Vai al contenuto
Novità discografiche:

Gianni Nuti

Membri
  • Numero contenuti

    25
  • Iscritto

  • Ultima visita

Visite recenti

Il blocco dei visitatori recenti è disabilitato e non viene mostrato ad altri utenti.

Obiettivi di Gianni Nuti

Contributor

Contributor (5/14)

  • First Post
  • Collaborator
  • Conversation Starter
  • Week One Done
  • One Month Later

Badge recenti

0

Reputazione Forum

  1. Studio n.1 - Capriccio sopra la lontananza da Studi di Virtuosità e di Trascendenza (Omaggio a Mario Castelnuovo-Tedesco) Nella lettera Mario scriveva anche la sua profezia: «Per grande che sia la tua passione di concertista, sono sicuro che alla fine prevarrà la tua indole di compositore». Per constatare che aveva ragione, mi sarebbero occorsi quattordici anni: fu del tutto naturale che il primo degli Studi di Virtuosità e di Trascendenza, scritto nell’autunno del 1981, consistesse in un Omaggio a Mario Castelnuovo-Tedesco. Appena presa la decisione di interrompere una carriera concertistica con almeno venticinque anni di anticipo sulla normale scadenza, e di rimettere in moto l’attività compositiva abbandonata molto tempo prima, appena agli inizi, senz’altra forza che la mia intima convinzione, a chi avrei potuto pensare se non a lui e alle sue parole? Ma lui non era più lì ad ascoltare i miei progetti. Era lontano. Fu così che il pezzo s’intitolò, con una citazione da Bach, Capriccio sopra la lontananza. La composizione di J.S. Bach alla quale Gilardino fa riferimento è il Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo in Si bemolle maggiore per clavicembalo (BWV 992), composto probabilmente nel 1704. Gilardino scrive il suo Studio atonale con un chiaro orientamento verso la tonalità minore relativa, quella di Sol. Leggi l'Articolo sul Repertorio completo
  2. Estrellas para Estarellas (Musica notturna para la guitarra del Gabriel) (1970) è dedicato al chitarrista spagnolo Gabriel Estarellas. In questo brano, l’autore non descrive più esili presenze incorporee, ma l’astrazione febbrile cui la mente può abbandonarsi con la complicità delle tenebre. È musica che lascia immaginare - attraverso le concrezioni stellari e la loro pulsante luminescenza - luoghi siderali, forse, custodi del mistero di questo mondo. Il vocabolario chitarristico si rimpolpa di nuovi lemmi: compaiono brevi poliritmìe ottenute sovrapponendo accentuazioni irregolari a ostinati di terzine o quartine di semicrome, lunghi mormorii oscillanti tra seconde minori e maggiori tutti prescritti con il legato di sinistra, contrappunti omoritmici a parti estremamente late tra una linea di corde coperte e una di corde a vuoto che creano un inedito effetto di smaterializzata lontananza. Ciascuno dei cinque brani è intitolato ad altrettante stelle appartenenti alla costellazione dello Scorpione (segno zodiacale di Gilardino) o, nel caso delle Leonidi che sono asteroidi, transitanti in essa nel periodo dell’anno in cui il compositore è nato: Andromeda Antares Sirio La Croce del Sud Leonidi La scrittura monodica, distribuita su più corde lasciate vibrare (alla maniera delle “campanelas”), dilata la visione, allontanandola da una prospettiva spaziale cartesiana verso un instabile gioco di intersezione dei piani. In modo petrassiano Gilardino svolge la sua ricerca sull’attimo, suscitando e lasciando esaurire con rapidità macchie di nuove sonorità chitarristiche, morfologicamente apparentate tra di esse - ma raramente identiche - e separate da lunghi respiri. Dal tempo della memoria affiorano cenni di musiche del passato in questo caso confessate scopertamente sul testo: Richard Strauss (1864-1949) (Così parlò Zarathustra), Mario Castelnuovo Tedesco (1895-1968) (Tarantella per chitarra sola), Tomas Luis de Victoria (1548 ca-1611) (dal mottetto Tenebrae factae sunt, precisamente il verso: exalavi anima mea). Nota: La prima registrazione assoluta di questa composizione è contenuta nel cofanetto "Angelo Gilardino - Complete Music for Solo Guitar 1965-2013" ©2015 Brilliant Classics View full article on repertoire
