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Daniele Lazzari

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  1. Ha scritto solo poche battute. Segovia rifiutó la dedica per questioni politiche. E di conseguenza la chitarra ha perso un'occasione d'oro: Kodály fu un compositore di altissimo livello. Non sono sicuro che sarebbe stata una suite. Il foglio dovrebbe essere conservato nel museo Kodály a Budapest ma, non credo sia esposto al pubblico.
  2. Chi è il grande interprete? Io concordo con Carlo Marchione in questa intervista.
  3. La questione della postura. Il termine postura è fuorviante in quanto indica qualcosa di statico, mentre invece il suonare indica uno stato dinamico della mente e del corpo. Discorso lunghissimo e impossibile da affrontare in un forum: mi limito ad accennare. Se si analizzano tutte le variabili fisiche che intervengono nel suonare, non so, il corpo umano e le sue componenti, diverse per ognuno, l'altezza della sedia dove sediamo o l'inclinazione del pavimento etc.. ci accorgiamo che l'unica costante è proprio la chitarra che più o meno ha le stesse dimensioni. Quindi quando si suona si dovrebbe adattare la chitarra al corpo e non il contrario (basta chitarristi con la gobba!) tenendo presenti i principi elementari dell'ergonomia e la libertà e differenziazione dei movimenti delle varie parti del corpo. Suggerisco di leggere un articolo sul Fronimo (non ricordo di quale anno) di Giuseppe Pepicelli dal titolo: "Intorno alla postura del chitarrista". Mi sembra un ottimo spunto di riflessione che incoraggia sicuramente ad approfondire la questione.
  4. Mi sono occupato di entrambi i pezzi. Le variazioni e fuga di Ponce sono state oggetto della mia tesi di laurea nel 2006, poi le ho incise nel mio CD del 2008. Le variazioni di Rachmaninov che ho conosciuto nel 2007 tramite mia moglie pianista sono state oggetto, qualche anno più tardi, di una mia trascrizione per quartetto di chitarre (interrotta a metà poi per via dello scioglimento del quartetto..). A parte il tema della follia, sono due pezzi completamente diversi sotto molti punti di vista. Nonostante sia un pezzo poco eseguito presso i pianisti.. siamo in presenza senza dubbio di un altro pezzo "monumentale". La scrittura di Rachmaninov è senza dubbio massiccia e portata all'estremo delle possibilità mantenendo un equilibrio formale eccezionale. E' un pezzo da virtuosi e per un certo tipo di virtuoso.. ed è per questo che non viene eseguito tanto dai pianisti. Se rimaniamo solo sul tema, il trattamento armonico che fa Ponce è molto più ardito mentre quello di Rachmaninov è molto semplice. Per le variazioni il discorso si ribalta.. non a caso scelsi di trascrivere per quartetto, per poter lasciare intatto l'equilibrio perfetto di questa meravigliosa composizione e aggiungere la spazialità che invece può offrire una orchestrazione.
  5. Sono convinto che questo approccio sia l'unico possibile ai nostri giorni, specie se ci si considera degli interpreti coscienziosi. Probabilmente il gusto odierno è diverso da quello ai tempi di Segovia, tuttavia non si possono ignorare le scoperte in ambito filologico. Quando si ha presente tutto l'insieme: il manoscritto, i trattati, le possibilità tecniche della chitarra, etc.. sono convinto che la necessità di cambiare anche una sola nota non sia il solo risultato di una personalissima necessità espressiva. Ma aggiungerei che lo stesso lavoro andrebbe fatto, senza scomodare necessariamente gli antichi maestri, per tutta la musica.
