Che la storiografia ufficiale europea della musica del Novecento sia stata e sia tuttora filoviennese è un fatto. Che, per raddrizzarne la prospettiva, sia necessario sminuire la portata dell'opera dei maestri viennesi, negandone l'enorme valore formale ed espressivo, è un errore che nessun storico responsabile commetterà mai. Quanto all'assumere, nei confronti di Schoenberg, Berg, Webern e satelliti, posizioni come la Sua, dico con piena consapevolezza che siamo in presenza di atti di barbarie culturale che ricordano le requisizioni dell' "arte degenerata" da parte del terzo Reich.
Eleggere il proprio orecchio a giudice della musica che personalmente si ama o si detesta è un diritto civile e culturale. Farlo assurgere a giudice della storia della musica - quando evidentemente si tratta di un orecchio tuttora bisognoso di addestramento - potrebbe essere una sparata adolescenziale, ma la storia ci insegna che spesso da tali atteggiamenti sono discese conseguenze funeste.
Sarà meglio che incominci a leggere in partitura, e ad ascoltare con sommo rispetto, tanto per cominciare, il Concerto per violino di Berg: senz'ombra di dubbio, il più bello (bello, si, da ascoltare) del Novecento, degno di figurare accanto a quelli di Bach, Beethoven, Mendelssohn e Brahms. Se non riesce a comprenderlo a primo ascolto, gli dedichi una dozzina di altre audizioni: le ore che spenderà, saranno tra le meglio spese della sua vita di musicista. E poi, se ne è capace, incominci ad analizzare la partitura, e capirà che cosa sia la maestria di un compositore.
dralig
Vorrei citare il pensiero di Castelnuovo-Tedesco che tutti noi sappiamo essere molto critico rispetto alle avavnguardie a lui contemporanee:
1: "valeva la pena che Schoenberg inventasse il sistema dodecafonico... non
foss'altro perché Alban Berg potesse farne uso!"
2: CT: Sei mesi prima che Schoenberg morisse, Milhaud capitò qui a Hollywood e
c'incontrammo una sera in casa di amici comuni: poiché tornava allora dalla
Francia gli domandai per curiosità <
giovani musicisti francesi?>>. Milhaud si misi a ridere. <
gli chiesi. <> mi rispose <
vecchio Schoenberg e mi ha rivolto questa stessa tua domanda; e sai cos'è
successo? Io, credendo di farlo contento, ma anche perché è la pura verità,
gli ho risposto che in Francia vi sono diversi giovani musicisti i quali
scrivono secondo il sistema dodecafonico "and in the strictest possible
way", nel modo più stretto, o più "ortodosso" che dir si voglia>>. A questo
punto il vecchio Schoenberg (senza mostrare alcuna gioia) borbottò in
tedesco: <>. Poi, dopo un momento di silenzio,
domandò a Milhaud: <.