.
Poi, ovviamente, in cuor suo, ciascuno sarà libero di avere un suo gusto, di seguire una strada, e di non seguirne altre.
Ma, tendenzialmente, a me piace vedere che intorno a me ci sono altri esseri umani che hanno le loro modalità di espressione.
Seppur molto distanti dalla mia.
Mi piace parlare, condividere pensieri con questi altri esseri umani.
Se fare "arte" (termine impegnativo) vuol dire farsi la guerra, allora, per me, perde senso.
E, ripeto, in tutte queste discussioni vedo solo attacchi e velato disprezzo anzichè considerazioni su ciò che ciascuno porta.
Sentirsi paladini del "giusto", del "bello", dell' "assoluto", secondo me, è velleitario.
La guerra esiste già in giro per il mondo e mai smetterà.
Che almeno tra chi si dedica a ciò che ci dedichiamo noi quel sentimento non esista!
Se no sarà difficile essere "migliori" (altro termine impegnativissimo)
Questa è la mia speranza.
O comunque il mio credo.
Giorgio