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D. Menotti-Pratesi

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  1. Benvenuto sul Forum D. Menotti-Pratesi. Prendi visione del Manifesto del Forum e per qualsiasi dubbio o suggerimento apri un nuovo ticket nella sezione Supporto onLine.

    Buona permanenza!

  2. Buonasera, vedo purtroppo solo ora questo interessante post, sul quale però vorrei intervenire in considerazione del fatto che Giovanni Bonfante detto Panizza è un mio diretto antenato (è il padre della mia quadrisavola Filomena Panizza) e in famiglia abbiamo qualche informazione in più su di lui. Risposta all'organico inconsueto potrebbe essere il fatto che egli era non solo organista (il che viene esplicitato dato il prestigio dello strumento, ma sappiamo che suonava molti strumenti diversi), ma aveva una predilezione per il flauto e l'ottavino: sono attestati suoi ruoli come primo strumentista con tali fiati in rappresentazioni tenutesi a Venezia negli anni della sua giovinezza, ovvero intorno al 1810. Le due opere citate non sono di Giovanni Bonfante Panizza: certa è la sua ri-messa in musica del "Gianni di Calais" di G. Donizetti nel 1834, ma "I due Figaro" (musica originale di S. Mercadante) fu riprodotto da GIACOMO Panizza, che era di origini piemontesi e nulla ha a che fare coi Bonfante detti Panizza. Dall'archivio Ricordi sono invece certamente attribuibili a Giovanni Panizza altre opere oltre alla farsa che ha giustamente citato, quasi tutte arie liriche [nota: Giovanni fece gran parte della propria carriera come insegnante di canto], ovvero: § Due Ariette per soprano (1. Il Girasole, 2. Pastorale), 1828; § Due Ariette di Metastasio per mezzosoprano (1. Confusa, smarrita, 2. Se ardire e speranza), 1830; § Due Ariette per contralto (1. Mio ben ricordati, 2. Vuoi per sempre abbandonarmi), 1831; § Quattro Duettini per soprano e contralto (1. Oh che felici pianti, 2. Si soffre una tiranna, 3. Se più felice oggetto, 4. Sol può dir che sia), 1835; § Il voto d' una donna italiana, per canto (edizione distrutta), 1847; § Canto guerriero per gli Italiani (edizione distrutta), 1847; § Preghiera di una Madre Lombarda. Notturnino a vece sole per il popolo (edizione distrutta), 1848; § Cavatina per soprano Ah maestro te l'ho fatta, introdotta nell'opera La figlia del fabbro di Vincenzo Fioravanti, 1851. Domanda lecita, ma come espresso poc'anzi, G. Panizza era estremamente poliedrico e versatile, quindi non escluderei a priori un suo ampio coinvolgimento nella scrittura del concerto per chitarra. Anche qui segnalo alcune supposizioni inesatte: Giovanni proveniva da famiglia abbastanza benestante, e prosperava grazie ai proventi della docenza (ciò è attestato anche da un articolo de Il Censore Universale dei Teatri (9 giugno 1830): «Manifestando […] un felicissimo ingegno musicale, si distinse prima nella magistrale esecuzione di vari strumenti, e dedito poscia nello studio delle composizioni profondamente, cominciò a dare saggi vertiginosi, e ne avrebbe dato dei più clamorosi, se l’attuale suo collocamento in Trieste, offrendogli una continuata, molto ricercata e lucrosa occupazione nelle istruzioni di bel canto e di pianoforte, non lo allontanasse dalle poco generalmente parlando lusinghiere vicende del teatro.» ). A ciò si unisca il fatto che sua figlia maggiore, Adelaide, contrasse matrimonio con un Trevisan di Venezia, di famiglia aristocratica (nota: ricordo che per il patriziato veneziano il matrimonio morganatico non era problematico).
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