Scontro fra titani...
Mi trovo d'accordo con Giulio: in media stat virtus.
L'importante è, però, la coerenza con se stessi miscelata alla volontà dell'autore; connubio imprescindibile.
Permettetemi una digressione, ma forse neanche tanto. Mi viene in mente una considerazione sull'Adagio del Concierto de Aranjuez. La principale cellula tematica, affidata prima al corno inglese e successivamente alla chitarra, ritmicamente scritta con due biscrome ed una croma col punto, da quanti interpreti è pedissequamente eseguita così? Si tende in maniera "naturale" a dilatarla per rendere questa melodia più struggente, malinconica, sofferente, quasi fosse scontato, insita nell'interpretazione medesima; eppure Rodrigo stesso, nonostante in partitura indichi "cantabile", che io ricordi, in un video con Pepe Romero la eseguiva al pianoforte così come l'aveva scritta, ribaltandone il concetto.
Ritornando al topic, chi aveva ragione, Toscanini o Ravel?
Tutti e due e nessuno dei due.
Giovanni