  6. Dipende un po da cosa si intende concentrazione.. Cioè mi spiego: il cervello umano è una macchina che registra costantemente tutto: quello che sentiamo, quello che vediamo, le emozioni, il tatto e tutto il resto... e lo fa in maniera sopratutto incosciente cioè, non ci accorgiamo di tutto quello che fa. E' vero che si può far finta di spegnere certi "interruttori" ma questo non può avvenire, è solo un condizionamento mentale dell'individuo che l'immagina (credendo di avere una "volontà super"). Anche se sembra un controsenso, concentrazione non vuol dire chiudere il cellulare, evitare i rumori, pensare solo ad una determinata cosa.. Concentrazione, quella vera, sarebbe avere coscienza di quanto più possibile avviene in noi ed intorno a noi, per poi discriminare quello che è interessante, da quello che non lo è. La concentrazione non avviene diminuendo il numero degli stimoli, la concentrazione avviene affinando la capacità dei propri sensi. Come si fa? Opperdinci, basta dargli retta! ) Questo può spiegare perché quando durante un concerto un interprete può essere turbato da un fragoroso colpo di tosse o dallo squillo di un cellulare (solo in Italia ) e chi invece sembra non essere toccato affatto continuando tranquillamente il concerto come se niente fosse. Non è che il secondo sia sordo, anzi! E' solo che per lui in quel momento è molto più interessante osservare il movimento del proprio alluce del piede destro, mentre suona quella data frase musicale... Ho scelto questo esempio perché credo che il concerto, sia la situazione più stressante per il musicista che dopo un enorme fatica deve presentare il suo lavoro al pubblico, che magari ha pagato salato il biglietto (o anche no). Per quanto riguarda lo studio consiglio qualcosa che potrebbe sembrare impopolare presso i vari insegnanti. Lo studio è un momento sacro per il musicista, nel senso che è il momento in cui si deve il massimo rispetto non solo a se stessi ma anche al musicista che ha creato quella musica che ameremmo suonare come si deve. Ci sono momenti nella vita nei quali sono troppe le interferenze esterne e, alle volte, sono così chiassose da sovrapporsi al nostro ingegno, alla volontà ed al cuore di fare qualunque cosa con scrupolo e coscienza. In quei casi meglio soprassedere, dormirci su... magari il giorno dopo la vita ha tutto un altro sapore! DL PS. Hai mai ascoltato il tuo respiro? -dove "ascoltato" vuol dire osservato, sotto ogni punto di vista (non mentre suoni)-
  7. intendo quello smalto che normalmente usano le donne con le unghia lunghe ma fragili
  8. prova con lo smalto trasparente super-indurente.. se veramente sono così sottili, dopo aver fatto asciugare il primo strato.. passane un secondo strato. Alcuni di questi prodotti in commercio sono, per così dire, nutrienti, per cui l'unghia ne assorbe una certa quantità rendendola di fatto più dura (anche se lo strato lucido dovesse venir via, a causa del rasgueado).
  9. conosco chitarristi che con questo problema usano unghia finte (di quelle che si incollano sopra quelle vere) e sembra che vada bene..
  10. OK! me la stampo e domani la guardo.. dammi un paio di giorni perché sono assai impegnato. Ho guardato la partitura oggi durante le pause a scuola e ho trovato delle soluzioni.. temo solo che sia impossibile descriverle a parole... e nemmeno indicando sulla partitura (ci sono più possibilità) poi ci sarebbe da spiegare il perché e il percome. Allora mi era venuto in mente di fare un piccolo video per spiegare parlando e chitarra alla mano suonando. Solo che questa soluzione richiede tempo che in questi giorni non ho.. Magari ci colleghiamo con skype non so.. Scrivimi per e-mail il tuo nome skype e magari ti chiamo quando ho la possibilità oppure ci mettiamo d'accordo. Ciao
  11. OK! me la stampo e domani la guardo.. dammi un paio di giorni perché sono assai impegnato.
  12. ti aiuterei volentieri ma siccome non ho la partitura sottomano, ti chiedo di inviare la scansione di tutta la sezione. Sai, la diteggiatura deve essere coerente alla musica..