  3. Chitarrista-compositore britannico, di formazione jazzistica e pervenuto alla musica classica grazie all’ascolto dei concerti e dei dischi di Segovia, godette di grande notorietà grazie alla fama che lo stesso Segovia gli guadagnò incidendo la sua English suite. Professò una filosofia incline a riconoscere nella composizione il risultato della capacità artigianale più che della fantasia e dell’inventiva, scrivendo molta musica per e con chitarra in cui il suo mestiere si rivela inconfondibilmente. Coltivò anche un’attività didattica internazionale e fu amico e confidente di moltissimi virtuosi, specialmente di Ida Presti: scrisse infatti alcune efficacissime pagine per due chitarre destinate al duo Presti-Lagoya. View full article on repertoire
  4. Chitarrista-compositore siciliano, risiede a Firenze, dove ha studiato con Alvaro Company. Ha scritto musiche (in gran parte inedite) per e con chitarra e per gruppi chitarristici, in uno stile in cui la libertà improvvisativa più fluida e spontanea si lega a una ricerca idiomatica originale, con uso di scordature, come nel caso dell’opera intitolata Due canzoni lidie, che ha meritatamente ottenuto grande successo tra gli interpreti. Link: Su Wikipedia Sito internet ufficiale View full article on repertoire
  5. Compositore e musicologo cecoslovacco – operista e sinfonista – ha esaltato nella sua musica soprattutto il lato drammatico, allacciandosi alla tradizione slava senza tuttavia sottrarsi agli stimoli della nuova musica. Nell’ultimo periodo della sua vita ha invece optato per uno stile neoclassico. Ha rivolto particolare attenzione alla chitarra, componendo: Sarabande and toccata, Sonata E-Minor, Sonata G-Major, Tesknice (“Canti dell’ansietà”). Quest’ultimo lavoro è una sorta di epicedio alla figura del martire Jan Palach, composto subito dopo i fatti della primavera di Praga del 1968. Scrisse anche musica da camera con chitarra, tra cui due trii per flauto, viola e chitarra. View full article on repertoire
  6. Insigne compositore statunitense, si formò alla scuola di Walter Piston e poi di Nadia Boulanger, acquisendo la maestria contrappuntistica evidente nelle opere del suo primo periodo (di stampo neoclassico). Svoltò poi verso la composizione atonale, con brani caratterizzati da grande libertà metrica, ma sempre espressivi e talvolta lirici, tenendosi lontano sia dallo strutturalismo post-weberniano che dal naturalismo anarchico di Cage. A questa fase della sua ricerca appartengono i due pezzi per chitarra sola (Changes e Shard) e le altre sue composizioni da camera che comprendono la chitarra nel loro organico. View full article on repertoire
  7. Chitarrista-compositore e didatta uruguayano di grande notorietà, fu allievo di Segovia dal 1937 al 1947 e – a sua volta – caposcuola, emancipando una complessa dottrina versata nei suoi Cuadernos, sia in forma teorica che in una vasta raccolta di esercizi. Come compositore, si manifestò dapprima elaborando con finezza alcuni aspetti della musica rioplatense (Preludios americanos), senza però mai cadere nel folclorismo spicciolo, e poi tentò – in forme più complesse (sonata Cronomías I) – uno stile astratto e severo, bordeggiando il novecento europeo di stampo neoclassico. In equilibrio tra la finalità didattica e la composizione, scrisse anche una serie di cinque Estudios in omaggio a Heitor Villa-Lobos. Compose anche un Quintetto per chitarra e archi e il Concierto del Plata per chitarra e orchestra. View full article on repertoire
  8. Chitarrista-compositore cubano (uno dei massimi del novecento), ha iniziato con una serie di brani per chitarra in diretta relazione con la musica caraibica, ma già segnati dal marchio di un’inconfondibile personalità, che si affida alla vitalità del ritmo e a una scrittura chitarristica piena di trovate geniali. Negli anni sessanta, il suo contatto con le avanguardie americane ed europee lo ha stimolato a comporre brani materici con sezioni aleatorie e improvvisative, nei quali ha ulteriormente espanso il suo stile chitarristico, con risultati di grande effetto. A partire dagli anni ottanta, si è orientato verso un linguaggio neo-romantico, accogliendo anche influssi dalla musica etnica. La sua opera chitarristica spazia dai molti lavori per chitarra sola ai concerti per chitarra e orchestra, dai brani didattici (meritatamente famosa è la sua raccolta di Estudios sencillos) ai lavori che affidano alla chitarra ruoli concertanti nella musica da camera. Ha scritto anche per insieme di chitarre. La sua attività compositiva si estende ben oltre il confine chitarristico, e include musica sinfonica, concerti, musica da camera e musica da film. È inoltre uno stimato direttore d’orchestra e un eccellente didatta. View full article on repertoire
