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Davide

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  1. Gentile maestro, grazie per le sue delucidazioni. Forse ricordo male, non ho qui con me il suo manuale. Appena torno ricontrollo. Mi sembra di capire, pero' che, poichè le parti di tavola adibite alla propagazione degli acuti non si trovano in una unica regione, il tenere la tavola piu' spessa e rigida dal lato dei cantini sia solo una approssimazione o, forse, il tentativo di far si' che li' si concentrino le vibrazioni con freq maggiore... dal che seguirebbe che se la parte piu' spessa fosse "sparsa" nella parte centrale dovrebbe- teoricamente- funzionare lo stesso... Ho capito male?
  2. Davide

    Gli spessori della tavola armonica

    Ultimamente mi sono venuti dei dubbi sugli spessori della tavola avendo trovato notizie assai differenti tra loro. Mi spiego: Da tempo so che per la maggioranza dei liutai la tavola armonica deve essere leggermente piu' spessa ( e piu' rigida) dal lato degli acuti poichè la propagazione di questi è favorita da spessori piu' consistenti. Secondo il liutaio Courtnall basta una differenza di 0,1 mm!! Tuttavia non mancano pareri e convinzioni apparentemente in contrasto con questa convinzione: 1 SI sa o no se gli acuti si trasmettono meglio al centro della tavola o sulle estremita'? e nel secondo caso, maggiormente dal lato dei cantini? Chiedo questo perchè mentre Torres costruiva le tavole più spesse al centro e assai meno alla periferia, oggi sento che molti lituai fanno il contrario, sostenendo che al centro della tavola si propagano i bassi e ai lati gli acuti. 2 Il liutaio Garrone (spero intervenga) nel suo manuale suggerisce di usare spesori maggiori dal lato dei bassi. Su molti clavicembali d' epoca le tavole sono ben piu' sottili dal lato degli acuti( 1.8 mm contro 4mm!) 3 Il liutaio Tom Blackshear fa intendere che i bassi si trasmettono dal lato dove sono montati ( quindi l' ala di sinistra) mentre i cantini dall' altro lato. Il centro sarebbe adibito ai medi e al "corpo del suono"... Inoltre suggerisce di assottigliare la tavola dal lato degli acuti se questi sono carenti. 4 Alcuni liutai sostengono le tavole in cedro vadano assottigliate molto, altri, all' opposto, che tale operazione è consentita solo con l' abete che è piu' rigido, altrimenti col cedro non si avranno acuti... Possibile che non esista un metodo scientifico che dia certezze su quali regioni della tavola vengano usate dalle singole frequenze? oltre al diagramma di Chladni... qualcuno mi aiuta ad orientarmi? grazie a tutti
  3. Davide

    Invece dell'ebano?

    Ciao a tutti, in particolare a Echi! ( è un po' che non ci sentiamo...) Secondo me le chitarre in acero tendono ad esaltare ancora di piu' la separazione tra le note tipica dell' abete, rendendole ottime per la polifonia. Tuttavia hanno una resa minore sui toni medi rispetto a legni piu' densi, che incide non poco sul corpo del suono... Per Kokis: a mio avviso il fondo è meglio se tende al rigido... Ultimamente ho provato molte chitarre per trovare qualcosa per i miei allievi. Mi sto convincendo sempre piu' che le chitarre con fondo vibrante abbiano qualcosa in meno... per me, ovviamente.
  4. mi permetta: Non esiste solo la filologia pura. Lo strumentoo e le corde sono contestabili perchè facilmente riconoscibili da chiunque come non filologici. Ma che dire quando ad un esame di diploma la commissione contesta il candidato che nell' eseguire una suite di Bach, "fa" le ineguaglianze, con la motivazione: non l' ho mai sentita suonare cosi'???? Che dire quando si contesta chi esegue abbellimenti corretti e non si riconosce quando li esegue sbagliati? Mica ci si puo' nascondere dietro alla frase: vabbe' allora prenditi il liuto o una chitarra dell' ottocento. Ammettiamo che tra i chitarristi si sta arrivando alla prassi corretta con un ritardo notevole rispetto agli altri. Fermo restando che si puo' suonare anche in modo non filologico, senza tuttavia penalizzare chi si prende la briga di studiare un po' di prassi antica.
  5. Ciao a tutti, da oggi ci sono anche io...
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