  13. In effetti penso che questo brano potrebbe essere la colonna sonora di un bel film.. Non hai pensato ad una versione orchestrale con archi con melodia che passa fra violini violoncelli e clarinetto magari? penso che si presti molto bene! ciao
  14. premetto che non ho seguito troppo questa discussione.. ma rilevo che nel forum troppo spesso finisce in questo modo! amerei invece che le discussioni siano più costruttive, in modo da dare un contributo non solo a chi partecipa ma anche a chi semplicemente legge. In quali altre occasioni hai riscontrato questo "modo" di finire le discussioni? Raramente, invece, si sono terminati thread così considerato il fatto che ne esistono, al momento in cui scrivo, 6324 per un totale di oltre 43.000 messaggi. Io non trovo così negativo lo scontro in una discussione. Anche il dichiarare di esserseli rotti, a seconda delle circostanze, non è poi così tremendo. Preferisco, entro i limiti dell'educazione, una reazione sanguigna e reale ad un melmoso e finto perbenismo. A questo aggiungi il fatto che di informazioni, in questo thread, ce n'è in abbondanza. Non sto li a sindacare troppo e nemmeno ho le statistiche di "chi se li è rotti!" Comunque pur essendo io un frequentatore non assiduo del forum mi sono accorto di questa tendenza.. sbaglio o c'è un calo vertiginoso degli interventi? ci sarà un motivo? Io mi sono dato quella spiegazione. In ogni modo, la rete da la possibilità di essere liberi nell'espressione delle proprie idee per cui io proporrei di essere meno restrittivi (anche se impedirei la consuetudine di alcuni di ribattere punto su punto i vari interventi: è una pratica che innervosisce l'interlocutore e ammazza la discussione). Poi, visto che ci sono, permetterei le discussioni che riguardano l'educazione musicale nel nostro Paese che regolarmente vengono troncate perché considerate "politica". Perciò sostituirei la norma che dice di non parlare di politica con una che dica di: "non fare propaganda politica". Per essere democratico, il regolamento del forum dovrebbe essere prima discusso e votato e non imposto a priori. Chiedo ufficialmente che venga aperta un'area di discussione a riguardo. Grazie!
  15. premetto che non ho seguito troppo questa discussione.. ma rilevo che nel forum troppo spesso finisce in questo modo! amerei invece che le discussioni siano più costruttive, in modo da dare un contributo non solo a chi partecipa ma anche a chi semplicemente legge.
  16. http://fernandosor.free.fr/SorOpusAngl.html
  17. Il vivere in un sistema malato ci condiziona al punto da essere irrazionali all'ennesima potenza. Secondo me già la domanda iniziale: "in quale modo si identifica un maestro?" è indice di questo sistema e del totale smarrimento che lo studente, il lavoratore, il cittadino italiano prova tutti i santi giorni e che in qualche modo gli devia la mente. Domanda assurda qui dove mi trovo come ovunque del resto, tranne che in Italia. Cosa avviene altrove? Il titolo di studio già di per se qualifica le caratteristiche professionali. La discriminante potrebbe essere piuttosto l'università dove si è conseguito il titolo, a seconda del prestigio etc.. Vedo ogni giorno con i miei occhi che qui vengono inseriti i più meritevoli, che magari vengono chiamati per sostituire un'altra persona che non è stata corretta sul lavoro o che non ha raggiunto i risultati previsti, secondo il "programma di qualità".. Qui i nuovi insegnanti di Conservatorio nelle materie musicali e nelle altre hanno 22 anni. Non ci sono i concorsi e "raccomandazione" non sanno nemmeno cosa significa e se lo sapessero la giudicherebbero qualcosa di infamante. Chiedo scusa, ma quando parlavo di "morale" facevo mentalmente riferimento alla mia situazione di vita lavorativa attuale..
  18. ecco oltre la cultura e l'educazione ci mancava anche la morale credo sia preferibile a questo punto rivolgersi ad una società di mutuo soccorso anche a me piace scherzare.. ma se pensiamo alla realtà dei fatti c'è poco da ridere!
  19. Rispecchia la realtà. Si chiama 'strumento' proprio perché è necessario a dar forma a qualcosa. Ma è lo strumentista che crea e sono le idee dello strumentista che fanno sì che quell'oggetto si renda utile per un fine. E' come se uno scultore si affezionasse al suo scalpello o il pittore al pennello usato per gli acquerelli. allora diciamo la stessa cosa!