  9. Compositore spagnolo, scrisse musica da camera in uno stile intimista, di orientamento filo-francese, con sensibilissima attenzione al timbro. Compose tre lavori per chitarra sola: Cinco piezas antiguas (homenaje a Ravel) / Introducción, recitado y marcha / Sonatina en tres duales, nonché un eccellente Cuarteto en re mayor per violino, viola, violoncello e chitarra concertante. Biografia dal sito della Biblioteca Nacional de España Rafael Rodríguez Albert nació en Alicante el 6 de febrero de 1902. Ciego desde los ocho años, inició sus estudios en el Colegio Nacional de Ciegos de Alicante y los continuó en distintas localidades manchegas. Compuso su primera obra musical a los doce años, un pasodoble dedicado a su padre. En 1917 se trasladó con su familia a Valencia y allí estudió piano y composición, además de Filosofía y Letras y dos cursos de Derecho. Realizó varios viajes a París, donde conoció a Poulenc, Milhaud, Honegger y Ravel. En 1931 ingresó como profesor honorario de Armonía y Piano en el Instituto Provincial de Ciegos de Alicante. En 1935 fue nombrado profesor interino de Solfeo y Piano en el Colegio Nacional de Ciegos de Madrid (ONCE), puesto del que fue cesado al finalizar la Guerra Civil. En 1940 ingresó en la Organización Nacional de Ciegos de España, como secretario del delegado en Granada. En esta ciudad nació su única hija, fruto de su matrimonio con Beatriz Amanda Fernández Serrano y compuso algunas de sus obras más interesantes para piano. En 1947 fue nombrado jefe del negociado de relaciones exteriores de la ONCE en Madrid, institución de la que obtuvo, en 1958, la cátedra de Estética e Historia de la Música, que le motivó la redacción de obras importantes en el campo de la pedagogía musical. En 1952 obtuvo el Premio Nacional de Música con el Cuarteto en re mayor. A partir de ese año, consiguió diferentes premios y menciones honoríficas hasta que en 1961 volvió a ganar el Premio Nacional de Música con la obra Fantasía en tríptico sobre un drama de Lope. El último premio nacional lo consiguió en 1976 con La Antequeruela. Rodríguez Albert cultivó casi todos los géneros musicales, investigó sobre grafía musical para personas ciegas, dictó conferencias, redactó artículos, fue un excelente pedagogo y un notable intérprete de piano. Murió en Madrid el 15 de febrero de 1979. Link | http://goo.gl/Vad53t View full article on repertoire
  10. Compositore finlandese (il più importante del novecento, dopo Sibelius), essenzialmente operista e sinfonista, compone con afflato mistico, usando un linguaggio forte e immediato. Ha scritto tre brani per chitarra sola (Monologues of the unicorn, Partita e Serenades of the unicorn) e una Sonata per flauto e chitarra. View full article on repertoire
  11. Compositore spagnolo, si è formato in patria, in Italia e a Darmstadt. Nella sua musica per orchestra rimane tuttavia legato, se non direttamente alla tradizione del suo paese, certo a un proposito espressivo. È uno dei maggiori esponenti della nuova arcadia madrilena, affine al neoromanticismo post-darmstadtiano dei compositori italiani. Ha scritto generosamente per chitarra sola: Contaba y contaba, Fantasía balear, Piezas caprichosas, Preludio de luz y calor, Sonata 6, Sonata 9 (Canto a Mallorca). Ha inoltre incluso la chitarra nei suoi organici orchestrali da camera. View full article on repertoire
  12. Compositore britannico di vocazione tardiva ma di alto profilo Alan Rawsthorne (1905-1971) scrisse musica orchestrale e da camera in uno stile essenziale, disadorno, ma di grande efficacia espressiva. Compose un solo, magistrale brano per chitarra (Elegy),rimasto incompiuto e terminato da Julian Bream, che ne fu il dedicatario e il primo esecutore. (di Gianni Nuti, Manuale di Storia della Chitarra Vol.2 | (C) Edizioni Musicali Bèrben) Links sul web The friends of Alan Rawsthorne | http://www.musicweb-international.com/rawsth/ Wikipedia (ENG) | http://en.wikipedia.org/wiki/Alan_Rawsthorne Bibliografia Anon. 2006. "Alan Rawsthorne", on The Friends of Alan Rawsthorne website. Retrieved 2011-10-14. Belcher, John M. 1999a. "Orchestral Works" (booklet notes). Naxos Records 8.553567. Belcher, John M. 1999b. Booklet notes to Rawsthorne: Cello Concerto, Symphonic Studies, Oboe Concerto. Naxos Records 8.554763. Dressler, John Clay. 2004. Alan Rawsthorne: A Bio-Bibliography. Bio-Bibliographies in Music, no. 97. Westport, CT: Praeger. ISBN 0-313-30589-7. Evans, Peter. 2001. "Rawsthorne, Alan". The New Grove Dictionary of Music and Musicians, second edition, edited by Stanley Sadie and John Tyrrell. London: Macmillan Publishers. Green, Gordon. 1971. "The Pre-War Years". Programme note for Alan Rawsthorne Memorial Concert, Wigmore Hall, 24 November 1971. McCabe, John. 1999. Alan Rawsthorne: Portrait of a Composer. Oxford and New York: Oxford University Press. ISBN 0-19-816693-1. McCabe, John. 2004. "Rawsthorne, Alan (1905–1971)". Oxford Dictionary of National Biography (online edition), Oxford University Press. Retrieved 2011-10-14. View full article on repertoire
  13. Sono stato più volte preso in causa e dunque, sebbene io abbia una vita complicata e sia per me impossibile seguire con costanza un forum, mi permetto di dare un contributo alla discussione che saluto comunque come un buon segno: meglio caldi o freddi, ma non tiepidi suggerisce il Vangelo. Non ho mai pensato, a proposito, di scrivere un vangelo della chitarra contemporanea, ma solo di offrire un umile contributo a un dibattito aperto. Mi sono posto un unico obiettivo: provare a scavare nella storia per cercare ragioni profonde per le quali suonare, ancora oggi, la chitarra. Non certo allo scopo di far aderire tutti a questo taglio, ma per proporre un approccio, un modo di ricostruire il passato affinché ciascun allievo di conservatorio possa edificare il suo, sicuramente più illuminato del mio. Ho scelto gli autori che afferivano alle categorie estetiche secondo me più pregnanti tra quelle maturate nel pensiero artistico del novecento, indipendentemente dalla chitarra. Le evocate scienze musicologiche non dettano verità inoppugnabili così come tutte le scienze. Popper è già passato...Piuttosto è vitale prendere coraggiosamente posizioni serie e indurre tutti a maturare le proprie e a difenderle: la didattica, in generale, non deve promuovere un pensiero unico, ma aiutare la riflessione, stimolare la ricerca affinché la verità, che è molteplice e in divenire come ogni cosa, sia inseguita da ciascuno e non appiattita su quella presunta da uno solo. Di certo troverete delle omissioni, alcune importanti e chiedo venia fin da ora, ma sono una persona con limiti culturali, di storia personale, di mezzi: starà all'iniziativa di tutti voi arricchire il progetto con nuovi punti di vista, autori diversi da quelli citati meritevoli di menzione. Nell'epoca in cui le informazioni sono aggiornate in tempo reale, non importa raccogliere saperi enciclopedici che diventano obsoleti il giorno dopo, è meglio proporre ipotesi di riordino, selezione; è più proficuo, a mio avviso, dare un punto di vista palesemente personale piuttosto che un artificioso modello oggettivo, necessariamente freddo. Molti giovani chitarristi si diplomano e non hanno ancora capito perché lo hanno fatto, non hanno scavato dentro i repertori, che vuol dire dentro se stessi, alla ricerca di una causa ultima, fondante, insieme concreta e spirituale. Nel libro ci sono le risposte che io ho trovato, non sono le migliori o le uniche di sicuro: avanti con le controproposte. Infine, al termine del libro sono raccolti molti autori non citati in indice, ma degnissimi di citazione: di loro si dicono cose essenziali in breve. Quanto alle insinuazioni, beh non meritano alcun commento, men che meno una difesa. a tutti, buon lavoro e buona discussione. Gianni Nuti
×
×
  • Aggiungi...

Informazioni importanti

Usando il Forum dichiari di essere d'accordo con i nostri Terms of Use.