  20. Per "questione di stile" intendevo il modo di rapportarsi alle persone.. una questione di cultura e di educazione (e morale) sopratutto! Poi se uno insegna come usare quel pezzo di legno ritengo che debba sapere tutto il possibile su quel pezzo di legno. Questa tua definizione non mi piace: è come definire un libro, un pezzo di cartone con attaccati dei fogli di carta. Cioè un bel nulla. Un oggetto esiste ed è qualificato per l'uso che ne facciamo. Ciò non toglie che uno strumento musicale, una chitarra.. in mano a qualcheduno potrebbe essere un prolungamento di uno splendido cervello, in mano a qualche altro potrebbe essere "legna da ardere"!
  21. Quella è questione di stile.. Notoriamente esistono e sono esistiti dei grandi Maestri che nella vita privata erano dei grandi "stronzi" (ho virgolettato!) e forse anche nella vita professionale lo erano ma il loro lascito è immortale (anche dopo essersene andati). Per me l'insegnante è prima di tutto pedagogo, didatta e questa definizione già di per se comprende quelle caratteristiche umane di cui parla Cristiano. Chi fa il didatta è cosciente del fatto che la propria è una posizione di responsabilità non solo verso i propri allievi ma verso la società intera. Poi ci sono quelli che si ritrovano quasi per caso o per necessità a far quel lavoro..
  22. ..instancabile ricercatore e osservatore, esigente dagli allievi quello che esige da se stesso, ha compreso perfettamente i meccanismi dell'apprendimento e li mette in pratica con paziente adattamento alle attitudini ed alle inclinazioni di ogni allievo. Mette in conto che una piccola percentuale dei propri allievi abbandoni: si tratta di quelli pigri! Nel suo sangue scorre fantasia, generosità e simpatia. Son pochi i giorni dell'anno nei quali non abbia voglia di giocare e ritiene che dirigere, suonare e cantare insieme agli allievi sia una delle pratiche più efficaci per comunicare concetti musicali e infondere sicurezza.. Non mi dilungo troppo ma se vuoi continuo!
  23. Ci potrebbero essere 100 motivi per cui ti accade questo e.. mi dispiace, la ricetta a prescindere non esiste! Bisognerebbe osservarti per bene mentre stai suonando ed interrogarti approfonditamente (la tua descrizione è troppo limitata) per capire sul serio cosa diavolo ti succede mentre suoni!
  24. si ho ricevuto.. ma sto lavorando e non ho avuto il tempo.. cerco di fare quanto prima
  25. Hai ragione ad essere preoccupato.. Per ora le cose rimangono come sono.. tenendo presente che ogni governo ha il buon senso (o il cattivo gusto) di annullare la riforma scolastica del governo precedente. Da quello che ho capito, sarebbero i Conservatori a gestire la parte musicale del Liceo. Per cui gli studenti del liceo musicale dovranno recarsi il pomeriggio in Conservatorio per studiare la musica. Una finta riforma insomma, visto che nessun liceo ha i mezzi economici per sobbarcarsi l'enorme spesa dell'acquisto di strumenti musicali e tutto quello che è connesso all'insegnamento della musica. E' un discorso troppo lungo ed anche inutile.. visto che mancano proprio i presupposti strutturali (tranne rari casi in Italia) per affrontare questa riforma dell'istruzione musicale. E chi dice agli insegnanti di Conservatorio che dovranno lavorare 4 giorni la settimana, anziché 2 (privilegio!), per lo stesso stipendio? Perché questo alla fine è il succo del loro problema.. Caro Domenico, a nessuno frega niente di quelli, senza i quali nemmeno la scuola esisterebbe: gli allievi! Non si parla mai della qualità della didattica e del fatto che il corpo docente dovrebbe essere costantemente sotto esame, sia dei dirigenti che degli allievi, per determinare qualità e risultati del lavoro. In Italia se l'insegnante non va, si cambia l'allievo.. All'estero invece se l'insegnante non produce viene sostituito con un altro insegnante (tramite bando naturalmente e per esame diretto) dal dirigente, se la scuola non produce risultati di qualità, viene sostituito il dirigente. Questa sarebbe, a mio avviso, la riforma primaria della scuola italiana: La Meritocrazia!
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